The top ten hits of all time: the ranked ninth "la lampadina da un bilione di dollari"
Questo breve racconto parla di una storia realmente accaduta, luoghi, personaggi e nomi sono puramente inventati, ma la storia purtroppo no.
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Il Luogo
L'impianto è nuovo, appena collaudato; installato in una altrettanto nuovissima e tecnologica sede di un importante gruppo multinazionale, è il fiore all’occhiello della Compagnia. Siamo in Messico nella città di Nowhere, dove per altro è stampata la famosissima "Nowhere Gazette": un paesino nel mezzo del nulla tra qua e là; quasi ai confini tra la regione di Durango, Jalisco e Nayarit. In pratica, a parte un emporio, una gas station e un hotel ristorante, vi sono solo le abitazioni dei dipendenti di questo piccolo distaccamento produttivo; e poi, il nulla. All'entrata del villaggio, campeggia un alto cartello sormontato da un enorme sombrero luminoso con la scritta "Bienvenidos a Nowhere", e, come nei migliori film che si rispettino, sotto c'è una tabella scritta con il gesso che riassume il numero delle anime che popolano la aldea con la sola esclusione di coyote, serpenti e rapaci.
Il Tempo
Estate estate estate. Per descrivere la temperatura del luogo bisognerebbe invocare Dante che descrive il terzo girone dell’inferno. Se si fissa l'orizzonte, a volte, lontano lontano, si scorge passare Caronte che traghetta dannati di qua e di là. Poi sgrani gli occhi, guardi meglio, e scopri di avere avuto un miraggio: Fata Morgana .. oppure no. Si insomma avete capito, tanto tanto tanto caldo.
I protagonisti
MissMirabilla, Hostess di volo di indefinita età, di lei si dice che abbia "tenuto a battesimo" pilota e copilota. Voci maligne la vogliono in una fotografia a New York quando Charles LindBergh parti con il suo Spirit of Saint Louis alla volta di Parigi per la prima transvolata atlantica il 20 Maggio del 1927. Il suo motto è: "tranquilli, in tanti anni che volo non mi è successo mai nulla"
IndianaJones, Tassista Guida, si si .. avete letto bene! Si tratta di un tassista specializzato nel portarvi in luoghi impervi e sconosciuti .. dalla più recondita foresta agli ampi spazi del deserto ..Guida un’auto disegnata a sua immagine e somiglianza. Lui vive li, al posto di guida: circondato da mille biglietti appiccicati qua e la e amuleti appesi un po' dappertutto, dal posto guida spunta solo la sua testa. E' da lì che lui governa tutto il suo mondo, il suo taxi. Il suo motto è: "GPS? Non diciamo sciocchezze, per ritrovare la strada di casa basta guardare la posizione del sole, ascoltare la direzione del vento e osservare le orme del coyote nella sabbia".
ElGranJefe, il suo biglietto da visita riporta: "Chief Executive Purchaising, Production and Delivery Departments"; scritto tuttoinfilaeattaccatosenzaandareacapo in un carattere piccolo piccolo. Quando hai il biglietto da visita tra le mani, ti viene subito voglia di cercare una grossa lente per verificare che non vi siano clausole contrattuali nascoste da qualche parte. Vive in un ufficio a vetri, detto l’acquario, posizionato al centro dell’impianto; e da lì praticamente governa e controlla tutto il vapore. Il suo motto è: "Al César lo que es del César, ya Dios lo que es de Dios y a mí todo el resto".
ElDirector, es el jefe supremo de la fábrica, il proprietario di tutto. Il suo ufficio è situato al piano più alto dell’edificio .. il suo ufficio occupa tutto il piano più alto dell'edificio. Possiede l’automobile più grande di tutti, ha una scrivania enorme, la più grande in assoluto; persino il telefono cellulare è enorme .. grandissimo schermo con tastiera qwerty completa di tastierino numerico, touchpad e lettore DVD. Per telefonare bisogna essere in due, uno regge il telefono e l’altro è lui. Il suo motto è: "Una persona è quello che è, non quello che sembra".
