Io adotterei questa soluzione:
- un interruttore magnetotermico da 16 A e potere d'interruzione di 6000 A come interruttore generale del centralino;
- a valle del magnetotermico generale, 2 interruttori magnetotermici differenziali da 10 A, collegati in parallelo fra loro, che alimentano le due linee, con corrente differenziale d'intervento di 10 mA per la parte d'impianto che comprende il bagno, e di 30 mA per l'altro (oppure anche tutti e due da 10 mA).
Tale proposta di soluzione deriva dalle seguenti considerazioni:
- non si sa niente circa lunghezze e sezioni dei fili nell'impianto, per cui non c'è modo di valutare il corretto coordinamento delle linee con gli interruttori magnetotermici. Il valore di 16 A per l'interruttore generale è quello che più si avvicina alle correnti e ai tempi d'intervento del contatore, e consente un certo margine di sicurezza;
- da quello che ho capito, non esiste attualmente alcun differenziale nell'impianto, che pertanto è da considerarsi non rispondente alle norme di legge e soprattutto molto pericoloso per gli utenti;
- la recente normativa tecnica prevede che anche negli impianti "base" siano presenti almeno due interruttori differenziali, destinati a due diverse linee. In questo caso, non è obbligatorio attenersi a tale disposizione tecnica, però non è affatto una cattiva idea, visto che la predisposizione c'è già, e un differenziale in più non incide molto sul costo, a fronte dei vantaggi che si ottengono;
- escluderei un interruttore generale da 25 A, che in pratica interverrebbe solo per un corto circuito;
- ritengo che che un magnetotermico da 10 A sia più che sufficiente per illuminazione e prese di un solo locale, visto che interverrebbe solo per superamento di 2.300 watt continuativi. Nel caso di elevato sovraccarico, ci sono discrete probabilità che intervenga senza coinvolgere il contatore;
- il costo della modifica è tutto sommato molto abbordabile, fatta eccezione per i differenziali con corrente differenziale da 10 mA, che sono piuttosto costosi. Però sono del parere che quando c'è di mezzo la sicurezza non si dovrebbe badare a qualche decina di euro in più.
Tutto questo nell'ipotesi che:
- l'impianto di terra sia esistente e funzionante;
- non siano previsti adeguamenti di potenza dell'attuale contatore da 3 kW nominali.
Per quanto riguarda la selettività del magnetotermico generale rispetto al contatore, non è facile ottenerla. L'unico fatto praticamente certo è che in caso di corto circuito interverranno entrambi.
I valori dei magnetotermici e del contatore sono infatti valori nominali. Tieni presente che:
6367 ha scritto:Un magnetotermico NON deve aprire al superamento della corrente nominale perché la corrente nominale è la corrente che deve portare a tempo indefinito.
Non deve intervenire per una corrente pare al 13% in più di quella nominale, ma deve intervenire entro un'ora per una corrente pari al 45% in più di quella nominale (in realtà interviene in qualche minuto).
Il contatore, d'altra parte, ha regole tutte sue per quanto riguarda la corrente massima prelevabile (quella oltre il valore nominale + il 10%) e il tempo per il quale tale corrente può essere prelevata.
Infine, ma non meno importante, tali modifiche all'impianto non possono, a mio giudizio, ritenersi configurabili come manutenzione ordinaria, eseguibile da un normale elettricista, per cui i lavori dovranno essere necessariamente eseguiti da una ditta che abbia i requisiti previsti dalla legge (in sostanza, dev'essere in grado di rilasciare la "
Dichiarazione di conformità dell'impianto alla regola dell'arte").