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Come funziona il trasformatore

PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO DEL TRASFORMATORE IDEALE

IDEALE significa: 

  • assenza di fenomeni termici dissipativi
  • Circuito primario e secondario perfettamente accoppiati ( il flusso magnetico prodotto in uno dei due circuiti si concatena totalmente con l'altro circuito)
  • Permeabilità magnetica infinita (Riluttanza del circuito magnetico nulla)
Il funzionamento del trasformatore si basa sulla legge di Faraday-Neumann-Lenz. 

Essa lega indissolubilmente flussi magnetici variabili nel tempo e tensioni indotte. 

La tensione alternata applicata al primario (U1) stabilisce una corrente che dà luogo ad un flusso magnetico alternato (F) che produce una forza elettromotrice (E1) uguale e contraria alla tensione applicata. 

Il valore della corrente necessaria (corrente magnetizzante:I1m ) dipende dalla permeabilità del circuito magnetico nel quale il flusso si stabilisce. La legge di Hopkinson permette di stabilire una relazione del tipo:

dove , 

è detta riluttanza magnetica.

Lo stesso flusso, nel secondario, fa nascere una forza elettromotrice E2

Se nel secondario può circolare una corrente (I2), questa produce un flusso magnetico alternato opposto a quello che ne è stato la causa. Il flusso pertanto, per effetto della corrente secondaria, tende ad annullarsi. Ma poiché la tensione primaria è mantenuta costante, il flusso non può cambiare. Nel primario nasce per questo una nuova corrente in grado di annullare l'azione smagnetizzante della corrente secondaria (corrente di richiamo o di reazione: I1r). La corrente primaria è in definitiva costituita da questa corrente di reazione che si aggiunge alla corrente magnetizzante necessaria per il flusso.

Nel caso di permeabilità infinita la corrente primaria corrisponde alla sola corrente di reazione essendo nulla la corrente magnetizzante. 

Il rapporto tra le forze elettromotrici Eed E2 è dato dal rapporto tra il numero di spire dell'avvolgimento primarioN1 e quello del secondario N2 ed è chiamato rapporto di trasformazione.

essendo per la legge di Fardaday-Neumann-Lenz

dove w è la pulsazione della tensione alternata e F è il flusso magnetico.

Il rapporto di trasformazione corrisponde anche al rapporto esistente tra la corrente secondaria e la corrente primaria di richiamo: infatti, affinché l'azione smagnetizzante secondaria sia annullata dalla corrente primaria di reazione, occorre che le due forze magnetomotrici siano uguali e contrarie

Si hanno inoltre le relazioni

dove Z2 è l'impedenza di carico del secondario.

Si hanno anche le seguenti relazioni tra valori efficaci: U1/U2=I2/I1, relazione ricavabile anche con  considerazioni di tipo energetico: se il secondario alimenta un carico puramente resistivo, la potenza attiva è U2*I2; questa potenza non può che essere tutta quella assorbita dal primario, essendo nulle le perdite interne, nell'ipotesi di trasformatore ideale; essa si può esprimere con U1*I1 quando è nulla la corrente magnetizzante (comunque in ogni caso con U1*I1r

Inoltre, nell'ipotesi di corrente magnetizzante nulla si ha:

cioè, l'impedenza vista dal primario è uguale alla impedenza vista dal secondario moltiplicata per il quadrato del rapporto di trasformazione.

Il simbolo circuitale del trasformatore ideale è (nel caso perfettamente ideale di corrente magnetizzante nulla)

E nel caso di corrente magnetizzante non nulla.

 

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Commenti e note

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di ,

salve admin potrebbe dirmi se c'è qualche articolo anche sul trasformatore reale ? La ringrazio.

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di ,

Salve una domanda: nel caso di trasformatore a VUOTO, il circuito primario è attraversato dalla sola corrente magnetizzante. Ma questo è vero sia nel caso reale che nel caso ideale? oppure solo nel caso reale? Inoltre in base a quanto appreso: è corretto dire che nel caso a VUOTO la corrente magnetizzante circola nel primario, oppure sarebbe più corretto dire "nella sola parte iniziale del primario"? Grazie dell'attenzione.

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di ,

Per quale motivo non dovrebbe essere possibile?I trasformatori adatti esistono, mi pare...Fatti spiegare il motivo.

