distinzione dei bit
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Ianero
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Io direi che il "terzo elemento" perché esista l'informazione è l'universo così com'è o così come attualmente lo interpretiamo: spazio-tempo. Senza di esso non può esistere alcuna informazione. Si può anche dire che è l'informazione che genera necessariamente il terzo elemento, cioè l'universo. L'universo è l'informazione più grande attualmente esistente ed il bit quella più piccola. Al di sotto del bit c'è il nulla.
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C'e' un bellissimo libro scritto da Seth LLoyd Il Programma Dell' Universo che parla di questo.
Inutile dire che l' avro' letto almeno 6 o 7 volte.
Inutile dire che l' avro' letto almeno 6 o 7 volte.

"La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi".
"Parla soltanto quando sei sicuro che quello che dirai è più bello del silenzio".
Rispondere è cortesia, ma lasciare l'ultima parola ai cretini è arte.
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TardoFreak
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la tua domanda è molto interessante e forse perché è cosi ovvia (ovvia nel senso che indaga alle origini delle cose, la dove tutto è implicito e mai indagato) che nessuna sa rispondere.
Io non ho risposta poiché mi interesso solo di statistica, ma il mio contributo sarà quello che rendere ancor più chiara la domanda, poiché sono sicuro che se la domanda fosse capita qui dentro ci sarebbero le competente hardware per rispondere.
su un supporto fisico: nasto, Cd o altro ho due sequenze di bit
nella prima ho messo una serie di "uni " e "zeri": 101010101010
nella seconda una seria di "dieci": 101010101010
come vedete, le serie dei bit sono identiche, le onde quadre disegnano in modo alternato le stesse sequenze
ma il significato della prima serie è diverso dal significato della seconda serie. la prima rappresentano(in decimale) i valori 01 e 1 , mentre la seconda il valore 2.
domanda: come faccio a distinguere sul supporto, e nella codifica la serie [ "uni, zeri] dalla serie ["due"]?
detto ancora in soldoni, il PC come fa a capire dove deve leggere e dove fermarsi per leggere?
Io non ho risposta poiché mi interesso solo di statistica, ma il mio contributo sarà quello che rendere ancor più chiara la domanda, poiché sono sicuro che se la domanda fosse capita qui dentro ci sarebbero le competente hardware per rispondere.
su un supporto fisico: nasto, Cd o altro ho due sequenze di bit
nella prima ho messo una serie di "uni " e "zeri": 101010101010
nella seconda una seria di "dieci": 101010101010
come vedete, le serie dei bit sono identiche, le onde quadre disegnano in modo alternato le stesse sequenze
ma il significato della prima serie è diverso dal significato della seconda serie. la prima rappresentano(in decimale) i valori 01 e 1 , mentre la seconda il valore 2.
domanda: come faccio a distinguere sul supporto, e nella codifica la serie [ "uni, zeri] dalla serie ["due"]?
detto ancora in soldoni, il PC come fa a capire dove deve leggere e dove fermarsi per leggere?
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roberto63 ha scritto:domanda: come faccio a distinguere sul supporto, e nella codifica la serie [ "uni, zeri] dalla serie ["due"]? detto ancora in soldoni, il PC come fa a capire dove deve leggere e dove fermarsi per leggere?
Mettiamola così: ti viene consegnato un foglio bianco, con quattro simboli in sequenza: CASE. Ti viene chiesto di leggere e di rappresentare su un altro foglio quanto hai letto. Così, su due piedi, io potrei avere deiu dubbi. Cosa disegno: questo
oppure quest'altro?
Dipende dalla lingua che utilizzi per leggere i quattro simboli. Quindi devi conoscere a priori la regola!
Paolo.
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Paolino
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Grazie a TardoFreak della segnalazione: corro subito a comprarmi il libro, mi pare molto interessante.
Paolino è molto spiritoso e parla per immagini, come si conviene all'era multimediale in cui viviamo, ribadendo che il contesto (nel suo caso la lingua) è indispensabile. A Roberto 63 vorrei cercare di dire in termini colloquiali come fa un computer a distinguere una sequenza di bit da un'altra, entrambe ricevute in input. Per cominciare, usa appunto il terzo elemento che è la durata temporale, la quale a sua volta può essere sincrona oppure asincrona. Per la prima usa il clock, interno o "recuperato" dalle transizioni del segnale ricevuto. Per la seconda occorre conoscere a priori la durata nominale del bit, campionarlo a velocità sufficiente e poi sincronizzarlo al proprio interno.
Ma ciò non basta: occorre conoscere dove la sequenza dei bit informativi ha inizio, altrimenti non è possibile riconoscerla, e occorre sapere dove finisce, o di quanti bit è composta. Se la sequenza viene ricevuta su un canale di trasmissione non è banale riconoscere l'inizio della sequenza stessa: occorre che al suo inizio sia attaccata una "parola di sincronismo", ossia una (breve) sequenza particolare, conosciuta dal ricevitore (bit di servizio). Quando il ricevitore la riconosce, sa che quello è l'inizio della sequenza da ricevere e quindi la sincronizzazione è assicurata. Naturalmente niente esclude che la "parola di sincronismo" sia presente anche all'interno della sequenza dei dati informativi; occorre che la "parola di sincronismo" venga quindi ripetuta più volte fino a ridurre la probabilità di falso sincronismo a valori ritenuti accettabili. Tutto questo lavoro viene svolto dai protocolli di comunicazione e dallo hardware a ciò dedicato.
