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Consiglio su università digitale

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[21] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteGiovanni123 » 2 ago 2023, 7:34

Theodoro ha scritto:Valore legale del titolo di studio?
Non è indice di conoscenza così come una DiCo non è indice di lavoro fatto bene.
Una università del genere la vedo bene come seminario di studio di approfondimento o aggiornamento, del diploma poco importa lo faccio per me e se sarò bravo potrò dimostrarlo di fronte aun un possibile datore di lavoro.
Potrebbe andare bene per prepararmi ed andare poi a dare gli esami in una università tradizionale.
Fossi il megadirettore galattico della Megaditta sottopporei il candidato ad un severo colloquio, un colloquio che solo chi ha frequentato un'università supererebbe...poco mi importa quale università e come è stata frequentata..nei concorsi pubblici invece è cpsa buona e pia stendere un pietoso velo..


Guarda, non voglio certo iniziare qui la guerra tra "laureati e diplomati", ma in 12 anni che sono nel mondo del lavoro ho visto tanti, troppi, ingegneri laureati in università tradizionali che si riempiono la bocca con citazioni greco-latine e poi mi vanno in confusione con le unità di misura più elementari.
Ne ho conosciuti ben pochi che stimo veramente, persone che capisci fin da subito l'impegno che ci hanno messo nello studio e che poi si ritrovano davvero ad usare sul lavoro le nozioni imparate. I restanti hanno studiato e frequentato giusto per passare l'esame di turno.

Per quanto riguarda i colloqui, in passato ne ho fatti veramente tanti e posso dire di aver imparato una cosa: non devono essere unilaterali. Anche il candidato può e deve fare domande. Si chiamano appunto colloqui e non inquisizioni. Se già in quella sede mi dimostri discriminazione in base al titolo di studio della persona candidata o in base a quanto è rinomata l'università in cui ha studiato, allora scappo a gambe levate da quel posto che sicuramente è rimasto fermo agli anni 80. :shock:
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[22] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto Utentearabofenice » 2 ago 2023, 9:15

Con un tecnico con cui collaboro, mi raccontò il seguente fatto:
in un convegno, era presente il Professore Vito Carrescia e dopo aver terminato il convegno, il tecnico gli fece delle rimostranze su alcuni colleghi ingegneri sulla loro capacità di eseguire la loro professione. Il Professore Carrescia gli rispose che per essere ingegnere occorre imparare un libro di compendi di leggi, ma se sei idiota, anche se sei ingegnere rimani sempre un idiota.

Comunque la professionalità e la conoscenza di un individuo non può essere associata ad un diploma o ad una laurea emessa da quel istituto o da quella università ma è il risultato di un percorso di esperienza e di studio personale che ognuno di noi deve intraprendere per eseguire la propria professione diligentemente. La scuola, università, i convegni sono solo le "micce" per ampliare il nostro bagaglio personale.

Disporre di una laurea può comportare di avere nei concorsi pubblici, un punteggio più elevato rispetto al diploma, in ambito privato di poter ambire ad uno stipendio più elevato. Ovviamente sia di concorsi pubblici o privati (i privati come E-Distribuzione, Terna ecc.) eseguono degli screening curricula e successivamente si viene contattati per eseguire delle prove di esami per constatare effettiva competenza dell'individuo. Non voglio entrare in merito a eventuali pratiche civilmente o penalmente percorribili.
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[23] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteGiovanni123 » 2 ago 2023, 12:39

Concordo in pieno. Di fatto, il mio "prurito" (come l'ho definito all'inizio) deriva dal voler ampliare le mie conoscenze e consolidare le mie competenze in primis. Ovviamente c'è anche l'ambizione di voler migliorare la posizione lavorativa, non si campa certo di sola aria e ognuno di noi è spinto dal desiderio di voler "crescere" in svariati sensi.
Vere tutte le considerazioni che abbiamo fatto, ma sostanzialmente il mondo è pieno di persone che guardano solo il titolo e il pezzo di carta. L'ambiente dove mi trovo adesso, che è cambiato negli anni, ne è la prova. Anche questo è uno dei motivi che mi spinge a tentare di più.
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[24] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto Utenteelfo » 2 ago 2023, 14:56

Federico Faggin - Silicio
Mi diplomai come perito radiotecnico a 18 anni nel 1960, quando il cosiddetto miracolo economico italiano era in pieno sviluppo. Le opportunità d’impiego erano allora abbondanti e io accettai un’offerta di lavoro come tecnico presso la Olivetti nel laboratorio di elettronica a Borgolombardo, vicino a Milano, dove furono realizzati i loro primi computer digitali.