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di MAF,

Secondo lei esistono dei limiti di elevazione di tensione? Mi spiego meglio, secondo alcuni costruttori (Jenbacher), dato un gruppo elettrogeno/cogeneratore con potenza effettiva in uscita ai morsetti dell'alternatore di 1410 KW a 400 V non è possibile elevare la tensione oltre i 6.000 V, mentre per poterla utilizzare/vendere dovrebbe essere a 15.000 V. a me un limite del genere non risulta, tanto è vero che altri costruttori (CTM e Inergen) non mi hanno posto il problema. Ultima domanda è possibile utilizzare come trasformatori innalzatori una coppia di trasformatori tradizionale M.T./b.t. da 1000 KVA? Grazie Saluti

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di ordnas35,

gentile ingegnere vorrei sapere quale deve essere la potenza di un trasformatore od autotrasformatore elevatore 220/380 (primario/secondario - linea di rete/utenza)adibito alla alimentazione, tramite convertitore di frequenza, di una elettropompa sommersa da 11 kw - 380 V - 24 A - 2900 g/min - 50 Hz - cosfì 0,82 - rendim motore 0,92 quale è la corrente assorbita sul primario del trasformatore, e quale la corretta protezione dello stesso ? la ringrazio

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di gianni,

Ciao a Tutti sono gianni e vorrei sapere quali sono le procedure di esercizio / sicurezza per la messa in servizio di un nuovo trasformatore da 160 kVA grazie

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di Bingo,

Buongiorno a tutti, un trasformatore MT/BT da 2000kvA 20/0,69kv, se alimentato lato MT ha una corrente magnetizzante di circa 450A (ottenuta da tabelle ABB); nel caso di alimentazione lato BT, che valore assume la corrente magnetizzante e che calcoli bisogna fare? Grazie

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di ,

Caro studente napoletano con tanta voglia di imparare ( e quanta di studiare?)
Ecco una sommaria risposta degli studiosi che comunque ti invitano anche a leggere il testo di macchine elettriche che sicuramente dovresti avere come studente.
A vuoto il circuito secondario è aperto ed in esso non circola corrente. La corrente si ha solo sul primario ed è detta corrente magnetizzante perché produce il flusso magnetico nel nucleo. E' la corrente a vuoto I0. Il Flusso magnetico è alternato ed accoppiato con il secondario dove produce (legge di Faraday) una fem che vale, in valore efficace, 4,44*f*Flusso*N2 con f frequenza, ed N2 numero di spire del secondario. Anche al primario il flusso produce una fem la cui espressione è identica alla precedente solo che al posto di N2 c'è Ni numero di spire del primario. Tale fem è controelettromotrice poiché si oppone (legge di Lenz) alla tensione applicata. A carico il secondario è chiuso su un'impedenza per cui la fem indotta fa circolare una corrente I2. Tale corrente crea una forma magnetomotrice smagnetizzate che vale N2*I2. Smagnetizzante significa che tende ad annullare il flusso che l'ha prodotta (legge di Lenz). Ma il flusso non si può annullare poiché deve dar sempre luogo alla forza controelettromotrice che deve equilibrare la tensione applicata. Nasce perciò nel primario una corrente di richiamo I1r la cui forza magnetomotrice annulla l'azione smagnetizzante della I2. Si ha cioè I1r*N1=-N2*I2. La corrente al primario è ora data dalla somma di questa corrente di richiamo e della corrente a vuoto. La corrente di richiamo è molto maggiore (molte decine di volte) della corrente a vuoto.

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di studente napoletano con tanta voglia di imparare,

carissimi studiosi potreste essere cosi gentili da spiegarmi un po la differenza tra funzionamento a vuoto e funzionamento a carico di un trasformatore elettrico monofase

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di giuseppe,

vorrei sapere se possibile in modo piu semplice il centro stella. cosa è? cosa serve?

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di ,

Certo, per trovare la corrente a 20 kV nota quella a 690 V si moltiplica per 0,69/20. Se la corrente sul lato BT è 18 kK, la corremnte sul lato MT è 0,62 kA.
Detto questo, non ho capito come hai calcolato i 18 kA.

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di marek,

Ho un generatore asincrono da 900kW che alimenta a 690V un trasformatore innalzatore da 1250kVA con: V1n=690V / V2n=20kV Vcc%=6% Pcu=13,5kW. devo calcolare la IccM nel punto di consegna con la rete pubblica. Ho calcolato la IccM con il metodo canonico delle reattanze e resistenze del trafo ipotizzando una Xp e Rp (delle rete pubblica pari a 0 - zero-). Il risultato è di circa 18kA sul lato BT. Per avere il dato della IccM sul primario è sufficiente moltiplicare per 0,69/20 ?? Il valore di IccM sul primario in caso di corto circuito al secondario sarà di circa 0,62 kA ?? Grazie per l'eventuale risposta e complimenti per la chiarezza divulgativa.

