Buongiorno, devo fare un impianto di distribuzione bt con "n" utenze uguali da 4,5kVA monofase. L'impianto è industriale (TN-S).
Attualmente metto un magnetotermico-diff. 2p per ogni utenza. Le utenze distano circa 10m dal quadro e sono bene o male tutte attaccate.
Sarebbe possibile, con l'intento di risparmiare un po, mettere un magnetotermico 4p ogni tre utenze (quindi raggruppano il neutro), attaccandole sotto lo stesso interruttore? Pertanto facendo gruppi di tre sotto lo stesso interruttore.
Da qualche parte ricordo di aver letto che oltre i 3,6 kVA si deve fare un circuito separato?
Inoltre queste utenze è possibile sottenderle ad un differenziale puro a gruppi di 3 o piu? (ok, non sarebbe necessario nel tn-s ma non si sa mai ).
Grazie in anticipo
Impianto distribuzione bt
Moderatori: Mike, sebago, MASSIMO-G, lillo
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Baldo199 ha scritto:ok, non sarebbe necessario nel tn-s ma non si sa mai
Io vado a fare la spesa in elicottero.
Non serve ma non si sa mai
Sei un progettista?
In ogni caso non ci sono dati che permettono a qualcuno di darti un consiglio.
Il limite dei 3,6 kVA non lo conosco (potrebbe essere anche una raccomandazione di qualche Norma, che non ricordo).
In ogni caso il progettista valuta in base alle caratteristiche dei carichi ed alla selettività richiesta.
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Se le utenze sono monofasi, non vedo perché alimentarle in trifase raggruppandole a tre a tre.
Se una si guasta le altre due che combinano?
E se serve disalimentarne una sola, lasciando le altre due alimentate? Poi come si potrebbe fare?
Riguardo ai differenziali, non è assolutamente vero che in TN-S non servono, dipende dall'impianto!
perché piuttosto non metti un differenziale puro ogni tre o sei magnetotermici 2p?
Oppure ancora un magnetotermico differenziale ogni sei utenze, sotto ai quali metti un magnetotermico (bipolare o monopolare con sezionatore del neutro, ma non ricordo se si può usare in questo ambito)
Se una si guasta le altre due che combinano?
E se serve disalimentarne una sola, lasciando le altre due alimentate? Poi come si potrebbe fare?
Riguardo ai differenziali, non è assolutamente vero che in TN-S non servono, dipende dall'impianto!
perché piuttosto non metti un differenziale puro ogni tre o sei magnetotermici 2p?
Oppure ancora un magnetotermico differenziale ogni sei utenze, sotto ai quali metti un magnetotermico (bipolare o monopolare con sezionatore del neutro, ma non ricordo se si può usare in questo ambito)
Almeno l'itagliano sallo...
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Non complicherei le cose semplici, ogni carico il suo interruttore e tutti contenti, anche il portafoglio visto che la differenza di prezzo fra un interruttore quadripolare e tre bipolari è insignificante (forse paghi meno i tre bipolari)
Con linee di 10 m anche il risparmio sui cavi è minore del costo per le derivazioni.
Con linee di 10 m anche il risparmio sui cavi è minore del costo per le derivazioni.
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guzz ha scritto: Riguardo ai differenziali, non è assolutamente vero che in TN-S non servono, dipende dall'impianto!
Potresti farmi un esempio perfavore anche se in teoria non servono?
Ad ogni modo io vedo che bene o male su tutti gli impianti TN-S ci son i differenziali.
guzz ha scritto: perché piuttosto non metti un differenziale puro ogni tre o sei magnetotermici 2p?
Difatti è la strada che sto seguendo.
Grazie!
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Baldo199 ha scritto:Potresti farmi un esempio perfavore anche se in teoria non servono?
Ad ogni modo io vedo che bene o male su tutti gli impianti TN-S ci son i differenziali.
Certamente, ma devo prenderla larga
I differenziali sono parte del sistema di protezione dai contatti indiretti, assieme all'impianto di messa a terra. Servono essenzialmente per evitare che chi va a toccare la massa in tensione non venga mai a contatto con tensioni superiori ai 50 V (25 se ambienti speciali). I differenziali devono infatti essere coordinati con l'impianto di messa a terra dell'edificio, in modo che aprano il circuito prima che le masse raggiungano questa tensione.
