Come funziona la retroazione?
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AZZZ ha scritto:No... la formula finale non può avere tutti gli elementi sommati, c'è un sottrattore
A me pare che i calcoli che ha fatto siano giusti.
Tra l'altro qui gli schemi sono richiesti in FidoCADJ e formule in LaTeX. Usando la nomenclatura dell' OP:

Ultima modifica di
gvee il 28 nov 2018, 0:14, modificato 1 volta in totale.

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Se e' un sistema reazionato, i dati sono
e
.
risulta di conseguenza, non puoi imporlo tu a capocchia!
La formula risultante fondamentale e'




La formula risultante fondamentale e'

Se funziona quasi bene, è tutto sbagliato. A.Savatteri/M.Mazza
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ma questo equivarrebbe a dire che le propagazioni dei segnali sono istantanee giusto?
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Mah, oddio, proprio istantanee no... ma comunque si assume una velocita' di propagazione pari a quella dei segnali elettrici in un circuito (ad esempio).
L'effetto finale risultante e' che se per un qualsiasi motivo il segnale di uscita viene perturbato o varia, il sistema di regolazione a retroazione agisce in maniera tale da opporsi a tali variazioni e ristabilire il valore di uscita desiderato.
Il tempo in cui avviene tale effetto di "regolazione" quello si' puo' non essere istantaneo. Ad esempio se l'uscita e' un segnale proporzionale alla velocita' di un comune motore elettrico, il motore stesso possiede una inerzia meccanica e non puo' variare istantaneamente il suo numero di giri/min.
Occorre un tempo finito afficnhe' l'uscita si stabilizzi, ma questo non ha nulla a che vedere con la velocita' di propagazione dei segnali elettrici entro il sistema reazionato.
Nel nostro esempio di motore elettrico anzi, e' bene che il sistema di retroazione non sia troppo "reattivo" altrimenti possono insorgere autooscillazioni.
Ho spiegato tutto cio' in maniera estremamente semplificata, perche' in realta' sono argomenti che si imparano gradualmente durante lo studio dei controlli automatici.
Spero di averti chiarito un po' di cose!
L'effetto finale risultante e' che se per un qualsiasi motivo il segnale di uscita viene perturbato o varia, il sistema di regolazione a retroazione agisce in maniera tale da opporsi a tali variazioni e ristabilire il valore di uscita desiderato.
Il tempo in cui avviene tale effetto di "regolazione" quello si' puo' non essere istantaneo. Ad esempio se l'uscita e' un segnale proporzionale alla velocita' di un comune motore elettrico, il motore stesso possiede una inerzia meccanica e non puo' variare istantaneamente il suo numero di giri/min.
Occorre un tempo finito afficnhe' l'uscita si stabilizzi, ma questo non ha nulla a che vedere con la velocita' di propagazione dei segnali elettrici entro il sistema reazionato.
Nel nostro esempio di motore elettrico anzi, e' bene che il sistema di retroazione non sia troppo "reattivo" altrimenti possono insorgere autooscillazioni.
Ho spiegato tutto cio' in maniera estremamente semplificata, perche' in realta' sono argomenti che si imparano gradualmente durante lo studio dei controlli automatici.
Spero di averti chiarito un po' di cose!

Se funziona quasi bene, è tutto sbagliato. A.Savatteri/M.Mazza
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Si grazie penso di aver capito. L'errore che facevo era il considerare i valori nelle formule come in evoluzione nel tempo. Grazie a tutti per avermi seguito nella mia follia 

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Leoddio ha scritto:ma questo equivarrebbe a dire che le propagazioni dei segnali sono istantanee giusto?
Se la propagazione dei segnali nel circuito è molto più veloce della variazione dei segnali, si può considerare istantanea.

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Nella rappresentazione da te introdotta non abbiamo ritardi.
Il fatto e' evidente quando espliciti anche la variabile indipendente (il tempo t in questo caso). La
al primo membro e' la stessa
presente al secondo membro della tua equazione* e non fanno riferimento ad istanti di tempo diversi.
Stai eseguendo lo studio astratto di un sistema fisico e pertanto devi svincolarti dalla sua possibile realizzazione, in questo momento. Se continuerai con i tuoi studi, vedrai anche questo aspetto.
La trasformata di Laplace, inoltre, non viene introdotta per abbandonare il dominio del tempo e poter dire: non abbiamo piu' il tempo, quindi tutto accade istantaneamente e siamo autorizzati a fare questi passaggi. Lo scopo di tutte le trasformate e' ben altro.
Se invece fosse necessario considerare anche il ritardo finito, tale ritardo si potrebbe esprimere tramite un termine esponenziale (in pratica avresti un ulteriore blocco da considerare).
*Come ti e' stato gia' detto, i tuoi passaggi sono corretti, quindi lascia perdere i discorsi sul segno meno.
P.S.
A che anno sei? (scuola superiore immagino).
Il fatto e' evidente quando espliciti anche la variabile indipendente (il tempo t in questo caso). La


Stai eseguendo lo studio astratto di un sistema fisico e pertanto devi svincolarti dalla sua possibile realizzazione, in questo momento. Se continuerai con i tuoi studi, vedrai anche questo aspetto.
La trasformata di Laplace, inoltre, non viene introdotta per abbandonare il dominio del tempo e poter dire: non abbiamo piu' il tempo, quindi tutto accade istantaneamente e siamo autorizzati a fare questi passaggi. Lo scopo di tutte le trasformate e' ben altro.
Se invece fosse necessario considerare anche il ritardo finito, tale ritardo si potrebbe esprimere tramite un termine esponenziale (in pratica avresti un ulteriore blocco da considerare).
*Come ti e' stato gia' detto, i tuoi passaggi sono corretti, quindi lascia perdere i discorsi sul segno meno.
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Il Conte di Montecristo
Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico.
La scienza non è democratica e le sue leggi non si decidono per alzata di mano.
Non seguo il metodo Montessori.
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EdmondDantes
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