Scopo e funzioni
I trasformatori di misura e di protezione riproducono, per via elettromagnetica, una corrente od una tensione alternate, secondo un determinato fattore di scala e con un trascurabile errore di fase. Si impiegano quando le correnti in gioco superano qualche decina di ampere e le tensioni qualche centinaio di volt. L'obiettivo è ridurre i problemi di smaltimento di calore ed i forti campi magnetici che possono disturbare gli strumenti, ed isolare gli strumenti dal resto dell'impianto, garantendo l'incolumità di chi ne viene in contatto. All'avvolgimento primario è applicata la grandezza da misurare. Al secondario gli strumenti di misura o le apparecchiature di protezione.
Diciamo subito che i trasformatori di misura hanno esigenze diverse dai trasformatori di protezione. Essi devono garantire una corretta misura della grandezza controllata (TA, la corrente; TV, la tensione) per un intervallo di valori che supera di poco il valore nominale. Inoltre devono anche impedire che gli strumenti alimentati possano essere danneggiati da valori eccessivi di corrente e di tensione. Ad esempio un TA fornisce un valore al secondario direttamente proporzionale alla corrente primaria nel campo di correnti che va dal 10% al 120% della corrente nominale. Per valori superiori satura rapidamente. In tal modo eventuali correnti primarie dovute ad un cortocircuito, non danneggiano gli strumenti collegati al secondario. I TV ed i TA di protezione devono invece fornire una indicazione corretta della grandezza controllata anche per valori di questa molto più elevati di quello nominale. E' proprio per sovratensioni e sovracorrenti che devono garantire un'accettabile precisione affinché l'intervento delle protezioni sia corretto. Se si alimentasse un relè di protezione con un TA di misura, la corrente secondaria in occasione di un cortocircuito, per effetto della saturazione del nucleo, fornirebbe un valore molto inferiore a quello che si ricaverebbe dalla diretta proporzionalità e la protezione di massima corrente non interverrebbe. Ci sono in commercio trasformatori che svolgono entrambe le funzioni, di misura e di protezione: essi hanno però nuclei ed avvolgimenti separati.
Da ricordare che, come impone l'art. 5.2.4 della CEI 11-1, se non esiste uno schermo da collegare a terra che separa primario e secondario, il secondario di TA e TV deve essere collegato a terra con un conduttore di sezione 4 mm2 (2,5 mm2 se meccanicamente protetto). La messa a terra si rende necessaria per evitare che gli strumenti alimentati dal secondario assumano un potenziale rispetto a terra per accoppiamento capacitivo, dovuto alla ripartizione della tensione totale verso terra dell'impianto tra la capacità esistente tra gli avvolgimenti e la capacità verso terra. Le norme di riferimento sono le seguenti
Per i TA
- CEI EN 60044-1 - Class. CEI 38-1 - Fascicolo 5706 - Anno 2000
- CEI EN 60044-1/A1 - Class. CEI 38-1;V1 - Fascicolo 6089 - Anno 2001
- CEI EN 60044-1/A2 - Class. CEI 38-1;V2 - CT 38 - Fascicolo 6978 - Anno 2003
- CEI EN 60044-6 - Class. CEI 38-6 - CT 38 - Fascicolo 5660 E - Anno 2000 - Prescrizioni per i trasformatori di corrente per protezione in regime transitorio
Per i TV
- CEI EN 60044-2 - Class. CEI 38-2 - Fascicolo 6090 - Anno 2001
- CEI EN 60044-2/A2 - Class. CEI 38-2;V1 - Fascicolo 6979 - Anno 2003
Per i Trasformatori combinati
- CEI EN 60044-3 - Class. CEI 38-4 -
- CT 38 - Fascicolo 7055 - Anno 2003
Per i TV elettronici
CEI EN 60044-7 - Class. CEI 38-7 - CT 38 - Fascicolo 6277 - Anno 2001
Richiami sulla teoria del trasformatore
Se i trasformatori fossero ideali sarebbe superfluo distinguere tra TA e TV. Il trasformatore ideale si comporta in maniera perfetta sia rispetto alle correnti che alle tensioni, indipendentemente dai valori che esse possono assumere, quindi dai carichi alimentati.
