- Gli ultimi articoli di attilio
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Elementi di automazione: Finecorsa
pubblicato 8 anni fa, 21.325 visualizzazioni
Nella sua semplicità ed essenzialità, il finecorsa è un componente fondamentale nella stragrande maggioranza, per non dire nella totalità, dei sistemi di automazione, non solo industriale.
L'idea di dare qualche breve accenno sui finecorsa, mi è venuta leggendo questa discussione, anche se essa poi, verteva su tutt'altro argomento.
In effetti, pensandoci bene, il finecorsa è un po' come i conduttori elettrici, li trovi ovunque ci siano attività elettromeccaniche, comandi ed azioni/reazioni legate ad uno spostamento fisico. Se poi, nel grosso pentolone dei finecorsa, ci mettiamo anche i veri e propri micro-switch, il campo si allarga ancora di più. Troviamo i finecorsa, nei motori delle tapparelle (avvolgibili), nelle portiere delle automobili di una volta, servivano a dare il comando di luce abitacolo accesa/spenta a seconda dello stato aperto/chiuso della portiera, ma ci sono finecorsa anche nei paranchi elettrici, nelle porte automatiche, nell'ascensore che prendiamo quotidianamente. Se a questi, aggiungiamo anche i sensori induttivi o di altra natura, che fungono da finecorsa, la lista si allunga ancora di piu'!
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Estetica degli impianti elettrici negli edifici storici
pubblicato 8 anni fa, 2.115 visualizzazioni
L'argomento nasce un po' per caso a dire il vero e purtroppo non ho molti dati alla mano per fare il punto della situazione, nè a livello nezionale nè purtroppo a livello locale.
Le norma CEI 64-15 è dedicata alla realizzazione degli impianti elettrici in presenza di vincoli legati al patrimonio culturale, negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica. Tuttavia sembra che essa forse non basti per quel poco che ho potuto vedere in giro.
Più che stare a spiegare noiosamente quanto intendo, propongo quel qualcosa che mi ha fatto diverse volte arricciare il naso. Probabilmente spesso si è davanti a problemi economici e di bilancio, ma in questo caso si rischia di andare fuori tema. Quello che mi chiedo è, per voi tutto ciò è esteticamente accettabile? E se non lo fosse, perchè è permessa questa modalità di operare? Quanto detto fermo restando che gli impianti, prima che belli devono essere "sicuri".
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Mezza... testa
pubblicato 8 anni fa, 705 visualizzazioni
Erano i primi anni '80 ed io ero un bimbetto di sei o sette anni, quando la buon'anima di mio nonno due o tre volte l'anno mi portava con lui in cantiere. Certo, bisognava prima ricevere il benestare da parte di mia madre, ma visto che non era una regola, piuttosto la classica eccezione ad essa, passare una giornata in quel posto sfacciatamente insalubre, era rara una sua opposizione. La giornata iniziava prestissimo, quando fuori era ancora buio, colazione prima delle sei, poi subito via, infreddolito ma contento, dentro la Simca mille azzurrina, direzione via Filippo Paruta zona Villa Tasca, era là che aveva sede l'impianto di betonaggio dove lavorava mio nonno. Una vita la sua, trascorsa sui camion, piccoli e grandi, nomi e modelli di cui mi raccontava, ma che io vista la mia tenera età dell'epoca non ricordo più, eccetto un modello, il Fiat 682 che ricorreva spesso nelle sue storie.
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Verifiche strumentali negli impianti elettrici residenziali
pubblicato 8 anni fa, 10.914 visualizzazioni
Non siete davanti ad una trattazione esaustiva dell'argomento, tutt'altro. L'articolo vuole solo dare elementari indicazioni in relazione ad alcune delle verifiche strumentali previste (dalla parte 6 della norma CEI 64-8) nel collaudo e nella verifica periodica degli impianti elettrici installati in strutture residenziali.
Sottolineo come l'esecuzione di una verifica tecnicamente valida ed esaustiva, ai fini della sicurezza di un impianto elettrico, sia un'attività tutt'altro che semplice. La prerogativa principale è legata alla capacità del tecnico/professionista, di valutare i sistemi di prova più idonea (valori maggiormente indicativi) da mettere in campo, nonché di saperne interpretare i valori rilevati, talvolta anche in maniera critica e maggiormente restrittiva (a beneficio della sicurezza) rispetto alle indicazioni generali riportate sulle norme tecniche di riferimento.
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Effetti della folgorazione
pubblicato 8 anni fa, 5.238 visualizzazioni
Spesso sul forum, si richiama l'attenzione degli utenti non addestrati e spesso non informati, riguardo al pericolo legato al rischio di folgorazione specialmente quando questi si accingono a modificare ed in generale ad agire su circuiti elettrici operanti a tensione di rete.
In realtà, il rischio legato al fenomeno dell'elettrocuzione, riguarda un campo molto più vasto di utenti, anche i semplici utilizzatori di apparecchiature elettriche infatti, sono esposti ad un rischio residuo, attenuato dalle precauzioni progettuali adottate dal costruttore di quello specifico apparecchio, dalle protezioni attive e passive inserite nell'impianto da cui il dispositivo viene alimentato e dal mantenimento dell'apparecchiatura stessa in buono stato d'uso.
