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once upon a "tech", short stories of technology and idiots (out of ranked)

The top ten hits of all time: (out of ranked) "Pocket Ruler”

Questo breve racconto, narra di una storia realmente accaduta, luoghi, personaggi e nomi, (a volte) sono puramente inventati, ma la storia purtroppo no.

Si tratta di un racconto che non trova posto nella nostra hits top ten: once upon a "tech", short stories of technology and idiots, ma dopo una lunga assenza ho deciso di scrivere questo racconto breve, un piccolo cadeau al mio Amico Sebago.

Racconto Breve

Ora comprendo cosa volesse dire la ragazza del noleggio auto: “yes Sir, his car is in the new parking lot: it will take a few moments to get there but maybe it is better to take the shuttle…”, nessuna navetta all’orizzonte mentre zaino in spalla trascino il trolley in un divertente slalom tra le pozzanghere sparse qua e là lungo il cammino regalo dell’ultimo temporale.
E’ oramai l’imbrunire, e dopo le lunghe ore passate seduto in volo un poco di moto mi farà solo bene, anche se questo nuovo parking lot non sembra proprio essere dietro l’angolo.D’un tratto un’ombra silenziosa compare alle mie spalle, la navetta, non mi abituerò mai al silenzio dei veicoli elettrici.Scavalco una pozza d’acqua e salgo, “where are you going sir?”, “new parking lot, tanks”; l’autista sterza a destra tra due file di auto, percorre un centinaio di metri e si ferma e apre le porte: “heir you go, new parking lot”.

Guardo con stupore l’autista che mi indica con la mano la porta di uscita, scendo, scavalco l’ennesima pozzanghera prima di appoggiare il trolley a terra, è stato gentile, non poteva sapere dove sarei andato. Schiaccio il pulsante lit lights sul telecomando dell’auto e subito il lampeggio dei fari; l’auto è poco distante dal punto in cui ho preso la navetta: torno indietro.

Salgo finalmente in auto al caldo, collego lo smartphone all’auto e digito l’indirizzo dell’hotel sul navigatore; una settantina di miglia: interstatale: I-290 south, poi I-57 south e tra un’oretta sarò arrivato. L’interstate è stranamente sgombra visto l’orario e la calda voce di Tracy Chapman mi rapisce mentre l’asfalto scivola velocemente sotto le ruote dell’auto.

If you wait for me Then I'll come for youAlthough I've traveled farI always hold a place for you in my heart
If you think of meIf you miss me once in awhileThen I'll return to youI'll return and fill that space in your heart
RememberingYour touch, your kiss, your warm embraceI'll find my way back to youIf you'll be waiting
….
<Tracy Chapman | The Promise | 1995>


Ho fame, Jimmy Jo’s BBQ, l’insegna è una promessa.
Giusto il tempo di parcheggiare l’auto, e mi ritrovo seduto al tavolo in attesa della cena, ho parecchio appetito ed il fitto menù mi intriga.
“Full Slab rib rear, baked potato with sour cream and geen beens a side, thanks”
Ringrazio la cameriera che si allontana e il telefono nella tasca della giacca inizia a vibrare.
“yHellow, it’s Carlo”
“Hi Carlo, it’s me, Mike”
“Hi Mike, ‘R U doing?”
“‘R U doing?”
“Carlo, let me ask ‘U a question, Tommy told me at lunchtime that tomorrow you will be one of us”
“Yes Mike, I've already arrived”
“Already arrived? Okay, tell me where you ‘R and I'll join ‘U for dinner”
“Jimmy Jo's BBQ Mike”
“Oh yeap, I cought it, it's on the Convent; I been there several times, tell them to pause your order Carlo; I’ll be there in 20 minutes”
“Okey-Dokey Mike, I'll wait for U, hey, be fats please, I'm really really hungry”

“Perfect, give me 20 minutes, no more, and I'll be there”

Chiedo alla cameriera di sospendere l’ordinazione in attesa del mio ospite.

