Buona sera.
Premessa: in uno stabilimento (parcheggio autobus con palazzina uffici), come predisposizione futura, è stato realizzato un elettrodotto interrato (cavidotto + cavo elettrico) che si estende, lungo una strada interna, da una cabina MT/BT sino ad un marciapiedi.
Domanda 1: il solo elettrodotto interrato realizzato è da considerare un impianto elettrico?
Domanda 2: poiché il DM 37/2008 si applica ad impianti interni ad edifici, il piazzale esterno dello stabilimento è da considerare area di pertinenza e quindi occorre emettre una DICO per l'elettrodotto realizzato?
Grazie.
DICO per elettrodotto interrato in strada
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degiorgiofrancesco ha scritto:Domanda 1: il solo elettrodotto interrato realizzato è da considerare un impianto elettrico?
Se non è collegato a nulla, non è un impianto elettrico ma un cavo posato entro un tubo interrato.
degiorgiofrancesco ha scritto:Domanda 2: poiché il DM 37/2008 si applica ad impianti interni ad edifici, il piazzale esterno dello stabilimento è da considerare area di pertinenza e quindi occorre emettre una DICO per l'elettrodotto realizzato?
Se quel cavo è collegato a impianti interni di edifici, anche solo all'impianto di terra, rientra nel campo di applicazione del DM 37/08.
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Mike
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A completamento di quanto sopra indicato da Mike è una motivazione della dicitura presente nel modello della Di.Co. quando richiama interventi PARZIALI o precedenti.
Oggi non fa parte di un impianto elettrico, una volta interconnesso lo sarà. Chi collega quel cavo (se previdente) richiede la dichiarazione di quanto precedentemente posato. Anche se realizza verifiche strumentali non ha il pieno controllo su quanto predisposto, es profondità di posa o necessità della protezione meccanica lungo tutto il percorso, ove necessario, o distanze per parallelismo con altri sottoservizi.
Oggi non fa parte di un impianto elettrico, una volta interconnesso lo sarà. Chi collega quel cavo (se previdente) richiede la dichiarazione di quanto precedentemente posato. Anche se realizza verifiche strumentali non ha il pieno controllo su quanto predisposto, es profondità di posa o necessità della protezione meccanica lungo tutto il percorso, ove necessario, o distanze per parallelismo con altri sottoservizi.
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A me sembra abbastanza assurdo che non lo si consideri parte di un impianto elettrico.
Del resto è una predisposizione futura, per cosa? per stendere panni (se fosse aereo)?
Se ora non viene rilasciata DICO (in caso serva, e sembra il caso perché contano anche le pertinenze degli edifici ed il caso che si estendano fuori degli edifici) poi non ci fai più nulla, o chi vien dopo si accolla un rischio non suo, ed un falso. E se non ci fai nulla che predisposizione è?
Del resto è una predisposizione futura, per cosa? per stendere panni (se fosse aereo)?
Se ora non viene rilasciata DICO (in caso serva, e sembra il caso perché contano anche le pertinenze degli edifici ed il caso che si estendano fuori degli edifici) poi non ci fai più nulla, o chi vien dopo si accolla un rischio non suo, ed un falso. E se non ci fai nulla che predisposizione è?
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GioArca67 ha scritto:A me sembra abbastanza assurdo che non lo si consideri parte di un impianto elettrico.
Un cavo steso ma non collegato a nulla non è un impianto elettrico e non ha alcun senso redigere una DICO perché non è stato fatto alcun lavoro elettrico. Un domani, chi collegherà quel cavo all'impianto elettrico rilascerà la DICO, non c'è nulla di falso, non ha posato meccanicamente il cavo, ma lo ha collegato, verificato e collaudato, pertanto ne ha piena responsabilità, come quando installa prodotti da lui forniti o da terzi, cambia nulla; è il collegamento alla rete che fa l'impianto elettrico.
Diverso è se lo collega a un impianto elettrico e di conseguenza lo collauda, può essere una manutenzione straordinaria se si collega a una dorsale esistente, oppure una trasformazione se prevede un nuovo dispositivo di protezione dal quadro elettrico esistente. Se invece è collegato a un impianto completamente esterno, tipo illuminazione pubblica, redigerà una dichiarazione di conformità alla L. 186/68, se qualcuno glie la chiede.
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Mike ha scritto:Un cavo steso ma non collegato a nulla non è un impianto elettrico e non ha alcun senso redigere una DICO perché non è stato fatto alcun lavoro elettrico. Un domani, chi collegherà quel cavo all'impianto elettrico rilascerà la DICO, non c'è nulla di falso
Spunto interessante ma faccio il provocatore. Fornisco e poso una cella di arrivo di media, un trafo MT/bt, il quadro di bassa (complesso o meno), faccio impianto di terra della cabina. Insomma uno "stralcio lavori", che mi incaricano di realizzare.
Non lo collego alla rete di media (magari ancora assente) e nemmeno alla rete elettrica lato BT ove esistente --> non faccio lavori elettrici --> non devo fare la DICO.

Oppure sono carpentiere e poso la corda di rame nudo da 35 in fase del getto. Non è una parte dell'impianto di terra. Chi lo collega all'impianto a realizza la misura di coordinamento con le protezioni lo dichiara (fatto bene? male? boh....) Io son sempre carpentiere ed al posto di connessioni a regola d'arte faccio la legatura con spranga da 1mm da carpentiere e le tenaglie.
