L' Australia sta vivendo in questi giorni una pesantissima crisi energetica:
come molti di voi sapranno negli ultimi anni il paese ha investito tantissimo nelle rinnovabili, soprattutto fotovoltaico, vista la disponibilità di vaste aree desertiche molto assolate; sono stati realizzati anche diversi sistemi di accumulo elettrochimico (tra i più grandi al mondo) per gestire i picchi di domanda aiutati da gruppi turbogas. Tutto ciò ha consentito ad alcune zone australiane di raggiungere il 100% di fabbisogno energetico coperto da energia solare in determinati periodi dell' anno.
I problemi naturalmente sorgono all' arrivo dell' inverno australe (Giugno), quando la produzione fotovoltaica anche durante il giorno non riesce a coprire le richieste di energia e tantomento a caricare gli accumuli, entrano quindi in gioco per forza di cose le centrali turbogas. I problemi però quest' anno si rivelano più grossi del previsto:
1) in questo periodo il gas sul mercato mondiale è carissimo
2) sono stati attivati per "servizio normale di rete" anche impianti che sarebbero dovuti rimanere in riserva per il bilanciamento della rete stessa in caso di diminuzioni di frequenza dovute ad eccessiva richiesta di potenza.
Sfiga vuole che pochi giorni fa due grossi impianti a carbone abbiano dovuto interrompere la produzione per guasto causando un deficit di produzione di ben 3 GW.
I prezzi dell' energia hanno quindi registrato impennate paurose (si è arrivati a toccare i 500 dollari/Mwh) e rapidissime fluttuazioni,tanto che il mercato è stato addirittura sospeso per eccesso di volatilità.
L' ente regolatore AEMO ha dovuto forzare gli operatori ad immettere energia in rete, il governo è stato costretto ad emettere un warning per possibili blackout diffusi e,contestualmente, ha dovuto ordinare alle strutture pubbliche (ospedali inclusi) di razionare i consumi energetici nelle ore serali. Si spera che l' emergenza possa rientrare entro pochi giorni con il recupero della totale capacità di produzione a carbone.
Tutti sanno (o dovrebbero sapere) che le rinnovabili sono fonti aleatorie che forniscono energia in maniera variabile e incostante, che non se ne tenga conto (per incompetenza o per ideologia) è un fatto piuttosto grave.
Questo dovrebbe farci capire che avere una fonte stabile e indipendente dalle condizioni esterne per coprire il baseload è fondamentale, o si torna al termoelettrico a carbone o si investe nel nucleare, tertium non datur (felice di essere smentito), saluti
Grossi problemi energetici per l' Australia
Moderatori: sebago, mario_maggi
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Con le rinnovabili bisogna sovradimensionare di molto per arrivare ad essere autonomi.
I tempi di ritorno sono molto molto imprevedibili.
Sovradimensionare vuol dire investire a lungo termine e normalmente tutti mirano al profitto nel breve.
Bisognerebbe imparare ad esempio dalle piante che hanno sviluppato ogni genere di strategia per la sopravvivenza e affrontare ogni genere di avversità.
Ciao
I tempi di ritorno sono molto molto imprevedibili.
Sovradimensionare vuol dire investire a lungo termine e normalmente tutti mirano al profitto nel breve.
Bisognerebbe imparare ad esempio dalle piante che hanno sviluppato ogni genere di strategia per la sopravvivenza e affrontare ogni genere di avversità.
Ciao
600 Elettra
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stefanopc hai sicuramente ragione.
Però non credo che nel breve medio termine (50-60 anni) potremmo permetterci di pensare di usare le rinnovabili per il baseload (finché appunto qualcuno non trova una soluzione che indirizzi verso quanto descritto proprio da stefano).
Purtroppo, per fortuna, oppure qualcos'altro ancora, l'unica soluzione che vedo percorribile è usare il.......
Però non credo che nel breve medio termine (50-60 anni) potremmo permetterci di pensare di usare le rinnovabili per il baseload (finché appunto qualcuno non trova una soluzione che indirizzi verso quanto descritto proprio da stefano).
Purtroppo, per fortuna, oppure qualcos'altro ancora, l'unica soluzione che vedo percorribile è usare il.......
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Non riesco proprio a vedere altre soluzioni, l'alternativa è tornare a vivere cone i nostri nonni, ma senza neanche avere fiumi puliti dove sciacquare i panni
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SediciAmpere
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Sono d'accordo con te su tutto, a parte
magari hai ragione non esiste alcuna possibilità, nel breve, se non questa, valuterei però altre possiblità prima, come dicevo in altro post, viene a costare tanto, sia in termini di soldi, tra prima e dopo, sia in termini di danni ambientali ed umani.
Importante è valutare, con persone competenti, (non i politici), il dafarsi.
saluti.
