Ho meditato ancora sull'argomento e sono giunto alle seguenti conclusioni:
il PF power factor o fattore di potenza è definito come rapporto fra la potenza attiva e la potenza apparente (come citato da
g.schgor).
Nel caso generale di tensioni e correnti periodiche, la potenza attiva si calcola come l'integrale nel periodo del prodotto della tensione istantanea per la corrente istantanea.
La potenza apparente si calcola come prodotto della tensione efficace per la corrente efficace.
La tensione efficace si calcola come la radice quadrata dell'integrale nel periodo del quadrato della tensione istantanea.
La stessa cosa per la corrente efficace.
Nel caso particolare (semplificato) di tensione e corrente sinusoidali, con carico lineare composto da reattanza e resistenza costanti, il PF coincide con il coseno dell'angolo di sfasamento fra tensione e corrente (cosfi).
Nel caso un poco più generale di corrente non sinusoidale il PF è minore del cosfi:
vale la formula di fpalone.
Nel caso anche di tensione non sinusoidale vale la formula più complessa riportata in uno dei documenti citati da sempre da
fpalone.
Mi rimangono questi quesiti:
1) Quando un alimentatore switching è dichiarato possedere il circuito di PFC (power factor correction), che circuito adopera?
2) Il PFC riesce a portare il PF al valore massimo di 1 ? (per tutti i valori o solo per il valore massimo della potenza continua prodotta?
3) Quando si parla di motori in corrente (tensione) continua brushless (o a spazzole ?) alimentati da un controllore e un alimentatore switching il PF di detti motori esiste o ha senso?
attendo i vostri commenti