Il trasformatore ideale è illustrato in figura. Esso è caratterizzato da un rapporto di trasformazione nominale KN tra la tensione nominale primaria U1n e la tensione nominale secondaria U2n, che coincide con il rapporto spire dei due avvolgimenti, che definisce in modo univoco il legame tra correnti e tensioni primarie e secondarie.
KN = U1n / U2n= N1 / N2
U1= KN* U2
I1= I2 / KN
La realtà però è diversa ed il trasformatore deve essere in schematizzato come nelle figure seguenti
Si passa dal primo al secondo schema eliminando il trasformatore ideale, che nel primo evidenzia la separazione galvanica tra primario e secondario, tenendo conto delle relazioni che esso impone alle grandezze elettriche. Nel riporto al primario la corrente secondaria è divisa per il rapporto di trasformazione; le tensioni secondarie ne sono moltiplicate; le impedenze moltiplicate per il quadrato del rapporto. Le impedenze rappresentano: le resistenze degli avvolgimenti, R1, R2; le loro reattanze di dispersione, X1 ed X2; la reattanza di magnetizzazione, X0, responsabile del flusso nel nucleo; la resistenza di simulazione delle perdite nel ferro R0. Z2 è l'impedenza del carico che, possiamo anticiparlo, nel caso dei trasformatori di misura, è chiamato prestazione.
Nel trasformatore reale, come mostra il diagramma vettoriale, le tensioni e le correnti primarie e secondarie non sono esattamente legate al rapporto di trasformazione. Le relazioni del trasformatore ideale sono approssimazioni di quelle reali. Le differenze tra le indicazioni che fornirebbe un trasformatore ideale e quelle effettive del trasformatore reale sono dette errori. Sia per le correnti che per le tensioni, esistono errori di modulo e di fase. Cioè se KN è il rapporto nominale, applicando le relazioni del trasformatore ideale in una qualsiasi condizione di carico, ai moduli di tensione e corrente, si commettono, rispettivamente, gli errori DU e DI. Non solo: tensioni e correnti primarie non sono esattamente in fase con le rispettive grandezze secondarie.Sono, rispettivamente, gli errori di rapporto e di fase. Esistono differenze di fase indicate con ev ed eI. Il grafico vettoriale della figura che segue illustra il significato delle grandezze descritte. Gli errori di fase sono convenzionalmente considerati positivi se la grandezza secondaria nel diagramma è in anticipo su quella primaria. Nel caso della figura eI è positivo, ev è negativo.
La realizzazione dei trasformatori di misura e protezione è effettuata in modo da ridurre al minimo gli errori che interessano: quelli relativi alla tensione per i TV, alle correnti per i TA. E' stabilito anche il campo di valori entro cui gli errori non superano quelli massimi dichiarati, che definisce la classe di precisione dei trasformatori.
L'errore di rapporto h% è definito in modo formalmente identico sia per i TA che per i TV.
TV
Per i TV interessa che sia precisa la tensione. La condizione in cui è minimo l'errore tra le tensioni U1 e KN*U2 si ha quando il trasformatore lavora a vuoto: I2=0, come si può vedere nel diagramma, essendo molto piccola la corrente a vuoto I0=I1.
Collegando strumenti al secondario il TV si discosta dalla condizione a vuoto.
Sia l'errore di tensione che di angolo dipendono dunque dalla corrente a vuoto che introduce una caduta sempre presente, e dal carico alimentato dal secondario che introduce cadute variabili. Entrambe le cadute dipendono, oltre che dalle correnti, dal valore dell'impedenza longitudinale degli avvolgimenti (R1+jX1, R2+jX2). Quindi è necessario che questa sia il più piccola possibile. Anche la corrente a vuoto deve essere bassa, cioè l'impedenza a vuoto il più alta possibile. A parità di induzione di lavoro massima BM , quindi di campo magnetico HM , e a parità di lunghezza, l, del circuito magnetico la corrente a vuoto Imè tanto più bassa quanto maggiore è il numero di spire N (HM*l=1,41*N*Im)
Non è superfluo osservare che il rapporto nominale KN non coincide necessariamente con il rapporto spire. Anzi generalmente si ha N1 / N2 < KN in quanto in questo modo si introduce un errore opposto a quello di rapporto, quindi una compensazione dello stesso.