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di ,

rambo,
ciò che tu chiami trasformatore con uscita in continua è in realtà un alimentatore composto di un trasformatore vero e proprio, come quello di cui si parla in questa pagina, che trasforma una tensione alternata in un'altra tensione alternata, cui segue un raddrizzatore, generalmente un ponte di Graetz di diodi, più condensatore di livellamento. Fatta questa precisazione, per non fare danni all'apparecchiatura alimentata la tensione d'uscita dell'alimentatore deve essere quella nominale dell'apparecchiatura, quindi nel tuo caso non fai alcun danno. Se la corrente massima d'uscita dell'alimentatore nuovo è maggiore, non c'è alcun problema. Se è inferiore i danni potrebbero essere sull'alimentatore e non sull'apparecchio alimentato, oppure, semplicemente, l'alimentatore non ce la fa. Quindi vai tranquillo con quello a corrente maggiore.

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di rambo,

buonasera, vorrei se posso sostituire, senza far danni, un trasformatore (tipo caricabatterie per cellulare ac->dc5V 890mA) con un trasformatore con la stessa tensione dc in uscita ma amperaggio superiore (1000mA)o inferiore (800mA) La ringrazio

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di Robbysan,

E'possibile realizzare un trasformatore con tensione sul secondario variabile,variando la permeabilità? Variando meccanicamente il materiale del "traferro"?

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di ,

Le perdite rappresentano il calore che si sviluppa durante il funzionamento della macchina, quindi energia che non si trasforma in lavoro utile e che va persa: da qui perdite. Sono sempre dovute al movimento degli elettroni nei materiali conduttori. Nei conduttori che costituiscono gli avvolgimenti, si calcolano con la legge di joule: nota la corrente che li percorre (in ampere), si moltiplica il suo quadrato per la resistenza ohmica e si ottengono i watt persi dall'avvolgimento.

Co la tensione alternata, anche nel ferro dei circuito magnetico si sviluppano delle correnti che, per il fatto che sono indesiderate, si dicono parassite. Come le altre correnti danno luogo a perdite. C'è poi, nel ferro, un altro tipo di perdite, una specie di attrito meccanico, che incontrano i magnetini microscopici che lo costituiscono (i cosiddetti domini magnetici) nel loro movimento che insegue il flusso alternato imposto dall'alimentazione. Questo tipo di perdita è detto perdita per isteresi magnetica. Già da come sono descritte, si intuisce che le perdite nel ferro rappresentano un calcolo teorico più difficile di quello per le perdite nel rame. Ad ogni modo si può dire che dipendono da tensione e frequenza e se tensione e frequenza sono costanti, si mantengono costanti, indipendentemente dalla corrente che circola negli avvolgimenti. Queste perdite costanti si determinano sperimentalmente, per una data tensione e frequenza, con la prova a vuoto sulla macchina. Esiste anche un parametro, che caratterizza il materiale magnetico impiegato, detto cifra di perdita che esprime quanti watt vanno persi per ogni kilogrammo alla frequenza di 50 Hz quando l'induzione magnetica massima è di 1 tesla. L'induzione magnetica massima di funzionamento della macchina dipende dal valore della tensione. Nota la cifra di perdita, la frequenza e l'induzione massima di lavoro, è allora possibile calcolare le perdite nel ferro a 50 Hz moltiplicando la cifra di perdita per il peso e per l'induzione effettiva in tesla elevata al quadrato.

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di Fabiano,

Salve ing.Martini. Vorrei sapere quali sono le perdite di un trasformatore e come si calcolano. Grazie

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di Anna,

Grazie mille per la cortesia.

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di ,

Moltiplichi la corrente di cortocircuito del generatore per 0,4/15, nell'ipotesi di trascurare l'impedenza di cortocircuito del trasformatore rispetto a quella del generatore.

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di Anna,

Buona sera. Le pongo la seguente domanda. Cogenerazione; ho un generatore sincrono ed un trasformatore innalzatore 0,4/15kV. come faccio a calcolare la Icc nel punto di collegamento con Enel? Grazie in anticipo per la risposta.