Danielex ha scritto:Purtroppo, per fortuna, oppure qualcos'altro ancora, l'unica soluzione che vedo percorribile è usare il.......
magari hai ragione non esiste alcuna possibilità, nel breve, se non questa, valuterei però altre possiblità prima, come dicevo in altro post, viene a costare tanto, sia in termini di soldi, tra prima e dopo, sia in termini di danni ambientali ed umani.
Importante è valutare, con persone competenti, (non i politici), il dafarsi.
saluti.
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lelerelele
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Occorre limitare gli sprechi.
Che sono ovunque.
Anche nelle azioni più banali, come tenere aperto il rubinetto dell'acqua mentre lavi i denti.
Dietro non c'è solo il banale consumo di quei litri, ma anche tutto ciò che occorre per farli (potabilizzazione, ecc.) e per smaltirli.
Sembra una stupidaggine.
Eppure una spiaggia è fatta di miliardi di (insignificanti, se soli) granellini di sabbia
Che sono ovunque.
Anche nelle azioni più banali, come tenere aperto il rubinetto dell'acqua mentre lavi i denti.
Dietro non c'è solo il banale consumo di quei litri, ma anche tutto ciò che occorre per farli (potabilizzazione, ecc.) e per smaltirli.
Sembra una stupidaggine.
Eppure una spiaggia è fatta di miliardi di (insignificanti, se soli) granellini di sabbia
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Intorno al 2005, primo conto energia, i sostenitori del fotovoltaico venivano derisi dai fautori del nucleare perché "con 4 pannellini da 100 W non ci fai niente".
Poi i pannellini da 100 W sono diventati da 400 W e da 4 sono diventati milioni.
Se si guarda lontano il fotovoltaico funziona eccome.
Ora coi sistemi di accumulo la sua energia può essere facilmente stoccata e la tecnologia evolve in modo esponenziale.
L'evoluzione dei sistemi di accumulo sta vivendo la stessa evoluzione dei moduli fotovoltaici: gli accumulatori sono - a parità di capacità - sempre più piccoli e sempre più leggeri.
Il problema secondo me sono le leggi, fatte malissimo (come il 110%).
Io lascerei le detrazioni fiscali al 50% ed incentiverei solo l'ENERGIA IMMESSA, attribuendole un prezzo invitante. Del resto è una energia pulita, diurna e prodotta in loco (senza perdite sulla linea, limitando anche l'elettrosmog e la vista degli schifosissimi tralicci).
La produzione di energia centralizzata ha molti limiti.
Perché sostengo questo: perché il sistema attuale ti spinge a realizzare un impianto solo per il tuo fabbisogno.
E' perché deve essere così?
Se un cittadino ha un tetto grande e soldi da investire, perché non dovrebbe avere la possibilità di produrre energia verde per renderla disponibile anche agli altri?
Che senso ha rendere antieconomico un impianto più grande delle proprie necessità mentre si ipotizza la costruzione di centrali nucleari (nel Paese annichilito da mafie e corruzione che non è in grado nemmeno di fare la manutenzione ai ponti)?
Dove sta il senso logico?
Se vuoi aumentare la produzione hai sistemi più economici e sicuri della costruzione di centrali nucleari.
Che senso ha per uno STATO investire nella produzione da nucleare e non in quella fotovoltaica?
Quanto consta alle casse dello Stato una centrale nucleare (costruzione, manutenzione e gestione scorie)?
Quanto costerebbe allo Stato aumentare il compenso dell'energia immessa in rete?
E' questa la domanda che secondo me dovremmo porci, o almeno è quella che mi pongo io.
Senza contare che nel caso delle centrali nucleari, la produzione centralizzata non è solo quella dell'energia ma anche delle megamazzette.
Poi i pannellini da 100 W sono diventati da 400 W e da 4 sono diventati milioni.
Se si guarda lontano il fotovoltaico funziona eccome.
Ora coi sistemi di accumulo la sua energia può essere facilmente stoccata e la tecnologia evolve in modo esponenziale.
L'evoluzione dei sistemi di accumulo sta vivendo la stessa evoluzione dei moduli fotovoltaici: gli accumulatori sono - a parità di capacità - sempre più piccoli e sempre più leggeri.
Il problema secondo me sono le leggi, fatte malissimo (come il 110%).
Io lascerei le detrazioni fiscali al 50% ed incentiverei solo l'ENERGIA IMMESSA, attribuendole un prezzo invitante. Del resto è una energia pulita, diurna e prodotta in loco (senza perdite sulla linea, limitando anche l'elettrosmog e la vista degli schifosissimi tralicci).
La produzione di energia centralizzata ha molti limiti.
Perché sostengo questo: perché il sistema attuale ti spinge a realizzare un impianto solo per il tuo fabbisogno.
E' perché deve essere così?
Se un cittadino ha un tetto grande e soldi da investire, perché non dovrebbe avere la possibilità di produrre energia verde per renderla disponibile anche agli altri?
