Cos'è ElectroYou | Login Iscriviti

ElectroYou - la comunità dei professionisti del mondo elettrico

22
voti

L'autoritenuta

Indice

Che cos' è?

E' uno dei metodi tradizionali per eseguire il comando marcia/arresto di un carico (normalmente un motore elettrico) attraverso almeno due pulsanti, uno per azione.
Lo scopo principale dei circuiti in autoritenuta è di evitare la ripartenza automatica (rieccitazione della bobina) a seguito dell' interruzione dell' alimentazione.

Componenti necessari

Pulsanti NO ed NC

Pulsanti NO ed NC

Contattore con contatto ausiliario NO

Contattore con contatto ausiliario NO

La dotazione minima comprende:

  • Pulsante N.O. (normalmente aperto) per comando di marcia
  • Pulsante N.C. (normalmente chiuso) per comando d' arresto
  • Contatto N.O. ausiliario sul relè o sul contattore interessato alla ritenuta.

Il circuito a seconda dei casi viene ampliato con l' inserimento di:

  • Pulsante/i a fungo N.C. per arresto d' emergenza
  • Contatto N.C. del relè termico di protezione motore (in caso di comando di motori ovviamente!)
  • Varie ed eventuali

Lo schema semplificato

Come funziona?

1) Per mezzo del pulsante normalmente aperto (N.O.) "PM" viene chiuso il circuito che alimenta (eccitandolo) il relè o contattore K1, nello stesso momento il contatto ausiliario normalmente aperto di K1 si chiude e trovandosi in parallelo al pulsante di marcia è come se cortocircuitasse quest' ultimo. In questo momento, successivamente al rilascio del pulsante "PM" la bobina viene mantenuta eccitata proprio dal contatto K1.

2) Per eseguire l'arresto e quindi diseccitare il relè, si agisce sul pulsante "PA" normalmente chiuso (N.C.) che essendo posto in serie a "PM" e a "K1" interrompe l'alimentazione anche dopo la sua pressione (poichè il relè diseccitandosi riapre il contatto K1). A questo punto tutto è nuovamente allo stato di partenza.

Lo schema con varianti

PE = Contatto N.C. del fungo di emergenza
RT = Contatto N.C. del relè termico (va detto che in determinati casi è consentito interrompere con questo contatto il polo "comune" della bobina, quindi non quello illustrato nell' ultimo schema)

Una realizzazione pratica

I collegamenti

Fase 1

Ovviamente dobbiamo disporre di una tensione idonea al funzionamento dei componenti (bobine) con cui lavoriamo!
Per semplificare la visualizzazione, al contattore non è stato collegato alcun carico (contatti di potenza liberi).

Collegamento del polo "comune" ad un capo della bobina

Collegamento del polo "comune" ad un capo della bobina

Fase 2

Collegamento del pulsante NO di marcia

Collegamento del pulsante NO di marcia

Fase 3

Collegamento in serie del pulsante NC (PA) di arresto

Collegamento in serie del pulsante NC (PA) di arresto

Fase 4

Posizionamento del contatto NO aux. del contattore in parallelo a PM

Posizionamento del contatto NO aux. del contattore in parallelo a PM

Fase 5 - Collaudo

Premendo PM il contattore deve eccitarsi

Premendo PM il contattore deve eccitarsi

Rilasciando PM il contatore deve restare agganciato (eccitato)

Rilasciando PM il contatore deve restare agganciato (eccitato)

Premendo PA il contatore deve diseccitarsi

Premendo PA il contatore deve diseccitarsi

Altri esempi

Autoritenuta su relè industriale (con zoccolo)

Autoritenuta su relè industriale (con zoccolo)

Collegamenti

Collegamenti

Verifica contatti NO/NC

Può capitare a volte, di trovarsi davanti dei pulsanti con i blocchi contatti "anonimi".
Per verificare il tipo di contatto, N.O. (normalmente aperto) o N.C. (normalmente chiuso), basta utilizzare un comune multimetro in modalità ohmetro e posizionare i puntali (si può anche stringerli tra i morsetti) tra i morsetti del contatto.

Contatto N.O.

