Buongiorno,
chiedo delucidazioni in merito al seguente impianto:
- Impianto industriale con cabina di proprietà, sistema TN-S;
- Una parte dell'impianto è stata fatta nel 1981;
- Una parte di impianto è stata fatta nel 2000;
A causa dell'installazione di un gruppo di rifasamento automatico e dello spostamento di un gruppo frigo esistente,
sono stato chiamato in causa dal mio amico elettricista. Una volta uscito mi trovo davanti ad una situazione abbastanza disastrosa.
Quadri vecchi e sporchi, modifiche su modifiche mai segnate, schemi elettrici non presenti ecc. ecc.
A parte il discorso rifasamento e gruppo frigo di cui farò un progetto a parte e relativa dichiarazione di conformità, il cliente mi chiede
di passare tutti i quadri elettrici e di produrre tutti gli schemi con la segnalazione di eventuali sistemazioni da fare.
Oltre a ciò, la parte fatta nel 2000 è a posto solo come dichiarazioni di conformità (spero anche come documentazione tecnica anche se
dubito fortemente), mentre la parte fatta nel 1981 non è presente nulla. L'ing. che ha seguito il fotovoltaico consiglia al cliente di farsi fare una
DI.RI per la parte di impianto 1981 e procedere con il discorso degli schemi. Ammesso che io non posso fare la DI.RI in quanto ho aperto lo studio
a Gennaio 2018, il mio amico elettricista, nonchè responsabile tecnico che ha attività da 6 anni, può firmare la DI.RI?
Ha senso farla? A livello normativo, il rifacimento di tutti gli schemi elettrici va associato ad una dichiarazione?
Grazie mille
Rifacimento documentazione ed eventuale DI.RI.
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Mike,
lillo
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La dichiarazione di rispondenza non può farla il tuo amico elettricista in quanto, in questo caso, l'impianto è soggetto a progettazione da parte di un libero professionista e la dichiarazione di rispondenza di conseguenza.
non ci sono problemi, ma solo soluzioni
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E fin qua ok!
Il mio dubbio è sulla DI.RI. ante 1990, in cui il progetto non era obbligatorio.
Il mio dubbio è sulla DI.RI. ante 1990, in cui il progetto non era obbligatorio.
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giacomo1988
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- Iscritto il: 15 giu 2017, 16:11
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Se ho capito bene il cliente ti ha praticamente chiesto di verificare l'impianto e definire quali sono gli adeguamenti necessari.
La diri a questo punto non serve a nulla, rilevi e verifichi tutto l'impianto e fai un bel progetto di adeguamento.
Niente di più bello e lineare

La diri a questo punto non serve a nulla, rilevi e verifichi tutto l'impianto e fai un bel progetto di adeguamento.
Niente di più bello e lineare

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giacomo1988 ha scritto:Il mio dubbio è sulla DI.RI. ante 1990, in cui il progetto non era obbligatorio.
nessuno te lo impedisce.
ritengo anzi, che fornire al cliente (finalmente), un rilievo completo dell'impianto, evidenziarne le non conformità (attraverso prove strumentali, non solo guardando il livello di pulizia) e indicare laddove queste siano presenti le proposte risolutive, sia la strada giusta da intraprendere.
DiCo, DiRi, e compagnia bella, lasciano la carta che usano se non corredati di adeguata documentazione a supporto, a maggior ragione in un impianto che allo stato dei fatti sarebbe soggetto a progettazione.
considerazioni personali da ritenersi anche OT:
probabilmente qualcuno ti dirà che basta il classico foglio della Di.Ri. per dire che tutto va bene;
probabilmente qualcun altro ti dirà che essendo ante '90 non dovresti fare un bel niente, perché il DM 37/08 parla di impianti installati tra il 1990 e il 2008;
probabilmente qualcuno ti dirà che online vendono le Di.Ri a qualche decina di euro;
io seguirei il consiglio di