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di ,

Edoardo,
se il trasformatore fosse ideale non ci si deve preoccupare di nulla. Ad ogni modo che il flusso rimanga costante se raddoppiano contemporaneamente tensione e frequenza, non ci sono dubbi e se il flusso è costante lo è anche la corrente magnetizzante (che comunque in un trasformatore ideale è sempre nulla). La stessa cosa succede nel trasformatore reale. Solo che in questo caso occorre tenere presente le perdite per isteresi e correnti parassite nei lamierini, e queste aumentano con l'aumentare della frequenza, grosso modo con il quadrato. Ma non c'è solo questo: devi considerare l'isolamento. Se un avvolgimento è correttamente isolato per 220 V non lo è per 440 V, quindi facendo quello che hai in mente surriscaldi il ferro ed hai molta probabilità di una scarica tra le spire. In definitiva non è un'idea geniale!

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di Edoardo,

Ciao, articolo interessante, volevo una delucidazione, piu che altro teorica (in caso di trasformatore reale probabilmente cio non vale, ma in caso ideale): x la legge di Fardaday-Neumann-Lenz, e=jw * flusso * numSpire. Quindi variando la w cioè la pulsazione (o frequenza che sia) io potrei mantenere lo stesso flusso variando la tensione. ovvero x es: partendo da un trasformatore operante a 50 hz, col primario a 220V, se lo volessi alimentare a tensione doppia, per es a 440V, dovrei quantomeno raddoppiare anche la frequenza, a 100Hz altrimenti la corrente sarebbe troppo forte, e quindi anche il flusso (in ogni caso potrebbe bruciarsi). giusto? sbagliato? te lo chiedo perché non ho le idee molto chiare appunto.
La mia idea (forse un po fantasiosa) per riutilizzare un vecchio trasformatore a una tensione diversa.. per utilizzarlo come un economico elevatore senza doverne riavvolgere uno nuovo: per es un trasformatore 220-9v invertendo primario con secondario, alimentando sul lato 9v per es con 18-20V, normalmente si potrebbe rompere per la troppa corrente sul "primario" pero se alzassi la frequenza per es al doppio, dovrei poter mantenere lo stesso flusso che aveva in condizioni normali e quindi poterlo usare come elevatore, 18V-440V a 100Hz. chiaramente, sempre senza esagerare coi valori, altrimenti le vernici isolanti non resisterebbero, il nucleo andrebbe fatto di ferrite ecc ecc. secondo te si potrebbe fare?

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di ,

Francesco,
1)non c'è alcun obbligo di "mettere verso il basso" la E1. Puoi scegliere il verso che vuoi: devi solo scrivere correttamente le equazioni in base al verso scelto. Generalmente è "verso il basso" perché la tensione applicata è "verso l'alto" e la E1 viene considerata forza elettromotrice.
2)La E1 è la forza elettromotrice prodotta dal flusso comune a primario e secondario e che è prodotto dalla corrente che percorre il primario e da quella che percorre il secondario. Quindi distinguere tra l'auto e la mutua è poco utile. Lo si può anche fare ad ogni modo.
Se indichiamo con L1 ed L2 i coefficienti di autoinduzione di primario e secondario, si può pensare di dividerli in due parti:
L1=L1a+L1b
L2=L2a+L2b
facendo in modo che L1b*L2b=M
Ci sono infiniti modo per farlo, quindi infiniti coefficienti di mutua induzione possibili.

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di Francesco,

Volevo sapere come mai nei circuiti equivalenti del trasformatore la tensione E1 e la tensione E2 sono rivolte verso il basso!! E poi...E1 è la tensione autoindotta? e la tensione di mutua induzione dov'è? Grazie per la cortese attenzione.

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di ,

Daniele,
Analisi confusa e domanda abbastanza priva di senso. Non si capisce quale potenza tu intenda aumentare ed ho il sospetto che tu confonda la potenza che il trasformatore trasferisce da primario a secondario, con la potenza persa per correnti parassite ed isteresi magnetica imputabili alla componente Ia. Ad ogni modo La Im, o corrente magnetizzante, a parità di nucleo dipende dalla tensione applicata. Aumentare la Ia, a parità di tensione applicata, lo puoi fare solo cambiando i lamierini del nucleo, sostituendoli con lamierini con cifra di perdita più alta. Se questi nuovi lamierini hanno la stessa permeabilità degli altri, la Im resta immutata.

