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Massa elettrica e massa elettronica

Domanda:

Ho notato in parecchi schemi elettrici che lo stesso simbolo che in elettronica si usa per indicare la massa, intesa come il polo negativo dell' alimentazione o punto a potenziale zero, in elettrotecnica indica la "terra" (ad esempio) di un impianto o connessione a terra. Poi, col termine "massa" in elettronica indichiamo il polo negativo dell'alimentazione, mentre in elettrotecnica indichiamo una parte conduttrice facente parte o non di un apparecchio o impianto elettrico che normalmente non e' in tensione. Non c'e' il rischio che si faccia confusione di termini soprattutto per chi e' alle prime armi nello studio delle due materie?

Risponde admin

Non è solo la parola massa ad avere più significati.
"Ho letto un libro prima di andare a letto" è una frase in cui la parola "letto" appare due volte, ma non si fa una grande confusione. Del resto poi, è vero che nelle definizioni la "massa" elettrotecnica differisce dalla "massa" elettronica, ma differisce ancor di più, come concetto, dalla "massa" gravitazionale anche se questa è uguale alla "massa" inerziale come ha postulato Einstein per la sua teoria della relatività generale, e come tutte le misure finora effettuate sembrano dimostrare.
Non c'è però l'enorme differenza esistente tra i due "letto" della prima frase. Anche quando parliamo di una "massa" d'aria, o di rottami, o di libri, o di legna, o di mattoni è implicito il riferimento al significato originario di "massa" intesa come quantità informe di materia (maza, in greco, significa pasta). Se proseguiamo nell'analisi dell'uso della parola "massa", troviamo che un uomo ritenuto privo di qualità spirituali lo classifichiamo come una "massa" di carne. Una "massa" di dimostranti "no global" invece, può protestare perché stanca della cultura di "massa" che i mezzi di comunicazione di "massa" o mass media, estendono all'intero pianeta. L'addensamento di colori in un quadro è detto" massa" di luce e la "massa" nel medioevo indicava un insieme di poderi con una propria amministrazione, nome che si è conservato ad esempio in Massa Marittima o Massalombarda.
La digressione, che non dovrebbe contenere, almeno spero, una "massa" di errori, vuole solo evidenziare che il vero significato di una parola non sta unicamente nella parola stessa, ma anche nel contesto in cui essa è usata. E così è anche per le masse elettriche ed elettroniche. Che sono diverse, ma tutte convergenti verso un concetto unitario: quello di un corpo conduttore, assunto come riferimento per i potenziali elettrici. Il potenziale di questo corpo è posto convenzionalmente uguale a zero.
In un circuito elettronico è, teoricamente, un qualsiasi punto dello stesso, spesso, ma non sempre, coincidente con il polo negativo dell'alimentazione. Per controllare il buon funzionamento del circuito, si possono misurare le differenze di potenziale di altri punti rispetto al riferimento. In teoria è, come detto, un punto; in pratica si tratta di un corpo conduttore che ha un'estensione fisica. Allora è fondamentale che tutti i punti di questo corpo esteso abbiano lo stesso potenziale o, per lo meno, potenziali che differiscano il meno possibile tra loro. Noi sappiamo, per la legge di Ohm, che una corrente in un conduttore determina differenze di potenziale tra i suoi punti. Una buona "massa" reale è perciò un conduttore attraverso cui possa transitare la corrente più elevata prevista senza che si manifestino differenze di potenziale. Teoricamente ciò è possibile se la resistenza tra due punti qualsiasi è sempre nulla; in pratica deve essere, come si dice, trascurabile rispetto ad ogni altra resistenza presente.
La "massa" dei circuiti elettronici è, da questo punto di vista, un corpo che si oppone alle variazioni di potenziale prodotte dalle correnti in esso circolanti. E qui scopriamo anche il perché questo corpo conduttore è stato chiamato "massa". La massa è una quantità di materia e Newton, nella sua legge della dinamica, ha definito per essa la proprietà, cui ha conservato il nome di massa aggiungendovi l'aggettivo inerziale, di opporsi alle variazioni del moto: l'accelerazione è tanto minore quanto maggiore è la massa (F=m*a).
Negli impianti elettrici, ai fini della sicurezza, il potenziale di riferimento è il terreno nella maggior parte dei casi, poiché è il corpo conduttore con cui la persona, che interagisce con l'impianto, è costantemente in contatto. Il terreno ha, tra l'altro, i requisiti della "massa" elettronica definita in precedenza, per la sua resistenza praticamente nulla dovuta ad una sezione praticamente infinita. La "massa" elettrica, dal punto di vista impiantistico, è allora ogni componente metallico dell'impianto con cui la persona può venire in contatto con varie parti del corpo, prevalentemente le mani, e che non deve trovarsi ad un potenziale troppo diverso da quello del terreno con cui i piedi sono costantemente in contatto. Per questo quelle parti metalliche devono essere collegate o messe a terra perché possano assumere il potenziale di riferimento stabilito, la "massa" appunto, ed in caso di guasto all'isolamento principale, un potenziale, rispetto al riferimento che deve essere inferiore al potenziale di sicurezza (50 V in condizioni normali in c.a.) o che non deve permanere per un tempo superiore a quello stabilito dalla curva di sicurezza.
Mettere a terra o collegare a massa significa dunque rendere più difficoltose e, soprattutto, non pericolose per l'uomo le variazioni di potenziale che possono subire, in seguito a guasti, i componenti metallici appartenenti all'impianto elettrico.
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Commenti e note