E' importante ricordare che il TV lavorando praticamente a vuoto daà luogo ad elevate correnti in caso di cortocircuito ai morsetti secondari per cui deve essere protetto, ad esempio con fusibili.
TA
Per i TA interessa che sia precisa la corrente. La condizione in cui è minimo l'errore tra le correnti I1 e KN* I2 (qui occorre ricordare che per i TA il rapporto di trasformazione è dato dal rapporto tra corrente nominale primaria e nominale secondaria, l'inverso di quello per le tensioni) si ha quando il trasformatore lavora in cortocircuito: U2 = 0, come si può vedere nel diagramma, essendo molto piccola la corrente I0 rispetto alla corrente I1.
Anche per i TA, e per le stesse ragioni dei TV, il rapporto nominale KN non coincide necessariamente con il rapporto spire. Generalmente si ha N2 / N1 < KN per una compensazione dell'errore di rapporto. Stabilire l'entità degli errori è un problema costruttivo. Gli errori di rapporto e di fase definiscono la classe dei trasformatori. I limiti fissati dalle norme IEC sono riassunti nella successiva tabella. In essa sono anche riportate le caratteristiche dei trasformatori di protezione che, come si è già detto, devono rispondere ad esigenze diverse dai trasformatori di misura.
Come detto la prestazione è il carico che può essere applicato ai secondari senza che siano superati gli errori di rapporto e di fase. Per i TA si hanno in genere Sr=( 2,5; 5; 10; 15; 30) VA. Per i TV: Sr=(10; 25; 50) VA. Per i TA gli errori sono dati anche in funzione della effettiva corrente primaria rapportata al valore nominale Ir. I valori delle correnti nominali dei TA sono Ir=(10; 20; 100; 500; 1.000; 5.000;10.000) A. I valori normalizzati al secondario sono (5; 2; 1) A. Il rapporto di trasformazione è il rapporto tra la primaria nominale e la secondaria nominale.
Poiché i TA lavorano in pratica in condizioni di cortocircuito occorre assolutamente evitare che i morsetti secondari rimangano aperti; a primario alimentato la tensione secondaria raggiunge valori elevati, che, oltre a danneggiare l'isolamento del secondario, possono costituire un notevole pericolo per gli operatori. Devono pertanto essere protetti da dispositivi che, in caso di sovratensione, chiudano i morsetti secondari in cortocircuito.
Il primario dei trasformatori di corrente può essere costituito dallo stesso conduttore di lineao da una sbarra passante entro il nucleo magnetico di tipo toroidale. In alcuni modelli, come questo, si può avvolgere il conduttore primario intorno al nucleo toroidale, una o due volte variando in tal modo il rapporto di trasformazione.