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Come collegare un motore trifase 400V a rete monofase 230V
pubblicato 8 anni fa, 117.081 visualizzazioni
da quando si chiamava ancora Electroportal (ma lo stesso avviene in tutti i forum in cui si parli di elettrotecnica), nella sezione dedicata ai motori elettrici e agli azionamenti, vengono spesso inoltrate da parte degli utenti, richieste riguardo la possibilità e le modalità di collegare un motore elettrico asincrono trifase (in seguito M.A.T) alla propria utenza domestica monofase 230 V.
Le applicazioni sono le più disparate, ma le risposte che vengono date sono spesso le stesse, nell'attesa che i fenomeni dell'induzione elettromagnetica vengano modificati!
L'obbiettivo che mi dò in questo articolo è di fare un po' di chiarezza e di dare qualche informazione utile riguardo l'argomento, nonché di illustrare nel modo più chiaro possibile le modalità di esecuzione - quando possibile e conveniente- di tale trasformazione.
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Manutentore per caso
pubblicato 8 anni fa, 737 visualizzazioni
Cerco di dare un seguito a questo proposito di admin, che solo oggi ho visto, in maniera del tutto casuale peraltro; proprio questa casualità mi ha fatto pensare come ElectroYou sia un mondo pieno di risorse e spunti interessanti, non solo ed esclusivamente tecnici, ed è un peccato che spesso si perdano nei meandri del portale. Ma forse è anche questo il bello, un po' come quando si va in cantina o in soffitta e si aprono gli scatoloni dei ricordi o delle vecchie fotografie ingiallite, saltano fuori cose che anche la memoria ha messo da parte.
Mi chiedo cosa metteranno i nostri figli negli scatoloni? Le flash memory usb? Non so se sarà altrettanto emozionante aprirli dopo tempo, forse no, forse sarà emozionante inserire la memory nella sua slot ed accedere alle cartelle... sempre che nel frattempo i sistemi hardware non abbiano cambiato il loro standard, in tal caso sarebbe bene mettere nella scatola dei ricordi, oltre le flash memory, anche un dispositivo che ne possa garantire la riproduzione. Ma sto andando fuori tema, non è di questo che volevo parlare.
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Un gioiello a prezzo sociale, viaggio dentro l'interruttore "salvavita"
pubblicato 8 anni fa, 2.790 visualizzazioni
Avevo intenzione di fare una trattazione più estesa, ma ad una prima rilettura l'articolo sembrava eccessivamente pesante e dispersivo. Inoltre, argomenti riguardo temi quali le sovracorrenti, i contatti diretti e indiretti, la finalità dell'impianto di messa a terra, nonché gli schemi tipici dei circuiti di guasto, sono stati più volte trattati nel forum e nei blog di utenti certamente più competenti del sottoscritto, quindi darò per scontate una serie di informazioni teoriche di base e mi concentrerò nella semplice esplicazione di alcuni concetti.
Trattasi del componente di protezione maggiormente diffuso negli impianti elettrici domestici, erroneamente conosciuto col nome di "Salvavita" (*); si tratta in realtà di un interruttore combinato che associa alla protezione contro le sovracorrenti (corto circuito e sovraccarico) quella dai guasti a terra (dispersioni) ovvero da quelli che vengono anche chiamati contatti indiretti.
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Passioni al tramonto, il rombo del reostato
pubblicato 9 anni fa, 4.451 visualizzazioni
Certe passioni si sa, nascono da bambini, solo che a quell' età vengono semplicemente chiamate curiosità. Già da piccoli può capitare di scoprire un mondo affascinante che magari per i più fortunati si tramuterà anche nel proprio lavoro (pane quotidiano).
Per dire il vero, non so se questi siano i casi più fortunati, comunque sia, una passione o un interesse particolare rimane sempre tale tanto più se si è distanti da esso.
La mia passione per tutto ciò che contenesse fili elettrici, pulsanti e interruttori nacque presto, intorno ai quattro anni; Accanto alle radioline da smontare e rimontare però, ogni volta che ve ne fosse l' occasione, guardavo con un certo timore reverenziale quelle enormi locomotive elettriche in partenza dalla stazione centrale della mia città, oppure di passaggio in corsa in una stazione di paese.
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Trasformatore per distribuzione... da rottamare!
pubblicato 9 anni fa, 1.814 visualizzazioni
Come spesso accade nei miei articoli, nonostante i magici (foto ri)tocchi di Zeno Martini (admin), il materiale a disposizione non è di recentissima costruzione e spesso non è nemmeno in condizioni perfette o almeno questo è quello che l'apparenza suggerisce al lettore. In questo caso, siamo addirittura a livelli di rottamazione . Ad ogni modo, leggendo questo articolo di admin ho pensato di cercare nel mio archivio fotografico qualche piccolo supporto "visivo" per quell' ottimo documento. A dire il vero, non ho trovato molto, ma quel poco che sia ho pensato comunque di inserirlo, magari a qualcuno potrà fare comodo.
Quello che ho trovato si riferisce ad un vecchio (costruzione 1987) trasformatore in olio da 200 kVA.
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