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di ,

grazie molte per le spiegazioni che mi ha dato. seguirò senz'altro il suo consiglio e aprirò alcune discussioni sul forum sia per chiarire questi argomenti che altri su cui ho dei dubbi e delle perplessità

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di ,

Non ci sono ragioni relative al funzionamento del circuito elettrico per vincolare il polo negativo o quello positivo ad un corpo metallico cui diamo il nome di "massa". In genere la scelta ha lo scopo di evitare determinate reazioni chimiche, o per prevenire l'accumulo di cariche elettrostatiche. Ma su questo problema ti consiglio di aprire un topic nel forum per ulteriori motivazioni. Per quel che riguarda "l'opposizione alle variazioni di potenziale" Faraday c'entra poco. La frase intendeva giustificare l'uso del termine "massa" come riferimento per i potenziali in analogia con la massa fisica che si oppone alle variazioni di velocità. La tua osservazione mi fa invece pensare che quello che si pensa e poi si dice nella convinzione di chiarire un concetto, riesce ad ottenere il contrario aumentando la confusione (mmm..che sia l'eterogenesi dei fini che caratterizza molte decisioni sui sistemi complessi, o semplicemente una didattica errata?) Allora provo a dirla così. Se la massa, intesa come riferimento per i potenziali fosse un punto, non ci sarebbe alcun problema in quanto il riferimento sarebbe un valore unico: il potenziale di quel punto. Ma la massa reale di un circuito elettronico è un corpo metallico esteso. Ad esempio: la pista che distribuisce il negativo dell'alimentazione su una scheda elettronica. L'ideale sarebbe che tutti i punti di quel corpo metallico (di quella pista) avessero effettivamente lo stesso potenziale. Però così non può essere sia per effetto delle correnti circolanti nel corpo stesso, sia per accoppiamenti induttivi o capacitivi con altre parti del circuito o con altri circuiti. Tale massa deve perciò essere realizzata con la massima attenzione in modo che le differenze di potenziale tra i vari punti di essa siano trascurabili. Quindi, ad esempio, la pista di massa deve essere sufficientemente estesa in modo che la resistenza tra due suoi punti qualsiasi sia praticamente nulla. Deve anche essere realizzata in modo da evitare formazioni di forze elettromotrici indotte da correnti variabili in altri circuiti: in altre parole deve essere progettata il funzionamento del circuito non risenta del diverso potenziale che possono assumere i suoi punti. Ovviamente anche su questo aspetto puoi aprire un argomento nel forum.