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di Daniele,

Salve! Mi rivolgo a lei in quanto ho un dubbio che vorrei eliminare. Sappiamo che il traformatore ideale è un circuito puramente induttivo in quanto ha resistenza nulla ed alta induttanza. Sempre teoricamente dunque, lo sfasamento tra V ed I è pari a 90° e quindi cos q pari a 0. In realtà vediamo che la potenza attiva misurata non è asslutamente pari a 0 in quanto la I è in ritardo di un angolo minore di 90° rispetto alla V. Vengono così descritte due componenti, una attiva "Ia" che va ad alimentare le perdite nel ferro per isteresi e per le correnti parasite, ed una magnetica "Im" che produce il flusso magnetico. Dunque a questo punto mi chiedo: è giusto pensare che all'aumentare della P aumenta di conseguenza la Ia e diminuisce la Im? Ciò significherebbe maggiore P= maggiore circolazione di correnti parassite? Grazie P.S. : Desidererei inoltre delucidazioni sulle perdite per isteresi e sul comportamento del trasformatore a vuoto. Grazie ancora

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di ,

Appartenere allo stesso gruppo, avere lo stesso rapporto di trasformazione e la stessa tensione di cortocircuito e possibilmente anche lo stesso fattore di potenza in cortocircuito. Inoltre, se possibile, è meglio evitare il parallelo. questa risposta o questo articolo

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di elettrico47,

quali devono essere le caratteristiche di collegamento interno ed esterno di due trasformatori trifase da 630 kVA in resina installati in una cabina elettrica 20/0,4 kV e posti a creare un parallelo sul lato b.t. grazie

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di ,

Il valore della tensione considerato nella formula è il valore efficace, mentre quello del flusso è il valore massimo. Inoltre per il tuo secondo dubbio devi saper distinguere tra valori istantanei e valore efficace.

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di andrea,

Egr. ing. Martini non mi e kiaro xke la forza elettromotrice indotta in un trasformatore è pari a 4,44*f*flusso!Non mi trovo kn il valore 4,44:infatti qst valore si ricava in quanto si moltiplica la pulsazione w per il valore max del flusso d induzione ottenendo cosi il valore max di E in ciascuna spira del primario.Trovando poi il valore efficace di E si arriva a qst risultanto!!il problema sta nel fattoke se E e una grandezza sinusoidale xke si moltiplica per w,nn dovrebbe essere moltiplicata per sen(w) come nel caso della corrente o tensione alternata??

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di ,

Nicola,

senza strumentazione non si può fare nulla tranne constatare che i morsetti di uscita siano visibilmente collegati tra loro o meno. Occorre avere almeno un amperometro e poter alimentare con tensione lentamente crescente a partire da zero. Se la corrente arriva al valore nominale per una tensione di qualche percento della nominale, il trasformatore è in corto.

NOTA: domande di questo tipo si devono porre nel forum. Sarà vista da molti pià visitatori quindi si avrà na maggiore probabilità di ottenere una risposta. Risposta che, a sua volta, sarà utile per tutti

Rispondi

di Nicola,

Per cortesia, per determinare se un trasformatore, monofase/trifase si trova in cortocircuito, in assenza di particolare strumentazione, come posso procedere per una anche se sommaria diagnosi. Distinti saluti.

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di Marco,

Ok! Grazie 1000 non mi era chiaro, scusate la mia insistenza ora ho capito.

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di ,

Non so quali siano i tuoi problemi. Nel Forum hai fatto la stessa domanda e ti è stato risposto. In questa pagina c'è la formula che desideri.
Ad ogni modo ripetiamo. La corrente primaria I1 è uguale alla corrente secondaria I2 diviso il rapporto di trasformazione n=N1/N2 con N1 ed N2 rapporto spire coincidente con il rapporto tra la tensione apllicata al primario, U1 e la tensione sul secondario aperto U20. Quindi n=U1/U20.
Dunque con il secondario in cortocircuito in cui circola una I2cc, al primario si ha:
I1=I2cc/n

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di Marco,

Se cortocircuito il secondario di un trasformatore come reagisce la corrente del primario alimentato correttamente in regime alternato, o meglio quale è la formula matemetica che mi aiuterebbe a capire questa cosa? Grazie 1000!

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di ,

E' chiaro che scartando ogni causa di tipo impiantistico (ventilazione, armoniche, collegamenti), non rimane che un'errata progettazione del trasformatore. Io tenderei ad escluderla e controllerei meglio l'impianto, soprattutto le armoniche. Comunque interpellerei il costruttore per sentire il suo parere.

