- Gli ultimi articoli di attilio
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L'autoritenuta
pubblicato 9 anni fa, 82.998 visualizzazioni
E' uno dei metodi tradizionali per eseguire il comando marcia/arresto di un carico (normalmente un motore elettrico) attraverso almeno due pulsanti, uno per azione. Lo scopo principale dei circuiti in autoritenuta è di evitare la ripartenza automatica (rieccitazione della bobina) a seguito dell' interruzione dell' alimentazione.
La dotazione minima comprende:
Pulsante N.O. (normalmente aperto) per comando di marcia Pulsante N.C. (normalmente chiuso) per comando d' arresto Contatto N.O. ausiliario sul relè o sul contattore interessato alla ritenuta.Il circuito a seconda dei casi viene ampliato con l' inserimento di:
Pulsante/i a fungo N.C. per arresto d' emergenza Contatto N.C. del relè termico di protezione motore (in caso di comando di motori ovviamente!) Varie ed eventuali [...] -
Storie di manutenzione - Scatolato... stressato!
pubblicato 9 anni fa, 788 visualizzazioni
Il soggetto di questo articolo è un interruttore scatolato quadripolare, o meglio più di uno, (di cui non faccio nome e cognome), ne cito solo alcune caratteristiche:
In = 250 A Icu = 25 kA (*) Magnetica fissa a 3 x In(*) successivamente sono passato al 36 kA.
Lo stesso interruttore è posto a protezione di una conduttura FG7 3x50 mm2 + 1x25 mm2 che alimenta questa blindosbarra.Il valore della corrente di impiego (Ib) considerando i fattori di contemporaneità ed utilizzo è compreso nell' intervallo 140÷150 A.
Il problema affrontato, riguarda appunto i fenomeni riportati nell' articolo correlato "Una blindosbarra con isolatori poco... isolanti", e in particolar modo al deterioramento dei poli dell' interruttore, fino alla completa distruzione di questi, a seguito di un numero esiguo di aperture su corto circuito franco o ad impedenza ignota (arco voltaico).
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Esecuzione terminale MT su cavo RG7
pubblicato 9 anni fa, 8.259 visualizzazioni
Si tratta di un cavo rigido per il trasporto di energia su reti MT da 1,8/3 a 45 kV (nel caso specifico si tratta di un cavo per una tensione nominale U0/U di 12/20 kV (Tensione massima UM pari a 24 kV), dove la prima cifra si riferisce alla tensione efficace fase-terra e la seconda a quella fase-fase.
Come per tutti i cavi elettrici, la sigla del cavo [rif. Sigle di designazione dei cavi MT secondo CEI-UNEL 35011] ci da indicazioni circa le caratteristiche fisiche, elettriche e meccaniche del cavo.
RG7H1R (l' assenza di una A iniziale ci dice che si tratta di un conduttore in rame e non in Alluminio)
R = Conduttore in corda rigida rotonda (Tipo di conduttore)G7 = Mescola isolante a base di gomma EPR ad alto modulo (Tipo di isolante)H1 = Schermo a nastri o piattine di rame (Tipo di schermo)R = Guaina a base di PVC (Tipo di guaina)
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Quadro di rifasamento centralizzato
pubblicato 9 anni fa, 3.599 visualizzazioni
In ambito industriale, ma non solo, il rifasamento assume una posizione di fondamentale importanza, non soltanto per evitare le penali applicate dal distributore per basso cos φ medio mensile (quando lo stesso scende al di sotto del limite fissato nel valore di 0,90), ma soprattutto per ottimizzare i costi degli impianti di distribuzione (trasformatori, conduttori, ecc..) già in fase di progettazione dell' impianto elettrico, evitando di dovere ricorrere a costosi (ed inutili) sovradimensionamenti.
Un valore basso di cos φ implica una maggiore intensità di corrente a parità di potenza attiva assorbita dal carico. E' quindi facilmente intuibile perchè cercare di ridurre lo sfasamento e innalzare il cos φ, ovvero: rifasare.
