ciao,
non c'è nessun obbligo legislativo, neanche per gli organismi che si occupano di Dpr 462/01, nel senso stretto del termine, nel senso che non esiste una legge o un decreto che
obblighi ad effettuare le tarature.
gli
obblighi sulle tarature degli strumenti sono dettate da normative tecniche (vedi UNI CEI EN ISO/IEC 17020:2012, CEI 0-14) che Accredia fa applicare agli organismi DPR 462/01.
le normative citate hanno carattere procedurale, non dicono infatti come, quando e con che criterio tarare uno strumento; dopo l'abrogazione della CEI 0-11, il primario riferimento è diventata la CEI 64-14 V1.
come hanno già indicato, è consigliabile far tarare uno strumento almeno ogni 3 anni, ma in relazione all'uso e all'accettabilità dell'errore, si passa a periodicità più ristrette.
quanto indicato vale per gli organismi accreditati alle verifiche del DPR 462/01. Professionisti o installatori non mi risulta che abbiano
obblighi in tal senso, ma operare nel rispetto della normativa vigente (spesso dichiarata cubitale nelle loro relazioni

), dovrebbe portarli a un minimo di sensibilità sull'argomento; non so per chi opera in regime di ISO 9001.
vale la pena di ricordare alcuni aspetti sulla questione taratura:
- la taratura di uno strumento serve a valutare che le misure
fatte fino a quel momento sono da ritenersi accettabili, non quelle dopo;
- la taratura necessita di conferma metrologica: lo strumento
starato non esiste, a meno che non lo decide l'utilizzatore, in alcuni casi posso accettare incertezze del 30%, in altri non posso accettare più del 5%;
- la taratura è da effettuarsi su punti significativi: se lo strumento mi serve per leggere tensioni da 5 a 10 V, per l'utilizzatore ha poco senso valutare l'incertezza a 400 V.