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Grafici, tabelle e circolari ministeriali

Articolo n° 4 su 6 del corso "Gruppi elettrogeni". Vai all'indice del corso.

Paragrafi dell'articolo:

  1. Grafici per il dimensionamento dell'alternatore
  2. Grafici per il dimensionamento del motore Diesel
  3. Circolare Ministro dell'Interno 31 agosto 1978, n. 31
  4. Ministero dell'Interno Circolare Prot. n. 13148/4188 del 28 luglio 1990
  5. Ministero dell'Interno Circolare n° 12 del 8 luglio 2003
Documento senza titolo

Grafici per il dimensionamento dell’alternatore

La potenza dell'alternatore dipende da alcuni paramentri, quale il fattore di potenza del carico, l'altezza sul livello del mare, la temperatura ambiente, come mostrato dai seguenti grafici.

g1
g2

Il rendimento dipende dalla percentuale di carico. La tabella mostra un esempio. Nella successiva tabella sono illustrate alcune caratteristiche di alternatori prodotti dalla Mecc ALTE S.p.A.

GENERATORI SINCRONI TRIFASI (ALTERNATORI)

Potenza in kVA

Rendimento a    

cos j =1

Rendimento a    

cos j = 0,8

percentuale del carico massimo

percentuale del carico massimo

100

75

50

25

100

75

50

25

5

82,0

80,0

77,0

68,0

77,0

74,0

70,0

60,0

10

85,0

83,0

79,0

70,0

81,0

77,0

74,0

65,0

20

87,0

85,0

81,0

72,0

83,0

79,0

76,0

67,0

50

90,0

89,0

85,0

75,0

88,0

85,0

81,0

72,0

75

91,0

90,0

86,0

76,0

89,0

86,0

82,0

73,0

100

92,5

92,0

88,0

78,0

90,0

88,0

85,0

73,0

150

92,5

92,0

89,0

79,0

91,0

89,0

86,0

74,0

250

93,0

92,0

89,0

80,0

91,5

90,5

87,0

75,0

300

93,5

92,0

90,5

88,0

92,0

90,5

87,5

76,0

500

95,5

93,0

91,0

89,0

93,5

91,0

88,0

77,5

1000

96,0

94,0

92,0

89,5

94,0

92,0

89,5

78,5

MECC ALTE  s.p.a.

