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Dieci ... acquErellY

Indice

Presentazione

Al raduno EY di Verona, i "miei ragazzi" hanno voluto regalarmi un kit per dipingere ad acquerello, conoscendo un po' le mie debolezze cromatiche.

Dipingere mi diverte in genere, anche se c'è sempre una certa delusione nel constatare che non possiedo l'abilità tecnica che desidererei. Il risultato finale è sempre un po' inaspettato come se io fossi solamente una mano che insegue un'immagine sfuggente, che si materializza a poco a poco e con imprecisione quasi chiedendomi se posso accettarla. Alla fine in genere sono indulgente non so se con l'immagine o con me stesso.

Ero titubante nell'affrontare la prova degli acquerelli pur essendo i primi colori per pennelli usati alle elementari (circa sessan'anni fa....). Non ricordo se si trattasse di compiti che mi assegnava la maestra, ma non mi pare. So che mio papà ci teneva a controllare le mie opere e forse era anche lui che me le imponeva o chiedeva ed io mi impegnavo per ottenere il suo consenso, che non era però frequente. Anzi, il ricordo più vivo è quello di un rimprovero che mi aveva procurato un bel dispiacere, per un pasticcio che avevo combinato nel colorare un castello che stava sulla cima di un monte.
Non mi è rimasto nulla di quei lavori, persi nei vari traslochi.

Alle medie realizzai alcuni quadretti con le tempere sotto la guida di un insegnante di disegno, che abitava nel mio paese, di cui ricordo il curioso soprannome di famiglia (" i Bigulìn"), e che trovavo simpatico, specie quando esaminando i dipinti degli allievi diceva: "Beh, è abbastanza brutto" oppure "Sì, sì, non c'è bene".
Poi ho provato con i colori ad olio nei primi anni settanta del secolo scorso.
Quindi ho smesso e, più di vent'anni dopo ho scoperto gli acrilici con cui, ogni tanto, tento ancora di realizzare qualcosa. Il fatto è che si finisce per non sapere nemmeno più dove buttarli tutti questi quadri. Ad ogni modo, visto che in quest'epoca di social lo fanno anche molti altri, (e ce ne sono anche di molto bravi), li ho fotografati o scannerizzati ed inseriti su G+, che considero un po' come lo zoo comunale di "Vengo anch'io", dove si va per " vedere l'effetto che fa".
Come sa chi frequenta questo spazio, ho avuto l'ardire di inserirne in questo mio blog, dove ora posto anche gli acquerelli realizzati, se non altro, per mostrare che quello di Verona è stato, per me, veramente un bel regalo.
Anche se non mi sembrano orrendi, so bene che non sono nulla di speciale, forse sono un po' infantili, però mi sono abbastanza divertito nel dipingerli. Tra l'altro hanno un indubbio pregio: non occupano molto spazio. Lo spessore della carta è di 0,5 mm circa, mentre quello dei cartoncini telati che uso per gli acrilici è di 3 mm; per non parlare dei 15 mm del supporto delle tele che non uso mai.
Li dedico naturalmente a tutti gli amici di Verona ed in particolare a Carlo Maria Manenti, abile acquerellista, oltre che organizzatore di eventi, master chef, uomo d'automazione, ed arguto inventore di storie tecnologiche vere e veramente divertenti.
Se non fosse stato per lui e per loro, queste "opere" non sarebbero mai state realizzate: spero che ora, vedendole, non siano assaliti da un pesante senso di colpa.

Le "opere"

Eccoli ad ogni modo i miei primi acquerelli, in ordine di realizzazione, con il commento di un critico da me scritturato, quindi abbastanza indulgente ;)

1: Tramonto sull'Adige

2: Tramonto dietro ai platani... o platani davanti al tramonto

3: Argine Tartaro

4: Verso i colli

5: Adige in piena - nov. 2014

6: Fosso di una volta (non per niente al tramonto :) )

7: Tralicci verso il tramonto

8: Laguna di Porto Caleri ...al tramonto (e ti pareva!)

9: Lendinara - Scorcio con Torre Orologio

10: Acquaselfie

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Commenti e note

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di ,

Grazie Riccardo!
E' piacevole usare gli acquerelli, sembra quasi che richiedano un aiuto per essere deposti sulla carta dove possono distendersi liberamente.

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di ,

Gli acquerelli si prestano a "solidificare" le emozioni della natura. Davvero complimenti.

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di ,

Grazie Carlo!

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di ,

Grandissimo Zeno! Vedo ora i tuoi lavori e non posso che complimentarmi con te per come hai applicato questa difficile tecnica in così breve tempo. Ci sarebbero alcune note tecniche per alcuni particolari ma nel complesso credo tu abbia fatto un grande lavoro. Da un punto di vista artistico solo complimenti, il tuo stile è inconfondibile indipendentemente dalle tecniche utilizzate. Grazie di aver condiviso con noi i tuoi acquarelli, aspetto con ansia i tuoi futuri lavori. Continua così, -carlo.

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di ,

Secondo me l'importante non è essere forti in qualcosa, l'importante è essere buoni. Non la bontà del buonismo, ma quella della solidarietà umana.

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di ,

Beh, siete molto benevoli con me. Grazie ad ogni modo. Ciò che faccio, sì, è vero, lo faccio per me stesso, per mettermi alla prova, per divertimento, insomma per tante ragioni che appartengono al mio mondo interiore, ma è innegabile la gratificazione che provo nel ricevere qualche apprezzamento.

WALTERmwp non mi ero accorto che il 4 poteva essere una citazione del famoso urlo. Tra l'altro ho una certa tendenza a realizzare quadri con strade che dal primo piano si perdono oltre l'orizzonte, simbolo, probabilmente angoscioso, del limite della nostra conoscenza. Sul 10 mia moglie ha dimostrato una notevole perplessità: mi ha detto che non sono così scuro. Ma mi è venuto così e non avevo voglia di provare a farne un altro.

StefanoSunda io sono giunto alla conclusione di non essere forte in niente: mi arrangio, non tanto di più. Forse c'è anche chi si arrangia meno di me, ma essere forti è tutta un'altra faccenda.

clavicordo concordo con te che non è la tecnica che produce l'emozione che deve fornire un'opera d'arte, però esserne padroni aiuterebbe molto a scegliere come affrontare l'ispirazione.

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di ,

Complimenti! Non sapevo di questa tua ulteriore abilità! Io li trovo tutti belli, la tecnica è di chi ha molto approfondito l'argomento e l'ispirazione esprime chiaramente la tua vena artistica.

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di ,

Ed io pensavo che il tuo forte fosse solo l'elettrotecnica...

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di ,

@admin, grazie per il pensiero e complimenti per il "lavoro". Poi sono tanti, davvero prolifico. Comunque mi trovo allineato col critico d'arte che t'accompagna in questa esposizione e se dovessi esprimere una preferenza voterei per l'opera numero 5. La numero 4 mi ha fatto pensare a "L'Urlo" di Munch. La numero 10 non vale, è un'altra categoria.

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