Mike è un grande amico di vecchia data, ex giocatore di basket fanatico dei Bulls, veste sempre con la sua inconfondibile divisa blu da meccanico con il suo nome stampigliato in bella vista sul petto e un berretto nero di Michael Jordan gli copre un ciuffo biondo di capelli; ed ora che ci penso credo in tanti anni di non averlo mai visto senza. Eccolo finalmente nella la sua divisa: due enormi scarpe antinfortunistiche, tappi anti-noise gialli appesi al collo e il suo immancabile berretto calato sulla fronte. “Seventeen minutes Carlo, spero di non avere preso qualche ticket” e sorride, “Now let's eat”

Nulla da eccepire: ottima la compagnia e ottimo il cibo, le Famous ” St Louis style spareribs” così come descritte nel menù sono veramente qualcosa che vale la pena di assaggiare almeno una volta nelle vita.

“Great ribs Mike” “Yeap it is, Jimmy Jo is simple the best, I know people who come here from Chicago to enjoy a good steak”
Ad un certo punto, credo al terzo boccale di birra, Mike si fa serio, si raddrizza sul divanetto dove si era praticamente sdraiato occupando un paio di posti a sedere; raccoglie le mani in grembo come per concentrarsi, si sistema il ciuffo di capelli sotto il berretto e mi guarda dritto negli occhi:
“Carlo, cambiando discorso, ti volevo parlare della parte di linea che dobbiamo mettere in servizio domani”
“Dimmi Mike, c’è qualche sorpresa dell’ultimo minuto?"
“Non che io sappia Carlo, domani ci sarà anche JJ dalla sede centrale, il cartesiano che posiziona le pinze di scarico a fine linea lo hanno disegnate loro e dai piani alti hanno mandato lui per verificare che tutto vada per il meglio; come se noi non fossimo in grado di farlo”

Leggo nella sua postura e nel tono della sua voce una sorta di preoccupazione e cerco di rincuorarlo. “Nessun problema Mike, non conosco JJ ma credo che avere sul campo qualcuno dell’ufficio tecnico della sede centrale possa solo essere di aiuto”
Mike si fa ancora più serio in viso e mi risponde:
Carlo, ‘R U ok?”, pausa, “Is it?”.

Incomincio a preoccuparmi.

“Certo Mike, non capisco quale sia il problema, credi che qualcuno abbia dei dubbi sul tuo operato?”
“No, I don’t think so”, pausa, “Carlo, don’ wanna jinx it but JJ is JJ and he’s a legenda round here”

