
L'impressione principale (netta) che ho avuto è che la programmazione classica, su cui avevo iniziato a infarinarmi quando ero ancora studente, sia di fatto divenuta roba da museo nello stesso modo in cui, per capirci, lo è diventata la progettazione di circuiti elettronici discreti, da tempo trasformatasi in un assemblaggio più o meno accorto di blocchi funzionali venduti pronti all'uso sotto forma di circuiti integrati.
Nel caso dell'elettronica, l'utilizzo dei vari integrati è subordinato alla lettura e comprensione dei datasheet associati sulla base dei quasi, se serve, viene aggiunta progettazione ad hoc di stadi e circuiti che fungono da collante tra un blocco e l'altro. Curiosando e anche giocando con gli installer mi è venuto da pensare che anche in informatica ci possa essere una prassi di lavoro analoga: si acquistano blocchi funzionali (gli "integrati") con i relativi datasheet che spiegano la funzione e le necessità dei vari "pin" (grandezze e parametri da passare al blocco di elaborazione e i dati che ne escono da utilizzare a proprio comodo) a cui aggiungere dei "programmi-collante" che si occupino soprattutto di interfacciare i blocchi tra loro.
La faccenda mi intriga abbastanza in quanto, senza mettere in discussione le prerogative dei "piani alti" della programmazione, il poter assemblare tra loro (naturalmente con intelligenza, non con i piedi...) vari blocchi funzionali pronti consentirebbe anche ai semiprofani di informatica di realizzare programmi su misura delle proprie esigenze, pur senza necessariamente essere (o divenire) dei programmatori in senso stretto.
Come stanno davvero le cose oggi?
Grazie fin da ora!