Che senso ha rendere antieconomico un impianto più grande delle proprie necessità mentre si ipotizza la costruzione di centrali nucleari (nel Paese annichilito da mafie e corruzione che non è in grado nemmeno di fare la manutenzione ai ponti)?
Dove sta il senso logico?
Se vuoi aumentare la produzione hai sistemi più economici e sicuri della costruzione di centrali nucleari.
Che senso ha per uno STATO investire nella produzione da nucleare e non in quella fotovoltaica?
Quanto consta alle casse dello Stato una centrale nucleare (costruzione, manutenzione e gestione scorie)?
Quanto costerebbe allo Stato aumentare il compenso dell'energia immessa in rete?
E' questa la domanda che secondo me dovremmo porci, o almeno è quella che mi pongo io.
Senza contare che nel caso delle centrali nucleari, la produzione centralizzata non è solo quella dell'energia ma anche delle megamazzette.
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planaremagico
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Non ho dato voti negativi, però non sono d'accordo su diversi punti.
Se l'energia elettrica servisse solo per le abitazioni, sarebbe vicino alla verità affermare che il fotovoltaico su ogni tetto, con adeguati sistemi di accumulo e di vendita di surplus di energia potrebbe farci arrivare quasi alle zero emissioni.
Il problema è che le industrie sono infinitamente più energivore di una casa! Gli impianti con potenze impegnate comprese tra i 500 kW ed il MW sono diffusissimi, e non sono nemmeno tra i più grandi. Quelli come li alimenteresti?
Non parliamo poi dell'idea che producendo in loco si eliminerebbero i tralicci.
finché siamo nei paesi, molto probabilmente se tutte le case avessero un impianto fotovoltaico con accumulo ci sarebbe autonomia energetica, ma già se ci si sposta in una cittadina, dove le case singole sono molto meno dei condomini, il discorso cambia radicalmente.
Poi sul discorso dei finanziamenti statali agli impianti rinnovabili sono d'accordo. A quanto so in Germania hanno finanziato gli impianti di autoproduzione fissando il prezzo di acquisto dell'energia immessa in rete.
Sulle centrali, io sono convinto che abbandonare il nucleare 40 anni fa sia stata un errore colossale.
Sul tornarci ora, ho qualche dubbio, almeno per il nucleare tradizionale. So che in giro per il mondo si stanno facendo ricerche per reattori a torio, che possono bruciare anche le scorie delle centrali tradizionali, creando scorie molto meno pericolose, che si inertizzerebbero nel giro di qualche secolo (non di decine di migliaia di anni, com'è ora).
Comunque, pensare che il solo fotovoltaico possa essere la risposta al problema è abbastanza utopistico... Quindi se non si vuole usare il nucleare, servirà sempre avere centrali a gas o ad altri combustibili fossili per sopperire alle carenze.
Ma se c'è una cosa che ci ha insegnato la crisi attuale del gas è che non bisogna orientarsi verso un'unica soluzione, ma diversificare tutto il più possibile...
Se l'energia elettrica servisse solo per le abitazioni, sarebbe vicino alla verità affermare che il fotovoltaico su ogni tetto, con adeguati sistemi di accumulo e di vendita di surplus di energia potrebbe farci arrivare quasi alle zero emissioni.
Il problema è che le industrie sono infinitamente più energivore di una casa! Gli impianti con potenze impegnate comprese tra i 500 kW ed il MW sono diffusissimi, e non sono nemmeno tra i più grandi. Quelli come li alimenteresti?
Non parliamo poi dell'idea che producendo in loco si eliminerebbero i tralicci.
finché siamo nei paesi, molto probabilmente se tutte le case avessero un impianto fotovoltaico con accumulo ci sarebbe autonomia energetica, ma già se ci si sposta in una cittadina, dove le case singole sono molto meno dei condomini, il discorso cambia radicalmente.
Poi sul discorso dei finanziamenti statali agli impianti rinnovabili sono d'accordo. A quanto so in Germania hanno finanziato gli impianti di autoproduzione fissando il prezzo di acquisto dell'energia immessa in rete.
Sulle centrali, io sono convinto che abbandonare il nucleare 40 anni fa sia stata un errore colossale.
Sul tornarci ora, ho qualche dubbio, almeno per il nucleare tradizionale. So che in giro per il mondo si stanno facendo ricerche per reattori a torio, che possono bruciare anche le scorie delle centrali tradizionali, creando scorie molto meno pericolose, che si inertizzerebbero nel giro di qualche secolo (non di decine di migliaia di anni, com'è ora).
Comunque, pensare che il solo fotovoltaico possa essere la risposta al problema è abbastanza utopistico... Quindi se non si vuole usare il nucleare, servirà sempre avere centrali a gas o ad altri combustibili fossili per sopperire alle carenze.
Ma se c'è una cosa che ci ha insegnato la crisi attuale del gas è che non bisogna orientarsi verso un'unica soluzione, ma diversificare tutto il più possibile...
Almeno l'itagliano sallo...
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