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Dubbio su UNI EN ISO 14119

L'iter relativo alla marcatura CE e problemi connessi.

Moderatore: Foto UtenteGuerra

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[1] Dubbio su UNI EN ISO 14119

Messaggioda Foto UtenteTreste » 30 ott 2014, 17:30

Salve a tutti!

a parte questo
http://www.electroyou.it/ernestocappelletti/wiki/elusione-dei-dispositivi-di-interblocco-dei-ripari-mobili

interessante articolo di Foto UtenteErnestoCappelletti non ho trovato quasi nulla nel forum in merito alla norma in oggetto, in particolare mi chiedevo se qualcuno mi sa dare un parere in merito al punto 7.2 C dove è indicato che per prevenire lo smontaggio o il cattivo riposizionamento dell'interblocco va usato un fissaggio non staccabile.."non-detachable fixing"
come ad esempio saldatura, colla, viti solo avvitabili o rivetti.

secondo voi in questo contesto si vanno a inserire anche le viti che non possono essere tolte o manomesse mediante l'uso di attrezzature di uso comune?

ed in particolare le viti torx con piolino di sicurezza possono essere usate correttamente come suggeriscono alcuni costruttori?

grazie
e buona serata O_/
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[2] Re: Dubbio su UNI EN ISO 14119

Messaggioda Foto UtenteCandy » 31 ott 2014, 1:06

La vite Torx è un fissaggio di tipo removibile. Tanto quanto la brugola o la testa a croce. PEr conto mio, poi, rivetti e viti non svitabili sono un paliativo.

Tutto l'impianto della norma, severissimo per quanto riguarda la manomissione, (metaforicamente una piramide), si fonda su un granello di sabbia, il fissaggio non removibile. Ma il manutentore non ha il trapanino con la punta da ferro, che taglia rivetti e viti non svitabili? (Mio parere personale: il castello della norma, bello massiccio, attaccato alla macchina tramite due viti. Mah!)

Non sono solo le viti che fanno il fissaggio. C'è poi anche la tecnica di montaggio, tale magari da nasconderle del tutto. Come? Non lo so. E' un riparo mobile, non una cassaforte!
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[3] Re: Dubbio su UNI EN ISO 14119

Messaggioda Foto UtenteErnestoCappelletti » 2 nov 2014, 17:53

La norma UNI EN ISO 14119 comprendere tra le misure che minimizzano la possibilità di elusione dei dispositivi di interblocco dei ripari mobili il montaggio dei dispositivi (attuatori ed eventualmente sensori) con mezzi non smontabili; le viti, di qualsiasi tipo siano (anche torx con pin) sono smontabili e quindi non soddisfano quanto chiesto dalla norma.

È chiaro che qualsiasi misura può essere elusa, ma la norma prescrive misure per “minimizzare” la possibilità di elusione, non per impedirla completamente.

Ad esempio la norma non tratta per niente l’elusione fatta a livello del circuito elettrico (un semplice ponticello sui contatti del sensore di interblocco) o altri mezzi di elusione meccanici (ad esempio praticare un buco nelle protezioni oppure smontarle).
Colgo l'occasione per informarvi che il 14 novembre prossimo, ci sarà un seminario gratuito a Vicenza sull'argomento, organizzato con Schmersal Italia. Il seminario è' dedicato a progettisti meccanici ed elettrici di macchine ed impianti. Iscrizioni alla pagina del sito di Quadra
http://www.quadrasrl.net/in-evidenza/23 ... 14119.html

O_/
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[4] Re: Dubbio su UNI EN ISO 14119

Messaggioda Foto UtenteCandy » 2 nov 2014, 22:30

Non ho mai visto retromarce nelle norme. Piuttosto una migrazione da un sistema chiuso, italiano, verso un sistema prima armonizzato e poi internazionalizzato.
Sicuramente, sono felicissimo del fatto che l'impostazione del DPR 547/55 e di tutte le regole italiane che davano carta bianca al funzionario di turno siano andata perse. Ormai anche i vari enti che negli ulti venti anni hanno cambiato casacca parecchie volte, si sono abituati a ragionare in modo più umano.