Dati Nominali alternatori ( 4 Poli ) funzionanti a  50 Hz 1500 rpm cos j =0,8

P

Tipo

classe d’isolamento e potenza nominale

Rendimento

Reattanze %

  • sincrona diretta
  • transitoria
  • subtransitoria

H

F

F

kVA

kW

kVA

kW

50%

75%

100%

Xd%

X1d%

x2d%

1

EC 28 LA

13,5

10,8

12,5

10

82

83

82,5

271

10,22

6,53

2

EC 28 LB

16,5

13,2

15

12

83

84

83,2

123,2

14,36

9,74

3

EC 28 LC

22

17,6

20

16

83

84,3

84

164,3

9,35

6,43

4

EC 31 SA

26

20,8

25

20

84

85,5

85,2

194,9

16,36

9,72

5
EC 31 SB
31
24,8
30
24
84
86
85,8
219,2
17,3
11,67

6

EC 31 SC

35

28

32,5

36

84,5

86,5

86,5

271,9

17,4

9,82

7

EC 31 LA

40

32

37,5

30

86

88

87,2

184,2

16,2

10,3

8

EC 31 LB

50

40

48,7

39

87

88,5

88

262

11,9

6,6

9

EC 31 LC

60

48

57,5

46

87,5

89

88,5

293,5

12,4

6,4

10

EC 31 LD

65

52

60

48

87,8

88,5

88,3

318

13,43

6,93

11

EC 34 SA

78

62,4

70

56

86,5

88

87,2

398

21,08

14,7

12

EC 34 SB

88

70,4

80

64

87

88,3

88,5

211,3

20,84

13,1

13

EC 34 LA

99

79,4

90

72

88

90

90

171

17,93

10,28

14

EC 34 LB

110

88

100

80

90

91,5

91

289,3

26,04

11,6

15

EC 34 LC

130

104

120

96

90

91,2

91

303,8

12,84

7,26

16

EC 37 SB

165

132

150

120

90

91,5

91

213

10,16

6,27

17

EC 37 SC

190

152

175

140

90,5

92

91,7

225,3

10,8

6,78

18

EC 37 SD

220

176

200

160

91

93

92

164,3

16,48

9,57

19

EC 37 LB

240

192

225

180

91,5

93

92,5

235

18,2

10,2

20

EC 37 LC

265

212

250

200

92

93

92,8

223

20,5

12,4

21

EC 37 LD

320

256

300

240

91

93

92

210

21

13,5

22

EC 40 SA

380

304

350

280

91,5

93

92

272,6

27,6

18

23

EC 40 SB

440

352

400

320

92

93

92,5

337,2

26,5

16,5

24

EC 40 SC

500

392

450

360

92

93

92,5

262,9

27,6

18,3

25

EC 40 LA

550

440

500

400

92,5

93,3

93

282

28,2

18,7

26

EC 40 LB

680

544

630

504

92,5

93

93

225,2

24,4

14,8

27

EC 43 SA

770

616

700

560

93,2

94

93,8

340

18,5

9,6

28

EC 43 SB

930

744

850

680

93,7

95

94,6

374

16,54

7,81

29

EC 43 LA

1100

880

1000

800

94

95,3

95

350

19,6

10,1

30

EC 43 LB

1300

1040

1200

960

94

95,5

95,2

376

17,8

8,4

Grafici da utilizzare per il dimensionamento del motore Diesel

Il rendimento del motore primo diesel dipende dalla temperatura ambiente e dall'umidità relativa. La potenza è legata alla velocità di rotazione, ed anche il consumo. I seguenti grafici mostrano in che modo.

g3
g4
g5
g6
g7

Circolare Ministro dell'Interno 31 agosto 1978, n. 31

Norme di sicurezza per installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice.

Molte delle attività soggette, ai sensi delle vigenti disposizioni, alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi da parte dei Comandi Provinciali dei VV. F., prevedono l'installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice d’energia elettrica o a macchina operatrice per la produzione d’energia sia come fonte normale che d’emergenza e sia per altri usi.

L'impiego di tali complessi va diffondendosi ancor più con l'introduzione sul mercato, in linea con la politica dell'economia del combustibile, di gruppi elettrogeni con sistema di recupero dell'energia termica dissipata. Al fine di assicurare uniformità d’indirizzi nell'applicazione dei criteri di prevenzione incendi e come caso d’estensione analogica, con modifiche ed adattamento, dei vigenti criteri di sicurezza disciplinanti gli impianti termici per quanto concerne i locali ed altre normative in ordine alle installazioni e i dispositivi di sicurezza, questo Ministero ha predisposto una stesura delle norme di sicurezza per l'installazione dei motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice. S’invitano pertanto i Comandi in indirizzo ad applicare, nell'espletamento del servizio di prevenzione incendi, i predetti criteri di sicurezza, allegati alla presente, sia per quanto attiene gli impianti inseriti in attività soggette alle visite ed ai controlli di prevenzione incendi (alberghi, ospedali, scuole, caserme, supermercati, attività industriali, agricole, ecc.) che per gruppi provvisti di recupero d’energia termica dissipata che, essendo assimilabili a centrali termiche di riscaldamento, sono di per se stessi soggetti al rilascio del certificato di prevenzione incendi. Si pregano i sigg. Ispettori Regionali a far conoscere il proprio parere e le eventuali osservazioni dopo aver sentito anche l'avviso dei Comandi Provinciali stessi in seguito delle esperienze acquisite nel corso dell'applicazione della normativa in argomento.

ALLEGATO

1.GENERALITA’

1.1  - Definizioni

 Ai fini delle presenti norme valgono le seguenti definizioni:

  • Gruppo. È il complesso derivante dall'accoppiamento di un motore a combustione interna o turbine a gas con un generatore d’energia elettrica o macchina operatrice.
  • Gruppo elettrogeno. È il complesso formato da un generatore d’energia elettrica mosso da un motore a combustione interna o turbina a gas.
  •  Gruppo elettrogeno con recupero di calore. Gruppo elettrogeno munito di dispositivo per il recupero e l'utilizzazione dell'energia termica dissipata.
  •  Installazione mobile. Gruppo montato su carrello, generalmente impiegato come riserva o integrazione dell'installazione fissa.
  • Serbatoio incorporato. Serbatoio montato su motore.
  • Serbatoio di servizio. Serbatoio per il rifornimento d’olio combustibile o gasolio posto in apposito locale.
  •  Serbatoio di deposito. Serbatoio costituente il deposito per il contenimento di liquidi infiammabili e combustibili.
  •  Potenza del motore. La potenza sviluppata e misurata in kW alle flangie d’accoppiamento alle condizioni normali di temperatura e pressione.
  •  Resistenza ai fuoco. Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura a conservare, durante un periodo determinato, la stabilità, la tenuta, e/o l'isolamento termico richiesto.
  •  Reazione al fuoco. Grado di partecipazione del materiale combustibile ad un fuoco al quale è sottoposto.
  •  Filtro a prova di fumo. Disimpegno, aerato per mezzo di canna di ventilazione della sezione non inferiore a 0,10 m2 sfociante al di sopra della copertura dell'edificio e munito di doppia porta resistente al fuoco, o tenuto in sovrapressione per mezzo d’impianto di ventilazione meccanica.
  • Muro tagliafuoco. Muro avente l'attitudine ad assicurare simultaneamente la stabilità al fuoco, la tenuta al fuoco e l'isolamento termico.
  •  Altezza degli edifici. È l'altezza massima misurata dal livello del pavimento dell'ultimo piano al livello del piano esterno accessibile ai carri di soccorso dei Vigili del fuoco.
  •  Edifici di grande altezza o multipiani. Edifici d’altezza: 
  • Ø      superiore a 30 m se destinati ad abitazione;
  • Ø      superiore a 24 m per le altre destinazioni (al pubblico, alla collettività ed in genere a pluralità di persone). 
  • Regolatore di pressione. Il regolatore di pressione è un dispositivo che mantiene la pressione a valle tendenzialmente costante entro un campo prefissato indipendentemente dalle variazioni della pressione a monte e/o della portata di gas. 