TA di MISURA |
||||||||
|
(I/Ir)*100; S=(25..100)%Sr, cosfì=o,8R |
|||||||
5% |
20% |
100% |
120% |
5% |
20% |
100% |
120% |
|
Classe |
h% |
eI(centiradianti) |
||||||
0,1 |
0,4 |
0,2 |
0,1 |
0,1 |
0,45 |
0,24 |
0,15 |
0,15 |
0,2 |
0,75 |
0,35 |
0,2 |
0,2 |
0,9 |
0,45 |
0,3 |
0,3 |
0,5 |
1,5 |
0,75 |
0,5 |
0,5 |
2,7 |
1,35 |
0,9 |
0,9 |
1,0 |
3,0 |
1,5 |
1,0 |
1,0 |
5,4 |
2,7 |
1,8 |
1,8 |
|
||||||||
0,2S |
0,75 |
0,35 |
0,2 |
0,2 |
0,9 |
0,45 |
0,3 |
0,3 |
0,5S |
1,5 |
0,75 |
0,5 |
0,5 |
2,7 |
1,35 |
0,9 |
0,9 |
TA di Protezione |
||||||||
Classe |
h%(+/-) |
eI(centiradianti) (+/-) |
Errore composto % |
|||||
5P |
1 |
1,8 |
5 |
|||||
10P |
3 |
|
10 |
|||||
TV di MISURA S=(25..100)%Sr, cosfì=o,8R |
||||||||
Classe |
h% (+/-) |
eV(centiradianti) (+/-) |
||||||
0,1 |
0,1 |
0,15 |
||||||
0,2 |
0,2 |
0,3 |
||||||
0,5 |
0,5 |
0,6 |
||||||
1 |
1 |
1,2 |
||||||
3 |
3 |
Nessuna prescrizione |
||||||
TV di Protezione |
||||||||
|
h% |
eV(centiradianti) |
||||||
3P |
3 |
3,5 |
||||||
6P |
6 |
7 |
||||||
In caso di cortocircuiti in rete i TA devono essere in grado di sopportare correnti elevate per tempi brevi. I parametri che consentono di valutarlo sono la corrente termica di breve durata e la corrente dinamica. La durata convenzionale è di 1 secondo. La corrente dinamica, generalmete è 2,5 volte quella termica e può essere anche 100 volte la corrente nominale.
Per i TV le tensioni nominali primarie sono i valori nominali delle reti U, oppure U/1,73 se devono essere inseriti tra fase e terra. Le tensioni secondarie normalizzate sono: 100; 100 / 1,73; 100 / 3 . Anche i TV devono resistere a condizioni anomale, ad esempio guasto a terra di una fase, secondo un fattore di tensione definito dalla seguente tabella.
Fattore di tensione (Umax/Ur) |
Durata |
|
1,2 |
continua |
|
1,2 |
continua |
|
1,5 |
30 s |
|
1,2 |
continua |
|
1,9 |
30 s |
|
1,2 |
continua |
|
1,9 |
8 h |
I dati principali sono, come al solito, riportati su una targa con l'indicazione della norma in base a cui sono stati progettati. I morsetti primari e secondari devono essere contrassegnati. Nella seguente tabella è riportato un esempio di targa di designazione di un TA della ABB con doppio rapporto di trasformazione, predisposto sia sia per la misura che per la protezione.
![]() |
![]() |
|
Esempio di inserzione per la misura di correnti in un siatema trifase con neutro. NB: le immagini sono tratte dal catalogo ABB riportato nel link. |
![]() |
Misura di potenza su carico monofase
La figura rappresenta lo schema di inserzione di un wattmetro tramite TA e TV. La corretta inserzione richiede il rispetto dei morsetti contrassegnati del wattmetro con quelli contrassegnati dei trasformatori. In pratica i puntini di TA e TV sono collegati al ± del wattmetro.
Il carico di potenza Pe fattore di potenza cosf è sottoposto alla tensione U1 ed
assorbe la corrente I1. Quindi si ha P= U1I1 cosf. Al wattmetro arriva la potenza P2=U2*I2*cosf2 ed il
valore misurato è avendo indicato con hW l'errore di classe del wattmetro.
P2 è affetta dall'errore introdotto dai trasformatori di misura che coinvolge sia l'errore di modulo sia quello di fase.


Considerando la situazione più sfavorevole il definitivo errore che si aggiunge a quello di classe propri del wattmetro è dato da
L'errore è tanto maggiore quanto più basso è il fattore di potenza del carico. E' per questo considerato un errore limite di potenza. Ad esempio per un TV di classe 0,2 deve essere
Bibliografia
- Misure elettriche di Giuseppe Zingales ed Cleup
- Metodi e Strumenti, Giuseppe Zingales, ed UTET
- Dispense di Misure Elettriche, A. Bossi, P. Malcovati
- Dispense di Misure sui sistemi di potenza di Nicola Locci
Link