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Fegato alla veneziana

Il fegato alla veneziana (figà àea venessiana) fa parte della tradizione gastronomica veneta. Accosta il sapore deciso del fegato all'aroma della cipolla. Le sue origini risalgono al tempo dei Romani che però usavano i fichi per addolcirne il forte sapore. I Veneziani sostituirono ai fichi le cipolle, rendendo la ricetta una delle più apprezzate della cucina veneta.

Indice

Il fegato alla veneziana piaceva molto a mio suocero Toni, buongustaio polesano doc, che spesso ordinava i suoi menù con:
Maria ancuò a magnarìa un tochìn de …”1
e specificava cosa.
Generalmente si trattava di piatti tipici del giorno della settimana come il cotechino della domenica o i “bìgoi coe sardèe” del venerdì.

Il sabato sera toccava spesso al fegato alla veneziana di cui Toni era ghiotto.
Il sabato sera era anche la sera dei “morosi”.

Zuillo, che aveva conquistato Dorina, arrivava da Gognano.

L’invito a cena era inevitabile e Zuillo prendeva posto vicino a Dorina e di fianco a Toni.

Toni amava condividere le sue prelibatezze con gli ospiti, ed all’arrivo dei fumanti ed odorosi tranci di fegato, di maiale o di manzo che fosse, si sentiva fiero di poterli offrire a Zuillo, che aveva così l’occasione di capire quanta fortuna gli fosse capitata. La figlia Dorina non era solo una bella ragazza, ma le cene del sabato indicavano anche di quale e quanta tradizione culinaria veneta fosse partecipe.

Veneto lo era anche Zuillo, ma aveva trascorso lunghi periodi in un collegio delle Marche e, come dire?, rinnovargli i sapori della terra natale di cui, tra l’altro, Dorina era un magnifico fiore, non poteva che fargli bene.

Così Toni, per aumentarne l’attaccamento, mentre gustava, a volte socchiudendo gli occhi come in estasi, i bocconcini di fegato, ne magnificava il delizioso sapore nonché le capacità di Maria di esaltarlo con una tecnica essenziale, rispettosa della tradizione.

Finita la porzione, quando anche Zuillo arrivava alla conclusione della sua, Toni lo guardava sorridendo, e notando nel futuro genero una soddisfazione simile a quella da lui provata, gli proponeva:

“Replica?”

Zuillo non si tirò mai indietro, e questa bella abitudine, questa complice affinità di gusti, proseguì per tutto il periodo di fidanzamento.

Poi venne il matrimonio.

Un sabato sera Dorina vuole sorprendere il suo Zuillo preparandogli il saporito piatto che aveva caratterizzato le belle cene del loro recentissimo passato, per rinnovarne i magnifici momenti.
A Zuillo non l’aveva anticipato. Che sorpresa sarebbe stata altrimenti? Zuillo poi, non aveva l’abitudine di ordinare un suo menù; in genere apprezzava e mangiava tutto ciò che Dorina gli preparava.

Zuillo è seduto dunque al tavolo e Dorina arriva porgendogli la leccornia veneta fumante, odorosa ed impiattata in modo superbo.
Resta quindi in attesa dei complimenti del suo sposo, immaginando già i festeggiamenti che ne sarebbero seguiti.

Zuillo osserva il piatto e resta per un po’ in silenzio.

Poi guarda Dorina...
poi ancora il piatto.

China leggermente il volto verso i pezzettini di fegato per lasciar penetrare meglio nelle narici il pizzicante aroma del vapore che sale.

Poi torna a guardare Dorina e sorride.

Dorina immagina il perché: è senz’altro identico al suo che ha inteso rinnovare gli innumerevoli meravigliosi sabati trascorsi da fidanzati.

E Zuillo allora finalmente si decide:

“Beh, Dorina, ora te lo posso dire...

"il fegato alla veneziana non mi è mai piaciuto!”

1- Maria oggi mangerei un pezzettino di...

Libro

il racconto è inserito anche in questo libro cartaceo

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Commenti e note

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di ,

Cosa non si fa per amore ... anche le repliche! Immagino però non volesse nemmeno rovinare quell'estasi del futuro suocero, che si "alimentava" anche del piacere del futuro genero. Bravo Zuillo.

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di ,

Fantastico!

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di ,

Un simpatico racconto ... e chi non ha avuto un simile episodio, io poi che odio la cipolla ...

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di ,

hahahaha! Che storia divertente, almeno per noi che leggiamo!

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