ElTortillas Cucigrama, un nome una missione. Si nutre esclusivamente di tortillas preparate con i più svariati ingredienti: tacos, pollo, mais, fagioli … asciutte invece che tuffate nel cheso fonduto o nel chili. La sua seconda più grande passione però sono i cruciverba. Quando non mangia e non compila cruciverba, nel poco tempo libero che gli rimane, lavora come operatore in un impianto tessile; ma non lo fa per passione. Il suo motto è: "Dove c’è tortillas, c'è casa".
I due caballeros, ElBajo e ElRoncador, esimi esponenti del la Policia Federal de Mexico, abitano e vivono in simbiosi nella loro auto. Starsky e Hutch in confronto non sono nessuno.
ElBajo, fisico asciutto e non molto alto; della coppia quello “vivo”. Parla velocissimo, muy rapido, senzainterporrepausealcunetraleparole, e per questo motivo ogni tanto si deve fermare per riprendere fiato. Mai la parola silenzio assume significato come nei brevi istanti in cui tace.
ElRoncador, fisico indescrivibile; vivendo sempre seduto o sdraiato nessuno l’ha mai veramente potuto osservare per intero, è della coppia quello che riposa; la quinta essenza della siesta. Se interpellato risponde con monosillabi e sbadigli, compensa con il suo silenzio l’eloquenza del suo collega.
Il prologo
Oggi la nostra storia ha luogo presso un impianto tessile. Le grandi macchine per la trasformazione del filato sono disposte in un unico e grande capannone. Cercate di immaginare sessanta parallelepipedi alti oltre due metri, larghi poco meno di un metro e mezzo, e lunghi circa venticinque metri. Le macchine sono tutte perfettamente allineate: tra loro parallele a circa due metri di distanza sono disposte in tre differenti colonne a formare un autentico grande labirinto. Passeggiando tra le macchine non ti è concesso di vedere dove l’impianto inizia e dove l'impianto finisce .. l'unico aiuto per orientarsi consiste nel leggere le etichette di identificazione posizionate sulle macchine stesse come ad indicare ascisse e ordinate della vostra posizione. Ogni macchina è controllata localmente da un proprio PLC che si interfaccia con il mondo attraverso un fieldbus di tipo CAN-BUS. Questa rete locale collega l’intero parco macchine a un PC di controllo e supervisione installato nell’ufficio del supervisore. Questo supervisore non partecipa al funzionamento delle singole macchine, ma è necessario per impostarne i setup di lavorazione, (styles), e per monitorarne in real time il funzionamento del processo produttivo. Sostanzialmente, senza la connessione con il software di supervisione l’impianto in produzione non può essere riconfigurato per produrre differenti styles.
La storia
.. "molla tutto, lascia il Cliente dove sei, passa in sede prendi quello che ti serve e vedi di risolvere il problema" .. "altrimenti qui scoppia un casino" .. La mail è chiara, anzi no, è perentoria. Avviso il Cliente che per un paio di giorni non ci si vede, anzi no; oggi è giovedì e non ci si vede sino a lunedì mattina .. poi una corsa in lavanderia, una valigia veloce e via in aeroporto.
Pierre Elliott Trudeau International Airport, Montreal Canada, "ok in aeroporto ci sono arrivato, ora devo acquistare i biglietti". Restituisco l’auto a noleggio e corro in biglietteria .. "questo viaggio costerà una fortuna" .. e così sia.
Giovedì sera, ora di cena, l’aeroporto è stranamente deserto; nessuna coda .. "quasi un presagio" .. mi ritrovo con una mazzetta di biglietti aerei in mano modello ventaglio .. "potrei farci una scala reale". Montreal - New York, aeroporto La Guardia .. "maledetto scalo" .. quasi 6 ore per arrivare a New York, "devo riposare, devo assolutamente riuscire a riposare".
Un sobbalzo mi sveglia, "siamo atterrati". Non ho grossi bagagli con me, solo un trolley e lo zaino con il mio portatile; esco dall’aeroporto per cercare il bus per il John Fitzgerald Kennedy. Diluvia, "mi sembra di essere nel film Blade Runner" .. "qui non si vede un tubo, e non ho tempo".
Abbandonata l'opzione bus decido di prendere un taxi.
