Sono davvero felice di vedere che la filosofia del Crowd ha contagiato qualcun altro oltre a me!




Intervengo solamente per suggerire una soluzione all'annosa questione "Digitale o analogico? PIC o non PIC? LED o 7 segmenti?".
Io proporrei di spaccare il progetto nettamente in due: una parte analogica, del tutto tradizionale, che abbia come unici ingressi i riferimenti di tensione e di corrente, e una parte digitale, dedicata alla generazione dei riferimenti, alla visualizzazione di tensioni e correnti, alle interfacce, etc.
In questo modo, chi vuole può usare l'alimentatore con le classiche manopole. Possiamo prevedere un connettore universale, che so, a 20 poli, che funga da interfaccia fra la sezione "di comando" e quella " di potenza".
I loop di controllo, invece, rimarranno analogici e dunque a bordo della sezione "di potenza".
Per quanto riguarda la parte digitale, la generazione dei segnali di riferimento, la visualizzazione a display, le interfacce di rete, USB e quant'altro, possono essere ottenute indipendentemente dalla piattaforma.
Un Arduino può essere integrato allo stesso modo di una beagleboard (esageriamo!), o di un SoC con display grafico.
Come dicevo in un altro topic, io amo le interfacce utente chiare ed istantanee: un bel display grafico grande, con i numeri belli evidenti, con la possibilità di mettere in evidenza varie misure (che so, la tensione in primo piano e la corrente in carattere più piccolo, oppure entrambe le cifre della stessa dimensione, poco cambia); la segnalazione CC/CV si può visualizzare cambiando il colore della backlight: quando è verde siamo a tensione costante, quando è gialla siamo a corrente costante. Quando è rossa, l'alimentatore ha perso la regolazione (per oscillazione, ad esempio) o è in protezione termica o in cortocircuito.
In ogni caso, queste finezze stilistiche sono il pane dei firmwaristi, che si possono divertire a usare le varie piattaforme.
Passando alla sezione analogica, indubbiamente 0-32V e 0-5A costituisce un range d'impiego molto ampio per un lineare puro. Indubbiamente dobbiamo pensare a un trasformatore a più secondari, magari con switch a TRIAC... le idee in questo senso si sprecano, bisogna trovare un punto dal quale partire!
PROPOSTA:
Mentre il progetto digitale concede una certa libertà, e io propongo di sviluppare il progetto analogico seguendo questa tabella:
1) Definizione del controllore da impiegare (LM317, L200, operazionali?) - io farei tutto a opamp, tu che dici


2) Sviluppo dello schema del nucleo regolatore di tensione: finale di potenza, pilotaggio, compensazione in frequenza
3) Sviluppo dello schema del nucleo regolatore di corrente e compensazione in frequenza
4) Aggiunta di stadi complementari: commutazione di eventuali avvolgimenti ausiliari del trasformatore (per contenere la dissipazione di potenza sui finali), stadio raddrizzatore PFC (vedi "Turbo per alimentatori lineari"), etc.
Beh... se siete d'accordo direi di iniziare dal punto 1!

Grandissimi, siete splendidi.
