Un gruppo elettrogeno non è altro che una stazione di energia elettrica. Il gruppo elettrogeno è costituito da un motore termico (motore primo) e da un alternatore (generatore d’energia elettrica). Il motore termico serve per tenere in movimento la macchina elettrica (alternatore) da cui si può prelevare energia elettrica, generalmente in monofase o trifase. Di seguito viene inserita una foto inerente un gruppo elettrogeno.
MOTORI ENDOTERMICI
La fonte principale d’energia è costituita da un motore a combustione interna. Per motori di limitata potenza è utilizzato il motore a due tempi alimentato con miscela al 5%. La cilindrata in genere è compresa tra i 50 e i 100 cm3 e la velocità di rotazione è di 3000 giri /min (r.p.m.).
Per potenze di poco superiori cioè di cilindrata compresa tra 200 e 600 cm3 è utilizzato il motore a benzina a quattro tempi. Le figure che seguono mostrano il principio di funzionamento di un motore a scoppio a 2 tempi (miscela 5%) (fig. 2) ed a 4 tempi (fig.3)
a |
b |
c |
L’intero ciclo corrisponde ad un giro del motore. |
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Fig. 2 motore a scoppio a 2 tempi
(miscela 5%) |
a |
b |
c |
L’intero ciclo corrisponde ad due giri del motore |
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Fig. 3 motore a scoppio a 4 tempi a benzina |
Il combustibile utilizzato è il gasolio; l’accensione non è provocata da una scintilla come nei casi dei motori a scoppio, ma avviene spontaneamente in conseguenza dell’iniezione del combustibile nell’aria portata ad alta temperatura durante la fase di compressione del cilindro. L’avviamento dei motori Diesel avviene normalmente con l’ausilio di una batteria d’accumulatori che alimenta un motorino elettrico. Il motore è costituito da uno o più cilindri in linea o disposti a V (ciclo a due tempi) utilizzato raramente o (ciclo a quattro tempi) utilizzato normalmente.
Il principio di funzionamento di un motore Diesel a 2 tempi ad iniezione diretta (caratterizzato da potenze più elevate rispetto al tipo a 4 tempi, a parità di cilindrata e numero di giri) è illustrato nella figura4. Può essere con valvole o senza valvole. Il tipo rappresentato dispone di una valvola di scarico; soluzione tipica per i motori veloci. Affinchè il rendimento sia elevato è necessario che l’espulsione dei gas combusti sia effettuata tramite aria compressa. Nella figura 5 è illustrato il motore a 4 tempi.
Fig. 4 Motore Diesel a gasolio (2 tempi) ( da quaderni di elettrificazione gruppi elettrogeni) |
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a |
b |
c |
d |
Le quattro fasi corrispondono ad un giro dell’albero. |
Fig. 5 Motore Diesel a gasolio 4 tempi ad iniezione diretta ( da quaderni di elettrificazione gruppi elettrogeni) |
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a |
b |
c |
d |
Le quattro fasi corrispondono ad un giro dell’albero motore. |
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Schemi di Alimentazione, raffreddamento e lubrificazione.
fig. 6 Schema circuito di alimentazione ( tratto da gruppi elettrogeni di F. Corizza) |
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fig. 7
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Il raffreddamento dei motori Diesel può essere ad aria o ad acqua. Il raffreddamento può essere scelto indifferentemente ma quello ad aria offre i seguenti vantaggi:
In conclusione si può affermare che richiede meno manutenzione ed è più affidabile |
fig. 8
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PARTE ELETTRICA: L'ALTERNATORE
L’alternatore è una macchina elettrica rotante, generalmente trifase, capace di trasformare energia meccanica in energia elettrica sotto forma di corrente alternata. Per fare ciò necessita di essere accoppiato ad un motore di tipo idraulico o termico. L’alternatore è costituito generalmente da una parte esterna fissa, di forma cilindrica, detta statore, e da una parte interna rotante, di forma cilindrica e coassiale con la prima, detta rotore. Tra il nucleo magnetico dello statore ed i poli del sistema induttore è compreso uno spazio d’aria, detto traferro, dello spessore di pochi mm o di qualche cm per le macchine di grande potenza. Il flusso magnetico delle macchine sincrone è ottenuto alimentando il circuito d’eccitazione (induttore) con corrente continua. L’alternatore è una macchina sincrona e pertanto la frequenza della tensione generata è strettamente connessa con la velocità di funzionamento. Negli alternatori, stabilita la frequenza, la velocità di sincronismo (no) è legata alla frequenza (f) ed al numero di coppie polari (p) dalla seguente relazione:
n0=60*f/p
- f = frequenza in cicli al secondo;
- p = numero di coppie polari;
- n0 = velocità in giri al minuto (r.p.m.).