Appoggio l’accappatoio su una poltroncina, mi siedo sul letto, telefono al front desk per la sveglia del mattino e quindi mi infilo finalmente sotto le coperte, oggi è stata una lunga giornata e quella che si prospetta domani non sarà da meno; continuano a venirmi in mente come un mantra le parole di Mike, “I don’ wanna jinx it but JJ is JJ”, ora si, sono leggermente preoccupato.
Day 1st, nothing can be done against the legend
JJ è un omone gigantesco, svetta di almeno una spanna sopra Mike che nonostante i suoi quasi due metri di altezza al fianco di JJ sembra quasi piccolo. Dal taschino del camice bianco perfettamente stirato spuntano nell’ordine una vecchia Casio Fx3900Pv orizzontale, 150 centimetri quadrati di tasti e un display LCD che fa provincia, un righello da 6 pollici in acciaio con doppia scala, USC e SI, un regolo calcolatore, una matita gialla con gomma rosa, una penna multi-colore, una torcia elettrica da taschino e una barretta di Snickers.
Sotto gli spessi occhiali da miope due occhi blu cobalto che ti scrutano dall’alto circondati da una folta chioma di capelli rosso acceso e sotto il braccio un folder che straborda di fogli e un paio di grandi fogli arrotolati nella mano.
Mi tende la mano libera: “Hi, JJ”
“Goodmorning Sir, I’m Carlo”
“Yeah yeah, nice to meet you sir. I know you, I know who you are, Tommy told me that if you are in charge of writing the automation software of this plant”
“Si JJ, in realtà il software è già stato preparato per le specifiche che ci ha inviato Tommy; prima di verificare il funzionamento del fine linea dobbiamo però verificare la cinematica degli assi del cartesiano di scarico che vedo deve essere ancora posizionato”
“Perfetto, in attesa che il team di Mike finisca di preparare lo spazio dove verrà posizionato il cartesiano di scarico ti do le informazioni che ti mancano relative ai motori installati”
“JJ credo di avere già ricevuto tutte le informazioni da Tommy .."
Mi interrompe e mi passa un foglio che ha recuperato con non poca fatica dal suo folder:
“here you go, eccoti le informazioni che cercavi”
Veramente io non stavo cercando nulla, ma tant’è, prendo tra le mani il foglio, sorrido e ringrazio con un cenno del capo; JJ solleva il pollice, si gira e si allontana. Osservo il foglio e lo mostro a Mike che mi guarda e solleva le spalle senza dire nulla: si tratta di un foglio a quadretti frastagliato sul lato evidentemente strappato da un quaderno senza preoccuparsi di verificare che parte del contenuto venisse tagliato dallo strappo, è scritto fitto fitto con una serie di numeri in sequenza senza riferimenti alcuni e apparentemente non correlati tra loro; lo ripongo sulla tastiera del computer portatile.
La linea è in produzione da tempo e la nuova automazione è destinata ad asservire una nuova linea di packaging automatico dei prodotti che ora sono invece deviati su un conveyor sotterraneo collegato con il plant #2 dove attualmente vengono scaricati a mano. Mike come sempre è estremamente efficiente, ha piazzato una scrivania in prossimità dell’area dove verranno posizionati i robot da collaudare e lì siamo ora seduti spalla a spalla in attesa delle direttive di JJ che coordina i lavori.
"Tommy non si è ancora visto stamane ma non vi preoccupate”, ci spiega JJ con fare autoritario,
“I'm here to check everything”.
Mike mi rivolge uno sguardo rassegnato e si sistema il cappello afferrandolo per la visiera. JJ si avvicina alla scrivania, fa cenno di fare spazio e srotola non con poca fatica un enorme p&id a coprire l’intera superficie del tavolo; estrae dal taschino una matita e la impugna tra il pollice e l’indice della mano come fosse un direttore d’orchestra.
Mike a questo punto si infila una mano sotto il berretto e si rassetta i capelli ruotando la visiera sul capo; in tanti anni non glielo avevo mai visto fare.
Mi guarda, sorride, si avvicina e mi sussurra sottovoce “the show begins” e poi si appoggia allo schienale della sedia allungandosi sotto il tavolo.
JJ, nel frattempo, ha interrotto il lavoro dei meccanici e degli elettricisti che stavano operando sulla linea e li ha chiamati tutti intorno alla scrivania a formare un semicerchio alle nostre spalle. Picchietta la matita un paio di volte sul grande foglio a richiamare l’attenzione e il silenzio di tutti ed incomincia il suo simposio:
“Ora vi spiego il ciclo di funzionamento della linea con particolare attenzione ai robot di scarico ed incomincia la sua descrizione partendo con il dettaglio dei componenti hardware installati.
Dopo qualche istante Mike sorride e alza la mano come a chiedere di potere intervenire, JJ gli fa cenno di aspettare con uno sguardo di rimprovero ma Mike insiste: sempre con la mano alzata lo interrompe con un colpo di tosse.
JJ si interrompe, lo guarda con fare minaccioso e gli chiede:
“allora Mike, cosa devi dirci di così importante da interrompere la mia spiegazione?”
Mike mi lancia uno sguardo veloce accennando un sorriso e quindi si rivolge a JJ:
“si ecco, io non desideravo interromperti JJ e per questo mi scuso”
“si ma lo hai fatto oramai, e quindi?”
“beh JJ, il p&id che stai descrivendo non è di questa linea”

