Theodoro ha scritto:Valore legale del titolo di studio?
Non è indice di conoscenza così come una DiCo non è indice di lavoro fatto bene.
Una università del genere la vedo bene come seminario di studio di approfondimento o aggiornamento, del diploma poco importa lo faccio per me e se sarò bravo potrò dimostrarlo di fronte aun un possibile datore di lavoro.
Potrebbe andare bene per prepararmi ed andare poi a dare gli esami in una università tradizionale.
Fossi il megadirettore galattico della Megaditta sottopporei il candidato ad un severo colloquio, un colloquio che solo chi ha frequentato un'università supererebbe...poco mi importa quale università e come è stata frequentata..nei concorsi pubblici invece è cpsa buona e pia stendere un pietoso velo..
Guarda, non voglio certo iniziare qui la guerra tra "laureati e diplomati", ma in 12 anni che sono nel mondo del lavoro ho visto tanti, troppi, ingegneri laureati in università tradizionali che si riempiono la bocca con citazioni greco-latine e poi mi vanno in confusione con le unità di misura più elementari.
Ne ho conosciuti ben pochi che stimo veramente, persone che capisci fin da subito l'impegno che ci hanno messo nello studio e che poi si ritrovano davvero ad usare sul lavoro le nozioni imparate. I restanti hanno studiato e frequentato giusto per passare l'esame di turno.
Per quanto riguarda i colloqui, in passato ne ho fatti veramente tanti e posso dire di aver imparato una cosa: non devono essere unilaterali. Anche il candidato può e deve fare domande. Si chiamano appunto colloqui e non inquisizioni. Se già in quella sede mi dimostri discriminazione in base al titolo di studio della persona candidata o in base a quanto è rinomata l'università in cui ha studiato, allora scappo a gambe levate da quel posto che sicuramente è rimasto fermo agli anni 80.