Anche queste tecniche rientrano nel concetto della definizione del contesto, base di ogni comunicazione e, direi, anche di ogni elaborazione.
Paolino è molto spiritoso e parla per immagini, come si conviene all'era multimediale in cui viviamo, ribadendo che il contesto (nel suo caso la lingua) è indispensabile. A Roberto 63 vorrei cercare di dire in termini colloquiali come fa un computer a distinguere una sequenza di bit da un'altra, entrambe ricevute in input. Per cominciare, usa appunto il terzo elemento che è la durata temporale, la quale a sua volta può essere sincrona oppure asincrona. Per la prima usa il clock, interno o "recuperato" dalle transizioni del segnale ricevuto. Per la seconda occorre conoscere a priori la durata nominale del bit, campionarlo a velocità sufficiente e poi sincronizzarlo al proprio interno.
Ma ciò non basta: occorre conoscere dove la sequenza dei bit informativi ha inizio, altrimenti non è possibile riconoscerla, e occorre sapere dove finisce, o di quanti bit è composta. Se la sequenza viene ricevuta su un canale di trasmissione non è banale riconoscere l'inizio della sequenza stessa: occorre che al suo inizio sia attaccata una "parola di sincronismo", ossia una (breve) sequenza particolare, conosciuta dal ricevitore (bit di servizio). Quando il ricevitore la riconosce, sa che quello è l'inizio della sequenza da ricevere e quindi la sincronizzazione è assicurata. Naturalmente niente esclude che la "parola di sincronismo" sia presente anche all'interno della sequenza dei dati informativi; occorre che la "parola di sincronismo" venga quindi ripetuta più volte fino a ridurre la probabilità di falso sincronismo a valori ritenuti accettabili. Tutto questo lavoro viene svolto dai protocolli di comunicazione e dallo hardware a ciò dedicato.
Anche queste tecniche rientrano nel concetto della definizione del contesto, base di ogni comunicazione e, direi, anche di ogni elaborazione.
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clavicordo
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Mi permetto di intevenire nella discussione. Si comprende che clavicordo non ha bisogno di delucidazioni in materia di comunicazione elettrica. Il problema posto trascende il concetto di sistema di numerazione binaria. Il terzo elemento di cui parla non rientra ovviamente nella cardinalità dell'insieme binario ma fa parte del contesto del "linguaggio" binario. Come tutte le altre forme di linguaggio, anche quello binario si basa ovviamente su convenzioni, nelle quali rientrano anche alcuni aspetti fin qui emersi come codifica, protocolli ecc. Il terzo elemento di cui si parla è legato all'interpretazione di cio' che viene comunicato.E' un problema di semiotica, oltre che di matematica, o di informatica, o di elettronica. E si tratta di un quesito piuttosto affascinante se si pensa che in molti casi queste convenzioni, seppur razionali, nascono in maniera intuitiva in molti contesti. Il linguaggio binario, diveramente dalla numerazione binaria, è un concetto sviluppato fin dagli albori del ragionamento filosofico, dalla interpretazione di cio' che è bene e cio' che è male, di cio' che è uomo e di cio' che è donna, passando per il manicheismo, per la filosofia cinese dello yin e dello yang, e così via. Anche in questi casi esiste un "terzo elemento", culturale, intuitivo, grazie al quale è possibile ascrivere un concetto, un segnale, ad una classe piuttosto che all'altra.
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"Anche in questi casi esiste un "terzo elemento", culturale, intuitivo, grazie al quale è possibile ascrivere un concetto, un segnale, ad una classe piuttosto che all'altra". Sì, il discorso non si applica solo ai bit, naturalmente, ma, come dice Noise, riguarda la vita umana nel suo insieme e soprattutto la possibilità di conoscere. Il '900 ha sfatato vari miti intellettuali, continuando l'opera del Rinascimento, che aveva portato alla nascita della scienza e tolto all'uomo l'illusione di trovarsi al centro dell'universo. La teoria di Einstein, il principio di indeterminazione di Heisenberg, il teorema di incompletezza di Goedel, fra gli altri, hanno utilizzato la razionalità umana (la capacità di ragionare) a livelli molto alti ma ne hanno mostrato anche i limiti: essa non è onnipotente. Per funzionare ha sempre bisogno dell'intuizione o meglio della fantasia e della creatività, che costituiscono forse il nostro "terzo elemento", qualcosa che è proprio solo dell'uomo e per dar conto del quale si è ricorsi da sempre al soprannaturale ... ma molti di noi (e me stesso tra questi) pensano che si tratta invece di una caratteristica della natura umana, la cui origine è biologica. Massimo Fagioli ha chiamato questo qualcosa "capacità di immaginare", la cui insorgenza avviene alla nascita. La sua, infatti, si chiama "teoria della nascita". E' una teoria profondamente innovativa, non ancora molto conosciuta ma estremamente densa di conseguenze, su cui non è qui il caso di addentrarsi.
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clavicordo
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Per mio conto l'intervento dell'admin Zeno Martini è un'ottima risposta, la condivido pienamente. 

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Con tutto il rispetto, a me l'intervento dell'admin è parso un po' ... sbrigativo!
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clavicordo
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