Ci sporgiamo sul grande foglio per verificare l’affermazione di Mike, e si, lo schema non è affatto di questa linea. Il silenzio è calato nell’impianto, anche le linee in funzione sembrano emettere meno rumore.
JJ sbuffa, arrotola il p&id, raccoglie il suo grande faldone e senza verbo proferire si gira sui tacchi e si allontana di gran passo guadagnando un’uscita di sicurezza dell’impianto.
Guardo Mike, lui si alza, allarga le braccia e mi chiede:
“Anyone want something to drink? A Dr Pepper Carlo?”
Gli elettricisti e i meccanici sono ritornati alle loro faccende, quando Mike che nel frattempo si era allontanato ritorna con un paio di lattine gelate e una manciata di stick di carne secca, appoggia il tutto sulla scrivania, si siede raddrizzandosi il berretto sulla testa e ruotando la visiera sulla fronte.
“Aiutami a capire Mike, cosa è successo poco fa?”
“Cosa vuoi che ti dica, JJ è JJ, ritornerà domani vedrai, come se nulla fosse accaduto”
“Domani?”
Mike Sospira.
“E ora le specifiche, tu hai dei dati comprensibili per configurare il cartesiano?”
“Certo che sì, io lavoro con Tommy, eccoti tutto quello che serve”, estrae un foglio piegato in due dalla tasca della camicia, lo apre cercando di stirarlo con la mano e me lo porge.
“Ottimo Mike, qui c’è tutto quello che serve, ma perché hanno mandato JJ dalla sede centrale?”
“Carlo”, mi risponde con un sospiro, “si vede che volevano toglierselo di torno per un po' di tempo, non so che dirti”.

Ok, vediamo parametrizzare la cinematica di questi assi per non buttare la giornata.
A sera tutti gli assi sono parametrizzati e configurati, si tratta ora di validare il ciclo di scarico e chiudere gli automi di controllo, domani in mattinata dovrebbero sballare il cartesiano arrivato dalla sede centrale e collegarlo alla linea perché finalmente si possa iniziare a lavorare.
“Cosa ne dici Mike, domani dovrebbe essere la volta buona”
“Caro Carlo, domattina ritornerà JJ e non finiremo affatto … gustiamoci quest’ultima soda e poi andiamocene a cena … domani sarà una giornata molto, molto lunga”.
Day 2nd, the revenge of the wrong specs
Al mio arrivo JJ è in piedi davanti alla consolle di comando principale nell’ufficio del supervisore, Mike dietro di lui lo sta chiamando:
“hi JJ, ‘R U doing today?”, JJ non risponde.
Saluto Mike con un cenno e gli porgo una tazza di Startbucks Black, “è amaro, come piace a te Mike”, lui mi ringrazia e con un cenno mi indica JJ.
Decido di salutarlo: “hi JJ ‘R U doing?”, nulla: JJ se ne stava lì, ritto in piedi davanti alla consolle di comando con lo sguardo fisso in un punto tra l'infinito e lo schermo del grande monitor. Nessuna risposta.
Dalla grande vetrata si intravede Tommy che entra nell’impianto di gran passo e il sorriso di Mike riempie la stanza.
“hi Tommy, ‘R U doing?”
‘’R U doing Carlo”

“scusa se non ti ho ricevuto ieri ma sono stato tutto il giorno bloccato al plant #3 per l’ennesima rogna, Mike mi ha aggiornato e mi ha detto che hai già provato le steaks di Jimmy Jo’s”
“si Tommy, ma dobbiamo ritornarci, ne vale la pena” “yeap, stasera sarai dei nostri allora”
JJ non si muove, sembra non essersi accorto di noi; Tommy lo afferra per un braccio e gli indica di seguirci. Ora siamo tutti e quattro seduti intorno alla scrivania e Tommy chiede di essere relazionato. JJ prende la palla al balzo, si china, raccoglie un grosso rotolo di carta da terra e lo srotola sulla scrivania; estrae una matita dal taschino, la alza a cielo ma non fa in tempo a parlare.
“JJ non serve che tu mi spieghi come funziona la linea” lo interrompe Tommy, a noi serve solamente che tu ci dia una mano a validare i cicli di scarico che Carlo ha preparato; per il resto tutto è già stato fatto ieri.
“ma come?”, risponde lui con aria sorpresa, ieri non sono riuscito a spiegare a nessuno come funziona l’impianto perché qualcuno mi deve avere sostituito i documenti di nascosto con quelli di un altro progetto”
“non importa JJ”, gli risponde con pazienza Tommy, “non serve una spiegazione di come funziona la linea, questa è in funzione oramai da quasi un anno, noi dobbiamo concentrarci sullo scarico”