Per coppia polare si intende (un polo nord ed un polo sud) quindi due poli. La scelta del numero di poli di un alternatore è imposta dalle caratteristiche del motore primo. Facciamo un esempio: se utilizziamo un motore diesel avente una velocità di rotazione di 1500 r.p.m. e vogliamo avere una frequenza di 50 Hz, l’alternatore deve avere un numero di coppie polari (p) che soddisfi la seguente relazione, p=(60*f)/n0=3000/1500=2, cioè 4 poli. In fig. 9 è rappresentato un alternatore a 6 poli
fig. 9 (dal testo Elettrotecnica generale di Domenico Russo)
Statore
Lo statore nelle moderne macchine sincrone costituisce il sistema indotto da cui si preleva energia.
Rotore
Il rotore nelle moderne macchine sincrone costituisce il sistema induttore. Il rotore generalmente a poli salienti, detto anche ruota polare, è una specie di ruota, dalla quale sporgono i poli sui quali sono allocate le bobine d’eccitazione della macchina. Le bobine d’eccitazione del sistema induttore sono avvolte alternativamente nei due sensi, sono collegate in serie e percorse dalla corrente continua d’eccitazione (Ie) in modo da creare sulla superficie dell’induttore polarità alternativamente di nome contrario (nord, sud, nord, sud, ecc…). La figura 10 rappresenta un alternatore a due poli ad indotto fisso ed induttore rotante.
fig. 10 (dal sito: Barra-scarpetta.org)
Eccitatrice
Il circuito induttore di una macchina sincrona è alimentato normalmente attraverso un sistema d’anelli collettori e spazzole da un generatore di c.c. (dinamo) detta eccitatrice.
Per evitare i contatti striscianti spazzole-anelli che creavano problemi di manutenzione ed usura spazzole si è sviluppato il sistema ”brushless” (senza spazzole). Tale sistema consiste nell’impiego di un alternatore, coassiale a quello principale ma con l’indotto rotante; questo indotto è collegato all’induttore dell’alternatore principale (pure esso rotante) tramite un ponte raddrizzatore al silicio, con un condotto fisso.
Potenza erogabile dall'alternatore
Per il dimensionamento della potenza dell’alternatore, e degli altri elementi costituenti la parte elettrica, si devono prendere in considerazione i vari carichi e le loro caratteristiche. Particolare cura deve essere presa in presenza di carichi capacitivi che potrebbero determinare un incremento di tensione dovuto alla reazione che la corrente del carico determina sul campo induttore sostenuto dalla ruota polare (reazione d’indotto). Particolare cura deve essere presa in presenza d’alimentazione di carichi molto induttivi o che presentano un forte assorbimento istantaneo (motori trifasi, trasformatori). Al riguardo si fa presente che con l’introduzione, sugl’impianti di trasformatori a basso valore dell’induzione (B) si determina una diminuzione considerevole della corrente d’inserzione o di spunto. Vedremo più avanti e precisamente un esempio per il calcolo della potenza erogabile da un alternatore.
