Funzioni di trasferimento (6)
Qualsiasi apparato che trasformi un segnale del tempo x(t) in un altro segnale y(t) sempre funzione del tempo ma generalmente di altra forma, può
essere espresso con una funzione che lega, istante per istante, il valore
d'uscita a quello di ingresso.
y(t) = H [ x(t) ]
Se la funzione fosse di tipo
algebrico non ci sarebbe alcuna difficoltà a ricavare la y(t) dato qualsiasi andamento di x(t), ma quando questa funzione è di tipo differenziale, cioè comporta derivate o integrali (come la
maggior parte degli apparati reali) non è affatto agevole, salvo casi
particolari, esprimere matematicamente tale legame.
La Fig. 6.1 sintetizza
questo metodo di utilizzazione delle trasformate di Fourier. La funzione di trasferimento
[3]
)
H(f) è anche nota come risposta in frequenza del blocco.
Fig. 6.1 - Schematizzazione dell'utilizzo delle trasformate
di Fourier nella determinazione del segnale d'uscita y(t) dati il segnale
x(t) e la funzione di trasferimento
H(f) del sistema.
Per esemplificarne l'applicazione
si può ricorrere al caso citato nel primo capitolo (Fig. 1.2 e 1.3), in cui il segnale d'ingresso ha uno
spettro X(f) composto dalla
fondamentale (a 50 Hz e di ampiezza =1) e dalla, terza armonica (a 150 Hz e di ampiezza = 0.6).
Fig. 6.2 -
Esempio di applicazione del metodo che utilizza le trasformate di
Fourier e la funzione di trasferimento per ricavare l'andamento nel tempo del
segnale d'uscita dato l'andamento nel tempo del segnale d'ingresso. [commento audio]
Il procedimento ora visto consente di ricavare anche altri importanti risultati.
C(f) = A(f) · B(f)
Tale operazione permette
quindi di risolvere direttamente nel tempo l'equivalente di un prodotto nel dominio delle frequenze.
c(t) = a(t) · b(t)
Se ne vedranno le applicazioni
più avanti, tentando anche di dare un significato fisico a questa operazione.
[1] ) Questa funzione è considerata normalmente invariabile nel tempo (cioè la sua struttura e i suoi parametri sono assunti come costanti), ma possono esserci casi per cui ciò non è vero.
[2] ) Purchè valga il principio di proporzionalità, cioè che ci sia un rapporto fisso ed invariabile fra i valori che può assumere x al tempo t e i corrispondenti valori di y. Questo non è sempre vero nella realtà in quanto sono possibili non-linearità o limiti di saturazione che invalidano le soluzioni. Occorre quindi verificare nelle applicazioni pratiche l'esistenza di tali condizioni, altrimenti si corre il rischio di conclusioni errate.
[3] ) Nella letteratura tecnica per funzione di trasferimento si intende propriamente la funzione con l'operatore s di Laplace , che verrà introdotto nel prossimo capitolo. Nella pratica s viene poi sempre sostituito da jw,considerando cioè la parte che si riferisce alla frequenza, e per questo qui si accomuna la risposta in frequenza con la funzione H(f).
Determinazione della ‘risposta’ di un blocco (7)
Come si è visto, per ricavare l’andamento di un segnale y(t) in uscita da un blocco occorre conoscere, oltre al segnale x(t) d’ingresso, anche la funzione di trasferimento del blocco stesso.
Per esemplificare il metodo di determinazione di tale funzione, esamineremo il caso di uno dei più semplici ma anche dei più fondamentali tipi di blocco: il circuito costituito da una resistenza R e da un condensatore C , rappresentato in Fig. 7.1, e noto appunto come circuito RC.
Fig. 7.1 - Circuito RC come esempio di blocco di trasferimento
Dall’elettrotecnica si sa che il condensatore C funge da integratore della corrente iC che lo attraversa, cioè che la tensione ai suoi capi è
o, scritta in forma differenziale,
i C = C · dvc / dt
Inoltre se v è la tensione applicata all’ingresso del circuito si ha v = vR + vC dove vR e vC sono le tensioni rispettivamente ai capi della resistenza R e del condensatore C. Per la legge di Ohm è vR = R · iR , quindi iR = vR/R è la corrente che attraversa R.
