Una domanda impertinente:
ma qualcuno di voi è in grado di poter affermare di essere riuscito a "domare" la norma per la valutazione del rischio d afulminazione??
Cioè siete in grado di produrre un risultato di cui vi sentite sicuri?
Io personalmente ho cercato di affrontare più volte il testo della norma e le relative formule di calcolo e nessuno mi toglie dalla testa che questa sia una norma SBAGLIATA, se non già nelle formule almeno nel metodo.
Una NORMA deve NORMALIZZARE il problema semplificandone l'analisi e rendendone comprensibili i procedimenti di calcolo quindi i risultati finali. Questa norma non solo non lo fa, ma non ci si avvicina nemmeno!
Ad un certo punto sarebbe meglio che si imponesse, come per altre tipologie di impianti, la necessità o meno dei diversi componenti di protezione in funzione della tipologia di utenza. Punto.
Densità di fulmini al suolo, quale valore?
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conte.gio ha scritto: Questa norma non solo non lo fa, ma non ci si avvicina nemmeno!
Su quali presupposti si fonda questa tua affermazione? Ricordati che stiamo parlando di una valutazione del rischio su un fenomeno naturale imprevedibile.
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Michele Lysander Guetta
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"Non pensare mai al dolore, al pericolo o ai nemici un momento più lungo del necessario per combatterli." — Ayn Rand
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Mike
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Mike sono d'accordo sulla complessità del fenomeno e quindi della sua valutazione, però mi aspetto che una norma in qualche misura "normalizzi" riconducendo il tutto ad un numero "finito" di soluzioni.
Voglio dire, e faccio un esempio, se andassimo a valutare l'esigenza dell'illuminazione di emergenza sulle vie di fuga partendo da un'analisi del rischio che tenesse conto caso per caso del numero di spigoli, della probabilità di inciamparsi in funzione della pavimentazione, del rischio di incendio in funzione di altri soluzioni di sicurezza, della probabilità che vi siano ipovedenti in relazione al tipo di struttura, e via discorrendo non ne usciremmo mai.
Alla fine è stato deciso di catalogare le strutture arrivando a dire in quella struttura ci va l'illuminazione di emergenza, in quell'altra non è obbligatoria.
Idem per la rivelazione incendi.
Poi ripeto sarò sicuro asino io, ma o faccio il calcolo fidandomi e affidandomi ad un software oppure non ne esco; e se la situazione è complessa anche con il software ho difficoltà ad impostare i parametri di ingresso.
Voglio dire, e faccio un esempio, se andassimo a valutare l'esigenza dell'illuminazione di emergenza sulle vie di fuga partendo da un'analisi del rischio che tenesse conto caso per caso del numero di spigoli, della probabilità di inciamparsi in funzione della pavimentazione, del rischio di incendio in funzione di altri soluzioni di sicurezza, della probabilità che vi siano ipovedenti in relazione al tipo di struttura, e via discorrendo non ne usciremmo mai.
Alla fine è stato deciso di catalogare le strutture arrivando a dire in quella struttura ci va l'illuminazione di emergenza, in quell'altra non è obbligatoria.
Idem per la rivelazione incendi.
Poi ripeto sarò sicuro asino io, ma o faccio il calcolo fidandomi e affidandomi ad un software oppure non ne esco; e se la situazione è complessa anche con il software ho difficoltà ad impostare i parametri di ingresso.
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... poi che si chiarisca per bene chi la deve fare; e che si riconosca a chi la deve fare il giusto compenso.
perché c'è sempre l'idea strisciante che sia sempre tutto "all inclusive".
perché c'è sempre l'idea strisciante che sia sempre tutto "all inclusive".
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Non capisco quali aspetti non sono normalizzati sulla CEI EN 62305-2. E inoltre perché bisogna definire chi deve redigere questa valutazione? La redige chi ha la competenza per farlo su specifico incarico, così come accade per la valutazione del rischio elettrico, rischio incendio, rischio esplosione, ecc.
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Michele Lysander Guetta
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Mike
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