Il tassista è un indiano alto poco più del suo taxi, ma solo per l’enorme turbante arancione che gli copre il capo. Guida come un forsennato per immettersi nella Grand Central Pkwy .. trenta minuti di terrore. Frena e accelera, frena e accelera, frena e accelera .. "adesso vomito" .. frena ed accelera .. un sobbalzo .. frena .. rumore di fanali frantumati .. "ci hanno tamponato" .. " no, non adesso". L’autista esce dal taxi e si precipita a litigare, incomincia a sbraitare improperi, credo qualche dialetto indiano, non curandosi di me e della pioggia che picchia come un martello sulle auto incolonnate. Di fianco a noi un altro taxi, è libero .. metto venti dollari in mano al tassista che continua a litigare e non mi degna di uno sguardo, recupero i miei bagagli e cambio taxi al volo .. "non ce la farò mai!".
John Fitzgerald Kennedy International Airport. Ho in mano il boarding pass e corro follemente al gate, mi imbarco sotto lo sguardo pietoso delle hostess che mi accolgono a bordo con la porta dell’aereo quasi chiusa .. "per un pelo". Sono stanco e fradicio, crollo immediatamente non appena tocco il sedile e mi risveglio due ore dopo con l’aereoplano che scivola sulle piste dell’aeroporto di Charlotte, North Carolina.
E’ oramai notte fonda, domattina, cioè tra poche ore, ho il volo per Miami Florida, mi devo sbrigare. .. “almeno qui non piove” penso tra me mentre il taxi mi porta in ufficio dove dovrò raccogliere documentazione e parti di ricambio per ripristinare la comunicazione tra le macchine e il supervisore. La mail non dice nulla, solo che tutte e sessanta le macchine non comunicano più e che non ci sono altre segnalazioni. I file di log riportano una unica voce: "alarm ID 023 - communication failure".
Arrivo in sede, chiedo al tassista di aspettare ed entro in ufficio. Non faccio in tempo a recarmi in magazzino per prendere una scheda di interfaccia di ricambio che in quel momento entrano due poliziotti con le armi spianate, mentre li guardo mi viene in mente di non avere disattivato l’allarme. .. "che efficienza, non ho nemmeno fatto in tempo a respirare e a momenti mi sparano" .. "ok, i documenti sono ok, ora devo aspettare che scrivano il verbale" .. e mentre riempio lo zaino di schemi e parti di ricambio vengo redarguito sull’importanza di disattivare l’allarme: .. "perché le forze di polizia sono sì al servizio del cittadino" .. "ma per le emergenze, quelle vere" .. "la contea non può badare a tutti gli idioti che si dimenticano di disattivare l'allarme prima di entrare in ufficio" .. amen.
“Che giornata fetente” penso tra me e me mentre il taxi mi riporta in aeroporto .. Charlotte Douglas International Airport, eccoci qua.
Faccio subito il check in e mi mi reco al gate; ho qualche ora per riposare e mi sa proprio che lo farò.
Mi sveglio con il collo paralizzato, "adesso raccolgo i miei bagagli e faccio una bella colazione prima dell’imbarco", alzo lo squardo, osservo lo schermo del gate per capire quanto tempo mi rimane .. "no, non c’è più il volo" .. in realtà il volo c’è ancora ma lo hanno semplicemente spostato, lo scopro perché mi stanno chiamando a tutto volume e lo speaker continua a ripetere "last call, last call" .. mi precipito sei gates oltre e finalmente mi imbarco.
Di nuovo in volo, "fresco e riposato" e ho quasi sette ore di calma, decido di prepararmi ad affrontare il problema di comunicazione che il Cliente lamenta .. ho con me il mio PC con i sorgenti degli applicativi, una interfaccia CAN optoisolata nuova e sigillata, due set di convertitori optoisolati da quadro, il mio CAN analyzer e un set di programmi di sniffing destinati agli scopi più improbabili. Non sapendo né leggere né scrivere ho persino buttato in borsa una serie di filtri di ferrite e una bustina di resistenze di terminazione .. "della serie non si sa mai".
L’impianto è stato appena collaudato e ora tutte e sessanta le macchine non comunicano più.
Nessun allarme, i logger sono inutili, semplicemente non c’è più comunicazione.
"Si, non può che trattarsi di un guasto hardware" penso tra me e me mentre apro l'ultimo numero di Scientific American e crollo in un sonno improvviso.
Mi risveglio a Miami .. "ho dormito tutto il tempo" .. "mi sento uno zombie".