L’armadio di comando e controllo svolge tutte le funzioni inerenti, il funzionamento del Gruppo elettrogeno. L’armadio di comando e controllo del G.E. deve essere costruito nel rispetto ed in conformità alle Norme CEI 17-13. Il grado di protezione del quadro deve essere IP 20 e, con sportello anteriore aperto, deve essere presente un ulteriore pannello atto ad evitare il contatto accidentale con le parti attive. Di seguito viene inserita una foto che evidenzia l’aspetto esteriore di alcuni quadri di comando e controllo per gruppi elettrogeni.
fig. 10 Quadro di controllo |
Tipo d’intervento |
settimanale |
mensile |
semestrale |
annuale |
Motore termico |
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Controllo livello olio |
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Sostituzione olio e filtro |
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Controllo livello combustibile |
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Controllo tensione cinghie |
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Pulizia filtro aria |
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* |
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Sostituzione filtro aria |
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Pulizia filtro combustibile |
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* |
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Sostituzione filtro combustibile |
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Parte elettrica del motore termico
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Controllo stato di carica della batteria |
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Pulizia ed ingrassaggio morsetti batteria |
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* |
Alternatore |
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Pulizia interna con getto d’aria |
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Automatismi
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Controllo relè ed interruttori |
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Gruppo in genere |
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Controllo antivibrazione |
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Pulizia completa del gruppo |
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(da Gruppi Elettrogeni di Fulvio Corizza) |
Locali
Come tutti i centri di creazione d’energia elettrica è buona norma procedere ad un’installazione, vicino al centro di consumo, e baricentrica rispetto alla posizione dei carichi. Tale decisione scaturisce dal fatto che si ha una riduzione considerevole, della sezione, della lunghezza dei cavi, della perdita lungo la linea d’alimentazione, nonché della manodopera connessa alla posa dei cavi.
Negli impianti ferroviari di sicurezza e segnalamento, la dislocazione dei gruppi elettrogeni deve essere fatta come riportato al capitolo IX (modo d’installazione).
Detto ciò va analizzata la potenza del gruppo da installare e vanno prese in considerazione i pesi e le dimensioni del gruppo onde verificare i vari passaggi logistici per il suo posizionamento. Particolare attenzione va riposta nella predisposizione delle fosse di raccolta, munite di griglie, per l’eventuale perdita di combustibile dai serbatoi, nonché la disposizione del quadro comando del gruppo che dovrà essere posto possibilmente in modo che sia visibile all’operatore durante le fasi controllo e manutenzione al gruppo, ed ai tecnici che entrano nel locale. Per tutte le altre considerazioni si rimanda ad un’accurata lettura della circolare n° 31 del 31 agosto 1978.
Basamento
La funzione della fondazione è di mantenere il gruppo elettrogeno nella corretta posizione nella quale è posto in opera, in modo da evitare il disallineamento del collegamento tra il motore termico e l’alternatore. Il basamento in genere è realizzato in calcestruzzo e con dimensioni riferite alla potenza come riportato nella sottostante tabella. Una corretta fondazione se ben progettata ed eseguita è in grado di ridurre notevolmente la trasmissione delle vibrazioni all’edificio. Il basamento può essere realizzato anche in profilati d’acciaio, ma per impedire la trasmissione delle vibrazioni,.al sottostante pavimento si devono interporre degli appositi supporti (elastici ed antivibranti) tra il gruppo motore nel suo insieme ed il basamento.
fig. 12
Potenza del gruppo |
Dimensioni (mm) |
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kVA |
A |
B |
C |
10 |
1260 |
790 |
350 |
20 |
2100 |
1100 |
450 |
50 |
2700 |
1230 |
500 |
100 |
2900 |
1550 |
600 |
200 |
3600 |
1550 |
700 |
Il combustibile per il funzionamento del gruppo elettrogeno di norma è contenuto in un serbatoio cosiddetto di servizio che è installato nello stesso locale. Tale serbatoio deve essere predisposto per il collegamento con un ulteriore serbatoio di deposito.
Il serbatoio di servizio deve essere dotato di pompa manuale ed elettrica per il riempimento dal serbatoio di deposito predetto.
Il flusso di combustibile al gruppo avviene solo tramite circolazione forzata.
