Il carico non vede la tensione della batteria, e perché poi diviso quattro?
Il contributo dell'induttore (ammesso che si possano sommare così liberamente delle potenze in un circuito non lineare) sarebbe così solo in DCM, cioè se tutta l'energia accumulata fosse trasferita ad ogni ciclo.
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marioursino ha scritto:Il carico non vede la tensione della batteria, e perché poi diviso quattro?
Il contributo dell'induttore (ammesso che si possano sommare così liberamente delle potenze in un circuito non lineare) sarebbe così solo in DCM, cioè se tutta l'energia accumulata fosse trasferita ad ogni ciclo.
Ho diviso per 4 perché per metà tempo immaginavo spenta tensione e corrente della batteria sul carico
(cosa peraltro non molto vera nel caso disegnato ma rende meglio l' idea

E dove andrebbe l' energia dell' induttanza se non sul carico non potendo tornare indietro dal diodo ?
Poi dai la tensione della batteria sul carico ci va poi ci sommi quella aggiunta dalla induttanza ad ogni ciclo nel secondo in esame
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Continua a non avere senso!
Per usare proficuamente un simulatore, bisogna sapere molta più elettronica di lui
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Il 555 sta all'elettronica come Arduino all'informatica! (entrambi loro malgrado)
Se volete risposte rispondete a tutte le mie domande
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IsidoroKZ ha scritto:Continua a non avere senso!
Ho provato una simulazione e i conti con quella formuletta quadrano abbastanza,
mettine una meglio o mostrami dove sbaglia alla grande!
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L'induttanza critica e` data da

EDIT:IKZ avevo scritto una L di troppo a denominatore! Grazie

Chiedo un favore: rispondi quando sei sicuro di quello che dici, non dare informazioni sensa senso.
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Rieccomi qua...
Sinceramente non ho capito molto il discorso delle formule e non tanto le ultime, ma ho pensato alcune cose...
Partiamo dal carico: devo pilotare dei comuni motori a corrente continua come quelli delle ventole dei phon, essi sono di solito alimentati a circa 35V e assorbono circa 1A... (Ancora non so esattamente quanti)
è ormai qualche anno che non tocco i circuiti del primo ordine, quindi vediamo se mi ricordo bene!
L'induttore impiega un certo tempo per caricarsi, e questo valore è dato da L/R dove in questo caso R corrisponde alla resistenza dell'induttore (0.4 Ohm).
Quindi svolgendo qualche calcolo e qualche semplificazione dovremmo ottenere 2.5 mS. in pratica l'induttore è completamente carico dopo 2.5ms quindi se la frequenza è data da 1/T dove T è il periodo otteniamo una frequenza di 400Hz.
Ora consideriamo la corrente immagazzinata nell'induttore che è data dalla formula (Vin/R)*(e^ -t/T) dove R è sempre la resistenza dell'induttore, T è la costante di tempo che impiega l'induttore per caricarsi.
Quindi la tensione di uscita dovrebbe essere (Vin/R)*(e^ -t/T) * 2.4
Spero di non aver fatto troppa confusione e di non aver detto fesserie...
Sinceramente non ho capito molto il discorso delle formule e non tanto le ultime, ma ho pensato alcune cose...
Partiamo dal carico: devo pilotare dei comuni motori a corrente continua come quelli delle ventole dei phon, essi sono di solito alimentati a circa 35V e assorbono circa 1A... (Ancora non so esattamente quanti)
è ormai qualche anno che non tocco i circuiti del primo ordine, quindi vediamo se mi ricordo bene!
L'induttore impiega un certo tempo per caricarsi, e questo valore è dato da L/R dove in questo caso R corrisponde alla resistenza dell'induttore (0.4 Ohm).
Quindi svolgendo qualche calcolo e qualche semplificazione dovremmo ottenere 2.5 mS. in pratica l'induttore è completamente carico dopo 2.5ms quindi se la frequenza è data da 1/T dove T è il periodo otteniamo una frequenza di 400Hz.
Ora consideriamo la corrente immagazzinata nell'induttore che è data dalla formula (Vin/R)*(e^ -t/T) dove R è sempre la resistenza dell'induttore, T è la costante di tempo che impiega l'induttore per caricarsi.
Quindi la tensione di uscita dovrebbe essere (Vin/R)*(e^ -t/T) * 2.4
Spero di non aver fatto troppa confusione e di non aver detto fesserie...
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daniele1996
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Negli switching, per avere un rendimento elevato, le resistenze parassite sono piccole e la costante di tempo L/R sono molto maggiori del periodo di commutazione, per cui quando chiudi l'interruttore la corrente sAle praticamente in modo lineare con pendenza Vi/L.
Se aspettassi qualche costante di tempo la corrente salirebbe a 30A, cosa inammissibile perché il rendimento crollerebbe, e l'induttore probabilmentete sarebbe già saturo da molto!
Il mio suggerimento è di comprarlo già fatto. È possibile costruirlo, ma ci vuole un buon progetto, i componenti adatti, e prima ancora le specifiche. Ad esempio tensione di ingresso di 12V, tensione di uscita 35V 1A... e poi le relative variazioni...
Se aspettassi qualche costante di tempo la corrente salirebbe a 30A, cosa inammissibile perché il rendimento crollerebbe, e l'induttore probabilmentete sarebbe già saturo da molto!
Il mio suggerimento è di comprarlo già fatto. È possibile costruirlo, ma ci vuole un buon progetto, i componenti adatti, e prima ancora le specifiche. Ad esempio tensione di ingresso di 12V, tensione di uscita 35V 1A... e poi le relative variazioni...
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IsidoroKZ ha scritto:
L'induttanza critica e` data da
Chiedo un favore: rispondi quando sei sicuro di quello che dici, non dare informazioni sensa senso.
Ti rimane solo di fare un esempio chiaro e comprensibile di quanto hai messo, magari con i numeri già dati dall' autore del tema
Così credimi che tra quanti dilettanti e non solo, leggono, hanno capito davvero in pochi,
Poi lo confronti con il risultato della mia formuletta a prova di nonna e nipotino
Poi mi sa che il valore che interessa all' autore è quello di una formula finale della tensione efficace sul carico
senza lettere incognite
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