“ma Tommy, è una settimana che mi preparo per questo, io devo spiegarvi come funziona la linea!”
Tommy sta per rispondere quando interviene Mike che nel frattempo stava rovistando con dei fogli appoggiati sul tavolo:
“JJ, guarda che anche questo p&id è sbagliato, non so di che cosa sia ma di sicuro non è di questa linea”
Il gelo, JJ raccoglie il grande foglio, lo solleva e incomincia ad osservarlo con nervosismo; Mike mi guarda, sorride e si abbassa la visiera del berretto come per nascondersi il viso. La situazione si fa imbarazzante, Tommy si alza, si avvicina a JJ e gli appoggia una mano sulla spalla con fare paterno; gli leva dalle mani il grosso foglio, lo arrotola e lo ripone sulla scrivania.
Mike, sebbene abbia in mano una tazza di caffè ancora caldo chiede:
“anyone want something to drink? A Dr Pepper Carlo?”
“yeap” risponde Tommy indicandoci con la mano dietro alla schiena di allontanarci, “portane due anche per noi”, mi alzo e seguo Mike nella vending room.
“aiutami a capire Mike, ma quale è il problema di JJ?”
“semplice Carlo, devi sapere che JJ non è un cattivo ragazzo, JJ è semplicemente JJ”.
Si china con fatica per estrarre le lattine dal distributore automatico, le appoggia su un tavolo e si siede sdraiandosi sullo schienale della sedia. Estrae dalla tasca della camicia una stecca di carne secca, la spezza in due e me ne porge la metà.
“Mettiti comodo Carlo, ci vorrà qualche tempo”
“In che senso Mike, non portiamo le lattine di soda a Mike e JJ?”
“No no, verranno loro qui quando JJ si sarà calmato, siediti tranquillo e rilassati”.
“Ma non capisco Mike, abbiamo un impianto in standing e invece che terminare le attività di startup ce ne stiamo qui a bere soda e mangiare carne secca? Qualcuno prima o poi verrà a chiedere spiegazioni per questo”
“the difference between JJ's behavior and everyone else's is that JJ's behavior doesn't have to make sense”
Mi squilla il telefono, “yHellow, it’s Carlo”
“Hi Carlo, i’ts me, Tommy, devo chiederti un grande favore personale”
“Dimmi Tommy”
“Raggiungimi nell’ufficio del Supervisor con Mike, e ti prego, qualunque cosa accada abbi pazienza; poi a pranzo ti spiegherò meglio”
Infilo un dollaro nel distributore e raccolgo le due lattine di soda dalla fessura.
“Mike, it was Tommy on the phone; he seemed very strange to me and he asks us to be very patient and to join him in the supervisor's office"
"I can figurate why the request Carlo, let the show begin"
L’ufficio del supervisore è colmo di persone, i meccanici e gli elettricisti sono tutti seduti, chi sugli armadietti porta documenti, chi su sedie rubate da altri uffici. Le nostre sedie in prima fila sono lì che ci aspettano, appoggio le due lattine soda sulla scrivania e mi siedo al fianco di Tommy che mi da una pacca sul braccio e mi sorride. Davanti ad una lavagna di carta JJ con in mano una manciata di pennarelli colorati che ci aspetta, mi volto per guardare Mike, si è letteralmente sdraiato sulla sedia e da sotto la visiera del cappello calata sul viso mi lancia un occhiata e uno sbadiglio. JJ si volta verso la lavagna, disegna uno schizzo del layout dell’impianto, si posiziona a lato della stessa ed inizia il suo simposio:
“As some of you will know, plant #1 has always been intended for the packaging of the yarns that our company has been producing since 1956, the spools of yarn coming from the covering and texturing plants are collected in areas A1, A2 and A3 where the shuttles ..."
Rivolgo lo sguardo verso Tommy, “Carlo, be patient if you can, you'll see that lunch time will arrive soon”
“Se non ci sono domande io avrei terminato”, JJ osserva la platea soddisfatto mentre tutti lo applaudono alzandosi in un fuggi fuggi per recarsi a pranzo;
“Ora che tutti sapete tutto questo pomeriggio apriremo i box che contengono i cartesiani di fine linea così potranno essere installati nell’impianto; grazie per la vostra attenzione e buon pranzo a tutti”.
Nessuno parla, Mike sta guidando verso Taco Bell per pranzare, Tommy seduto al suo fianco non ha ancora commentato il simposio di JJ sino a che entrati nel parcheggio scendiamo dall’auto.
Tommy si reca nel locale limitandosi a dire di seguirlo, ci sediamo tutti e tre ad un tavolo e ci guardiamo finalmente in volto. Mike scoppia a ridere e con lui Tommy, li osservo un poco allibito quando Tommy mi guarda, si fa serio e mi dice:
“Come on Carlo, laugh too, don't be formal: you don't want me to believe that what happened this morning is normal”.
“Beh Tommy, non saprei dirti esattamente cosa sia accaduto, di sicuro non mi sembra una cosa proprio normale”“Beh, mettila così: sei tra amici e vedi questa avventura un pò come una vacanza ; di sicuro non è finita qui e temo ne vedremo ancora delle belle”.
Bevo un sorso di tè freddo, azzanno il mio Chicken Enchilada Burrito e mi rassegno.
Al nostro ritorno i meccanici stanno rimuovendo le ultime parti dell’imballo dei due grossi cartesiani, gli elettricisti ora dovranno collegare le due matasse di cavi al nuovo hardware e credo ne avranno ancora per qualche tempo. Il telefono nella tasca dei pantaloni inizia a suonare, “yHellow, it’s Carlo”.
“Hi Carlo, it's me, Mike, take Tommy with you and join me in the vending room, it will take some time to connect everything, we'll take the opportunity to drink a Dr pepper and eat something good”
“Eat something? Tommy, we’r just back from lunch”
“Carlo, any time is a good time to have a snack”
Chiamo Tommy, “Come on Tommy, follow me, Mike is hungry, again”
Tommy mi segue sorridendo, “Ok, let’s drink one more soda”.
Lasciamo l’impianto poco dopo, l’appuntamento con Mike è per cena da Jimmy Jo’s BBQ, Tommy dice di dovere rimanere in ufficio a sbrigare delle faccende,
“Divertitevi ragazzi e mangiate una bistecca anche per me; domani sarà unalunga giornata”.
Day 3rd, the final cut?
Finalmente il momento, se gli Dei dell’automazione lo permetteranno, oggi dovrebbe essere il gran giorno: giusto il tempo di verificare il tuning degli assi e di validare le sequenze di processo e dovremmo riuscire per sera ad andare in linea con il processo produttivo.
Parcheggio l’auto nel Piazzale del plant #1 e mi reco all’ingresso, Mike è sulla soglia appoggiato al muro e mi fa un cenno di saluto con la mano.
“Hi Mike, ‘R U doing”, “’R U doing”
Appoggio lo zaino sul selciato e mi avvicino a Mike camminando nell’erba ancora bagnata.
“What are you doing, enjoying the September sun?”
“Yeap, I was waiting for you my friend, take your backpack and follow me to Tommy's office, we'll have a good coffee and then we have to talk"
"Should we talk? Don't tell me I know no further problems Mike"