1.2 - Scopi.

Le presenti norme hanno lo scopo di indicare i criteri di sicurezza contro i rischi d'incendio e d’esplosione nelle installazioni fisse e mobili di motori a combustione interna o turbina accoppiati a macchine generatrici d’energia elettrica o macchine operatrici.

1.3 - Campo d’applicazione.

Le presenti norme si applicano ad installazioni aventi potenza termica complessivamente compresa tra 25 e 1.200 kW a servizio d’attività civili, industriali ed agricole. Le presenti norme non si applicano ad installazioni inserite in processi di produzione industriale, ad installazioni antincendio, e ad installazioni impiegate al movimento di qualsiasi struttura. Non si applicano ai gruppi motopompa e motocompressori di liquidi infiammabili e combustibili o di gas combustibili; per tali gruppi si applicano le vigenti norme in materia.

1.4 - Combustibili d’alimentazione.

I motori e le turbine possono essere alimentati a gas di rete o metano, o G.P.L., o benzina, o gasolio, od olio combustibile.

2. INSTALLAZIONI

2.1 - Ubicazione.

I gruppi possono essere installati all'aperto o in locali chiusi isolati o facenti parte d’edifici.

Se installati in edifici possono essere ubicati in locali ai piani fuori terra. Per i gruppi alimentati a gasolio, ad olio combustibile o a gas aventi densità rispetto all'aria inferiore a 0,8 è consentita l'ubicazione al primo piano interrato. Per i gruppi alimentati a G.P.L., è consentita l'installazione solo in locali siti al piano terra.

Entro il volume degli edifici di grande altezza è fatto divieto di installare impianti di potenza superiore a 50 kW ad eccezione d’impianti alimentati a gas di rete o metano purché questi siano installati sul terrazzo più elevato dell'edificio.

Quando si tratta d’edifici destinati, in tutto o in parte, a cinema, teatro, sale di riunione, scuole, chiese, ospedali e simili, è vietata l'installazione d’impianti a gas o a benzina in locali contigui o sottostanti ad ambienti destinati ad affluenza di pubblico o raggruppamento di persone o passaggio di gruppi di persone.

2.2 - Caratteristiche dei locali.

2.2.1. - Locale compreso nel volume di un edificio. Il locale deve avere le seguenti caratteristiche:

a) Attestazione.

Almeno una parete o parte di essa (non inferiore al 50%) deve essere attestata in spazio a cielo libero (strade, cortili, giardini, intercapedini scoperte o superiormente grigliate affacciantesi su spazio a cielo libero, terrapieni).

Ai fini delle presenti norme può considerarsi spazio a cielo libero anche lo spazio antistante a parete con oggetti aventi rapporto maggiore di due fra l'altezza d'impostazione dal piano di campagna e sporgenza.

Se lo spazio a cielo libero è costituito da cortile chiuso sui lati, questo deve avere le pareti prospicienti distanti fra loro almeno m. 3,50 e superficie in metri quadrati non inferiore a quella calcolata moltiplicando l'altezza della parete più bassa, espressa in metri, per tre.

Se la parete è attestata su intercapedine, questa deve essere ad esclusivo servizio del locale caldaia; deve avere larghezza minima non inferiore a m. 0,60 e, al piano grigliato, sezione netta non inferiore ad una volta e mezzo la superficie d’aerazione del locale stesso. Quando l'intercapedine immette su cortile, questo deve presentare i requisiti fissati al comma precedente.

Se la parete è attestata su terrapieno, il dislivello fra la quota del piano di campagna ed il soffitto del locale deve essere almeno di m. 0,60, onde consentire la realizzazione d’aperture d’aerazione.

Dette aperture dovranno immettere a cielo libero ed avere altezza non inferiore a cm. 50.

b) Strutture.

Le strutture orizzontali e verticali devono avere una resistenza al fuoco di almeno 120'.

c) Dimensioni. L'altezza libera interna dal pavimento al soffitto non deve essere inferiore a 2,50 m.