avere un quadro d'insieme, pur essendo gli impianti realizzati in date e sotto legislazioni diverse, serve per permettere una adeguata e più rapida manutenzione, una ricerca dei guasti più gestibile, e facilitare anche le operazioni future di trasformazione o ampliamento.
impariamo a proporre ai clienti una visione tecnica della situazione, che quella burocratica assume sempre più una forma inquietante.
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giacomo1988 ha scritto:... il cliente mi chiede
di passare tutti i quadri elettrici e di produrre tutti gli schemi con la segnalazione di eventuali sistemazioni da fare.
Il cliente chiede quello che vuole ma sei tu come professionista che gli devi indicare qual è il percorso migliore da seguire.
giacomo1988 ha scritto:... L'ing. che ha seguito il fotovoltaico consiglia al cliente di farsi fare una
DI.RI per la parte di impianto 1981 e procedere con il discorso degli schemi.
Come sopra. E' il professionista che dice cosa bisogna fare, come e quanto costa.
giacomo1988 ha scritto:Ammesso che io non posso fare la DI.RI in quanto ho aperto lo studio
a Gennaio 2018, il mio amico elettricista, nonchè responsabile tecnico che ha attività da 6 anni, può firmare la DI.RI?
Non conta la data di apertura ma la data di iscrizione all'albo e l'attività di 5 anni dimostrabile. Se hai aperto lo studio nel 2018 ma prima esercitavi come dipendente o presso altri studi per più di 5 anni, questa esperienza è valida. Ovviamente se sei iscritto all'albo da almeno 5 anni.
giacomo1988 ha scritto:Ha senso farla? A livello normativo, il rifacimento di tutti gli schemi elettrici va associato ad una dichiarazione?
No, non ha alcun senso. La DIRI è un pezzo di carta che serve solo per dimostrare che l'impianto elettrico esistente antecedente al 30 marzo 2008 è conforme alla regola dell'arte ai fini della sicurezza, nonostante sia stata smarrita la Dichiarazione di conformità ai sensi ex L. 46/90 e DPR 447/91 obbligatoria dal marzo del 1990. Per gli impianti realizzati prima del 1990 non serve alcuna DIRI, basta un atto notorio ai fini burocratici, oppure si può seguire la stessa procedura della DIRI solo che non fai alcun riferimento all'art. 7 comma 6 DM 37/08 ma alla L. 186/68. Ma c'è un problema di fondo, è un ambiente di lavoro, quindi il datore di lavoro (e il progettista) sono soggetti agli obblighi del D.Lgs. 81/08, dove la valutazione del rischio e relativi provvedimenti non sono statici ma dinamici, ergo, non puoi valutare l'impianto esistente con la norma in vigore del 1981 (sempre che qualcuno l'abbia applicata e ne trovi traccia), ma devi applicare la normativa vigente e indicare al datore di lavoro gli adeguamenti necessari per priorità di rischio, sarà sua responsabilità scegliere dove e come intervenire visto che il potere di spesa è suo, tu progetterai gli adeguamenti che il datore di lavoro ha scelto.
Quindi procedi come già ti hanno indicato


1. verifica straordinaria dell'impianto elettrico esistente (per valutare lo stato dell'arte ai fini della sicurezza e indicare quali siano gli adeguamenti necessari da predisporre.
2. rilievo dello stato di fatto (per acquisire la documentazione minima necessaria per gli interventi di manutenzione fino al suo adeguamento e per acquisire tutti gli elementi per la progettazione degli adeguamenti)
Successivamente, una volta che il cliente ha compreso lo stato di fatto e quali interventi fare, prosegui con l'offerta per:
1. progettazione definitiva/esecutiva adeguamento impianto elettrico esistente (totale e/o a stralci)
2. D.LL.
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Michele Guetta
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Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
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Quello che non comprendi con l'insegnamento, lo imparerai, a tue spese, con l'esperienza. (MMGM)
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Mike
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Ok, grazie a tutti!
Raccoglierò tutti i dati possibili compresi progetti dello studio che li seguiva e poi trarrò le mie conclusioni.
Comunque penso che sia ovvio che il progettista decida ma se il Cliente, prima del progettista, ha sentito le campane dell'elettricista e dell'Ing. del fotovoltaico, chiede a loro determinati interventi in base a quello che ha sentito. Il cliente lo incontrerò giovedì e gli farò presente tutto questo.
E' per questo che ho scritto qua. Ogni volta che sorgono questi problemi c'è qualcuno che parla e propone la DI.RI. senza se e senza ma...
Grazie del confronto.
Raccoglierò tutti i dati possibili compresi progetti dello studio che li seguiva e poi trarrò le mie conclusioni.
Comunque penso che sia ovvio che il progettista decida ma se il Cliente, prima del progettista, ha sentito le campane dell'elettricista e dell'Ing. del fotovoltaico, chiede a loro determinati interventi in base a quello che ha sentito. Il cliente lo incontrerò giovedì e gli farò presente tutto questo.
E' per questo che ho scritto qua. Ogni volta che sorgono questi problemi c'è qualcuno che parla e propone la DI.RI. senza se e senza ma...
Grazie del confronto.
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giacomo1988
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