fpalone ha scritto:guzz ha scritto:Ci sono poi processi produttivi (carbonatazione), usati soprattutto nella produzione industriale, dove la birra non viene rifermentata (come nelle birre artigianali, soprattutto quelle in bottiglia), ma gli si fa "prendere la schiuma" mettendo in pressione con CO2 i contenitori
Non ne avevo idea
guzz (ma mi fa tristezza...),
anni fa facevo birra in casa, vorrà dire che dovrò rispolverare il fustino dalla cantina!

Il consumatore medio cerca una birra che sia
a) di facile gradimento (nell'industria si usa il termine tecnico
drinkability)
b) di lunga conservazione a temperatura ambiente
c) e -soprattutto- che abbia sempre lo stesso gusto
La rifermentazione in bottiglia viene fatta solo da birrerie tradizionali o da microbirrerie che la usano come strumento per ottenere certi profili di gusto nelle loro birre.
Per i colossi della birra, la rifermentazione in bottiglia introduce variabili che rendono difficile mantenere il gusto costante e hanno un impatto sulla conservazione.
Inoltre la birra sarebbe parecchio torbida, cosa che non andrebbe bene a tutti i clienti (anzi, a ben pochi). La birra imbottigliata dai grossi birrifici passa una filtrazione attraverso diatomite che rimuove anche gran parte del lievito. Se si lasciasse zucchero fermentabile in bottiglia, la concentrazione di lievito per avviare la fermentazione sarebbe così bassa che subirebbe la concorrenza di ceppi batterici indesiderati. E qui torniamo al punto del gusto costante e della lunga conservazione.
Se l'idea di una birra a cui è stato aggiunto gas vi disturba, sappiate che c'è ben di "peggio" (in realtà non è un problema, è un prodotto "ben fatto", anche se non tradizionale).
Non so se posso dire il nome, ma uno dei colossi olandesi del quale avete già sicuramente bevuto una birra, produce con la tecnica dell'high gravity brewing: viene cotto un mosto con una ventina di gradi Plato che viene poi fermentato ottenendo una birra con l'8-10% di alcol. Questa birra viene diluita 1:1 con acqua degasificata per ottenere il prodotto finale, al quale però manca il CO2, che viene reimmesso all'imbottigliamento.
L'imbottigliamento viene fatto sotto pressione, solitamente attorno ai 3 bar di pressione parziale di CO2.
Dopo lo riempimento della bottiglia, l'imbottigliatrice spruzza un getto di vapore surriscaldato nel collo della bottiglia, facendo schiumare la birra. Il tutto avviene in un ambiente carico di CO2. Mentre la birra schiuma, viene messo il tappo, ottenendo una bottiglia quasi completamente priva di ossigeno (in Europa i valori tipici di ossigeno all'imbottigliamento sono tra i 10 e i 25 ppb, parts per billion).
Tutta questa CO2 viene recuperata, come diceva
PietroBaima, durante la fermentazione. Lo fanno solo le birrerie grosse perché la tecnica che serve non è semplice ed economica: la CO2 va purificata prima dell'uso. Però quando il sistema è operativo, i costi ricorrenti sono molto piú bassi che se si comprasse la CO2.
Boiler