Buongiorno a tutti.
Ho un dubbio su una valutazione di rischio fulmini.
In un capannone produttivo è installato un centro di lavoro per il quale sono state classificate zone a rischio di esplosione di estensione di circa 2m.
Facendo la valutazione, non essendo applicabili i criteri di esclusione del rischio di esplosione e non potendo considerare la zona della macchina come zona a se stante (non essendoci compartimentazioni rispetto al resto dell'area produttiva), risulta necessaria l'installazione di LPS.
Se invece la macchina venisse "rinchiusa" in un locale REI120 a se stante, creando di fatto una zona, il rischio potrebbe ridursi a tal punto da non necessitare l'LPS.
Secondo voi è una soluzione accettabile?
grazie e buon lavoro a tutti
Fulmini e rischio di esplosione
Moderatori: Mike, sebago, MASSIMO-G, lillo
8 messaggi
• Pagina 1 di 1
0
voti
crimail ha scritto:Secondo voi è una soluzione accettabile?
Lo scopo della valutazione del rischio è proprio questo, valutare le soluzioni possibili per ridurre il rischio, in modo che il DdL valuti quella più idonea e sostenibile.
--
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
-
Mike
54,6k 7 10 12 - G.Master EY
- Messaggi: 16211
- Iscritto il: 1 ott 2004, 18:25
- Località: Conegliano (TV)
0
voti
Allora, io ho sempre ragionato così nelle valutazioni di fulminazione.
E mi sembra piuttosto logico.
Quest'anno al convegno TNE, il relatore che ha parlato di scariche atmosferiche (anticipando l'uscita della nuova norma che a suo dire sarà devastante) ha ricordato che ove sussista un rischio di esplosione non è consentito ricorrere alla suddivisione in zone, perché a suo dire vanno considerati gli effetti dell'esplosione medesima che non sono circoscrivibili ad una sola zona (anche se ovviamente compartimentata ai fini antincendio).
Beh, sono un po' dubbioso.
In tutti i casi, anche con banali zone derivanti dal gas metano, se non sussistono le condizioni per considerare trascurabili le zone con pericolo di esplosione, sarebbe necessario un LPS esterno e a volte molto altro.
Personalmente mi sembra un approccio eccessivamente cautelativo (soprattutto quando si parla di zone 2 o 20).
E mi sembra piuttosto logico.
Quest'anno al convegno TNE, il relatore che ha parlato di scariche atmosferiche (anticipando l'uscita della nuova norma che a suo dire sarà devastante) ha ricordato che ove sussista un rischio di esplosione non è consentito ricorrere alla suddivisione in zone, perché a suo dire vanno considerati gli effetti dell'esplosione medesima che non sono circoscrivibili ad una sola zona (anche se ovviamente compartimentata ai fini antincendio).
Beh, sono un po' dubbioso.
In tutti i casi, anche con banali zone derivanti dal gas metano, se non sussistono le condizioni per considerare trascurabili le zone con pericolo di esplosione, sarebbe necessario un LPS esterno e a volte molto altro.
Personalmente mi sembra un approccio eccessivamente cautelativo (soprattutto quando si parla di zone 2 o 20).
1
voti
Danielex ha scritto:e ove sussista un rischio di esplosione non è consentito ricorrere alla suddivisione in zone, perché a suo dire vanno considerati gli effetti dell'esplosione medesima che non sono circoscrivibili ad una sola zona (anche se ovviamente compartimentata ai fini antincendio).
Non ha detto nulla di nuovo, tutto dipende dalla valutazione del rischio esplosione che è un dato di progetto che si riceve dalla committenza. Se dalla valutazione risulta che il rischio di esplosione, nonostante tutti i provvedimenti presi, non è prevenibile, basti pensare alle sorgenti di innesco come le scariche elettrostatiche per sfregamento di polveri o liquidi difficili da prevenire, la probabilità di esplosione è elevata e di conseguenza devi realizzare delle protezioni e calcolarne gli effetti prevedibili in TNT equivalente. Pertanto, non basta una compartimentazione, ma è necessaria una struttura in cemento armato che possa contenere gli effetti dell'esplosione. Ma la cosa migliore è sempre spostarle all'esterno dal fabbricato e lontano da fabbricati con presenza di persone.
--
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
-
Mike
54,6k 7 10 12 - G.Master EY
- Messaggi: 16211
- Iscritto il: 1 ott 2004, 18:25
- Località: Conegliano (TV)
0
voti
Cescu30 ha scritto:Una domanda, ma ti occupi di: impianti elettrici, antincendio, atex,....
Forse mi sbrigo prima a chiederti cosa non sai?
Una cosa è certa, più vado avanti e più mi rendo conto di non sapere nulla.
Esercitando la professione dal 1994 non mi sono mai posto dei limiti, mi sono sempre interessato di tutte le discipline impiantistiche per integrarle visto che nessuno lo faceva.
--
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
Michele Lysander Guetta
--
"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
-
Mike
54,6k 7 10 12 - G.Master EY
- Messaggi: 16211
- Iscritto il: 1 ott 2004, 18:25
- Località: Conegliano (TV)
0
voti
Si. bella battuta.
Ma purtoppo, ti renderai conto, lavorando, che non è per niente una battuta.
sia perché avanzando la tecnologia, e le problematiche annesse, è ovvio che si deve sempre imparare, non si è mai finito,
ma anche perché chi ci fa le regole, sembra che non ne capsica niente su cio che deve regolamentare, e spesso si accavallano regole in contrasto tra di loro, o magari regole assurde, ecco perché c'è sempre da imparare, almeno fino a che se ne ha voglia .
saluti.
Ma purtoppo, ti renderai conto, lavorando, che non è per niente una battuta.
sia perché avanzando la tecnologia, e le problematiche annesse, è ovvio che si deve sempre imparare, non si è mai finito,
ma anche perché chi ci fa le regole, sembra che non ne capsica niente su cio che deve regolamentare, e spesso si accavallano regole in contrasto tra di loro, o magari regole assurde, ecco perché c'è sempre da imparare, almeno fino a che se ne ha voglia .
saluti.
-
lelerelele
4.227 3 7 9 - Master
- Messaggi: 4884
- Iscritto il: 8 giu 2011, 8:57
- Località: Reggio Emilia
8 messaggi
• Pagina 1 di 1
Torna a Impianti, sicurezza e quadristica
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Google Adsense [Bot] e 75 ospiti