La distanza, su almeno tre lati, tra le pareti del locale ed il perimetro d'ingombro del gruppo non deve essere inferiore a 0,60 m.

d) Accesso e comunicazioni. L'accesso al locale può avvenire:

  • direttamente dall'esterno;
  •   tramite disimpegno aerato dall'esterno con aperture d’aerazione non inferiori a m2 0,30 o per mezzo di condotta di ventilazione sfociante ad un'altezza di m. 10 al di sopra del livello del pavimento con l'estremità distante non meno di m. 1,50 da finestre, porte o aperture praticabili;
  • da intercapedini regolamentari superiormente grigliate a servizio esclusivo del locale stesso; attraverso filtro a prova di fumo.

Per impianti di potenza inferiore a 50 kW installati in fabbricati destinati a collettività, a pubblico spettacolo ed a particolari destinazioni (ad esempio scuole, ospedali, caserme, teatri, cinematografi, biblioteche, grandi magazzini, alberghi ecc.) l'accesso al locale deve realizzarsi direttamente da spazi a cielo libero oppure da intercapedini regolamentari superiormente grigliate a servizio esclusivo del locale stesso;

Il locale non deve avere apertura di comunicazione diretta con locali destinati ad altri usi.

Per i locali ove sono installati gruppi alimentati a combustibile liquido l'apertura d’accesso deve avere la soglia sopraelevata di almeno 20 cm.

e) Porte. Le porte del locale e del disimpegno devono essere apribili verso l'esterno, incombustibili e munite di congegno d’auto chiusura. Quelle che si aprono verso i locali interni devono essere anche a tenuta di fumo.

f) Ventilazione. Le aperture d’aerazione dovranno avere una superficie non inferiore ad 1/30 della superficie in pianta del locale per impianti di potenza fino a 400 kW e non inferiore ad 1/20 della superficie in pianta del locale per gli impianti di potenza superiore a 400 kW con un minimo di:

a ) 0,50 m2 per gli impianti di potenza fino a 400 kW;

b ) 0,75 m2 per gli impianti di potenza fino a 800 kW;

c) 1,00 m2 per gli impianti di potenza fino a 1200 kW.

2.2.2 - Locali isolati.

I locali possono avere strutture realizzate con materiali incombustibili o di classe I di reazione al fuoco. in questo ultimo caso il locale non può distare meno di 3 m. dal più vicino edificio. Se l'isolamento è limitato a tre pareti la parte comune deve avere le caratteristiche di muro tagliafuoco della resistenza di 120'.

Le aperture di ventilazione non devono essere inferiori a quelle stabilite al punto 2.2.1 lettera f.)

2.2.3 - Locali ubicati in interrazzo.

I locali, sempre che non siano adiacenti ad ambienti destinati ad altro uso, possono essere realizzati anche con le strutture previste dal precedente punto 2.2.2..

Le aperture di ventilazione non devono essere inferiori a quelle stabilite al precedente punto 2.2,1 lettera f).

2.2.4 - Locali all'aperto.

Le installazioni all'aperto non devono essere poste ad una distanza inferiore a 3 m, da depositi di sostanze combustibili. Le installazioni possono essere protette dagli agenti atmosferici a mezzo di tettoie.

2.3 - Sistemazione dei gruppi

2.3.1 - Nello stesso locale possono essere sistemati due o più gruppi contigui e/o sovrapposti su un massimo di due strati purché la potenza complessiva max. non risulti superiore a 1200 kW.

I gruppi possono essere alimentati con combustibili diversi.

I gruppi possono essere racchiusi entro involucro a tenuta e non, in tal caso le distanze dalle pareti e dal soffitto si misurano dalle superfici esterne dell'involucro.

3.ALIMENTAZIONE DEI MOTORI

3.1 - Alimentazione a gas.

3.1.1 - Costituzione dell'impianto.

Dalla condotta principale di distribuzione (da rete cittadina o da impianto di stoccaggio), l'installazione comprende i seguenti elementi:

Ø      la presa della derivazione;

Ø      la derivazione od allacciamento stradale;

Ø      un dispositivo esterno d'intercettazione;

Ø      il misuratore (eventuale);

Ø      il tratto dal misuratore al motore ad impianto interno.

3.1.2 - Dispositivo esterno d’intercettazione.

Il dispositivo, collocato sulla tubazione principale d’adduzione del gas, deve avere una sezione libera di passaggio non inferiore al diametro nominale del tubo sul quale sarà inserito.

Esso risulterà collocato all'esterno dell'edificio o del locale isolato in posizione facilmente e sicuramente raggiungibile.

3.1.3 - Misuratore.

il misuratore deve essere posto all'esterno del locale isolato o dell'edificio in nicchia aerata, in luogo asciutto ed accessibile. In mancanza di cortili aperti o d’idonei punti esterni allo stabile, il misuratore può essere installato in ambiente aerato e separato dal locale d’utilizzazione del gas a lui esclusivamente destinato oppure in appositi manufatti in muratura costruiti nell'interno del locale d’utilizzazione del gas, in adiacenza a parete attestata a spazi a cielo aperto. Tali manufatti devono essere aerati direttamente dall'esterno tramite canali d'aerazione; il misuratore può essere accessibile dall'interno per il solo personale dell’azienda erogatrice del gas, tramite sportello metallico a tenuta di gas.

