Non riesco a immaginare le cose maledizione..
Forse, caro Ianero il tuo (e non solo tuo) problema sta qui: la capacità di immaginare. E' una capacità con cui tutti nasciamo e che usiamo durante tutta la vita, ma certe volte va in tilt. Quando questo succede non bisogna forzarla. Ricordi la canzone dei Beatles "Let it be"? Ecco, lì c'è la risposta: "There will be an answer".
Come ti dice PietroBaima, ti stai ponendo un problema che la filosofia occidentale ha affrontato da sempre: il rapporto tra mondo esterno e mondo interno (mentale).
Dopo lo spazio assoluto di Newton, Leibniz introduce il concetto di "spazio relazionale": lo spazio esiste solo come relazione tra gli oggetti e quindi un sistema di riferimento è sempre relativo a come gli oggetti si rapportano tra loro.
Però poi Kant va oltre e dice che lo spazio e il tempo non sono entità indipendenti dal soggetto, non sono realtà esterne, ma sono modi in cui la nostra mente, il nostro hardware ci rappresenta la nostra esperienza sensoriale, il vivere nel mondo.
Ma a te interessa di più Einstein che, per far tornare i conti a partire dall'esperimento di Michelson-Morley, "è costretto" a introdurre la relatività, che unisce spazio e tempo in una sola entità, e i tre assi spaziali più quello del tempo non sono più completamente ortogonali ma, a certe condizioni, diventano interdipendenti e questo si lega al fatto che non c'è più un sistema di riferimento assoluto, privilegiato con con Newton. Questa "democratizzazione" porta con sè il fatto che anche le misure cambiano a seconda del sistema di riferimento e il prezzo da pagare è il calcolo tensoriale.
Torna quel discorso che Pietro ha fatto in un'altra risposta: per far tornare i conti su ciò che si osserva, la fisica è costretta a elaborare teorie che non hanno riscontro nell'intuizione e nell'immaginazione quotidiane.
In contrasto con tutto ciò, io considero Pietro un sistema di riferimento assoluto, quindi vediamo cosa ci dice su quanto ho scritto...