La tubazione d’alimentazione per motivi di sicurezza, deve essere provvista di una valvola d’intercettazione a chiusura rapida e comandabile a distanza dall'esterno del locale del gruppo.
Di seguito è riportato un facsimile dell’impianto d’adduzione del carburante al gruppo elettrogeno.
fig. 13
da Gruppi Elettrogeni di Fulvio Corizza
Insonorizzazione dell'ambiente
Le principali fonti di rumore sono dovute alla combustione del motore, alle parti in movimento, allo scarico dei gas combusti ed al ventilatore di raffreddamento. Il problema della silenziosità è molto sentito per i gruppi mobili e per quei gruppi elettrogeni in servizio continuo. In genere i gruppi elettrogeni sono utilizzati in servizio d’emergenza, ma è buona norma porre molta attenzione alla loro rumorosità, anche perché quando entrano in funzione potrebbero arrecare disturbo alla gente che si trova nelle immediate vicinanze; quindi vanno studiati caso per caso i rimedi da porre in essere per ridurre l’inquinamento acustico.
Di seguito sono riportate alcune informazioni utili circa i rimedi da utilizzare per l’abbattimento dell’inquinamento acustico.
Premesso che la rumorosità percepita all’esterno del locale, aumenta al diminuire delle dimensioni del locale e diminuisce con l’aumentare dello spessore delle pareti del locale dove sono installati i gruppi elettrogeni.
Gli accorgimenti da prendere in considerazione si possono così sintetizzare:
- Scegliere un locale di dimensioni adeguate (si tenga presente che in un locale di 500 m3 l’incremento è di 12 dB rispetto a quello che si riscontrerebbe in campo aperto, mentre in un locale di 50 m3 l’incremento è invece di 18 dB);
- curare lo spessore delle pareti (si tenga presente che pareti dello spessore di 24 ÷ 36 cm riducono la rumorosità all’esterno del locale di circa 40 ÷ 50 dB);
- usare materiali fonoassorbenti nel locale (si tenga presente che si può ridurre la rumorosità da 3 ÷ 10 dB a secondo della qualità del materiale utilizzato);
- utilizzare eventualmente un contenitore fonoassorbente che racchiude l’intero gruppo (si tenga presente che la rumorosità in questo caso si ridurrebbe di 25 dB);
- utilizzare le fosse silenziatrici ad una o più celle per ridurre i rumori dovuti ai gas di scarico.
Il rumore dei gruppi elettrogeni installati deve essere contenuto al massimo per evitare disturbi alla quiete pubblica, quindi per la scelta del rumore massimo è buona norma non oltrepassare i 50 dB (A). Qualora risulti troppo oneroso ottenere i 50 dB (A) si potrà accettare un rumore anche superiore in quanto il loro funzionamento è saltuario e non continuo, ma comunque deve essere opportunamente valutata la zonizzazione acustica dove viene ad essere installato il gruppo elettrogeno. Comunque a tal fine si ricorda che un rumore di 70 dB (A) comincia a disturbare le persone.
Di seguito viene riportata una tabella contenuta nel D.P.C.M. del 14 novembre 1997. Anche se tali valori non si applicano nelle rispettive fasce di competenza ferroviaria, è buona norma rispettare tali valori.
Valori limiti assoluti di emissione sonora espressi in dB(A) |
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Classi di destinazione d’uso del territorio |
Tempi di riferimento |
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Diurno (6¸22) |
Notturno (22¸6) |
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I aree particolarmente protette |
50 |
40 |
II aree prevalentemente residenziali |
55 |
45 |
III aree di tipo misto |
60 |
50 |
IV aree di intensa attività umana |
65 |
55 |
V aree prevalantemente industriali |
70 |
60 |
VI aree esclusivamente industriali |
70 |
70 |
Per stare dentro tali limiti è' necessario ridurre il rumore alla fonte, cioè acquistare macchine con la più bassa emissione di rumore, ma che comunque per legge non devono presentare un rumore verso l’esterno maggiore di 97 dB (A) fino al 2005 e 95 dB (A) dal 2006. Per conseguire il risultato dei 50 dB (A) bisogna, come abbiamo detto, acquistare gruppi elettrogeni a bassa rumorosità e successivamente intervenire per limitare la propagazione delle onde sonore, facendo uso delle regole di istallazione testé enunciate.