3.1.4 - Tubazioni.

a)      L'impianto interno deve essere realizzato in tubi d’acciaio zincato saldabile a basso tenore di carbonio equivalente con o senza saldatura o di rame. Negli attraversamenti di muri, la tubazione deve essere posta inguaina sigillata verso la parete interna del locale.

b)      Le tubazioni dei sistemi d’alimentazione a G.P.L. devono essere collocate sempre a vista. Per gli altri sistemi d’alimentazione è consentito il collocamento delle tubazioni sottotraccia purché le stesse siano affogate in malte cementizie e con riferimenti atti a permetterne l'individuazione. Le tubazioni non devono attraversare canne fumarie e non devono essere usate per collegamenti di terra.

c)      L'impianto interno non deve presentare prese libere.

d)      Prove di tenuta. Prima di mettere in servizio un impianto di distribuzione interna di gas e quindi prima di allacciarlo al contatore, si deve verificarne accuratamente la tenuta. Se qualche parte dell'impianto non è in vista, la prova di tenuta deve precedere la copertura della tubazione. Prima di allacciare le apparecchiature, l'impianto deve essere provato con aria o gas inerte ad una pressione di almeno 100 mbar. la durata della prova deve essere di almeno 30 min. La tenuta deve essere controllata mediante manometro ad acqua, od apparecchi d’equivalente sensibilità; il manometro non deve accusare una caduta di pressione fra le due letture eseguite dopo 15 e 30 min. Se si verificano delle perdite, queste devono essere ricercate con l'ausilio di una soluzione saponosa; le parti difettose devono essere sostituite e le guarnizioni rifatte. È vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle. Eliminate le perdite occorre rifare la prova di tenuta.

e)      Tubi flessibili. È consentito che il collegamento delle tubazioni d’alimentazione di ciascun motore sia realizzato con tubi flessibili, metallici o non, purché questi presentino i seguenti requisiti:

  • risultare a perfetta tenuta sotto una pressione 15 bar (1500 kPa) ed una temperatura di funzionamento di 90 C;
  • avere uno sviluppo il più breve possibile e posti in posizione tale da renderne agevole l'ispezione.
  • Le tubazioni non metalliche combustibili possono essere impiegate se costituite con materiale di classe 1 di reazione al fuoco.

3.1.5 - Rubinetto d’intercettazione.

Ciascun gruppo deve essere munito di un proprio rubinetto d’arresto indipendente ed applicato alla tubazione d’alimentazione con sezione libera di passaggio corrispondente al diametro di questa.

Quando il collegamento delle tubazioni con il motore è realizzato con tubo flessibile il rubinetto deve essere posto immediatamente a monte di questo.

3.1.6 - Pressione d'alimentazione.

La pressione d’alimentazione dell'impianto interno non deve essere superiore a 40 mbar (4 kPa).

3.1.7 - Regolatori di pressione.

I regolatori di pressione sistemati all'interno del locale possono essere muniti o non di valvole di sicurezza. Se muniti di valvole di sicurezza questa deve avere un tubo di sfogo con l'estremità posta all'esterno del locale o dell'edificio a non meno di m.1,50 da qualsiasi apertura o presa d'aria.

3.1.8 - Deposito del gas.

Quando il gas d’alimentazione proviene da deposito in bombole o in serbatoio d’accumulo il sistema di stoccaggio ed il sistema di fornitura del gas fino alla presa delle alimentazioni, devono essere realizzati conformemente alle vigenti disposizioni in materia.

3.2 - Alimentazione a combustibile liquido.

3. 2.1 - Sistema d’alimentazione.

L'alimentazione del serbatoio incorporato deve avvenire solo per circolazione forzata.

3.2.2 - Serbatoio incorporato.

  • a)      Ciascun motore non deve avere più di un serbatoio incorporato, che deve essere saldamente ancorato all'intelaiatura, protetto contro le vibrazioni, gli urti ed il calore del motore e del tubo di scappamento.
  • b)      I serbatoi devono essere in acciaio con giunti saldati.
  • c)      La capacità del serbatoio deve essere proporzionata alla potenza del motore e comunque non deve essere superiore a litri 50 per potenze fino a 100 kW ed a litri 120 per potenze superiori.
  • d)      Di norma l'alimentazione del serbatoio incorporato deve avvenire tramite sistema di tubazioni fisse.
  • e)      Quando l'impianto è alimentato solo da serbatoi incorporati il rifornimento degli stessi è consentito con recipienti portatili solo se i motori sono fermi e con la massima cautela.