Miami Fort Lauderdale Hollywood Intl, di corsa al check in, nuova carta d’imbarco e prendo il volo per Mexico City .. al volo appunto .. "dannate coincidenze", "questo viaggio è cominciato male e sta peggiorando di ora in ora".
Nelle quasi sei ore di volo che mi separano da Mexico City riesco finalmente a nutrirmi: un tacos nano e chili tutto servito in una mini-teglia di alluminio a duecento gradi centigradi, per spegnere l'incendio dell'ottima cerveza in lattina temperatura prossima allo zero assoluto. Dulcis in fundo un dolcetto congelato alla crema che riporta sulla confezione una inquietante data di scadenza: da consumarsi preferibilmente entro il 31 Dicembre 2024 .. "ho fame e lo mangio".
Mexico City, un altro scalo, un nuovo aereo; destinazione Guadalajara. Finalmente l’ultimo volo prima di arrivare a destinazione, manca poco più di un’ora e poi il taxi per andare dal Cliente.
“ci siamo, mancano dieci minuti”, mi preparo, sollevo lo schienale, ripongo il PC nello zaino, richiudo il tavolino e allaccio le cinture .. "ora atterra, si vede già la pista dell’aeroporto"
… "si si, ora si scende" .. passa la hostess, MissMirabilla, controlla minuziosamente che tutto sia ok, schienali, tavolini, cinture .. siamo arrivati.
Passano i dieci minuti, e poi altri dieci, l’aeroporto è là, visto dal finestrino non sembra esserci un traffico particolare .. si vola in cerchio.
"chissà", ripassa la hostess, schienali, tavolini, cinture .. "tutto ok, ora si scende, questione di attimi" .. passano gli attimi e altri dieci minuti .. e si continua a volare in tondo, molti passeggeri incominciano a spazientirsi, qualcuno incomincia ad agitarsi.
Ripassa la hostess, la blocco: "chiedo scusa, vorrei sapere quale la ragione del nostro ritardo, c’è forse qualche problema?"
MissMirabilla, "nessun problema, semplicemente l’aeroporto è congestionato per il troppo traffico" , mi volto verso il finestrino ma non vedo ombra di un aereo sulle piste, mi rigiro verso la hostess ma lei è scomparsa, un fantasma.
Viste dal finestrino e le piste sono sgombre, troppo sgombre .. anzi a guardare meglio ai lati di una pista c’è qualcosa: una fila di mezzi di soccorso, ambulanze, pompieri, camioncini gialli, camionicini rossi, camioncini bianchi .. come se aspettassero qualcosa ... "e se aspettassero proprio noi?" un brivido di freddo mi sale lungo la schiena.
Dall’altoparlante una voce roca come venisse dall’aldilà spiega in inglese e poi in uno spagnolo improbabile che uno dei nostri carrelli non si è completamente estratto .. forse lo è e forse no .. per precauzione l’aereo ha scaricato il carburante in volo e ci apprestiamo ad un atterraggio di emergenza .. "ci apprestiamo ad un atterraggio di emergenza?" il brivido freddo che prima mi saliva lungo la schiena ora si è del tutto congelato. Mi rivolgo alla hostess e le chiedo spiegazioni e con me tutti i passeggeri che la circondano, lei solleva le braccia in segno di arresa, sorride, si gira e si allontana.
.. << allacciate le cinture di sicurezza, ripiegate i tavolini, raddrizzate gli schienali, assicuratevi che non vi siano bagagli liberi di muoversi >> .. mi rivedo il primo giorno delle elementari .. i regali della prima comunione .. le vacanze in campeggio ... <<chinatevi su voi stessi e abbracciate le vostre gambe >> .. << we are landing >> .. "si atterra" ora il brivido freddo sulla schiena è diventato un lago di sudore mentre l’aereo si avvicina alla pista che osservo scorrere via di con la coda dello sguardo.
L’aereo tocca dolcemente l'asfalto, solo una piccolissima vibrazione nulla di più .. era tempo che non assistivo ad un atterraggio così perfetto. "è andata" .. "mi devo ricordare di mettere a budget del denaro per un cero formato famiglia".
L’aereo ora si è fermato, ci informano che le procedure di emergenza sono state attivate e che quindi dovremmo diligentemente lasciare l’aeromobile utilizzando gli scivoli di sicurezza.