[cut]

All’inizio dell’estate del 1961 scoprii che i diplomati degli istituti tecnici italiani avrebbero potuto finalmente accedere all’università, dopo aver superato una semplice prova di ammissione.
All’Olivetti avevo notato che molti periti, che pure si erano distinti per la loro bravura, non potevano andare oltre un certo livello di carriera. Era come se avessero bisogno dell’imprimatur di un laureato che facesse da garante per loro. In altre parole, i dipendenti venivano spesso valutati non tanto per i loro meriti individuali, ma sulla base di altri fattori, come la scuola che avevano frequentato.
Avevo intuito la natura del gioco. Per un perito, l’unico modo per raggiungere la cima era quello di creare una propria ditta. E molti di loro fecero esattamente questo, specialmente nel vicentino, contribuendo in grande misura allo sviluppo economico della regione.

In questa situazione, le mie prospettive di carriera sarebbero migliorate sensibilmente dopo aver conseguito una laurea. Però la mia ragione principale per tornare a scuola era quella di capire più a fondo la fisica e la matematica. Mi interessava particolarmente la fisica quantistica, la teoria che spiega come funzionano i transistori, di cui sapevo ben poco. Pertanto, anche se la facoltà di fisica aveva la reputazione di essere una delle più difficili, decisi di affrontare l’esame di ammissione e di lasciare l’Olivetti qualora fossi stato ammesso.
Tra i candidati che come me affrontarono tale esame c’era Franco Bertotti, mio futuro cognato. Quell’incontro segnò l’inizio di un’amicizia che dura da tutta una vita.
Quando superai il test e dissi ai miei genitori che volevo lasciare il mio lavoro per iscrivermi alla facoltà di fisica dell’università di Padova, mio padre mi fece notare che avevo un ottimo impiego, ben retribuito, e che dovevo pensarci due volte prima di lasciare una posizione così buona. Mi aspettavo che papà fosse contento della mia decisione e quindi pensai che fosse preoccupato perché avrei potuto non farcela, là dove molti dei suoi studenti avevano dovuto cambiare facoltà. Cercai di rassicurarlo dicendogli che ero fiducioso di riuscire.
Poiché la mia sicurezza non sembrò sufficiente, pensai che la sua preoccupazione potesse essere dettata da motivi economici. Eravamo quattro fratelli e il maggiore frequentava già l’università. La mamma aveva coraggiosamente completato gli studi magistrali prima della nascita di Franco per diventare un’insegnante di scuola elementare e contribuire a sostenere la famiglia.

Così dissi a mio padre che avevo risparmiato abbastanza da potermi mantenere. Mi bastava avere un posto dove dormire e mangiare quand’ero a casa. A quel punto, papà non poteva dirmi di no. Tenni fede alla mia parola perché durante l’intero corso universitario non chiesi mai soldi, neppure la mancia settimanale che ricevevano i miei fratelli. Era diventato per me un motivo di orgoglio arrangiarmi da solo.
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[25] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteThEnGi » 2 ago 2023, 20:58

Ti lascio un link: Unitelematiche.it
La laure ha valore legale alla pari di quella emessa da una università tradizionale, ma sarai sempre visto un po' come l'ingenere "Scarso", quello che la laure la ha comprata o che semplicemente ha fatto la bella vita. Cosa che pultroppo non è verà...... Come già detto non è il titolo di studio a definire le capacità di una persona.