3.2.3 - Serbatoi di servizio e di deposito.

  • a)      I serbatoi incorporati possono essere riforniti direttamente da serbatoi di deposito e/o a mezzo di serbatoi di servizio;
  • b)      L'installazione dei serbatoi di gasolio e d’olio combustibile è disciplinata dalla Circolare ministeriale n. 73 del 29 luglio 1971;
  • c)      I serbatoi di deposito di benzina non possono essere sistemati entro locali o su terrazzi. L'installazione di detti serbatoi è disciplinata dalle norme di cui al D.M.31 Luglio1934.
  • 3.2.4 - Dispositivi di controllo del flusso del combustibile.

    • a)      I serbatoi incorporati devono essere muniti di una tubazione di scarico del troppo pieno nel serbatoio di servizio o di deposito. Tale condotta deve essere priva di valvole o di saracinesche di qualsiasi genere.
    • b)      I serbatoi devono essere muniti dei seguenti dispositivi di sicurezza che intervengono automaticamente quando il livello del carburante nel serbatoio incorporato supera quello massimo consentito:
      • dispositivo d’intercettazione del flusso;
      • dispositivo d’arresto delle pompe d’alimentazione;
      •  dispositivo d’allarme ottico e acustico.

    4.DISPOSITIVI DI SICUREZZA DEI MOTORI

    4.1 - Ciascun motore deve essere dotato dei seguenti dispositivi di sicurezza:

    • a)      dispositivo automatico d’arresto del motore sia per eccesso di temperature dell'acqua di raffreddamento che per caduta di pressione e/o di livello dell'olio lubrificante;
    • b)      dispositivo automatico d'intercettazione del flusso del combustibile per arresto del motore o per mancanza di corrente elettrica

    4.2 - L'intervento del dispositivo d’arresto deve provocare anche l'esclusione della corrente elettrica dei circuiti d’alimentazione, eccettuati quelli d’illuminazione del locale.

    4.3 - Gruppi racchiusi entro involucri metallici.

    Lo spazio libero interno dell'involucro deve essere ventilato a mezzo di sistema di ventilazione forzata con funzionamento continuo o discontinuo se azionato dal segnale di un rivelatore di gas o vapore di tipo approvato posto nell'interno dell'involucro stesso. In alternativa al sistema di ventilazione forzata, può essere installato all'interno dell'involucro un rivelatore di gas o vapore, di tipo approvato, che, in presenza di gas o vapori in concentrazione superiore al 50% del limite inferiore d'infiammabilità determini l'arresto dell'alimentazione del combustibile, l'esclusione dell'impianto elettrico e la segnalazione (visiva ed acustica) del guasto.

    Se l'involucro metallico contiene al suo interno del materiale coibente, questo deve avere caratteristiche non inferiori a quelle per materiali di classe I di reazione al fuoco.

    5. SISTEMIDI SCARICO DEI GAS COMBUSTI

    5.1 - Materiali.

    Le tubazioni di gas di scarico dei motori devono essere d’acciaio, di sufficiente robustezza ed a perfetta tenuta sono consentiti raccordi in ghisa.

    5.2 - Sistemazione.

    Le tubazioni dei gas combusti devono essere sistemate in modo da scaricare direttamente, o tramite camino, all'esterno; ove i gas caldi e le scintille non possano arrecare danno, l'estremità del tubo di scarico deve essere posta ad almeno 1,50 m, da finestre, porte o aperture praticabili o prese d'aria di ventilazione e a quota non inferiore a 3 m sul piano praticabile.

    5.3 - Protezioni delle tubazioni.

    • a)      le tubazioni all'interno del locale devono essere protette con materiali coibenti per assicurare, sulla superficie esterna delle stesse, temperature inferiori di almeno 100 C alle temperature d’autoignizione dei carburanti impiegati;
    • b)      le tubazioni devono essere adeguatamente protette o schermate per la protezione delle persone da accidentali contatti;
    • c)      i materiali per la coibentazione e la protezione devono essere incombustibili o combustibili di classe I di reazione al fuoco.

    5.4 - Collegamento a più motori.

    È ammesso il collegamento ad unica tubazione di scarico di più collettori di scarico di ciascun motore posto nello stesso locale, a condizione che sia prevista per ciascun collettore una saracinesca manuale.

    6. SISTEMA DI LUBRIFICAZIONE

    6.1 -I serbatoi dell'olio lubrificante debbono essere a tenuta; i vapori dell'olio debbono essere riciclati nel motore o condensati in apposito contenitore. Un eventuale sfogo dei vapori deve essere direttamente collegato con l'area esterna mediante tubo di ventilazione la cui estremità deve distare almeno 1,50metri da porte, finestre, aperture praticabili e prese d'aria.