MissMirabilla, dovrebbe lasciare il suo bagaglio a bordo, togliersi le scarpe e scivolare in direzione della freccia” ... tentenno e chiedo "senta, io avrei fretta e siamo in immenso ritardo" .. "poi quando potrò recuperare le mie scarpe e i miei bagagli?” MissMirabilla mi guarda con fare minaccioso, sta per parlare quando una luce alle mie spalle attira la mia attenzione. In fondo all’aereo qualcuno di buon senso ha aperto il portellone posteriore e lì hanno agganciato una scala per uscire. Mi dirigo verso la scaletta con tutti gli altri mentre MissMirabilla ci rincorre chiedendoci di uscire scivolando dal portellone anteriore .. "you must slide out!".
Finalmente a terra, la scena è imbarazzante: una schiera di mezzi di soccorso più o meno lampeggianti e qualche passeggero che, modello Santo Padre in visita in terra straniera, inginocchiato a terra bacia ripetutamente la pista.
Guadalajara Miguel Hidalgo Y Costilla International Airport. Finalmente ci portano all’ingresso della dogana. Mi dirigo in prossimità del check point e premo il fatidico pulsante di passaggio, the lottery button: Pasa, No Pasa .. "che trasferta infame" la scritta rossa sul display si illumina .. No Pasa .. "ora ho le prove, non c'è limite alla sfiga"
Ispezione di tutti i bagagli: impiego un po' di tempo per spiegare al doganiere che la strumentazione e le schede in mio possesso non hanno origine militare e che non sono parti di armi o satelliti .. eccetera eccetera amen .. passo finalmente la dogana.
Mentre mi dirigo verso l'uscita recupero dallo zaino l’indirizzo del cliente e cerco un taxi. L’omino della cabina di prenotazione dei taxi mi spiega che per andare dove devo andare, praticamente nel bel mezzo del nulla, non devo prendere un semplice taxi ma bensì un taxi con conducente guida se voglio recarmi nel deserto. “nel deserto?”.
Questi rantola nella radio qualcosa in un antico dialetto azteco e da lì a poco compare IndianaJones che mi strappa l’indirizzo dalle mani, osserva il sole, ascolta il vento e poi mi fa cenno di seguirlo per andaredovedevoandare .. nowhere.
IndianaJones mi invita sul taxi e mi assicura che in due, massimo tre ore, (il cinquanta percento di margine), si arriverà a destinazione. Il cliente l'ho avvisato e mi aspetta per cena .. "finalmente ora sono al sicuro in un comodissimo taxi e quindi posso rilassarmi ad ammirare il paesaggio".
Se fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo; ma questa volta devono avergli fornito anche le mie coordinate GPS .. esatto, GPS! Come quello che servirebbe al mio espertotassistaguidadeldeserto: IndianaJones.
" in un paio di ore di viaggio arriveremo a destinazione" .. "e invece siamo qui, nel mezzo del nulla".
IndianaJones ha parcheggiato il suo taxi lungo la via principale di un piccolo villaggio, e con una enorme cartina geografica appoggiata al cofano rovente ferma passanti a caso chiedendo indicazioni .. "se solo fossi armato saprei io come indicargli la strada" ..
Ad un certo punto il miracolo, il colpo di fortuna, la botta di culo .. insomma la dimostrazione, la prova provata che Dio c’è: dalla strada davanti a noi arriva una macchina della Policia Federal de Mexico, adesso siamo salvi.
L’auto si ferma davanti al taxi, esce un agente, ElBajo, mentre l’altro, ElRoncador, rimane seduto in auto, sembra stia riposando.
IndianaJones parlando in antico dialetto azteco si rivolge all’agente, presumo per chiedere indicazioni stradali. Questi, di tutto punto gli intima di allontanarsi, punta un'arma verso di noi e ci chiede i documenti .. “voglio la mamma!”
Verificato chi siamo e dove "vorremmo" andare IndianaJones e ElBajo si avvicinano all’auto dove ElRoncador sta rumorosamente russando. Incominciano a parlare febbrilmente disegnando ampi cerchi e frecce sulla mappa.
Un cortocircuito: IndianaJones e ElBajo parlano contemporaneamente, e, da dentro la macchina ElRoncador cerca di evitare qualsiasi interlocuzione rigirandosi continuamente su se stesso.
