Concludo con la soluzione in Mathcad del problema al post[4]
Che sia intelligenza artificiale o no ha poca importanza, ma rimane un'alternativa semplic e e veloca.
L'intelligenza artificiale e i modelli logici
Moderatori: g.schgor, BrunoValente, carloc, IsidoroKZ
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g.schgor ha scritto:Che sia intelligenza artificiale o no ha poca importanza, ma rimane un'alternativa semplic e e veloca.
Questa conclusione non mi è piaciuta per niente. È o non è intelligenza artificiale? Siamo davanti al solito marketing e abuso terminologico che troviamo in giro per il web o nelle presentazioni delle aziende informatiche? Quando sento parlare di intelligenza artificiale, talvolta, dopo qualche analisi superficiale, scopro solo qualche IF THEN mescolati a statistica di base o poco più. Grasso che cola, quando si tratta di un sistema classico di filtraggio o di un classificatore.
Quanto riportato nella risposta [31] non ha nessuna delle caratteristiche della definizione ISO di intelligenza artificiale. Altrove, il titolo di questo argomento potrebbe essere definito clickbait.
Il Conte di Montecristo
Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico.
Io devo studiare sodo e preparare me stesso perché prima o poi verrà il mio momento.
Abraham Lincoln
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EdmondDantes
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Un secondo appunto. Parlare di intelligenza artificiale e, automaticamente, di big data, come è stato fatto in questo 3D, mi fa riflettere un po'. Vorrei capire il nesso logico inscindibile fra i due argomenti. E soprattutto vorrei conoscere chi è in grado di trattare i big data "in casa". O perlomeno conoscere la superficie utile della casa, l'hardware installato e la potenza contrattuale riportata in bolletta.
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Il riconoscimento vocale, cioè la capacità di acquisire un testo sotto dettatura, ha cominciato a funzionare decentemente, che io sappia, quando si è smesso di partire dalle corde vocali e dalla fonazione e si è esaminata in tutti i modi possibili una enorme caterva di registrazioni eliminando via via i criteri di riconoscimento meno efficaci. L'applicazione finale non ha bisogno di grande memoria, lo studio che la ha generata invece sì. Se poi l'intelligenza artificiale consista essenzialmente in questo modo di procedere non lo so e a questo punto lo vorrei sapere.
L'esistenza non è un accessorio
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AI... Algoritmo o non algoritmo, questo è il dilemma!
Non algoritmo nel senso stretto, anche se per far funzionare il tutto un algoritmo c'è.
Il bello dell' AI è l'apprendimento.
Ad es. l'apprendimento di fatto modifica alcuni parametri interni (similaremente alla formazione e dissolvimento delle sinapsi dei neuroni) del Perceptron Multi Layer in modo tale che ad ingresso noto si attivi l'uscita desiderata.
Supponiamo di voler riconoscere le lettere dell'alfabeto da una matrice 5*7. Abbiamo 35 input e 27 uscite (secondo alcune definizioni 27 MLP ad una sola uscita) . Digitalizziamo molte lettere stampate da stampanti diverse e con font differenti, le associamo al valore noto (riconosciuto da un umano o, perché no, da un'altra AI) e le diamo in pasto all'MLP per il suo addestramento.
Il bello è che finito l'addestramento dando in pasto all'MLP una lettera mai vista, la dovrebbe riconoscere, e non sulla base di un algoritmo tradizionale (composto da IF THEN ELSE ecc) ma dei "collegamenti" fra i vari livelli che si sono autostabiliti in fase di apprendimento.
Non algoritmo nel senso stretto, anche se per far funzionare il tutto un algoritmo c'è.
Il bello dell' AI è l'apprendimento.
Ad es. l'apprendimento di fatto modifica alcuni parametri interni (similaremente alla formazione e dissolvimento delle sinapsi dei neuroni) del Perceptron Multi Layer in modo tale che ad ingresso noto si attivi l'uscita desiderata.