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di gigetto54,

egr. ing Martini, sono un progettista di impianti elettrici ed ultimamente mi sono imbattuto in un problema piuttosto serio relativo ai trasformatori MT/BT e cioè: sono stati installati n. 3 trasformatori 20/04kV, ciascuno alimentante le proprie utenze (NO parallelo)i quali, fino al 50/60% del carico lavorano ad una temperatura di 90-100�; oltre tale carico, mai superiore al 90%, i trasformatori superano i 140� e pertanto vanno sconnessi. premesso che i singoli locali in cui sono collocati sono molto ampi, ben ventilati (circa 2000 mc/h), i trasformatori (in Resina) sono anche essi ventilati forzatamente, il cosfì di 0.95, armoniche assenti. Scartata la ipotesi di collegamenti ai trasformatori non idonei, quale potrebbe essere la causa di tali riscaldamenti? io propendo per una scarsa qualitÀ del trasformatore (nucleo e/o avvolgimenti scadenti o mal dimensionati). La ringrazio

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di Maturando,

Una mz idea ce l'ho.
xò lei, ing. Gambino, ha posto la domanda in modo che, se nn mi sn venuti grandi dubbi, ha suscitato una discreta curiosità.
Potrebbe farmi conoscere la sua risposta????

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di Ing. Alessandro Gambino,

Il ruolo fondamentale dei trasformatori si ha nella trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica... Sapete perché?

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di ,

Grazie Marta. Lo sospettavo e purtroppo penso che tu abbia ragione.Complimenti dunque per il tuo acume, anche se non ne occorreva molto per accorgersene.

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di Marta,

Sig.Martini lei è un cretino!!!!!!!!!

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di ,

Gli autotrasformatori a parità di potenza apparente hanno dimensioni minori.

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di giovanna,

Egregio ingegnere, volevo chiederle qual'è la differenza tra trasformatore elevatore a rapporto fisso e autotrasformatore abbassatore a rapporto variabile sotto carico? Perché io so che la trasformazione nelle stazioni primarie avviene attraverso autotrasformatori abbassatori per svincolare la tensione della rete a 380kV da quella del sistema di distribuzione. Ma la differenza sostanziale non mi è chiara,la ringrazio per la sua disponibilità.

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di ,

La potenza che il trasformatore deve poter erogare è sempre 323 kW indipendentemente dal collegamento.

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di Ing. Finco,

Buonasera Ing. Martini, sono il classico ingegnere meccanico che si scontra con i principi dell'elettrotecnica. La mia domanda è molto semplice. Se ho un gruppo di cogenerazione da 323 KW (a cosfi=1) per determinare la potenza apparente (e quindi la taglia) del trasformatore elevatore 0,4/15kV con collegamenti Dyn come si procede? E' sufficiente sia superiore di 323 kVA visto che non ho potenza reattiva o devo moltiplicare per qualche radice di 3? Grazie e complimenti sinceri

Rispondi

di ,

1) Quando il trasformatore funziona a vuoto.

2)Al variare del carico, a parità di tensione primaria, la tensione d'uscita varia per effetto della caduta sull'impedenza interna. Per regolare la tensione occorrerebbe variare il rapporto di trasformazione, cioè il rapporto spire.

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di stella,

Salve,volevo chiederle:

1) Sotto quali condizioni l'induttanza longitudinale nel modello a GAMMA del trasformatore può essere trascurata?

2) Egregio ingegnere, volevo chiederle cosa significasse il concetto di regolazione di tensione in un trasformatore.

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di ,

La corrente è imposta dal carico collegato al secondario. Se il secondario ha sempre la stessa tensione, 12 V in questo caso, la corrente assorbita dal carico è sempre la stessa, indipendentemente dalla tensione primaria. Ciò che varia è la corrente primaria che da I1=0,5*12/140=0,0428 A con 140 V diventa I1=0,5*12/220=0,02727 A con 220 V.

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di F.Ferri,

salve, vorrei costruire un alimentatore 12V+140V costituito calla "concatenazione" di un 120V-12V-0.5A con uno 12V-120V-0.5A. il problema e' che in italia la tensione di rete domestica e' 220V, quindi dovrei sostituire il primo trasformatore con uno 220V-12V-0.5A. mi chiedo se cosi' procedendo, ai capi del secondo avro' sempre una corrente di 0.5A o maggiore?