Finalmente IndianaJones l’espertotassistaguidadeldeserto si congeda dai due agenti con ampi cenni di saluto ed inchini e torna in auto.
Dimenticandosi di “swicciare” il selettore della lingua mi mormora qualcosa in antico dialetto azteco .. non lo ascolto neppure ed incomincio a pregare.
Finalmente siamo arrivati, il cartello che indica la città di Nowhere è di fronte a noi.. trovare la sede del la empresa è stato facile, è l’unica e sola fabbrica del villaggio.
Sulla porta mi sta aspettando ElDirector, mi presento, mi scuso per il ritardo ma non tento neppure di spiegargli il perché .. "tanto non mi crederebbe mai".
Sono stanco ed assetato, gli chiedo comunque di potere vedere subito il problema prima di recarci a cena .. "così domattina incominciamo subito a cercare la soluzione al guasto avendo ben chiaro cosa succede".
Entriamo, l’impianto è bellissimo; tutte le macchine in fila sono in produzione ed il rumore non è neppure così assordante di come invece avrei immaginato, il soffitto in legno della struttura offre una buona coibentazione sonora.
Attraversiamo il corridoio principale e già dal vetro si vede l’enorme display del supervisore con il sinottico delle macchine tutte "rosse", no hay comunicación.
Mi presentano il supervisore di turno, ElGranJefe, gli chiedo informazioni sul guasto e lui mi dice che tutto funzionava correttamente fino a un paio di notti fa, quando all’improvviso tutte le macchine hanno smesso di comunicare contemporaneamente "io ero di turno" mi dice, "e giuro nessuno ha fatto nulla, è successo tutto da solo" .. "Y te juro que nadie ha hecho nada, ha sucedido por sí mismo".
Entro nell'ufficio e osservo disarmato il display del supervisore, estraggo il portatile dallo zaino e lo appoggio sulla scrivania. In attesa che il computer si accenda chiedo dov'è il bagno .. dopo ore di deserto proprio non resisto più.
I due gentilmente decidono di accompagnarmi .. "così", mi dice ElGranJefe, "ci prediamo anche un buon caffè".
Ci incamminiamo lungo una parete laterale dell’impianto, "sono proprio imponenti tutte le macchine fila", le colonnine luminose accese indicano che sono in produzione .. "maledizione, perché non comunicano" ..
Ci avviciniamo alla fine del corridoio dove presumo si trovino il bagno e la sala ristoro.
Con la coda dell’occhio vedo che a fianco del quadro elettrico dell'ultima macchina, verso il muro, c’è un tavolino; e seduto al tavolo un operatore: ElTortillas Cucigrama, intento a compilare una rivista di parole crociate mentre azzanna un tacos.
L’impianto è illuminato in modo parziale, questo perché la penombra facilita l’ispezione dei fili da parte degli operatori che con una torcia camminano lungo i corridoi formati dalle macchine.
Il tavolino di ElTortillas Cucigrama è illuminato da una lampadina fioca fioca sospesa sopra il piano del tavolo direttamente con i cavi elettrici che la alimentano.
I due fili rossi attorcigliati tra loro, salgono su su fino a scomparire nel quadro elettrico della macchina .. "fino a scomparire nel quadro elettrico della macchina?"
Mi fermo di colpo, ElDirector e ElGranJefe che camminavano dietro di me in fila indiana mi precipitano addosso. Non capiscono cosa stia succedendo, si scambiamo gli sguardi incuriositi mentre io, senza curarmene, mi precipito verso il tavolino per vedere meglio .. un dubbio mi assale .. controllo la targa: Machine no: 60 - Machine sID: 60 .. "è proprio l’ultima" ..
ElDirector e ElGranJefe mi raggiungono senza proferire parola alcuna. Devo aprire il quadro elettrico, utilizzando un paio di forbici che ho trovato appoggiate sul tavolino sblocco l’interrutore blocco-porta e apro le serrature del quadro. ElDirector e ElGranJefe mi osservano con fare interrogativo, mentre ElTortillas Cucigrama che non sembra affatto disturbato da tutto quel trambusto, non toglie lo sguardo dalla sua rivista e continua imperterrito a mangiare il suo taco.
Apro la porta del quadro e inseguo i fili che alimentano la lampadina scoperchiando un paio di canaline.