A mio avviso anche "porzioni" di impianto, o stralci, o predisposizioni dovrebbero avere Oneri = paternità e responsabilità di chi ha realizzato lo stralcio (o che coordina sottoposti o collaboratori di qualsiasi natura) - e onori = incarico e fattura relativa. Che poi siano parti puramente "passive" (solo tubi) o prima o poi "attive" (tubo + cavo) modifica (di poco) la responsabilità, come pure il fatto che sia un FG16 3G2,5 per automazione cancello o un "elettrodotto" come indicato nel post iniziale.
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Ma infatti si chiamano quadri proprio perché li appende chiunque...
Capisco la posizione di Mike, ma non la ritengo corretta.
Senza scomodare le cabine MT/BT...
Casa in costruzione, non c'è ancora nessuna fornitura.
Vengono posati i cavi. Nessuno rilascia DICO..., son solo pezzi di metallo o plastica...
Poi arriva un elettricista e mette il quadro elettrico e lo collega ai cavi.
Che DiCo rilascia?
Ora Mike sicuramente fa riferimento alla definizione di impianto elettrico
Però non va bene da sola.
Il DM 37/08 si applica a "impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica", che per esso sono
Quindi chiunque posi un circuito di alimentazione, ancor che non collegato, deve rilasciare DiCo, se è posato per quello scopo.


Capisco la posizione di Mike, ma non la ritengo corretta.
Senza scomodare le cabine MT/BT...
Casa in costruzione, non c'è ancora nessuna fornitura.
Vengono posati i cavi. Nessuno rilascia DICO..., son solo pezzi di metallo o plastica...
Poi arriva un elettricista e mette il quadro elettrico e lo collega ai cavi.
Che DiCo rilascia?
Ora Mike sicuramente fa riferimento alla definizione di impianto elettrico
21.1 Impianto elettrico
Insieme di componenti (art. 27.1) elettricamente associati al fine di soddisfare a scopi specifici e
aventi caratteristiche coordinate.
27.1 Componente dell’impianto
Ogni elemento utilizzato per la produzione, trasformazione, trasmissione o distribuzione di energia elettrica,
come macchine, trasformatori, apparecchiature, strumenti di misura, apparecchi di protezione, condutture.
Però non va bene da sola.
Il DM 37/08 si applica a "impianti di produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell'energia elettrica", che per esso sono
i circuiti di alimentazione degli apparecchi utilizzatori e delle prese a spina con esclusione degli equipaggiamenti elettrici delle macchine, degli utensili, degli apparecchi elettrici in genere.
Quindi chiunque posi un circuito di alimentazione, ancor che non collegato, deve rilasciare DiCo, se è posato per quello scopo.
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Un impianto può benissimo non essere connesso alla alimentazione, ma resta un impianto.
Nel caso specifico io la penso come Mike: un cavo non è un circuito.
Se il cavo è collegato agli utilizzatori o agli interruttori forma un circuito: se è posto in un tubo è come se fosse sullo scaffale, non avvolto ma disteso.
Nel caso specifico io la penso come Mike: un cavo non è un circuito.
Se il cavo è collegato agli utilizzatori o agli interruttori forma un circuito: se è posto in un tubo è come se fosse sullo scaffale, non avvolto ma disteso.
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E' corretto.
Il problema è che se si procede come la pensate, si aggira parzialmente il DM37/08.
Visto che un cavo non collegato non è parte di un impianto elettrico, lo può posare chiunque e non serve DiCO.
Allora costruisco una casa, il muratore posa i cavi e poi?
Prosegui tu mettendo la firma su:
tanto visto che la specificazione di essere esecutrice è prima della formula solenne di DICHIARAZIONE, il dichiarante non è soggetto a conseguenze penali se non veritiera...
25.1 Circuito elettrico (di un impianto)
Insieme di componenti di un impianto alimentato da uno stesso punto e protetto contro le sovracorrenti da uno stesso dispositivo di protezione.
Il problema è che se si procede come la pensate, si aggira parzialmente il DM37/08.
Visto che un cavo non collegato non è parte di un impianto elettrico, lo può posare chiunque e non serve DiCO.
Allora costruisco una casa, il muratore posa i cavi e poi?
Prosegui tu mettendo la firma su:
Il sottoscritto ... titolare o legale rappresentante dell'impresa ... esecutrice dell'impianto
DICHIARA
sotto la propria personale responsabilità, che l'impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell'arte
tanto visto che la specificazione di essere esecutrice è prima della formula solenne di DICHIARAZIONE, il dichiarante non è soggetto a conseguenze penali se non veritiera...
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Eppure è così. La ditta installatrice non artigiana utilizza degli operai per realizzare l'opera, installano tubi, canali, posano cavi, nessuno di loro è abilitato DM 37/08, solo il responsabile tecnico, ovvero colui che redige la DICO e si assume la responsabilità dell'impianto ma non ha eseguito alcun lavoro. Quindi, tornando all'esempio fatto della cabina elettrica, per tanto assurdo che sia, fino a quando quella cabina non viene allacciata a una rete o a un generatore, non è un impianto elettrico.
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