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Regola tecnica di connessione (RTC) per allaccio in b.t (sunto)

A seguito della delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica il Gas e il sistema idrico (AEEG) 84/2012/R/EEL è stata pubblicata in Giugno 2012 la “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica” (Norma CEI 0-21 2^ Ediz.) a cui hanno fatto seguito la V1 il 2012-12 e la V2 il 2013-12. In analogia è disponibile la 3^ Ediz (2012-12) “Regola tecnica per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT e MT” (Norma CEI 0-16) + V1 (2013-12). Entrambe si applicano per qualsiasi nuova connessione di Utenti passivi (prelevano solo energia elettrica dalla rete) e di Utenti attivi (producono ed immettono energia elettrica in rete) a tutte le reti delle imprese distributrici di energia elettrica che operano in Italia.

Essa chiarifica che il funzionamento in isola su rete dell’Utente è sempre ammessa se separata dalla rete del Distributore mentre non è mai ammessa (salvo casi regolamentati) su rete del Distributore ovvero quando l’impianto di produzione dell’Utente alimenta l’intera rete o parte della rete del Distributore.

Il livello di tensione Un vale 230 V per forniture monofasi e 400 V per le forniture trifasi con frequenza nominale fn pari a 50 Hz con possibili tolleranze rispettanti la Norma CEI EN 50160.

Vengono codificati i valori convenzionali della corrente di corto circuito massima nel punti di connessione (PdC) alla rete (punto di prelievo o punto di immissione) ed il valore del fattore di potenza:

  • 6 kA per le forniture monofasi (fattore di potenza = 0,7)
  • 10 kA per le forniture trifase per Utenti con potenza disponibile per la connessione fino a 33 kW (fattore di potenza = 0,5)
  • 15 kA per le forniture trifasi per Utenti con potenza disponibile per la connessione > 33 kW (fattore di potenza = 0,3)
  • 6 kA per la corrente di corto circuito fase-neutro nelle forniture trifase

Si introduce il concetto di cavo di collegamento (PdC-1° dispositivo) di proprietà Utente, con caratteristiche e modalità per la sua protezione. A tal proposito si manifesta la possibilità di utilizzare (a condizioni stabilite dalla 64-8) il limitatore del contatore (abitualmente presente nel residenziale con In= 63 A) per la protezione da corto circuito del cavo di collegamento. In alternativa si potrà installare anziché n. 1 interruttore generale dell’impianto (DG) sino a n. 3 interruttori automatici di linea (DGL), ciò che in alcuni casi semplificherà l’impianto (es. alimentazione box/cantine-impianto FV ecc).

La Norma stabilisce per la prima volta in modo ufficiale che la rete di distribuzione in b.t. nel nostro Paese realizza un sistema TT e conseguentemente il Distributore deve collegare il suo neutro ad un impianto di terra con Rn < 180 ohm per permettere l’intervento degli interruttori differenziali degli Utenti in caso di guasto a terra con RE max di 50 ohm. Non saranno richieste al Distributore misure specifiche di protezione di tipo elettrico contro l’interruzione di uno o più conduttori di fase e del neutro. Esso è comunque tenuto a mantenere la continuità del conduttore di neutro per evitare i noti grossi problemi agli apparecchi monofasi degli Utenti alimentati in serie sulle fasi. L’Utente dovrà continuare a proteggere in proprio gli apparecchi trifasi per mancanza di fase.

Il Distributore deve garantire una qualità di servizio intesa sia come continuità del servizio che qualità della tensione.

E' recentemente stata pubblicata una Guida per la definizione delle modalità di individuazione dei casi in cui è necessario coinvolgere il Distributore ai fini della protezione contro le scariche atmosferiche (Guida CEI 81-27).

L’allacciamento in BT deve essere possibile sino ad una potenza di almeno 100 kW salvo esplicita e motivata diversa richiesta.

Le novità più significative riguardano sicuramente gli Utenti attivi previsti con funzionamento continuativo in parallelo alla rete del Distributore per i quali sono richiesti importanti requisiti costruttivi dei generatori.

Le regole tecniche di connessione per gli Utenti attivi prevedono che il neutro della rete del Distributore:

  • non deve essere messo a terra dagli Utenti attivi durante il funzionamento in parallelo con la rete del Distributore
  • il neutro deve essere interrotto durante il funzionamento in isola sullo impianto Utente attivo.