    7.IMPIANTI ELETTRICI

    7.1 - Gli impianti e dispositivi elettrici posti a servizio sia dell'impianto che dei locali relativi, devono essere eseguiti a regola d'arte in osservanza della legge1 marzo 1968 n. 186.

    I comandi dei circuiti, esclusi quelli incorporati nell'impianto, devono essere centralizzati su quadro da situare il più lontano possibile dai gruppi e in posizione facilmente accessibile.

    Tutti i circuiti devono far capo ad un interruttore generale, da installarsi all'esterno dei locali e in posizione sicuramente raggiungibile.

    8.OMOLOGAZIONE DISPOSITIVI

    8.1 - I dispositivi di cui ai precedenti punti 3.2.4, 4.1, ed i tubi flessibili di cui al punto 3,1A lettera e) devono essere del tipo approvato dal Ministero dell'interno a seguito di prove eseguite presso il Centro Studi ed Esperienze Antincendi.

    9. MEZZI D’ESTINZIONE PORTATILI

    9.1 - Per la protezione antincendi deve essere prevista l'installazione d’estintori portatili di tipo approvato per fuochi di classe B e C con contenuto d’agente estinguente non inferiore a 6 Kg. il numero d’estintori deve essere:

    • a)      uno per installazioni di gruppi potenza fino a 400 kW;
    • b)      due per potenze fino a 800 kW;
    • c)      tre per potenze fino a 1200 kW.

    10.DEROGHE

    10.1 - Qualora per motivi tecnici, di cui dovrà essere fatta menzione, non potessero osservarsi integralmente le presenti norme di sicurezza, la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi potranno concedere deroghe purché nel suo complesso, a causa di particolari accorgimenti adottati, l’installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice presentino le condizioni di sicurezza che sarebbero realizzabili con l'adozione integrale delle presenti norme di sicurezza.

    Ministero dell’Interno Circolare Prot. n. 13148/4188 del 28 luglio 1990. 

    Oggetto: Gruppi Elettrogeni

    Da parte del Comitato Centrale Tecnico scientifico per la Prevenzione Incendi è in avanzata fase d’elaborazione l'aggiornamento delle norme di sicurezza relative agli impianti di produzione di calore; in tale sede si è rilevata la necessità di dare prioritariamente risposta a numerose incertezze interpretative e conseguenti richieste di pareri in merito all'argomento indicato in oggetto.

    A riguardo è stato approvato, da parte del citato Comitato, l'allegato documento nel quale sono esplicitate le condizioni che devono essere osservate al fine di consentire la corretta installazione d’impianti costituiti da motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice, noti peraltro come "impianti di cogenerazione" o "gruppi elettrogeni".

    In attesa della definitiva e completa revisione della specifica normativa questo Ministero concederà, in linea di massima, le deroghe a quanto indicato al paragrafo 2 dell'Allegato alla Circolare n. 31 del 31 agosto 1978 prevedendo quali misure alternative le condizioni riportate nell'allegato alla presente lettera-circolare.

    Si pregano pertanto gli Uffici in indirizzo di tenere conto di quanto sopra nella istruttoria delle istanze di deroga che fin da ora saranno presentate in proposito e che, ovviamente, dovranno essere trasmesse secondo le modalità contenute nell'art. 21 del DPR n. 577/82; in tale caso dovrà essere esplicitamente dichiarato che:

    "... sono previste le misure di sicurezza alternative contenute nella lettera-circolare n. 13148/4188 del 28 luglio 1990.

    Torneranno utili eventuali elementi ed osservazioni da parte di codesti Uffici.

    ALLEGATO:

    "Gli impianti costituiti da motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o macchina operatrice, di seguito definito "gruppo di cogenerazione", possono essere ubicati in locali aventi l'attestazione delle pareti realizzata in conformità al disposto della Circolare M.I.S.A. n. 68 del 25/11/1969.

    I suddetti "gruppi di cogenerazione" possono essere installati all'interno di locali ubicati sulle terrazze di copertura dei fabbricati alla condizione che ciò avvenga nella piena osservanza della lettera-circolare n.26493/4183 del 9/11/74 e con l'ulteriore condizione che la superficie delle aperture di ventilazione non siano inferiori ad 1,5 volte quelle stabilite nel punto 2.2.1 lettera f della Circolare n. 21 M.I.S.A. del 31 agosto 1978.

    Gli impianti in argomento possono essere sistemati anche sovrapposti tra loro o a generatori di calore a condizione che i dispositivi di sicurezza d’ogni singola apparecchiatura siano sempre accessibili, il mantello superiore del TOTEM sia a distanza dal soffitto non inferiore a 50 cm e l'aerazione sia incrementata in relazione alla presenza dei diversi gruppi considerando la potenza termica complessiva (caldaia + cogeneratore). Ai fini dell'applicazione delle norme CEI 64-2 i locali contenenti i gruppi di cogenerazione sono da considerare luoghi di classe 3".