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di alessio,

anche se queste materie richiedono un linguaggio molto tecnico si potrebbero utilizzare espressioni più semplici da comprendere rendendo il linguaggio più fluido e chiaro,che aiuterebbe le pers. più in difficoltà nella comprensione

Rispondi

di paolo.carlizza,

Avevo mandato una e-mail, per sapere come si calcolava la corrente di reazione del primario.Ora, avendo letto questo articolo ho capito.

Rispondi

di ,

Ha l'utilità di qualsiasi altro circuito equivalente che schematizza una qualsiasi macchina elettrica. Che è quella di creare un modello della macchina in base a cui effettuare calcoli che possano analizzarne e sintetizzarne il comportamento, ai fini di un corretto dimensionamento e di un corretto utilizzo.

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di Marco Lorenzelli,

Salve sono un perito meccatronico laureando in ingegneria meccanica, volevo sapere qual è l'utilità della rete equivalente di Kapp nel trasformatore
cordiali saluti

Rispondi

di Fabio,

Salve, mi chiamo Fabio.
Devo fare una piccola tesi sul trasformatore, e volevo ciederLe quali, secondo Lei sono le parti più importanti da scrivere e da spiegare nella mia tesi.
Grazie mille!

Rispondi

di ,

Il calcolo delle reattanze di dispersione si trova su testi di costruzioni elettromeccaniche e di macchine elettriche. Ad esempio per avvolgimenti concentrici cilindrici di uguale altezza h, spessore d1 e d2, separati da uno spessore d e con D diametro intermedio, la reattanza equivalente a 50 Hz teoricamente è data da:

Xeq=0,00124*(N12/h)*D*((d1+d2)/3+d) ohm

dove N1 è il numero di spire primario.

Rispondi

di ,

Sono spesso perplesso quando qualche studente riporta quanto ha detto il suo professore. Esistono anche libri con gli strafalcioni dei professori, tipo questo, ma penso che se ne potrebbero scrivere moltissimi sugli strafalcioni degli studenti. Del resto il professore è un ex studente. Ad ogni modo, per il tuo caso specifico, a parte l'inusuale aggettivo "intrecciato" usato per descrivere lo stato dell'indotto rispetto al campo magnetico (che potrebbe anche essere una ricostruzione del più normale "concatenato", magari risultato sommerso dalla bolgia spesso imperante nell'aula di un istituto tecnico), non ci sono errori madornali, anche perché le leggi di Maxwell sono le leggi dell'elettromagnetismo ed il funzionamento del trasformatore non vi sfugge. Di solito comunque si specifica quale delle leggi di Maxwell è quella cui ci si riferisce e si cita la legge di Faraday-Lenz come principio. Le leggi di Maxwell sono in fondo, storicamente, "figlie" della suddetta legge.

Rispondi

di Marco,

Salve!! Dove posso trovare delle relazioni per calcolare la reattanza di dispersione di un trasformatore in fase di progetto, senza conoscere i dati della prova in corto circuito? Sto usando un programma che mi permette di studiare induzione e flusso magnetico e volevo ricavarla da questi parametri...

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di kenny,

il mio prof ha detto che l'indotto di trasformatore è intrecciato con il campo magnetico in base alla legge di maxwell???probabilmente ha sbagliato....

Rispondi

di ,

Basta osservare che il trasformatore a vuoto è un carico fortemente induttivo, quindi con fattore di potenza molto basso. Necessita perciò di un rifasamento fisso per compensare la potenza reattiva assorbita a vuoto, il cui valore in percentuale rispetto alla potenza di targa si deduce dal valore percentuale della corrente a vuoto.

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di marcus,

salve, come si puo inserire il discorso del rifasamento collegandolo al trasformatore?o viceversa?grazie, marcus

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di dj marco,

grazie ho preso 8

Rispondi

di ,

Le perdite nel ferro sono praticamente la potenza a vuoto. Le perdite nel rame a vuoto sono trascurabili. Le perdite nel rame fornite come dato (pcc%) del trasformatore, rappresentano le perdite nel rame con corrente nominale, quindi a pieno carico. Esse variano con il quadrato della corrente. Se il trasformatore lavora a metà carico, le perdite nel rame sono un quarto di quel valore. Generalmente un trasformatora lavora al 70% del carico nominale, quindi le perdite nel rame sono la metà del valore detto.