Inoltre sono previsti i seguenti dispositivi (schema generale):

  • Dispositivo Generale (DG) eventualmente (DGL) --> separa l’intero impianto di Utente dalla rete b.t. del Distributore nel caso di guasto a valle del punto di connessione (PdC)
  • Dispositivo Di Interfaccia (DDI) --> evita che: 1) in caso di mancanza alimentazione sulla rete, l’Utente possa alimentare la rete stessa 2) in caso di guasto o di valori anormali di tensione e di frequenza sulla rete l’Utente possa continuare ad alimentare il guasto o la rete 3) in caso di richiusure automatiche/manuali di interruttori posti sulla rete del Distributore il generatore possa trovarsi in discordanza di fase con la rete con possibile danneggiamento (nei generatori statici tale requisito deve essere assicurato dalle caratteristiche proprie dell’inverter)
  • Dispositivo Del Generatore (DDG) --> separa il generatore dall’impianto.

Alcune importanti prescrizioni per il DDI:

  • può coincidere con il DDG se nell’impianto dell’Utente non ci sono carichi privilegiati
  • per impianti con più generatori il DDI deve essere di norma unico e tale da escludere contemporaneamente tutti i generatori è ammesso l’impiego di più DDI comandati da un unico SPI
  • L’impiego di più SPI è ammesso purché essi agiscano in logica OR (l’anomalia rivelata da ciascun SPI provoca lo sgancio di tutti i DDI)
  • in deroga per impianti di potenza complessiva < 20 kW è ammesso che siano presenti sino a tre DDI distinti, ciascuno con la propria PI, sprovvisti di funzionamento in OR (se i dispositivi sono > 3 si deve prevedere il funzionamento in OR)

Come dispositivi DDI sono ammessi:

  • interruttori di manovra-sezionatori
  • interruttori automatici con possibilità di sezionamento equipaggiati con bobina a mancanza di tensione
  • contattore onnipolare di cat. AC3 con eccezione per inverter ≤6 kW con DDI interno in cui va bene la cat. AC1.

Al fine di evitare l’immissione in rete di componenti continue maggiori di 0,5% di In si potrà operare indifferentemente o tramite trasformatori operanti alla frequenza di rete (non più obbligatori per P > 20 kW) oppure con protezione sensibili alla componente continua della corrente immessa in rete che deve intervenire sul DDG separando l’inverter dalla rete in un tempo pari a 200 ms se la componente continua supera 1 A oppure in un tempo di 1 s se la componente continua supera lo 0,5% In inverter.

Devono essere asserviti in apertura al sistema di protezione di interfaccia (SPI) Per potenze > 20 kW deve essere previsto un dispositivo di rincalzo al DDI (anche DG/DGL). La funzione di rincalzo è realizzata tramite invio (temporizzazione < 5 s) del comando di apertura mediante bobina a mancanza di tensione o a lancio di corrente. Il ripristino del rincalzo deve avvenire solo manualmente.

Gli impianti di produzione possono essere collegati alla rete in bt in monofase per una potenza complessiva sino a 6 kW (limite elevato a 10 kW su facoltà del Distributore). Tale valore risulta essere il valore limite dello squilibrio permanente ossia la differenza tra la fase con potenza maggiore raffrontata a quella con potenza minore (LSP) con richiesta di installazione di un automatismo (provato) per sistemare l’eventuale squilibrio transitorio (30’ per uno squilibrio > 6 kW ed 1’ se lo squilibrio > 10 kW).

L’inverter degli impianti con potenza complessiva > 3 kW deve poter consentire l’immissione di potenza reattiva in rete e partecipare al controllo della tensione (fare attenta verifica nel caso di utilizzo di micro inverter). Si dovrà evitare il degrado della qualità del servizio, in considerazione dell’aumento della Generazione Diffusa (GD) dovuta soprattutto alla considerevole crescita di allacciamento di impianti FV ed eolici con conseguente criticità alle reti di distribuzione esistenti. In attesa dell’evoluzione delle stesse (Smart Grid) gli inverter devono fornire Servizi di rete per cui: presentare insensibilità agli abbassamenti di tensione, partecipare al controllo della tensione e poter limitare la potenza attiva generata in maniera automatica oppure su comando esterno proveniente dal Distributore tramite opportuno sistema di comunicazione. Per il Sistema di Protezione d’Interfaccia (SPI) è previsto che ci sia un sistema dedicato per impianti con potenza complessiva > 6 kW. Se lo SPI è installato su lato bt di una rete connessa alla rete MT, si applica (per impianti di produzione > 30 kW) la Norma CEI 0-16.