Si osservi che tale equazione vale per qualsiasi istante t considerato, quindi per qualsiasi andamento di v nel tempo, che può essere indicato come segnale d’ingresso x(t). Ovviamente vC è il corrispondente valore nello stesso istante considerato, ed è quindi possibile indicarne l’andamento nel tempo come segnale y(t) d’uscita.
Y(s) |
1 |
|||
H(s) |
= |
-------------- |
= |
-------------------- |
X(s) |
1 + R·C·s |

Tabella di trasformazioni di Laplace
Stabilendo la trasformata X(s) corrispondente alla funzione x(t) che si vuole considerare, è così possibile calcolare la Y(s) da cui poi ricavare la relativa y(t). Dalla tabella di conversione fra funzioni del tempo e funzioni di Laplace si può rilevare che se la x(t) è ad esempio un impulso di area unitaria e di ampiezza infinita (cioè la funzione d ) allora X(s) = 1 (analogamente a. quanto visto a pag. 27). Ciò comporta che Y(s) = H(s) , cioè la trasformata di Laplace del segnale d’uscita risulta uguale alla funzione di trasferimento.
y(t)= (1/T) · e - t /T
Fig. 7.2 - Risposta del circuito RC all’impulso unitario di ampiezza infinita (in realtà il grafico rappresenta un impulso finito, di ampiezza =100) . La costante di tempo è T=20
Considerando un secondo caso di x(t) questa volta con andamento a gradino unitario anzichè ad impulso, si ha X(s) = 1/s. La nuova Y(s) è allora (1/s) · ( 1 / (1+T·s)) che può essere scomposta nella somma di termini 1/s - 1 / ( s + 1/T). Antitrasformando ciascun termine si ha y(t) = 1 - e -t/T , cioè un esponenziale che tende a 1
[3]
).
Fig. 7.3- Risposta del circuito RC al gradino unitario. Considerando infine il caso di segnale sinusoidale, x(t) = V · sen (wt), si ha la trasformata X(s) =V · w / (s2 + w2). Quindi Y(s) = V · w / [(s2 + w2) · (1+T·s)] . Anche in questo caso è possibile ricondurre l’espressione ad una somma di termini del tipo
K1 · s / (s2 + w2) K2 / (s2 + w2) K3 / (s+a) Ricavando algebricamente K1, K2 e K3 , si può scrivere Y(s) = [ V / (1+ T2·w2)]·[-T·w·s/(s2+w2)+ ·w/(s2+w2)+T2·w/(1+T·s)] da cui antitrasformando si ottiene y(t) = [ V / (1+ T2·w2)]·[-T·w·cos(wt) + sen(wt) + T·w·e-t/T] Al termine del transitorio ( teoricamente all’infinito, ma in pratica quando e-t/T diventa trascurabile) rimangono i termini in seno e coseno, esprimibili, per quanto già noto, nell’equivalente forma vettoriale:
Fig. 7.4 - Risposta del circuito RC ad un segnale sinusoidale. [commento audio] Quest’ultimo caso è particolarmente importante perchè rappresenta il modo in cui il blocco modifica i segnali sinusoidali in funzione della loro frequenza. Si è cioè determinata la funzione H(f) necessaria per l’applicazione delle trasformazioni di Fourier al circuito RC.
Fig. 7.5 - Diagramma di Nyquist per il circuito RC. [commento audio]
Fig. 7.6 - Diagrammi di Bode per il circuito RC. [commento audio]
[1]
Sostituendo nelle trasformazioni di Fourier all’operatore jw l’operatore complesso s = s + jw , si amplia l’applicabilità delle trasformazioni anche a funzioni non trattabili con il metodo di Fourier.
[2]
T è una costante caratteristica del circuito che viene chiamata costante di tempo. Ma la moltiplicazione per una costante si mantiene invariata nelle trasformazioni.
[3]
Se invece del gradino unitario si considerasse un gradino di valore V si avrebbe y(t) = V · (1- e -t/T)
y(t) = M · sen (wt +q)