    Ministero dell’Interno Circolare n° 12 del 8 luglio 2003

    OGGETTO: Modifiche ed integrazioni alla circolare n° 31 MI.SA. (78)11 del 31 agosto 1978 recante "Norme di sicurezza per installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice

    L'utilizzo di nuove tecnologie per la costruzione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice e la necessità d’adeguamento alle direttive europee, nel cui campo d’applicazione rientrano, per taluni aspetti, i macchinari in argomento, hanno determinato l'esigenza di rivedere alcuni punti della  Circolare n. 21 M.I.S.A. del 31 agosto 1978.

    Pertanto in attesa della revisione complessiva delle disposizioni di prevenzione incendi in materia, su conforme parere del Comitato Centrale Tecnico Scientifico di prevenzione incendi di cui all'art. 10 del D.P.R. 29 luglio 1982, n° 577, si riportano di seguito le modifiche alla Circolare suddetta.

    Il punto 1.3 è così modificato:"Le presenti norme si applicano ad installazioni aventi potenza elettrica compresa tra 25 KW e 1200 kW nel caso d’accoppiamento a macchina generatrice elettrica e di potenza di targa del motore accoppiato a macchina operatrice elettrica compresa tra 25 kW e 1200 kW. Le presenti norme non si applicano ad installazioni inserite in processi di produzione industriale, ad installazioni antincendio e ad installazioni impiegate per il movimento di qualsiasi struttura. Non si applicano ai gruppi motopompa e motocompressori di liquidi infiammabili e combustibili o di gas combustibili; per tali gruppi si applicano le vigenti norme in materia."

    Il punto 3.2.2 lettera b) è così modificato: "I serbatoi devono essere in acciaio con i giunti saldati oppure realizzati con altri materiali che assicurino le stesse caratteristiche prestazionali ai fini antincendio."

    Il punto 3.2.2 lettera c) è così modificato:"La capacità del serbatoio deve essere proporzionata alla potenza del motore e comunque non deve essere superiore a 501 per potenze fino a 100 kW ed a 1201 per potenze superiori. Per gruppi ubicati al piano terra in locali appositi, o all'esterno sul piano di campagna, alimentati da carburanti di categoria C, è consentito l'utilizzo di serbatoi incorporati di capacità non superiore a 20001. In tal caso deve essere previsto un bacino di contenimento di volume pari almeno alla capacità del serbatoio."

    Il punto 4.1 è così modificato: "Ciascun gruppo deve essere dotato di un sistema automatico di sicurezza e/o controllo che raggiunga i seguenti obiettivi:

    a) arresto del motore/turbina sia per eccesso di temperatura di funzionamento a regime che per caduta di pressione o di livello dell'olio lubrificante;

    b) intercettazione del flusso del combustibile per arresto del motore/turbina o per mancanza di corrente elettrica generata."

    Il punto 4.2 è così modificato: "L'arresto del motore deve provocare l'esclusione della corrente elettrica dei circuiti d’alimentazione del motore stesso, fatta eccezione della illuminazione di sicurezza del locale ove il gruppo è ubicato, la quale deve, in ogni caso, essere garantita."

    Il punto 4.3, 1° e 2°capoverso è così modificato:"Lo spazio libero interno dell'involucro deve essere ventilato a mezzo di sistema di ventilazione forzata con funzionamento continuo o discontinuo se azionato dal segnale di un rivelatore di gas o vapore, marcato CE, posto all'interno dell'involucro stesso.

    In alternativa al sistema di ventilazione forzata, può essere installato all'interno dell'involucro un rivelatore di gas o vapore marcato CE che, in presenza di gas o di vapori in concentrazione superiore al 50% del limite inferiore d’infiammabilità, determini l'arresto dell'alimentazione del combustibile, l'esclusione dell'impianto elettrico e la segnalazione ottica ed acustica del guasto."

    Il punto 8 è così modificato: "MARCATURA CE - Il gruppo deve essere dotato di "marcatura CE" e di dichiarazione di conformità ai sensi del D.P.R. 24 luglio 1996 , n° 459 e delle altre Direttive applicabili per l'idoneità ad ogni specifico uso cui è destinato.

    Per quanto attiene la documentazione tecnica da allegare alla domanda di sopralluogo, finalizzata al rilascio del certificato di prevenzione incendi, si rinvia a quanto previsto ai punti 3 e 4 dell'Allegato II al D.M. 4 maggio 1998.

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    Commenti e note

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    di ,

    L8,
    non ho ben capito il dilemma, soprattutto cosa c'entri la resistenza statorica nulla. Il motore primo deve far ruotare il rotore ad una velocità superiore alla velocità di sincronismo determinata dalla frequenza delle tensioni applicate dalla rete allo statore. Nel circuito equivalente la resistenza che simula la potenza meccanica è negativa. Una potenza negativa significa potenza erogata alla rete e non assorbita.

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