Era difficile non aggiungere qualcosa sull'argomento "Toccata e Fuga in Re minore" di J.S. Bach e sulla sua autenticità

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Scrive il pianista e musicologo Andrea Bacchetti: "Quando si parla di Johann Sebastian Bach, il termine ”toccata” evoca immediatamente la più celebre delle sue composizioni, l’icona stessa della sua musica, la Toccata e Fuga in Re minore per organo BWV 565, una di quelle composizioni di cui anche chi non si è mai occupato in vita sua di musica ”classica” ha ascoltato almeno una volta il memorabile incipit. La Toccata e Fuga in Re minore è solo la più famosa delle molte opere che portano questo titolo disseminate nell’imponente catalogo bachiano. "... "Di nessuna di queste opere ci è pervenuto il manoscritto autografo; le fonti principali sono però raccolte manoscritte coeve sicuramente attendibili, sicché nessun dubbio sembra sussistere sull’autenticità delle composizioni, il cui carattere genuinamente bachiano risulta peraltro ben evidente fin dal primo ascolto."
Un altro commento sul forum Musica-classica.it un admin che si firma Antiphonal scrive: "Va detto che sono molte le opere per organo di J.S. Bach su cui ogni tanto si discute sull'autenticità.
Posto che sia un vero problema (se un pezzo ti piace, e il pubblico apprezza come lo suoni, suonalo e basta chissenefrega di tutto il resto), direi che è abbastanza ozioso e che è servito nel recente passato a qualche studiosello (soprattutto americano ma anche inglese) per farsi un po' di pubblicità.
Se tu dici: "la Gioconda è di Leonardo" e fai un trattato per dimostrarlo, non ti si fila nessuno.
Se tu dici: "la Gioconda NON è di Leonardo" e fai una paginetta di frescacce per sostenere la tesi, ti pubblicano e ti lodano e ti sbattono in prima pagina. Poi a smentire non ci penserà nessuno e nel frattempo ti sei fatto fama sufficiente per scrivere cose un po' più serie...
Ciò premesso, si capisce che un brano come Toccata e Fuga BWV 565 [BWV = Bach Werke Verseichnics = Catalogo delle opere di Bach, n.d.r.] si presta al gioco perché pur non essendo un capolavoro (come la Gioconda) gode però di pari notorietà grazie agli americani, che la adorano in tutte le salse, soprattutto dopo che Leopold Stokowski utilizzò la sua trascrizione per orchestra (colpo commercialmente azzeccatissimo, non c'è che dire, per i quali ha incassato belle cifre di diritti di autore) per il cartone animato di apertura di "Fantasia" (1940) di Walt Disney... Tanto da divenere un brano-simbolo.
Preso in sé, questo brano è stilisticamente un po' ondivago e un po' sempliciotto. Alcune cose si spiegano per il fatto che il brano (come molti altri, del resto) non è arrivato fino a noi grazie al manoscritto originale (che si considera perduto) ma tramite copie, non tutte fedeli, di allievi. Altre si possono spiegare per il fatto che c'è una marcata influenza di Buxtehude e dunque si potrebbe pensare che sia un brano giovanile o un brano sperimentale.
Però se alcuni brani "di Bach" come gli 8 piccoli preludi e fughe sono stilisticamente più coerenti, ma con uno stile poco bachiano (e ciò fa pensare con non poca ragione che siano stati scritti da un allievo, forse T.L. Krebs, e forse corretti da J.S. Bach), questo è un brano stilisticamente NON monolitico, ma dove lo stile ondeggia tra quello di Bach e qualcosa di piuttosto vicino. Perciò è più facile che sia di Bach che non di qualcun altro. Certo, alcuni punti ricordano effettivamente altre opere di Bach, e pure i famosi passaggi monodici possono essere interpretati come arpeggi "srotolati" (un po' come si fa al clavicembalo con la Fantasia Cromatica e Fuga, per intenderci) piuttosto che come povertà di invenzione...
Personalmente ho sempre pensato che fosse stato scritto da Bach ma che fosse giunto fino a noi in una trascrizione poco fedele o incompleta e dunque riempita con passaggi un po' poverelli da qualcuno non meglio identificato. Ma questo qualcuno potrebbe anche essere stato Bach stesso, che magari ha abbozzato i passaggi riservandosi di correggerli in seguito oppure di fare come gli pareva e piaceva durante le esecuzioni pubbliche."
"Ogni cosa va resa il più possibile semplice, ma non ANCORA più semplice" (A. Einstein)