TL;DR: Scusa la franchezza, ma la domanda è intrinsecamente priva di significato. L'unica specializzazione oggi veramente valida è la tuttologia.
Assorbire tutto ciò che la nostra capace mente è in grado di metabolizzare. Meccanica, elettronica, chimica, economia, scienze sociali… tutto serve per formare uno specialista a tutto tondo. Non basta davvero mai.
Inizia quindi dalla specializzazione che in questo momento ti interessa di più, ma renditi conto che è un'infarinatura leggera. La vera formazione avviene poi con continuità sul campo.
Poi, se permetti, sapere già qual è la "posizione desiderata" a 27 anni è un concetto un po' naive. Dipende da troppe cose, dall'azienda, dal carattere del singolo, dall'esperienza, da una marea di soft skills che non abbiamo neppure modo di descrivere in questa sede.
Il problema sta sempre nel generalizzare.
Molti ingegneri capaci e intelligenti ricoprono posizioni sottopagate e noiose.
Molti ingegneri capaci e intelligenti ricoprono posizioni dirigenziali e remunerative.
Molti ingegneri meno capaci ricoprono le stesse identiche posizioni.
Molti laureati in discipline del tutto incorrelate ricoprono le stesse identiche posizioni.
Poi perché la parola "carriera" è così terribile? Aldilà di qualsivoglia passione per un qualcosa, rappresenta una gratificazione del lavoro svolto ed il passaggio ad un livello successivo, con paghe migliori. Sono sicura che è un qualcosa che vi appartiene. Di nuovo, la "pagnotta"
A volte "carriera" significa cambiare biglietti da visita e aggiornare la job description almeno due volte l'anno. A Volte, invece, significa ricoprire la stessa posizione per vent'anni. Il salario, poi è totalmente incorrelato.
Mi pare di avvertire una concezione, diciamo, "fantozziana" del lavoro, ma non ti preoccupare: ai miei tempi la pensavamo allo stesso modo, finché eravamo all'Università. D'altronde come biasimarci, finché passiamo la settimana chiusi in biblioteca sui libri non possiamo sapere quale strategia sia la più efficace per un project manager, o come escalare un problema tecnico scoperto nel progetto in scadenza.
Io darei alcuni consigli:
1) Abbandonare qualsivoglia generalizzazione, aspettativa, immagine del mondo del lavoro che non derivi da una esperienza diretta.
2) Ricordarsi sempre: le aziende non solo non sono tutte uguali, bensì molto diverse fra loro.
3) Se ci si sente in competizione con i tecnici, solitamente si sta svolgendo un lavoro per il quale NON è richiesto un ingegnere - attenzione, accade in molte aziende.
4) Da neolaureati, semplicemente iniziare da una professione che consenta di esprimere le proprie abilità, cercando di capire giorno per giorno come funziona il settore nel quale ci si è inseriti. Con umiltà, pazienza e soprattutto ragionando con fatti e numeri reali, senza badare a voci di corridoio, slogan o piani aziendali fasulli.
Il mondo del lavoro, oggi, offre veramente, ma veramente di tutto, basta cercare e spostarsi*.
Col tempo, si potrà capire quale profilo è più aderente alle proprie capacità, aspettative e ambizioni personali. Se si mira allo "stipendio" si intuirà ben presto che la vita da dipendente forse non è proprio la più efficace in tal senso. Se si mira al work-life balance, probabilmente alcune posizioni sono più attraenti di altre.
Conosco colleghi che adorano viaggiare per lavoro, e anche io l'ho fatto per qualche anno. Poi le priorità nella vita sono cambiate, e mi sono trovato a dirigere cantieri invece di programmare ECU a bordo veicolo. Poi anche i cantieri son finiti, così sono tornato in ufficio. Ma questa è una storia completamente diversa.

*La maggioranza dei miei colleghi insoddisfatti (per non dire tutti), lo è a causa della mancanza del lavoro dei sogni dietro casa. Se la priorità è lavorare accanto a casa, bisogna inserirla nel conteggio dei pro e contro: troppo facile guardare solo ai pro e lamentarsi. Ah, dimenticavo: abolire, abolire, abolire subito questa pratica peninsulare del lamentarsi!

Alberto.