Supponiamo di voler riconoscere le lettere dell'alfabeto da una matrice 5*7. Abbiamo 35 input e 27 uscite (secondo alcune definizioni 27 MLP ad una sola uscita) . Digitalizziamo molte lettere stampate da stampanti diverse e con font differenti, le associamo al valore noto (riconosciuto da un umano o, perché no, da un'altra AI) e le diamo in pasto all'MLP per il suo addestramento.
Il bello è che finito l'addestramento dando in pasto all'MLP una lettera mai vista, la dovrebbe riconoscere, e non sulla base di un algoritmo tradizionale (composto da IF THEN ELSE ecc) ma dei "collegamenti" fra i vari livelli che si sono autostabiliti in fase di apprendimento.
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EcoTan ha scritto:una enorme caterva
A prescindere dal tuo esempio, questo è solo uno dei cinque aspetti caratteristici dei big data. Ci sono varie definizioni di big data, ognuna delle quali cattura dei fatti ritenuti importanti per l'ambito che si sta studiando. Nonostante ciò due fatti non sfuggono mai (se non citati nella definizione lo sono almeno fra le osservazioni): i big data non possono essere elaborati con hardware e metodi matematici convenzionali, a causa soprattutto del Volume, della Variety e della Velocity tipici dei big data.
Ci sono dati che pur non essendo una caterva, i cosiddetti small data, continuano a essere intrattabili in modo convenzionale (in generale, infatti questi dati sono usati anche dalle piccole realtà aziendali per risolvere questioni specifiche con l'impiego di risorse importanti, ma non eccezionali). Quindi il volume pur essendo un fattore importante non è l'unico a determinare l'intrattabilità di questi dati.
Queste proprietà rendono la definizione dei big data dinamica. Ciò che oggi è big data potrebbe non esserlo più domani, quando sarà possibile elaborarli in casa. Come per l'intelligenza artificiale, anche i big data soffrono di "inflazione linguistica" (sostituendo l'espressione big data con small data o dati generici nelle varie presentazioni e articoli promozionali, spesso non si sbaglia).
L'intelligenza artificiale è un concetto precedente rispetto a quello dei big data e quest'ultimi pur avendo contribuito alla crescita dell'AI non la caratterizzano. Inutile aggiungere altro, puoi trovare le informazioni di dettaglio su qualsiasi libro tecnico o (pseudo)divulgativo non sensazionalistico sull'argomento.
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Il bello è che finito l'addestramento dando in pasto all'MLP una lettera mai vista, la dovrebbe riconoscere, e non sulla base di un algoritmo tradizionale (composto da IF THEN ELSE ecc) ma dei "collegamenti" fra i vari livelli che si sono autostabiliti in fase di apprendimento
Mah, sono perplesso, forse non ho capito bene
Esempio di cosa intendo
Sono una AI:
Le lettere del nostro alfabeto ho imparato a riconoscerle ed anche qualcuna dell' alfabeto cirillico, ma nel momento in cui mi si presentasse davanti un ulteriore simbolo cosa dovrebbe portarmi a capire che si tratta di una nuova (per me) lettera dell' alfabeto cirillico e non, magari, invece di uno scarabocchio qualsiasi ?
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Kagliostro
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Kagliostro ha scritto:ma nel momento in cui mi si presentasse davanti un ulteriore simbolo cosa dovrebbe portarmi a capire che si tratta di una nuova (per me) lettera dell' alfabeto cirillico e non, magari, invece di uno scarabocchio qualsiasi ?
Credo che GioArca67 intendesse scrivere che il modello sarebbe in grado di riconoscere una lettera che conosce ma scritta in un font o con una grafia non ancora mai vista prima.
Boiler
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EcoTan ha scritto:Se poi l'intelligenza artificiale consista essenzialmente in questo modo di procedere non lo so e a questo punto lo vorrei sapere.
Se non sbaglio si definisce IA l'insieme delle tecniche/discipline/metodi che consentono a un sistema di manifestare in determinati contesti caratteristiche intelligenti simili a quelle umane (comportamento, apprendimento, riconoscimento, comprensione ecc).
Una domanda ben posta è già mezza risposta.
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