Tieni conto che per il coordinamento va rispettata la relazione 50 V = Rt * Id, quindi facendo un rapido calcolo vien fuori che la resistenza dell'impianto di terra, usando differenziali da 300 mA, basta che sia di 167 ohm, nel caso di 30 mA basta 1667.
Poi ovviamente la si fa più bassa senza grossi problemi, raramente mi capita di trovarla superiore ai 10/20 ohm
Negli impianti TN la resistenza dell'impianto di terra è molto più bassa di quella dei sistemi TT, sicuramente inferiore ad 1 ohm, dato che serve un valore molto basso per il coordinamento con i sistemi di protezione MT.
Inoltre, l'anello di guasto a terra si richiude su un percorso molto più breve e con una resistenza molto più bassa del sistema TT, dato che il PE è connesso direttamente al centro stella del trasformatore.
Per cui scegliendo (o tarando) opportunamente gli interruttori magnetotermici si riesce a garantire una adeguata protezione dai contatti indiretti semplicemente sfruttando le correnti di intervento dei magnetotermici stessi.
Resta il fatto che, personalmente, ritengo più "sicura" la soluzione dei differenziali, soprattutto quando ciascun circuito è protetto da più di uno, scelti in modo da avere la giusta selettività verticale.
E ovviamente che vengano verificati almeno annualmente...
Almeno l'itagliano sallo...
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Chi vuole può dare un'occhiata qui:
http://www.elektro.it/elektro_sicurel_html/sicurel_14.html
Da cui il circuito di guasto nei sistemi TN, con modello equivalente comprendente l'omino che tocca la massa.
Il caso c) nella figura è troppo sintetico: era stato fatto un equivalente di Thevenin fra A e N e viene trascurata la resistenza dell'equivalente di Thevenin poiché molto più piccola generalmente rispetto al corpo umano, la tensione equivalente, non mostrata, vale U0/2 o 2*U0/3 (neutro stessa sezione di fase, o neutro ridotto a metà sezione di fase).
Un guasto di una fase verso una massa è sostanzialmente ricondotto ad un guasto simile al fase neutro, pertanto con interruzione dell'alimentazione per intervento delle protezioni magnetiche.
I differenziali nei sistemi TN proliferano perché così chi progetta non si mette a calcolare (in ogni punto!!) l'impedenza dell'anello di guasto.
Ma attenzione perché le correnti di guasto in gioco possono essere molto elevate rispetto a quelle dei sistemi TT ed i differenziali potrebbero non aprire se non adeguatamente scelti (potere di interruzione differenziale nominale I∆m).
http://www.elektro.it/elektro_sicurel_html/sicurel_14.html
Da cui il circuito di guasto nei sistemi TN, con modello equivalente comprendente l'omino che tocca la massa.
Il caso c) nella figura è troppo sintetico: era stato fatto un equivalente di Thevenin fra A e N e viene trascurata la resistenza dell'equivalente di Thevenin poiché molto più piccola generalmente rispetto al corpo umano, la tensione equivalente, non mostrata, vale U0/2 o 2*U0/3 (neutro stessa sezione di fase, o neutro ridotto a metà sezione di fase).
Un guasto di una fase verso una massa è sostanzialmente ricondotto ad un guasto simile al fase neutro, pertanto con interruzione dell'alimentazione per intervento delle protezioni magnetiche.
I differenziali nei sistemi TN proliferano perché così chi progetta non si mette a calcolare (in ogni punto!!) l'impedenza dell'anello di guasto.
Ma attenzione perché le correnti di guasto in gioco possono essere molto elevate rispetto a quelle dei sistemi TT ed i differenziali potrebbero non aprire se non adeguatamente scelti (potere di interruzione differenziale nominale I∆m).
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però, se non sbaglio, un differenziale rileverebbe anche un guasto a terra non franco (frequenti con resistenze, scaldabagno, forni ecc.) con corrente di fuga inferiore alla In del magnetotermico
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