Misura a riposo

Misura a riposo

A contatto libero, l' ohmetro misura una resistenza infinita (OL).
Basta fare la contro-prova forzando il comando...

Misura a pulsante premuto

Misura a pulsante premuto

Il contatto si chiude e l' ohmetro indica un valore di resistenza prossimo a 0 Ω.

Contatto N.C.

Misura a riposo

Misura a riposo

A contatto libero stavolta si ha ovviamente il risultato opposto alla precedente prova, ovvero misuriamo una resistenza di circa 0 Ω.
Premendo il pulsante...

Misura a pulsante premuto

Misura a pulsante premuto

Il contatto si apre e l' ohmetro registra un valore di resistenza infinito (OL).

La stessa prova sui relè

Sui relè industriali, solitamente le indicazioni sono abbastanza chiare; Normalmente si hanno tre file di contatti oltre i morsetti di alimentazione della bobina.
Una fila è per i morsetti comuni (COM), una per i contatti normalmente chiusi (NC) e una per quelli normalmente aperti (NO)
Il metodo di prova è sempre lo stesso di prima, un puntale fisso su un morsetto (COM) e con l'altro puntale si misura sul corrispondente verticale.

Contatti NC

Contatti NC

Contatti NO

Contatti NO

Conclusione

L' argomento è di una semplicità disarmante, tuttavia ho cercato di trattarlo nel modo più chiaro possibile (secondo le mie capacità e possibilità) aiutandomi anche con qualche foto dimostrativa.
E' ovviamente un articolo rivolto ai neofiti e come al solito non ha alcuna grossa pretesa; E' soprattutto un divertimento per il sottoscritto a cimentarsi nella realizzazione di un elaborato gradevole per il lettore interessato.

Appendice

Il PE... dove va?
E' giusto fugare ogni dubbio anche pubblicamente... mubeta, infatti, da un' immagine simile a questa interpretava come "volante/non collegato" il conduttore di protezione.

dove va il PE?

dove va il PE?


...in realtà, guardando la cosa da un altro "angolo", le cose non stavano affatto così...

eccolo collegato alla massa del trasformatore

eccolo collegato alla massa del trasformatore

47

Commenti e note

Inserisci un commento

di ,

riccardo, da te un grazie "a scoppio" proprio non me lo aspettavo! :))

Rispondi

di ,

Attilio un grazie a scoppio ritardato!

Rispondi

di ,

Solo a titolo didattico. Ovviamente se il contattore ha di suo un contatto N.O. puoi usare anche quello.

Rispondi

di ,

Scusa attilio ma vedo che nel contattore cè un NO libero perchè usi un contatto esterno e non quello ?

Rispondi

di ,

Appena ho un momento ti rispondo sul forum.

Rispondi

di ,

Salve a tutti scusate l'ignoranza ma sono nuovo e avrei una domanda da fare se voglio che il pulsante verde si illumini all'accensione del motore che cosa devo fare? Grazie

Rispondi

di ,

Attilio, probabilmente per i più "giovani" del settore, abituati a vedere pochi pulsanti e selettori, ma come ormai spesso accade, un pannello touch, moduli di sicurezza, ecc, le ragioni dell'autoritenuta sono realmente ignote. Comunque, inutile dirlo, è sostanzialmente come affermi. Tra l'altro, a parte le ragioni tecniche, anche la direttiva macchine peraltro prevede che debba proprio essere scongiurata la casistica che hai spiegato. Il generico attuatore di movimento deve poter essere rimesso in marcia solo ed esclusivamente con azione volontaria sull'organo di comando preposto.

Rispondi

di ,

Le critiche le accetto ben volentieri. E'l'ottusità mentale che mi infastidisce un po' e dalla quale preferisco starci alla larga. E quando qualcuno si sofferma su una "parola", su un modo di dire, su un termine, per mostrare la propria "saputeria", senza badare a quanto scritto intorno, non si tratta di precisione, ma di altro... almeno è così che io la penso. Saluti e buona vita... professore!

