
1) che sei umano e che certe volte te lo dimentichi
2) che hai un’occasione d’oro per imparare qualcosa
3) che, indipendentemente dalla gravità dell’errore, il mondo nel frattempo non è esploso (questo punto vale solo se non lavori con testate nucleari)
gekofive ha scritto:Se non avesse studiato quella materia, non avrebbe fatto quella scelta di vita e non avrebbe raggiunto i risultati che hai citato. Tu lo dipingi come figlio del caso o magari del destino, io invece ritengo che dipenda dalla scelta della facoltà e dei suoi programmi. Un’università migliore o una facoltà più mirata possono fare la differenza.
Vero ma solo in parte. Ogni università ha i suoi punti di forza e di debolezza, legati non sono all’offerta formativa ma anche al contesto e alle persone che ci lavorano; per questo è più importante, come dice giustamente

Ma se sei autoconsapevole e ricettivo nei confronti dei giusti stimoli esterni puoi sempre adattare la tua strada man mano che i tuoi bisogni crescono e cambiano (fidati, lo faranno).
Da quel che vedo io, imparare a capirsi è una cosa che sempre meno persone fanno: delegano tutto alle concause del mondo esterno, si sentono vittime delle scelte che fanno e mettono in discussione tutto fuorché loro stessi. L’obiettivo da raggiungere passa dall’essere lo stimolo che anima la vita quotidiana all’essere la missione da compiere, e a questo punto il viaggio in mezzo diventa pesante e privo di significato.
Pensaci spesso a questa cosa, perché allenarsi a pensare bene è più importante che imbroccare la strada giusta.