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Carlo Zanetti
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Messa a norma di impianto condominiale

Domanda:

In un condominio l'impianto elettrico è stato messo a norma nell'anno 1995 secondo la Legge 46/'90 inserendo un interruttore magnetotermico-differenziale con Idn = 30 mA, che,in base ad un articolo della L. 46/'90 era sufficiente a garantire la protezione contro i contatti diretti ed indiretti solamente per gli impianti preesistenti. Inoltre per garantire maggior protezione erano state sostituite alcune apparecchiature ed installate altre dotate di doppio isolamento. Se adesso volessi realizzare un impianto di messa a terra per la zona delle cantine e garage, la CEI 64-8 dice che devo effettuare il collegamento equipotenziale principale delle tubazioni dell'acqua e del gas. Pero' tale collegamento alle tubazioni dell'acqua potrebbe veicolare tensioni pericolose attraverso le tubazioni, alle zone dei bagni dentro i singoli appartamenti dove non c'e' il collegamento supplementare previsto per i locali di bagno e dove non e' presente alcun impianto di terra; e' giusto separare le tubazioni dei singoli appartamenti tramite giunto isolante?

Risponde Carlo Zanetti

La "messa a norma" di un impianto mediante installazione di un interruttore magnetotermico differenziale non è ammessa da nessun articolo della legge 46/90 né dal regolamento di attuazione. La legge 46/90 nel regolamento di attuazione considerava comunque adeguati gli impianti elettrici preesistenti che presentassero dispositivi di sezionamento e protezione contro le sovracorrenti posti all'origine dell'impianto , protezione contro i contatti diretti e protezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale con Idn pari a 30 mA. Ciò non significa che per mettere a norma un impianto fosse sufficiente installare un interruttore magnetotermico differenziale. La "messa a norma" dell'impianto condominiale comporta (e comportava) opere molto più articolate e soggette ad attente analisi e valutazioni comprendendo in queste anche la realizzazione dei collegamenti equipotenziali delle tubazioni di acqua e gas, predisponendo un efficiente impianto di terra con colonna montante alla quale collegare gli impianti di terra dei singoli condomini.

Se le norme dicono di effettuare il collegamento equipotenziale lo dicono a ragion veduta: è difficile pensare che al comitato tecnico che le ha prodotte sia sfuggita la possibilità che attraverso le tubazioni possano essere "veicolate" nell'ambiente tensioni pericolose. Equipotenzialità significa sicurezza perché se masse, masse estranee e terreno fossero equipotenziali sempre, non ci sarebbe alcun pericolo per le persone. Detto questo c'è da osservare che l'equipotenzialità nei sistemi TT non è così importante come nei sistemi TN, dove la tensione di contatto corrisponde alla tensione che la corrente di guasto determina sul conduttore di protezione PE, parte della quale i collegamenti equipotenziali possono eliminare cortocircuitandola. Nei sistemi TT infatti la resistenza di terra è coordinata con i sistemi di interruzione in modo che non possa esistere mai una tensione superiore a quella pericolosa: basta che Rt<50/Idn con Idn corrente di intervento differenziale. Collegare all'impianto di terra tubazioni di acqua e gas non le rende più pericolose perché "veicolano tensioni" che comunque sarebbe non pericolose. Il loro pericolo è il potenziale zero introdotto nell'ambiente del terreno cui sono intimamente in contatto, potendo, per guasti, essere presente sulle masse dell'ambiente un potenziale diverso da zero. I giunti isolanti sono perciò abbastanza inutili e rendono flottante la tubazione a valle se questa in nessun altro punto è sicuramente non in contatto con il terreno. Ciò non elimina il fatto di effettuare il collegamento EQP a monte del giunto per l'impianto cantina e garage, collegamento che diminuisce la Rt complessiva ed attenua le tensioni di contatto. La soluzione migliore, certamente più onerosa ma più sicura e rispettosa delle norme, è quella di portare il conduttore di terra anche negli appartamenti per collegarvi tutte le masse.

Carlo Zanetti

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