Rispondi

di ,

Bisogna saperle accettare le critiche perché con questo pressapochismo lavora gente che fa solo dei danni

Rispondi

di ,

Ok, per cambiare canale non serve il telecomando, ma solo i pulsanti P+ (CH+) e P- (CH-). Forse a torto, ho sempre parlato e sentito parlare di circuito in autoritenuta, proprio per avere subito chiaro di cosa si trattasse, poi, penso sia scontato, anche guardando gli schemi, di cosa sia "l'autoritenuta" fisicamente. Questo per dire che va bene essere precisi, ma il troppo precisismo storpia. Io la chiudo qui. Saluti

Rispondi

di ,

Semantica va bene ma non ci siamo ancora !! Non è con la caduta dell' autoritenuta che scongiuri il problema perché in caso di mancanza di corrente la bobina cadrebbe spinta dalla molla e di conseguenza apre il contatto. L autoritenuta serve soltanto x cortocircuitare il contatto NO del pulsante di marcia che è la sicurezza x la ripartenza accidentale. Nient' altro

Rispondi

di ,

Se ne fai una questione semantica, ok! L'autoritenuta è una conseguenza, una necessità data dall'utilizzo di pulsanti e di dispositivi di comando monostabili. In sostanza però è tramite la caduta dell'autoritenuta che scongiuri la ripartenza inaspettata della "cosa".

Rispondi

di ,

L' autoritenuta è una conseguenza tecnica all' utilizzo dei pulsanti monostabili, non è una prevenzione all' autoeccitazione dopo un blackout

Rispondi

di ,

ErreEmme, invece una delle accortezze per cui si usa il comando marcia arresto a pulsanti (con autoritenuta del contattore e/o dei relè ausiliari) è proprio legata ad evitare avviamenti intempestivi della macchina/utensile cui il comando è destinato. Basta pensare ad un improvviso black out, potrebbe essere pericoloso che al ritorno della tensione taluni dispositivi si riattivassero autonomamente. In fondo, se fosse come dici tu, si utilizzerebbero tranquillamente dispositivi bistabili o si farebbero comandi con "deviatori/invertitori" al posto dei pulsanti e dei contatti N.A. / N.C.

Rispondi

di ,

Attilio innanzitutto complimenti per l' articolo e la precisione delle spiegazioni e delle fotografie dei vari passaggi. Volevo precisare che l' autoritenuta sul teleruttore non serve per evitare l' eccitazione accidentale bensì per mantenere la bobina in tensione poichè utilizzando un attuatore monostabile quando questo viene rilasciato taglierebbe l' alimentazione al teleruttore causando il fermo dell' impianto.

Rispondi

di ,

complimenti per la pazienza di inserire immagini e foto all'articolo, bravo.

Rispondi

di ,

salve a tutti argomento interessantissimo :))) purtroppo non sono ne campo sono geometra:)))desideravo sapere se questo schema ce' uno schema con un solo bottone per accendere e spegnere ad esempio il motore di una macchina..grazie a tutti

Rispondi

di ,

bell'articolo veramente un buon ripasso;e sopratutto gran bei contattori!

Rispondi

di ,

Grazie roby.73

Rispondi

di ,

ottima spiegazione , la farò leggere a qualche collega che ne ha tanto bisogno di capirla.... :D

Rispondi

di ,

Grazie davvero per l'apprezzamento Ivan (hai fatto centro), e grazie anche a te Archimede71

Rispondi

di ,

ottima spiegazione complimenti

Rispondi

di ,

"L'autoritenta" Sembra una casa da nulla, ma non vi è nulla di scontato ne tantomeno di inutile nel mondo dell'eettrotecnica. Mi piacciono i tuoi articoli Attilio, li trovo una lettrua interessante e credo abbiano un grande valore intermini di didattica per chi inizia, una sorta di aritmetica, propedeutica all'algebra che verrà. Con questo messaggio ti "esorto"a scriverne nuovi......