Aerazione
L’aerazione di un ambiente è molto importante dal punto di vista funzionale delle apparecchiature e delle persone che per manutenzione devono accedere ai locali.
Una temperatura superiore ai 40°C oltre a determinare uno stato di disagio per il personale addetto alla manutenzione, determina un deterioramento delle prestazioni del gruppo elettrogeno sia per il motore termico che per il motore elettrico.
Torna quindi utile curare l’aerazione del locale; infatti il calore, trasmesso dal gruppo elettrogeno alla sala macchine, deve essere asportato mediante ventilazione diretta sul gruppo stesso. Per la stesura di un buon progetto relativo alla ventilazione, si deve tener conto contemporaneamente della portata necessaria e del percorso che l’aria deve seguire. La portata a livello orientativo, si aggira sui 60 ÷90 m3/h per ogni kVA della potenza di targa del generatore.
E’ bene ricordare di non oltrepassare i limiti di velocità di (1÷1,5) m/sec presso le macchine in modo da non arrecare fastidio alle persone addette alla manutenzione.
Impianto elettrico
Il Ministero dell’Interno, con lettera circolare (protocollo. n° 13148/4188 del 28 luglio 1990 ), precisa, che ai fini dell’applicazione delle Norme CEI 64-2, i locali contenenti i gruppi elettrogeni sono da considerare luoghi di classe 3; pertanto tutte le parti degli impianti elettrici che durante il loro normale funzionamento possono produrre archi, o scintille, dovranno essere racchiusi dentro involucri atti a fornire un grado di protezione meccanica pari almeno alla classe IP 44 (involucro idoneo ad impedire la penetrazione di corpi solidi di dimensioni superiori ad 1 mm e di spruzzi d’acqua provenienti da qualsiasi direzione). L’impianto elettrico deve essere del tipo a sicurezza funzionale a tenuta (AD - FT) conforme alle Norme CEI 64-2. La circolare del Ministero dell’Interno ( n° 31 del 31 agosto 1978 ), per quanto riguarda gli impianti ed i dispositivi elettrici esistenti nel locale d’installazione del gruppo elettrogeno afferma che devono essere eseguiti a regola d’arte in osservanza della legge 1 marzo 1968 n° 186. I comandi dei circuiti eccetto i comandi incorporati nell’impianto del gruppo stesso, devono essere centralizzati su quadro elettrico da installare il più lontano possibile dai gruppi ed in posizione facilmente accessibile.
Tutti questi circuiti devono far capo ad un interruttore generale, da installarsi all’esterno del locale ed in posizione sicuramente raggiungibile.
L’impianto luce e forza motrice può essere del tipo incassato, o esterno, l’importante che il materiale utilizzato presenti un grado d’isolamento meccanico 3 ad IP 44.
Norme, leggi e decreti di riferimento
I gruppi elettrogeni utilizzati negli impianti devono essere conformi alle seguenti norme tecniche
- CEI EN 60439 (CEI 17-13) – Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT).
- CEI EN 60529 (CEI 70-1) - Gradi di protezione degli involucri (codice IP).
- CEI EN 60695 (CEI 11-20) – Impianti di produzione d’energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria.
- CEI 64-2- Impianti elettrici nei luoghi con pericolo d’esplosione. Prescrizioni specifiche per la presenza di polveri e sostanze esplosive .
- CEI 64-8 - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V
- in corrente alternata e a 1500V in corrente continua
- Circolare Ministero dell'Interno n. 31 del 31 agosto 1978- Norme di sicurezza per installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice
- Lettera circolare Ministero dell’Interno n. 13148/4188 del 28 luglio 1990 - Gruppi di cogenerazione costituiti da motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice. Criteri per la concessione di deroghe.