"Nothing big Carlo, the usual stuff"
Tommy è seduto al tavolo delle riunioni, ha davanti a se il layout dell’impianto e proprio nel punto in cui dovrebbero essere piazzati i nuovi robot di fine linea una serie di note e appunti evidenziati in differenti colori.
“Hi Tommy, ‘R U doing?”, “’R U doing Carlo?”, mi fa cenno si sedermi e chiede a Mike di chiudere la porta.
“Please close the door Myke and sit with us, I just made some fresh coffee and I have a few things I would like to share with you before JJ arrives”
“Tommy, cosa succede, ci dobbiamo preoccupare?”
“No Carlo, purtroppo per noi è tutto nella norma, anzi; sono a chiederti scusa per l’inconveniente e a chiederti se puoi prolungare il tuo viaggio di almeno una settimana”.
Guardo Tommy in viso e non lo avevo mai visto così affranto, Mike mi porge una tazza di caffè risponde al mio posto, “Don't worry Mike, Carlo is a friend and he definitely won't leave us without completing his mission"
“Certamente Tommy”, confermo con un cenno di mano, “dovrò fare solo qualche telefonata per spostare in agenda alcune attività programmate, ma se vi serve il mio supporto rimango volentieri ad aiutarvi”.
Tommy si appoggia allo schienale sorridendo, sembra ora più sollevato, “Thank you Carlo, really appreciated; and now that we have solved the most complicated thing, let's now look for a solution to this problem without anyone having to be shot in the public square"
“Now please don't laugh”, Myke si siede e abbassa la visiera del cappello sino a coprirgli quasi tutto il volto, “Vi spiego quello che ho scoperto ieri sera: prima di uscire il supervisore della squadra degli elettricisti mi ha chiamato sull’impianto; lamentava di non potere iniziare il suo lavoro perché i meccanici non riuscivano a piazzare i nuovi robot, prese un po' di misure ho riportato la situazione attuale sul layout dell’impianto, e come potete osservare, ho evidenziato gli ingombri dei cartesiani compresi delle loro protezioni, l’ingombro dei conveyor di trasporto verso il Plant #2 e le baie di ingresso delle linee di imballaggio.
“Damn! Tommy, don't you see that therobots and the conveyors overlap? Esclama Myke alzandosi in piedi.
“That's exactly the problem Mike”, risponde Tommy, ci deve essere stato un qualche errore nel calcolo degli ingombri; dove i robot interferiscono con i conveyors ci sarebbe dovuto essere lo spazio per il passaggio di servizio per le attività di manutenzione e quindi le baie di ingresso delle linee di packaging.
Ora il problema è politico e non tecnico: i meccanici sono già al lavoro per deviare con delle doppie curve le baie di ingresso dei conveyors, e promettono di poterlo fare in qualche giorno; questa la ragione della mia richiesta Carlo.
“Tutto risolto quindi” afferma Mike.
“Quasi”, risponde Tommy, “Si tratta ora di capire come comportarci con l’ufficio tecnico della sede centrale e soprattutto come comportarci con JJ”
Mike infila una mano sotto il cappello come per pettinarsi, si appoggia allo schienale della poltrona e allargando le braccia esclama, “JJ, today it was his turn, and you know what a pain. Every time they start drawing something it's always a disaster; if it were up to me I'd give someone to go to hell”