Si possono fare tante cose. Cito un esempio banale. Il progettista "stupido" realizza un sistema di protezioni mobili a sarcofago. LA macchina è bene segregata. Peccato che non serva ad un fico secco così, perché ha continuamente bisogno di interventi dell'operatore. Ai tempi io fui tanto brillante da fare in modo che il programma controllasse, per talune operazioni, se un certo riparo veniva realmente aperto ed il modulo di sicurezza cadeva. Il finimondo, quasi non mi volevano pagare il lavoro.

Eppure è la cosa più stupida di questo mondo capire che, se progetto un sarcofaco, od un sistema di protezioni inadeguato alle operazio che si dovranno fare, la prima cosa che si farà sarà l'eluzione delle protezioni. Oggi ho 42 anni, è da almeno 25 anni che ce lo diciamo: le protezioni vanno progettate in modo da non invogliarne l'elusione, eppure, per quttro soldi e rubarsi il lavoro un con l'altro, si fanno mega macchini racchiusi nel sarcofago. (Il mio è un esempio), ma non poco comune.

Però sto andando OT. Quello che io volevo dire nell'intervento prevedente invece è diverso.

Senza dilungarmi troppo, fate mente locale alla complessita del sistema di protezione di cui sono dotate le macchina moderne: elettricamente ci mettiamo di tutti dentro i quadri e bordo macchina per fare sicurezza: doppio canale, contatti a strappo, circuiti elettrici separati, tanti e tanti di quei relè ridondanti, controllati, logiche programmabili, dichiarate, certificate... Insomma, migliaia e migliaia di euro, per poi dire: "ebbene, affidiamoci a due viti non svitabili per garantire che il riparo mobile non è manomissibile". A me viene la pelle d'oca al solo pensarci.

Un macchinario dura almeno 5 anni, come minimo, se produce parti legati a mercati stagionali. Altrimenti dura per dei decenni. Ed il micro switch sul riparo mobile lo montiamo con due vitine anti svitamento? Cioè, abbiamo riempito la macchina di migliaia di euro di sicurezza, affidata a due vitine con la testa taroccata che, piantandogli dentro il cacciavite si deforma e si svitano comunque?

Il bypass elettrico è meno comune, è vero, ma solo perché smontare il riparo mobile è più pratico per persone che non conoscono il circuito elettrico. Ma io resto dell'idea che, per un macchinario ed il relativo sistema di sicurezza che deve resistere anni e decenni non ci si possa affidare a delle vitine o rivetti.
E' un poco come progettare le casseforti: non sono mai inviolabili.

Sarebbe invece più utile, in Italia ed in Europa, introdurre alcune correzioni importanti al sistema costruzione macchine:
- istituire dei controlli sistematici da parte di enti terzi, periodici, come si fa per gli impianti di terra. (Non è stranamente sconvolgente che un impianto poco soggetto ai guasti ed alle manomissioni come quello di terra sia sottoposto ad obbligo di verifica e le sicurezze delle macchine no?)
- ma prima ancora, la responsabilità penale perenne del costruttore, finché non si operano modifiche, e soprattutto in mano alla giustizia ordinaria, perché oggi, ricordiamocelo sempre, il costruttore è responsabile praticamente mai. (Restando nel tema della D.M, dietro a tutto questa storia c'è un ministero a Roma che ha il dovere di vigilare). Un ministero? a Roma? PEr vigilare sull'applicazione della D.M.? Con la mole di costruttori che abbiamo in Italia? E dico il costruttore perché se nelle aziende ormai ci sono figure preposte un poco per tutti, questi invece non vengono controllati da nessuno, e fanno le peggio porcherie di questo mondo.
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