Anche io vorrei iniziare l'università ma ho parecchi dubbi come te... L'unica cosa certa è che i 3 anni diventano almeno 4/5, Ma da quello che ho capito in questa tipologia di università è più facile la gestione del fuori corso.
Credo sia impossibile gestire un 60 CFU/Anno + 40 ore di lavoro + Famiglia.
Spalmando i CFU su cinque anni diventano circa 2.30 ore al giorno di studio (ipotizando 365 giorni di studio), più fattibile ! Controlla se il tuo datore offre i permessi studio !


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[26] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto Utentefpalone » 3 ago 2023, 10:51

Aggiungo alla discussione solo l'informazione che anche università "tradizionali" prevedono percorsi ad hoc per venire incontro alle necessità di studenti lavoratori, ad esempio (ma ce ne sono in quasi tutti i grandi poli universitari):
https://www.uniroma1.it/it/pagina/part-time
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[27] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteGiovanni123 » 3 ago 2023, 12:17

Grazie a tutti per i suggerimenti. E invito chiunque altro legga la discussione a riferire altre esperienze personali :-) .
Il fatto di essere additato come quello "scarso/svogliato/privilegiato" poco mi importa (ad oggi). Non ho alternative e non posso certo prendermi un periodo sabbatico dal lavoro per concentrarmi sullo studio in modalità frontale e tradizionale. Dovendo lavorare a tempo pieno, essendo nel 2023, mi sembra che l'unica occasione che ho sia buttarmi sul telematico e fare gli esami in modalità frontale o come previsto dalla facoltà.
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[28] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteThEnGi » 3 ago 2023, 17:31

fpalone ha scritto:Aggiungo alla discussione solo l'informazione che anche università "tradizionali" prevedono percorsi ad hoc per venire incontro alle necessità di studenti lavoratori


Il problema della università tradizionali è che richiedono che le lezioni siano seguite in presenza, per un lavoratore anche con i permessi è difficoltoso. A meno che di non fare un part-time (lavorativo) e/o lavorare fuori dagli orari delle lezioni. Quelle telematiche permettono di usufruire delle lezioni in ogni momento.


Giovanni123 ha scritto:Fare gli esami in modalità frontale o come previsto dalla facoltà.


Tutte le facolta che ho visto (ingegneria) a prescindere dalla università prevedono tutti gli esami in presenza, alcune hanno solo sede a roma altre hanno i distaccamenti nelle maggiori città.
Attenzione che alcuni fanno pagare una "penale" per fare gli esami fuori dalla sede principale.

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[29] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto UtenteGiovanni123 » 4 ago 2023, 8:54

ThEnGi ha scritto:Attenzione che alcuni fanno pagare una "penale" per fare gli esami fuori dalla sede principale.

Anche in questo caso, bene a sapersi :ok:
Ho notato che molte hanno appunto sede centrare a Roma. Io abito in Toscana, zona di campagna tra Firenze e Pisa, ma lavoro nella periferia di Firenze. Potrebbe non essere un dramma doversi organizzare per andare a Roma, con il tram, freccia rossa e metro non dovrebbe essere impossibile sostenere gli esami in presenza.
Certo la cosa si complica se viene richiesta la "verbalizzazione" in presenza. Ho dei conoscenti che hanno perso più anni di vita nel rincorrere i docenti per verbalizzare che per sostenere gli esami.
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[30] Re: Consiglio su università digitale

Messaggioda Foto Utentecarloc » 4 ago 2023, 18:48

Beh in effetti ci sarebbe anche un'alternativa, collaudata, che per me ha funzionato alla grande.

Ci si iscrive regolarmente, e poi non si frequenta ma si studia a casa e si danno gli esami.

Il punto col frequentare lavorando è che, magari ti puoi anche prendere dei giorni ferie, ma non sai mai se ti becchi una lezione "concetto fondamentale del corso " oppure ti spiegano solo come iscriversi all'esame.
Le lezioni non sono adatte per qualcuno il cui tempo è prezioso.

Invece fortissimamente consigliato è studiare un po', fare esercizi e poi prenotare un ricevimento 1:1 che massimizza il ritorno dal tempo speso.
Presentarsi con qualche domanda intelligente porta molto bene.
Se ti serve il valore di beta: hai sbagliato il progetto!
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