“Calm down Myke, we can't antagonize the central tech office; we all work for the same company and we have to work together”
“Tommy, tu sei troppo buono”, risponde Mike, “it's time someone put them in front of their responsibilities” esclama quindi con fare agitato.
“Not in my life” risponde Tommy sorseggiando dalla sua tazza di Caffè, “Rather, JJ will come now and I ask you not to mock himwhatever he does”, si rivolge verso Mike che, oramai letteralmente sdraiato sulla poltrona sorride rassegnato.

Bussano alla porta, “It's me JJ, Tommy, are you there?”, la porta si apre ed ecco JJ, si avvicina al tavolo delle riunioni e di siede appoggiando una scatola di cartone sul layout di Tommy.
“Hi guys”, saluta sorridendo, “Sono passato da Dunkin’ Donuts e ho acquistato un po' di ciambelle, oggi è il grande giorno e bisogna essere in forma”.
Mike si fionda letteralmente su una ciambella multicolore mentre Tommy si schiarisce la voce con un colpo di tosse, si fa serio e chiede a JJ di rimanere seduto, “JJ, please stay here, we need to check some things together”
JJ appoggia sul tavolo la pila di fogli che teneva sotto il braccio, afferra una ciambella e sorride, “Tell me Tommy, do you already have a schedule timing from the work teams to be able to start to works on the robots?”
“Non esattamente” risponde Tommy, credo ci vorranno almeno ancora dai quattro ai cinque giorni”
JJ scoppia in una risata, “Tommy, are you kidding me?”
“A parte gli scherzi, come sono messi con l’avanzamento dei lavori?”
Tommy si fa ancora più serio in volto risponde secco, “JJ, I’m not joking”.
JJ appoggia la ciambella morsicata sul tavolo, solleva la schiena dallo schienale con braccia in grembo e si fa serio; Tommy ha attirato la sua attenzione e spostando la scatola di ciambelle appoggiata sopra grande foglio indica la parte evidenziata descrivendo il problema,
“We haven't figured out the reason yet, but robots and conveyors overlap”.
“It's impossible”, risponde JJ, “I personally checked the dimensions, spaces and service corridors several times; I'm sure I didn't make any mistakes”
Tommy si solleva dallo schienale della poltrona, si appoggia al tavolo incrociando le dita delle mani e con fare paterno chiede, “Ok JJ, ma come hai eseguito le misura, hai rilevato le misure in pratica oppure hai utilizzato un CAD e hai quindi copia dei file dei disegni con il layout definitivo?”
“No Tommy, I didn't want to waste time, I took the measurements on the scale layout drawing by using my pocket ruler”, estrae quindi un righello dal taschino del camice e lo appoggia sul foglio.
Tommy si illumina in viso, incrociamo gli sguardi, mi sorride e poi ritorna serio; osserva JJ che pende dalle sue labbra e gli chiede, “JJ, this is the ruler you used?”
“Yes Sir”, risponde JJ con un filo di voce,“JJ, did you use the millimeter or inch scale to take the measurements?”
Cala il silenzio, anche il ronzio proveniente del reparto di spiralatura in fondo al corridoio sembra essere sparito; JJ sgrana gli occhi e si fa pallido in volto; “millimeter” risponde con il poco fiato che gli è rimasto in gola e poi ripete con tono più alto come per farsi forza. “millimeters Sir, I used the millimeter scale”

Tommy solleva le braccia dal grande foglio rendendo visibile il cartiglio, “JJ, the scale of this drawing is in inches"
Mike ha come un sussulto, si alza di colpo, mi solleva prendendomi per un braccio e trascinandomi verso la porta esclama,
“We have to go, yes, go, go Carlo; something urgent, we have to be away for a few moments"
Mike non riesce a smettere di ridere sdraiato sulla poltroncina rossa del Waffle House mentre affonda la forchetta in un piatto di Hashbrowns, eggs e pork chops; sorseggio una tazza di caffè nero e preparo lo stomaco per questa seconda ed inaspettata colazione.
Le scrambled eggs in questo posto sono divine, do un morso al mio sandwich e sorrido al mio amico in attesa che gli dei dell’automazione siano più benevoli nel decidere il nostro destino per i giorni a venire.
“I took the measurements with my pocket ruler, what the fuck?”“Who cares about units of measurement these days?”“Mike please, pass me another napkin”


l'mmagine di copertina è stata realizzata utilizzando un personaggio di Charles Schulz della famiglia dei PEANUTS

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Commenti e note

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di ,

Bentornato Carlo e grazie per questo ennesimo, divertente racconto. Come sempre, meglio ridere per non piangere!

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di ,

Caro Carlo, due immensi GRAZIE. Uno per aver pensato a me con questo (immeritato) "regalo", l'altro per aver consegnato a tutta la community di EY questo tuo nuovo e, more solito, bellissimo racconto. E' un periodo (piuttosto lunghetto, per la verità) in cui parecchie cose non mi vanno benissimo ma mi hai strappato ben più di un sorriso. Grazie davvero. Aspetto con pazienza la conclusione dei rank (mancano ancora i due del podio finale), e poi correrò a farmene un libro, da leggere con gaiezza nei momenti di luna storta. Un abbraccio.

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di ,

Felice di rileggerti Carlo :)

Rispondi

di ,

Carlo, un piacere rileggerti, e leggere una "particolare" vicenda lavorativa. Personaggi come "JJ" credo ce ne sia almeno uno in ogni realtà lavorativa .. ;) A rileggerci presto. Ciao

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