- Circolare del Ministero dell’Interno n. 12 dell'8 luglio 2003 - Modifiche ed integrazioni alla Circolare n. 31 MI.SA. (78)11 del 31 agosto 1978 recante "Norme di sicurezza per installazione di motori a combustione interna accoppiati a macchina generatrice elettrica o a macchina operatrice".
- Legge 26 ottobre 1995, n° 447 – Legge quadro sull’inquinamento acustico.
- D.P.C.M. del 1 marzo 1991 – Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitazione e nell’ambiente esterno.
- D.P.C.M. del 14 novembre 1997 – Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore.
- Direttiva 2000/14/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’ 8 maggio 2000 – Emissione acustica ambientale delle macchine ed attrezzature destinate al funzionamento all’aperto.
Autorizzazioni
- Ogni gruppo elettrogeno deve sottostare alle disposizioni contenute nella..Legge n. 1643 del 6/12/1962 (Istituzione dell'Ente Nazionale Energia Elettrica) e nel decreto prefettizio. n. 36 del 04/02/1963 (obbligatorietà di denunzia di installazione).
- Novanta (90) giorni prima della messa in servizio del gruppo elettrogeno, l'utilizzatore e' tenuto a presentare, su carta da bollo ed in duplice copia, domanda per l'autorizzazione per l'esercizio di attivita' elettriche corredata dei piani d'impianto.Tale domanda deve essere presentata al Comitato dei Ministri tramite il Ministero Industria e Commercio - Direzione Generale Fonti Energia e Industria Base, Servizio IV.- ROMA.
- Ottenuta l'autorizzazione provvisoria del Ministero Industria e Commercio, l'utilizzatore dovrà presentare denuncia di impianto al competente UTIF regionale, compilata in duplice copia sul modulo Mbis modo 1-2-3-5 da ritirare presso l'ufficio UTIF. In allegato dovrà presentare copia dell'autorizzazione ottenuta dal Ministero.
- L'utilizzatore e' tenuto ad istallare a sua cura e spese, nel caso intenda usufruire della riduzione dell'imposta sul gasolio (nel caso di gruppi equipaggiati con motore Diesel), un complesso di contatori con morsettiera sigillabile.
- Sono a carico dell'utilizzatore i seguenti oneri ministeriali:
- diritto di licenza: tassa annuale
- imposta sul consumo per produzione F.M.
- imposta sul consumo per produzione luce
- L'utilizzatore deve presentare su appositi moduli in commercio, una situazione bimestrale dei kWh prodotti. Da inoltrare al competente ufficio UTIF regionale.
- L'utilizzatore può chiedere l'esenzione dell'imposta di fabbricazione sul gasolio destinato ad alimentare il gruppo elettrogeno.Il contingente di gasolio in esenzione è illimitato, sempre s'intende che sia interamente destinato a produzione di energia elettrica.
- La legislazione italiana vigente non prevede limiti di potenza per i gruppi elettrogeni, sia che questi siano destinati ad utilizzazione di emergenza, sia che servano per la produzione continua di energia elettrica. Secondo il tipo di utilizzazione e la potenza istallata, l'utilizzatore, rinunziando all'esenzione del pagamento dell'imposta di fabbricazione sul gasolio, può concordare con l'UTIF un pagamento a forfait dell' imposta sull'energia prodotta. In questo caso non e' necessaria l'istallazione dei complessi di misura fiscali.
Per i gruppi elettrogeni fino alla potenza di 200kW non è necessaria la domanda al Ministero delle attività Produttive, tuttavia è necessario inoltrare all’ UTIF competente per territorio la domanda per il rilascio di licenza di esercizio di officina elettrica; concordare con la stessa le modalità per il pagamento delle quote erariali oppure a forfait.
OSSERVAZIONI della redazione di Electroportal
Situazione normativa attuale per quanto concerne la CEI-64.2
La norma 64.2 pur essendo ancora in vigore, in gran parte è stata sostanzialmente abrogata. L'autore ha ritenuto di mantenerne il riferimento, soprattutto come guida tecnica. Per una più rigorosa realizzazione degli impianti elettrici è opportuno però riferirsi alle nuove normative
Si riporta quanto detto in proposito nel sito CEI.