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di ,

beh no senz'altro...la cosa sta iniziando ad essere più chiara...almeno penso... riguardo all'affermazione "In un circuito elettronico è, teoricamente, un qualsiasi punto dello stesso, spesso, ma non sempre, coincidente con il polo negativo dell'alimentazione" perchè non sempre? C'è una regola che stabilisce questa condizione? e poi "La "massa" dei circuiti elettronici è, da questo punto di vista, un corpo che si oppone alle variazioni di potenziale prodotte dalle correnti in esso circolanti" in che senso devo intendere questa affermazione? E' una diretta conseguenza della legge di faraday? come può capire ho un po' di confusione...

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di ,

Stai semplicemente interpretando male cos'è la massa. La stai considerando come un oggetto con proprietà che non ha. La spiegazione che hai letto, sarà anche chiara ed esaustiva, ma è evidentemente che non l'hai letta bene, o che hai dimenticato subito quanto hai letto. E' evidente poi che tu confondi potenziale con differenza di potenziale, quando dici che collegando la massa al negativo azzeri la differenza di potenziale! Quale differenza di potenziale si annulla? Quella tra il positivo ed il negativo? Per quale motivo dovrebbe annullarsi? Quando tu colleghi il polo negativo a quella cosa che chiami massa, stabilisci un'equipotenzialità tra polo negativo e massa, ma non annulli di certo la differenza di potenziale tra polo positivo e polo negativo. La "massa" puoi anche collegarla al polo positivo; in tal caso, sono ciò che chiami massa e polo positivo ad essere equipotenziali, ma la differenza di potenziale tra positivo e negativo rimane inalterata. E'una prova elementare che puoi fari con qualsiasi batteria ed un qualsiai tester: lascia i puntali del tester collegati pra + e - e collega uno solo dei due a quello che vuoi: vedrai che i volt indicati dal tester non cambiano. La massa è il riferimento per gli altri potenziali del circuito e il potenziale zero che le si attribuisce è convenzionale. Puoi attribuirle qualsiasi valore: non cambia nulla per il circuito che ha un puno, ed uno solo, collegato al riferimento. Se tu sei dentro un ascensore al soffitto del quale è appesa un pallina di massa m, cambia forse l'atezza della pallina rispetto al pavimento dell'ascensore a seconda del piano cui si trova il pavimento dell'ascensore?

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di ,

Nonostante la chiara ed esaustiva spiegazione ho ancora delle perplessità...sono uno studente e mi sto avvicinando da autodidatta all'elettrotecnica e ho a riguardo alcuni dubbi che non riesco a spiegarmi...chiedo aiuto a voi che senza ombra di dubbio saprete aiutarmi. Nei circuiti in corrente continua perché si collega usualmente il polo negativo a massa? Se è vero che la corrente è costituita dal movimento di elettroni che si spostano per ovvie ragioni dal polo negativo verso quello positivo come è possibile che il negativo venga collegato a massa? In questo modo la d.d.p. non si annullerebbe subito portandosi a 0? Nelle comune pile per esempio dal polo negativo attraverso la reazione di ossidazione vengono liberati elettroni che a causa della differenza di potenziale tra anodo e catodo si muovono verso il polo positivo...se dunque il polo negativo viene collegato a massa prima ancora che gli elettroni possano entrare in un circuito come è possibile che questi raggiungano il polo positivo passando attraverso alcuni componenti e chiudendo così il circuito? e poi quando il polo negativo si collega a massa e quando no? perché nei circuiti alimentati da batterie talvolta il polo negativo viene collegato a massa e talvolta no? da cosa dipende ciò? negli altri circuiti in continua invece non alimentati da batterie si può avere la stessa cosa e perchè? Non vorrei aver scritto fesserie e fatto domande banali o aver espresso concetti errati. Ringrazio per la pazienza e la disponibilità di chi riuscirà gettare un po' di luce su questi dubbi.

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