boiler ha scritto:Curiosità aggiuntiva: sapete perché l'etichetta dice esattamente quanti transistor ci sono nell'apparecchio?
Tiro ad indovinare, ma ricordo che anche gli apparecchi a valvole specificavano sempre il numero delle stesse (credo ci fosse qualcosa collegato a delle tasse, tanto e' vero che in passato la Loewe sviluppo' addirittura valvole multiple, la 2HF che conteneva 2 tetrodi e la 3NF che conteneva 3 triodi, piu relativi componenti di accoppiamento fra stadi, per poter dichiarare legalmente un minor numero di valvole e pagare di meno), probabilmente ci sara' stato qualcosa di simile anche per il numero di transistor (ma non ne sono sicuro)
EDIT: esempio di 3NF,
http://www.r-type.org/exhib/aaj0311.htmBrunoValente ha scritto:Incredibile come con soli 31 transistor a quell'epoca siano riusciti a realizzare un televisore e una radio
Be', all'epoca quando si progettava qualcosa, si puntava non solo alla massima economia come oggi, ma anche al massimo risultato con il minimo impiego di componenti (non e' che i transistor te li tiravano dietro a 1 dollaro per 100 pezzi come oggi

), in alcuni schemi dell'epoca ho visto spesso sezioni usate da due o tre diverse parti o in modi diversi mediante l'uso di commutatori multipli a pacchetti, che nelle diverse funzioni "riciclavano" componenti o sezioni intere di schema da un'uso all'altro ribaltandone completamente le connessioni di volta in volta ... in alcuni casi si faticava a seguire uno schema perche' cambiando funzione, lo schema si ribaltava quasi completamente.
E quella si che era arte, il riuscire a farli funzionare in quel modo intendo