Devono essere integrate le seguenti funzioni:

  • protezione di massima/minima frequenza
  • protezione di massima/minima tensione
  • capacità di ricevere segnali su protocollo serie CEI EN 61850 certificato di livello A da ente esterno ISO 9000 o ISO 17025) finalizzati a: 1) presenza rete dati per abilitazione soglie di frequenza 2) comando di tele scatto

Le regolazioni SPI sono riportate nella tab. 8 mentre lo schema logico funzionale è riportato nella fig. 15 (Norma CEI 0-21 a cui si rimanda). Le caratteristiche di prova SPI sono ampiamente riportate nello All. A mentre nello All. H sono riportate le caratteristiche della cassetta prova relè

Concludo rammentando l’importante V2 che ha inserito la definizione di sistema di accumulo ossia un sistema di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire e rilasciare energia elettrica, previsto per funzionare in maniera continuativa in parallelo con la rete di distribuzione con esclusione della sola presenza di UPS come definiti dalla Norma 62040 (la presenza di queste apparecchiature non fa considerare l’Utente attivo bensì passivo).

Con riferimento ad un impianto di produzione il sistema di accumulo può essere connesso:

  • nella parte di impianto in corrente continua
  • nella parte di impianto in corrente alternata a valle del contatore di produzione dell’impianto di generazione
  • nella parte di impianto in corrente alternata a monte del contatore di produzione dell’impianto di generazione

Necessita quindi predisporre apposita misura dei flussi di energia tramite contatori bidirezionali dettagliati nelle figure 19 (V2) ed eventualmente disposti per la tele lettura. Si attende ora una delibera definitiva da parte AEEG per permettere l’utilizzo di tali impianti (ved. precedente articolo nel mio blog sul Trend FV)

Considerata l’importanza delle Regole Tecniche si ricorda che è possibile a tutti scaricare gratuitamente i pdf dal sito CEI (www.ceiweb.it) dopo la necessaria registrazione.

Per approfondimenti consiglio la consultazione dei volumi 8-9 "Impianti fotovoltaici: guida pratica" di Massimo Monopoli Ediz. C.E.I.

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Commenti e note

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di ,

Purtroppo la fretta di rispondere spesso è una cattiva consigliera per cui riscrivo, spero finalmente in maniera corretta, l'ultimo periodo; prego scusarmi. "Con l'ipotesi cautelativa fatta in cui abbiamo una Re massima di 50 ohm per consentire al differenziale installato presso l'Utente di intervenire (quindi con corrente di guasto di 1 A) la Rn deve essere inferiore o uguale a 180 ohm infatti 230/180+50 = 1 A."

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di ,

correggo un errore di battitura: "Con l'ipotesi cautelativa fatta in cui abbiamo una Rn massima di 50 ohm"

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di ,

Siamo in un sistema TT; la protezione dai contatti indiretti si realizza mediante interruzione automatica dell'alimentazione (art. 413.1.4.2 CEI 64/8) tramite utilizzo presso l'Utente di un interruttore differenziale coordinato con la resistenza impianto di terra utente (Re) in modo che sia verificato che Re <= 50/Idn in cui 50V è la tensione di contatto limite convenzionale ed Idn è la corrente differenziale. Ipotizziamo cautelativamente di utilizzare un differenziale da 1A --> devo coordinarlo con una resistenza di terra massima di Utente di 50 ohm per non superare una tensione limite di 50 V. Il circuito di richiusura della corrente di guasto dell'utilizzatore al distributore si ripartisce però sulle resistenze Rn+Re (Rn è la resistenza del neutro del distributore) e per la legge di ohm il circuito è percorso da una corrente di guasto pari a 230/Rn+Re. Con l'ipotesi cautelativa fatta in cui abbiamo una Rn massima di 50V per consentire al differenziale installato presso l'Utente di intervenire (quindi con corrente di guasto di 1A) la Rn deve essere inferiore o uguale a 180 ohm infatti 230/180+50 = 1A.

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di ,

Non ho capito perché Re debba essere < 50 ohm

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di ,

Esattamente; così dice lo art.lo 2 (con V2) "Campo di applicazione" che tra l'altro specifica nella nota che per impianti con potenza di generazione < 1 kW valgono le sole prescrizioni relative agli impianti passivi (in attesa di applicazione di quanto prescritto dalla Norma EN 50438). Grazie

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di ,

Utile riassunto grazie! Avrei solo aggiunto che quanto oggetto delle RTC vale per le nuove forniture o nei casi di aumenti della potenza impegnata.

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