Mi giro ElGranJefe e ElDirector dietro di me mi osservano con fare sempre più interrogativo .. ElGranJefe mi chiede "¿qué pasa?" .. "quiero hacer un cheque" gli rispondo velocemente e continuo ad inseguire i fili rossi.
"aquí está", la lampadina è stata collegata ai morsetti dell’alimentatore destinato a terminazione della linea CAN-BUS. E' un’alimentatore separato e con alimentazione a se stante perché, anche a macchina spenta, esso deve "terminare" la linea per le altre macchine collegate.
Mi avvicino per osservare meglio e vedo che il led di sovraccarico dell'alimentatore lampeggia fioco fioco .. "incomincio a capire" .. mi volto verso ElDirector che mi osserva sempre più incuriosito e lo invito a seguirmi.
Accosto la porta del quadro elettrico che mi separa dal tavolino dove ElTortillas Cucigrama continua imperterrito nelle sue attività: compilare parole crociate e ingurgitare tacos.
Prendo la lampadina tra le dita e incomincio a svitarla, la estraggo dal portalampada con disappunto da parte di ElTortillas Cucigrama che è così rimasto al buio ed è costretto a posare la sua rivista.
“esta bobilla de luz tendrá un costo de un billón de dólares”, “questa lampadina vi costerà un bilione di dollari”, esclamo mentre sventolo la lampadina tra le mani davanti agli sguardi sempre più strabiliati di ElDirector e ElGranJefe
Con la lampadina in mano corro quindi verso l’ufficio del supervisore, e dietro di me ElDirector, ElGranJefe e ElTortillas Cucigrama, che ha finalmente lasciato la sua sedia e corre mentre continua a mangiare il suo taco.
Non entro nemmeno nell’ufficio del supervisore, dalla vetrata dell'acquario si vede il grande schermo del supervisore con la pagina del sinottico dell’impianto: le macchine una ad una incominciano a comunicare. Pop, pop, pop, ad una ad una le tutte le icone da rosse diventano grigio verdi sino a che la colonnina luminosa posta all'ingresso dell'ufficio che indica la presenza di allarmi smette di lampeggiare.
Guardo negli occhi ElDirector, che a sua volta rivolge lo sguardo verso ElGranJefe che a sua volta guarda con odio ElTortillas Cucigrama che mi guarda con fare interrogativo mentre continua masticare.
Consegno la lampadina nelle mani di ElDirector ed esclamo "perdonatemi signori, adesso però devo proprio andare in bagno" .. e cosi sia.
Il finale
Una volta alimentata la terminazione della linea CAN-BUS la comunicazione tra il supervisore e le macchine si è subito ripristinata.
La serata è finita in un ristorante del luogo con una succulenta cena a base di birra e anche un po' di cibo.
MissMirabilla continua a volare come hostess; nell’ambiente si dice che sia immortale. Ma come vi dicevo in precedenza .. forse sono soltanto voci maligne.
IndianaJones ha finalmente acquistato un GPS dal quale non si separa mai, nemmeno quando dorme.
ElBajo e ElRoncador si sono congedati dalla Policia Federal e adesso fanno gli attori cinematografici a Hollywood, stanno girando una serie poliziesca dal titolo: "Atención a los dos" per la rete televisiva ESPN.
Di ElTortillas Cucigrama non ho più avuto notizie. Voci attendibili lo vogliono ritirato in un monastero nel deserto .. mentre c’è chi giura di averlo visto guidare una slitta trainata da cani nell’artico. Se lo incontrate lo riconoscerete facilmente perché è l’unico conduttore di slitta che mangia tacos messicani e beve birra gelata.
ElDirector e ElGranJefe, mi hanno promesso di tutto .. "ahora estamos en deuda con usted Carlos" .. "usted puede preguntar cualquier cosa" .. ancora oggi a distanza di anni ricevo regolarmente i loro auguri di Natale: “Aquí todo está funcionando correctamente, Feliz Navidad desde México”.
Per quanto riguarda me, dopo una meritata giornata di riposo sono ritornato alle mie faccende in Canada, il viaggio di ritorno è stato mooolto tranquillo e mooolto ben ben pianificato. Ah, quasi dimenticavo, il cero lo ho poi acceso il giorno seguente in una piccola chiesa di Nowhere, in verità non si trattava di un cero molto grande .. ma vi giuro che ho pregato tanto.