Questo fascicolo riguarda i Capitoli della Norma CEI 64-2 che trattano esclusivamente la classificazione dei luoghi e dei relativi impianti elettrici pericolosi per la presenza di polveri infiammabili e sostanze esplosive.
Esso si è reso necessario in seguito alla pubblicazione delle Norme CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) e CEI EN 60079-14 (CEI 31-33) che hanno abrogato, rispettivamente dal 1° gennaio 1998 e dal 1° dicembre 1999, i Capitoli della presente norma riguardanti la classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza in qualunque stato fisico di sostanze che, sotto forma di vapori, gas o nebbie possono determinare con l’aria un’atmosfera pericolosa.
La presente norma rimarrà in vigore in attesa delle nuove CEI EN sullo stesso argomento, attualmente in preparazione.
Questa Norma è considerata, nonostante le modifiche introdotte, ancora la quarta edizione della Norma CEI 64-2 in quanto ne mantiene la struttura anche se il presente fascicolo si riferisce unicamente ai luoghi in cui il pericolo di esplosione è dovuto alle polveri infiammabili e alle sostanze esplosive.
Una più radicale modifica della struttura sarà effettuata in occasione di una prossima edizione.
IL FASCICOLO RELATIVO ALLE APPENDICI (CEI 64-2/A:1998 - fasc. 2961C) E’ ABROGATO DAL 1° SETTEMBRE 2001.
dal 1° LUGLIO 2003 LA PRESENTE NORMA CEI 64-2 - FASC. 5964C NON SI APPLICA PIU' AI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER LA PRESENZA DI POLVERI COMBUSTIBILI (INFIAMMABILI).
Il capitolo IV della CEI 64-2 non è più in vigore in quanto sostituito dalla CEI EN 50281-3 (CEI 31-52:2003, fasc. 6947); gli altri capitoli non sono più in vigore in quanto sostituiti dalla CEI EN 50281-1-2 (CEI 31-36:1999, fasc. 5301). La Norma CEI 64-2, quarta edizione, rimane pertanto in vigore esclusivamente per il luoghi con pericolo di esplosione per la presenza o sviluppo di sostanze esplosive (Luoghi di Classe 0).”.
In aggiunta alla tradizionale versione a fascicoli, è stata pubblicata l’ediz. 2001 del VOLUME “Norme CEI per Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione” che riunisce sotto un’unica copertina le leggi, i decreti, le direttive ed i testi integrali di tutte le norme che, oltre alla presente, trattano della classificazione, progettazione ed esecuzione degli impianti in questione quali la CEI EN 60079-10 (CEI 31-30), la nuova edizione delle Guide CEI 31-35, CEI 31-35/A (2001) ed inoltre CEI EN 60079-14 (CEI 31-33), CEI EN 60079-17 (CEI 31-34), CEI EN 50281-1-2 (CEI 31-36), l’abrogazione della Norma CEI 64-2/A - che ha fatto seguito alla pubblicazione delle Guide CEI 31-35 e CEI 31-35/A (ediz. 2001) - e la Guida CEI 31-25. Inoltre nel volume sono stati riportati leggi, decreti e direttive comunitarie, per i quali le norme contenute giocano un ruolo importante. -->
Scelta del grado di protezione IP
Le modifiche di validità della 64.2 e la loro sostituzione portano a procedere attualmente in modo più specifico:
- è un ambiente a maggior rischio in caso d'incendio (GE a gasolio)?->CEI 64-8 parte 7 IP4X;
- è un luogo con pericolo di esplosione (GE a gas o benzina)? -> CEI 31-30 per classificare le zone e CEI 31-33 ecc. per apparecchiature e sistemi di protezione e direttiva Atex (DPR 128/96 e D.Lgs. 233/03). Non solo per la parte elettrica.
- non è niente di tutto ciò? -> CEI 64-8 impianto ordinario.