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Un due tre... triangolo!
pubblicato 9 anni fa, 21.531 visualizzazioni
Spesso bistrattato, spesso ritenuto superato, talvolta addirittura dannoso, qualunque siano i nostri preconcetti e le nostre opinioni, anche se supportate da dati oggettivi a riguardo, è indiscutibile e fuori di dubbio, che chiunque di noi si sia almeno una volta nella vita imbattuto in un avviatore stella/triangolo (che sia stato per progettazione, per realizzazione o per manutenzione).
Al di la della premessa un po' esasperata, va detto, che per determinate applicazioni, questo tipo di avviamento è il giusto compromesso tra funzionalità e semplicità ed affidabilità del sistema, oltre ad essere un sistema relativamente economico rispetto ai suoi concorrenti "statici" quali soft starter, inverter, ecc., almeno quando si parla di potenze considerevoli.
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Quadro di commutazione Rete / G.E.
pubblicato 9 anni fa, 9.438 visualizzazioni
Oggi più che mai, le esigenze di produttività di un qualsiasi sito industriale (ma non solo), in qualunque settore esso sia operante, richiedono la capacità di fare fronte ai probabili inconvenienti relativi alle infrastrutture e ai servizi necessari per il funzionamento dell'attività stessa.
Uno dei problemi più comuni è legato alla mancanza di energia elettrica. Sebbene gli attuali sistemi di distribuzione, abbiano fatto grossi passi avanti rispetto ad alcuni decenni fa, limitando di fatto i disservizi sulle linee AT/MT (Neutro atterrato tramite Bobina di Petersen tanto per fare un esempio), esiste sempre la possibilità di un black-out più o meno lungo legato ad eventi atmosferici o a guasti di qualsiasi altra natura, che comporterebbe il conseguente fermo di tutte le attività svolte attraverso l'energia elettrica.
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Principio di incendio in cabina MT/BT 20 kV
pubblicato 9 anni fa, 5.029 visualizzazioni
E' la storia di una comune cabina di ricezione per utente passivo con annessa trasformazione (un solo trasformatore da 400 kVA) di una fornitura in MT a 20 kV. Correva l'anno 2009, la cabina non è adeguata né alla vecchia Enel DK5600 né alla più recente (per l'epoca dei fatti) CEI 0-16.
La cella di arrivo (costruzione metà anni '80) è composta da un IMS [Interruttore di Manovra Sezionatore] fabbricazione VEI electric e relativi fusibili da 16 A @ 24kV dotati di percussore e da un ST (Sezionatore di Terra) vicendevolmente interbloccati.
L'ingresso dalla terna di collegamento in cavo RG7H1R da 95 mm2 i cui schermi sono connessi alla terra di cabina, si attesta sui rispettivi isolatori passanti dell'IMS.
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Storie di manutenzione - Una blindosbarra con isolatori poco... isolanti !
pubblicato 9 anni fa, 4.061 visualizzazioni
C'era una volta (e c'è ancora) un carosello di presse porta stampi, dedicato allo stampaggio di materie plastiche. Questo carosello, (ritorniamo al presente), capta l'alimentazione (400V) da una blindosbarra 3P+T da 400 A chiusa ad anello, per mezzo di due trolley con in testa due pinze porta spazzole ciascuno; all'interno delle stesse, trovano posto i leverismi dei contatti striscianti che fanno presa sul blindo durante la rotazione del carosello.
La circonferenza totale del carosello, e quindi della blindosbarra, è di circa 50 m giusto per dare un idea, e la stessa blindosbarra è composta da n°6 segmenti rettilinei e da n°4 semicurve.
L'alimentazione al blindo, viene a sua volta derivata dalla blindosbarra generale di stabilimento, attraverso sezionatore fusibilato a cassetta, dal quale si diparte una conduttura in FG7 da 50 mm2 che si attesta su un interruttore magnetotermico scatolato da 250 A Icu=36 kA (con magnetica fissa a 3In) con annesso differenziale regolato a Idn=0,3 A.
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