Come dicevo una paio di post sopra, non ho mai trovato una dimostrazione rigorosa su questo tema, però io me la sono immaginata in questo modo: supponiamo per semplicità di considerare una rete con un solo elemento reattivo, e quindi un solo polo.
Salvo casi degeneri, a questa rete possiamo applicare l'EET e considerare questo elemento reattivo come componente "aggiunto".
Scrivendo in formule:
![A=A_\infty\frac{1+\frac{Z_n}{Z}}{1+\frac{Z_d}{Z}} A=A_\infty\frac{1+\frac{Z_n}{Z}}{1+\frac{Z_d}{Z}}](/forum/latexrender/pictures/fb6e53e73f5fb16aca81321aa5d3c88d.png)
Dove
![A_\infty A_\infty](/forum/latexrender/pictures/aaac3503d31e7b6b4050353569133bd2.png)
è il guadagno senza elemento,
![Z Z](/forum/latexrender/pictures/21c2e59531c8710156d34a3c30ac81d5.png)
è l'impedenza dell'elemento e
![Z_n Z_n](/forum/latexrender/pictures/f7f8f68027bafb6481b1f5c7fa2de658.png)
,
![Z_d Z_d](/forum/latexrender/pictures/8e1b55f147a69b662f1a2cf9d130da09.png)
sono le impedenze viste dai suoi terminali in particolari condizioni.
Da notare che
![A_\infty A_\infty](/forum/latexrender/pictures/aaac3503d31e7b6b4050353569133bd2.png)
è puramente proporzionale, non ci sono altre reattanze coinvolte.
A questo punto puoi notare come
![Z_n Z_n](/forum/latexrender/pictures/f7f8f68027bafb6481b1f5c7fa2de658.png)
(che corrisponde al "null output") cambi a seconda di cosa consideri come uscita: pertante vedrai una diversa impedenza a seconda di dove ti poni.
![Z_d Z_d](/forum/latexrender/pictures/8e1b55f147a69b662f1a2cf9d130da09.png)
invece corrisponde all'impedenza vista quando spegni l'ingresso: di fatto questa espressione sarà sempre identica e non dipenderà più dall'ingresso (che ora è spento).
Con un elemento reattivo quindi il polo sarà dettato da una espressione di impedenza estrapolata da una rete in cui non compaiono né ingressi né uscite (lo zero invece dipenderà da queste), per cui possiamo associare il polo a questa particolare rete.
Se ora aggiungiamo ancora altri elementi reattivi, possiamo applicare iterativamente l'EET (oppure più in generale l'nEET, che sarebbe l'estensione "matriciale" dell'EET) associandolo anche in questo caso a una rete che non dipende da ingressi/uscite. Sarà sicuramente più complessa perché prevede coefficienti di interazione tra i vari elementi, ma il ragionamento alla base rimane lo stesso di prima.
Non so quanto questo possa valere come dimostrazione, ma a me sembra filare.