
Abbassare la frequenza di alimentazione in un trasformatore
Moderatori: fpalone,
mario_maggi,
SandroCalligaro
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Salve a tutti! Mi chiedevo, variando la frequenza di alimentazione in un trasformatore (ad esempio da 50 Hz a 42 Hz), l'induzione magnetica B massima sul secondario rimane costante giusto ? o diminuisce ? Io pensavo che diminuiva solo la tensione prelevata sul secondario,tuttavia un mio collega in un esercizio ha scritto che per mantenere l'induzione B massima sul secondario costante bisogna aumentare l'alimentazione sul primario
l'induzione B non dipende solo dalla corrente sul primario? il valore massimo di B sul secondario non dipende solo dal valore massimo della corrente sul primario che a sua volta è scorrelato dalla frequenza ma dipende solo dalla tensione di alimentazione?

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E' complesso,ci sono tanti fenomeni contrastanti.
Il rapporto tensioni fra primario e secondario non cambia, oppure cambia poco.
In un trasformatore senza carico, Se abbassi la frequenza a pari tensione di alimentazione,si riduce la reattanza e aumenta la corrente magnetizzante.
Dovrebbero diminuire le perdite nel ferro.
Oltre non so.
Il rapporto tensioni fra primario e secondario non cambia, oppure cambia poco.
In un trasformatore senza carico, Se abbassi la frequenza a pari tensione di alimentazione,si riduce la reattanza e aumenta la corrente magnetizzante.
Dovrebbero diminuire le perdite nel ferro.
Oltre non so.
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Salve
Goku,
Se, come normalmente accade, il trasformatore è collegato in derivazione, abbassando la frequenza a parità di tensione di alimentazione si causa un aumento del flusso e quindi dell'induzione di lavoro.
Di conseguenza aumenta anche la corrente magnetizzante necessaria a sostenere il flusso (e può aumentare di molto, se il nucleo va in saturazione).
Per mantenere costante l'induzione, la tensione applicata agli avvolgimenti va ridotta in modo proporzionale con la frequenza.

Se, come normalmente accade, il trasformatore è collegato in derivazione, abbassando la frequenza a parità di tensione di alimentazione si causa un aumento del flusso e quindi dell'induzione di lavoro.
Di conseguenza aumenta anche la corrente magnetizzante necessaria a sostenere il flusso (e può aumentare di molto, se il nucleo va in saturazione).
Per mantenere costante l'induzione, la tensione applicata agli avvolgimenti va ridotta in modo proporzionale con la frequenza.
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fpalone ha scritto:SalveGoku,
Per mantenere costante l'induzione, la tensione applicata agli avvolgimenti va ridotta in modo proporzionale con la frequenza.
Cioè andrebbe ridotta nel caso che ho fatto da esempio ?
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Sì, nel tuo caso, riducendo da 50 a 42 Hz la frequenza di alimentazione, dovresti ridurre la tensione di alimentazione in proporzione (quindi un 16%in meno circa)
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Questa cosa si dovrebbe vedere abbastanza chiaramente, guardando l'induttanza di magnetizzazione in un circuito equivalente del trasformatore...
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SandroCalligaro
2.540 2 4 5 - Master EY
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fpalone ha scritto:Sì, nel tuo caso, riducendo da 50 a 42 Hz la frequenza di alimentazione, dovresti ridurre la tensione di alimentazione in proporzione (quindi un 16%in meno circa)
Ho capito. Avrei immaginato la stessa cosa, prima di notare che in effetti abbassando la frequenza, in teoria non si dovrebbe abbassare di conseguenza anche la f.e.m. indotta sul secondario senza bisogno che la abbasso io sul primario? Io certe volte ragiono al limite: a frequenza prossima a 0 si ha una f.e.m. indotta sul secondario prossima a 0, giusto ? Quindi abbassando la frequenza si abbassa anche la tensione sul secondario a vuoto? E quindi automaticamente la B indotta non dovrebbe essere sempre costante perché la tensione indotta sul secondario si abbassa da sola proporzionalmente a quanto abbasso la frequenza? Correggetemi se sbaglio ovviamente
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No, ti è stato già risposto. A frequenza zero avresti altri fenomeni che mascherano l'effetto trasformatore. Sarebbero da considerare anche le perdite nel ferro, se ben ricordo quelle per correnti parassite calano col quadrato della frequenza e quelle per cicli di isteresi crescono con la potenza 1,6 cioè un po' meno.
(parliamo di un abbassamento della frequenza)
(parliamo di un abbassamento della frequenza)
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EcoTan ha scritto:No, ti è stato già risposto. A frequenza zero avresti altri fenomeni che mascherano l'effetto trasformatore. Sarebbero da considerare anche le perdite nel ferro, se ben ricordo quelle per correnti parassite calano col quadrato della frequenza e quelle per cicli di isteresi crescono con la potenza 1,6 cioè un po' meno.
(parliamo di un abbassamento della frequenza)
Ho capito grazie
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Mi è venuto un dubbio sul funzionamento del trasformatore.
In un trasformatore alimentato ovviamente sul primario a tensione costante (Es. 230 Vac 50 Hz), al passaggio da funzionamento con secondario senza carico ( a vuoto) a secondario sotto carico, l'induzione magnetica B nel materiale magnetico mi pare che debba rimanere costante.
La corrente nel carico provoca un aumento di flusso, che però è compensato dall'aumento della corrente nel primario. I due aumenti si compensano.
Qualcuno, me lo può confermare?

In un trasformatore alimentato ovviamente sul primario a tensione costante (Es. 230 Vac 50 Hz), al passaggio da funzionamento con secondario senza carico ( a vuoto) a secondario sotto carico, l'induzione magnetica B nel materiale magnetico mi pare che debba rimanere costante.
La corrente nel carico provoca un aumento di flusso, che però è compensato dall'aumento della corrente nel primario. I due aumenti si compensano.
Qualcuno, me lo può confermare?

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