L'argomento è ricorrente nel Forum di EY: in quanto tempo si scarica una batteria?
E' evidente che della batteria bisogna conoscere, oltreché la tensione nominale, anche la sua "capacità" (riferita all'accumulo di energia). Questa è solitamente espressa in Ah (amperora) anziché in Wh (come sarebbe più corretto trattandosi di energia), supponendo praticamente costante (al valore nominale) la tensione della batteria durante tutta la durata di scarica.
Con questo dato è possibile quindi valutare tale durata ad una data corrente prelevata. Se la capacità è ad es. 50Ah, è ragionevole pensare che si possano prelevare 5A per 10 ore, oppure 10A per 5ore, e così via. Ma è sempre vero questo? E' evidente che no.
Non possiamo infatti immaginare di prelevare 50A per un'ora o 100A per mezz'ora! (lo sanno bene gli automobilisti che scaricano la batteria in pochi minuti se il motore non parte subito...).
Come allora valutare l'efficienza della batteria, cioè la differenza fra energia accumulata durante la carica e quella resa durante la scarica?
La legge di Peukert
Già oltre un secolo fa il fisico tedesco Peukert studiò il fenomeno e pervenne ad una semplice relazione (oggi nota come legge di Peukert), che lega l'effetivo tempo di scarica al valore della corrente prelevata.
La relazione è la seguente:
dove t è il tempo di scarica (in ore), C la capacità nominale della batteria (in Ah, supposta caricata al massimo), I la corrente prelevata (in A) e k un coefficiente che dipende dalle caratteristiche di quella particolare batteria .
Purtroppo i costruttori non specificano questo parametro fra i "dati" della batteria e si è quindi costretti a valutare valori medi per ogni tipo (vedi ad es. questo). Negli esempi seguenti considereremo batterie GEL con k medio =1.2 (tipicamente fra 1.1 e 1.25, ma in altri tipi di batterie il divario può essere più grande,da 1.05 ad 1.6).
Calcolo con Mathcad
L'elevazione ad un esponente frazionario, richiede un minimo di potenzialità matematica e propongo l'uso di Mathcad Expresss (scaricabile gratuitamente). Con tale programma si è infatti in grado di disegnare facilmente le curve che seguono la precedentemente citata legge di Peukert.
Ed ecco il risultato:
La traccia nera indica il comportamento di una batteria ideale (k=1), quella rossa il comportamento nell'ipotesi di k=1.2. Come si vede i tempi di scarica "reali" sono nettamente inferiori.
Come si può facilmente constatare, con 10A prelevati il tempo di scarica passa dalle 6 ore teoriche a solo 4, ed oltre i 20A i tempi praticamente si dimezzano rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato.
Per tipi diversi di batterie, oltre a cambiare C e k, potrebbe essere utile cambiare la scala delle correnti.In Mathcad Express questo è facilmente ottenibile cambiando direttamente i dati delle "tacche" dell'ascissa (il primo per fissare l'origine, il secondo per fissare la divisione della scala e l'ultimo per fissare il valore massimo).
Scarica ciclica
Interessante è anche di valutazione per regimi di scarica variabilie, come il caso di carrelli elevatori/trasportatori (recentemente sollevato nel Forum), in cui motori a diversa potenza prelevano alternativamente corrente dalla stessa batteria. Stabilita la durata e d il prelievo in corrente delle singole fasi di un ciclo che si ripete, si vuol sapere quanti cicli la batteria è in grado di svolgere prima di dover essere ricaricata.
Supponiamo, per fare un esempio, che il carrello lavori 1 minuto in sollevamento e 7 minuti in trasporto
prelevando rispettivamente 25A e 15A (a 24V), quanti di questi cicli sarà in grado di assicurare una batteria da 100Ah?
Il calcolo (in Mathcad) è presto fatto:
Dove chiaramente Cp è il prelievo in Ah corrispondente ad ogni ciclo.
Dal calcolo risulta allora che una batteria di quel tipo (ovviamente a piena carica), potrebbe alimentare 26 di quei cicli.
Si noti che un calcolo con batteria ideale (k=1) darebbe un risultato di 46 cicli...
Non aggiungo altri commenti.