Rispondi

di ,

Il contattore è AC, comunque quanto dici è quello che normalmente faccio. In questo caso A1 è da considerarsi come polo collegato a terra, mentre su A2 si trova la catena dei comandi, (normalmente in effetti attribuisco ad A1 a quest' ultima funzione e ad A2 allo 0V o al polo a terra). Comunque ti ringrazio per l'apprezzamento! grazie anche a te... Killer0806

Rispondi

di ,

Complimenti per la chiarezza. Un'osservazione: se il contattore ha la bobina DC, la inserirei sul lato di L2, che normalmete sono gli 0V, interrompendo con i pulsanti il positivo dell'alimnetazione. È una pratica comune negli impianti delle macchine, per evitare che un cortocircuito a massa di uno dei conduttori dei pulsanti attivi involontariamente il contattore (e tra l'altro è una richiesta della EN60204-1).

Rispondi

di ,

bella Attilio semplice e comprensibile. ma una lampadina che dici ce la mettiamo? :)))bye

Rispondi

di ,

grazie dottore1960...

Rispondi

di ,

Bell'articolo Attilio, anche se sò cosa sia l'autoritenuta, mi ha fatto piacere vederlo spiegato in modo tanto facile che ci riuscirebbe a farlo anche chi non è elettricista. Bravo!

Rispondi

di ,

Grazie IsidoroKZ mi fa piacere...

Rispondi

di ,

Bello! Complimenti.

Rispondi

di ,

grazie anche a te gargamelladetective

Rispondi

di ,

argomento utilissimo... grazie attilio... Grazie anche per l'indirizzamento su questo forum...

Rispondi

di ,

grazie pablo964!

Rispondi

di ,

ottimo lavoro complimenti!

Rispondi

di ,

Grazie anche a voi, VRI, Lele, lillo e Lelettrico per gli apprezzamenti !

Rispondi

di ,

Semplice e ben fatto veramente. Complimenti!

Rispondi

di ,

La migliore rubrica di EY. E' una fortuna avere compagni (anche se virtuali) con tanta preparazione, disponibilità ed esperienza.

Rispondi

di ,

Articolo gradevolissimo, complimenti e continua così ;)

Rispondi

di ,

QUante volte a scuola...Il motore girava solo fin quando si teneva premuto il pulsante di marcia XD Evviva l'autoritenuta!

Rispondi

di ,

Grazie Bustox

Rispondi

di ,

Un classico, davvero un ottimo articolo spiegato bene e documentato per studenti (e non solo) alle prime armi. Complimenti ;)

Rispondi

di ,

In effetti riguardando le foto la prima impressione è che il PE sia "scollegato", in realtà però non è così è connesso al morsetto di terra che purtroppo non è in posizione visibile. Vedi, se vogliamo dirla tutta, il trasformatore non doveva neanche venire nelle foto. Non ho capito su quale problema non dovevo soffermarmi... ma non fa nulla...

Rispondi

di ,

Ah, in verità sembra lasciato volante... Comunque non ti soffermare troppo sul problema. Prosegui con i contenuti del tuo articolo.

Rispondi

di ,

@ mubeta, il g/v è collegato alla massa del trasformatore. Se ti riferisci al sistema PELV (collegamento del comune delle bobine a masssa) e alla mancanza di quel collegamento è semplicemente perchè l'articolo vertiva sul circuito di autoritenuta e non sul sistema di alimentazione dei circuiti di comando di "macchine e affini". E poi sinceramente non avevo masse che potessero innescare avviamenti intempestivi per un ipotetico doppio guasto. @ asdf, grazie.

Rispondi

di ,

Con tutti i post che hai scritto, spiace osservare che nelle fotografie il giallo/verde non è collegato a nulla. Ahi, ahi, ahi.

Rispondi

di ,

Anche se l'argomento non fa parte del mio settore di studi, leggerò comunque attentamente l'articolo (oramai ne ho letti tantissimi di articoli su ElectroYou attinenti all'elettronica e all'elettrotecnica che piano piano sto imparando qualcosa :-)), ciò non toglie che come sempre meriti un voto positivo per l'ottima documentazione fotografica. Quindi mi pare di capire, correggimi se sbaglio, che tutte le documentazioni fotografiche che inserisci negli articoli sono tratte dal tuo lavoro quotidiano, vero Attilio? Complimenti ancora :-).

Rispondi

Inserisci un commento

Per inserire commenti è necessario iscriversi ad ElectroYou. Se sei già iscritto, effettua il login.