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di alex,

Per quanto riguarda la domanda della messa fuori servizio di un trasformatore da 1600 Kva,intendevo proprio metterlo fuori servizio e chiedevo cosa risparmiavo dal punto di vista energetico,solo la potenza a vuoto o anche le varie perdite nel ferro nel rame del trafo fermo.

grazie

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di ,

Disinserendo il trasformatore si risparmia tutto ovviamente, ma non si fa nemmeno lavoro utile. Suppongo perciò che tu intenda cosa si risparmia disinserendo il trasformatore quando non si deve lavorare. E' l'energia assorbita dal trasformatore a vuoto, ricavabile dalla potenza a vuoto. Un trasformatore da 1600 kVA assorbe, a vuoto, una potenza di 2600 W. Quindi ogni ora di disattivazione corrisponde ad un risparmio di 2,6 kWh.

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di alex,

buon giorno Ing.Martini

Ho un trasformatore da 1600 Kva che lavora al 50% del carico,se lo metto fuori servizio che cosa guadagno dal punto di vista energetico.

grazie alex

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di ,

Considerando costante la tensione di alimentazione, il flusso utile diminuisce leggermente per effetto delle cadute di tensione ohmica e induttiva, dovuta al flusso disperso, nell'avvolgimento. In pratica lo si può considerare costante. In un trasformatore ideale, con avvolgimento privo di caduta ohmica e di flusso disperso, il flusso si mantiene proprio costante come la tensione: basta ricordare la formula: U=4,44*f*Flusso*N

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di claudio,

Come si modifica il flusso passando da vuoto a carico?

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di ,

Puoi anche togliere trifase-triangolo-stella-neutro. Basta lasciare la parola trasformatore. La risposta è 20000 V, ovviamente.

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di ??,

 se  in un tfr di  potenza tifase , collegamento stella  triangolo con  neutro, al primario abbiamo  20000 volt e  al  secondario  sui  morsetti abbiamo  400 volt,  volendo  per  errore alimentare  lo  stesso  tfr dai  morsetti  secondari  sempre  con  una  tensione  di  400 volt,  che  tensione  avremo  sui  morsetti  MT???  grazie

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di ,

Trasformatore reale e trasformatore ideale non sono due macchine diverse.
Il trasformatore ideale è ciò che noi desideriamo ottenere dalla macchina, senza effetti collaterali, è l'idea che ne ha determinato l'invenzione. La realizzazione dell'idea invece non ne è immune e gli effetti collaterali sono rappresentati dal venir meno delle ipotesi che definiscono la macchina ideale.
Quindi non è vero che il circuito magnetico abbia permeabilità infinita;
non è vero che i circuiti primari e secondari abbiano resistenza nulla;
non è vero che il ferro sia esente da perdite di energia;
non è vero che il flusso magnetico del nucleo sia esattamente uguale al flusso magnetico concatenato con il circuito primario né con quello secondario.
Di tutto ciò si deve tenere conto nella trattazione del trasformatore reale. Quindi:
la tensione applicata al primario non è esattamente uguale alla fem prodotta dal flusso magnetico utile, cioè da quella parte di flusso che è comune al primario ed al secondario, in quando sia al primario che al secondario, oltre alla fem suddetta, esiste un'ulteriore tensione indotta dal flusso disperso ed esiste una caduta di tensione dovuta alla resistenza degli avvolgimenti;
per produrre il flusso magnetico è necessaria una corrente anche quando il secondario è aperto, poiché la permeabilità non è nulla;
nel ferro l'isteresi e le correnti parassite danno luogo a perdite di potenza, come la resistenza degli avvolgimenti del resto. Questo fa sì che la potenza effettivamente trasferita al secondario sia inferiore a quella assorbita dal primario per cui il rendimento della macchina è minore di uno.
Mi fermo qui perché non è possibile, in questa nota, aopprofondire dettagliatamente: non per niente la teoria completa del trasformatore richiede parecchie decine di pagine. Sono pagine, ad ogni modo, che esistono su tutti i testi di macchine elettriche. Il trasformatore d'altra parte non è una novità degli ultimi anni, e la bibliografia su di esso è molto ricca. Electroportal farà il possibile per ampliarne la trattazione, ma occorre tempo: per ora bisogna accontentarsi di quello che il sito è riuscito a proporre. Posso solo suggerire di esplorare i vari links riproposti anche nell'intestazione, tra gli argomenti correlati.

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di TOMMY,

SE PUOI SPIEGARE MEGLIO IL FUNZIONAMENTO DEL TRASFORMATORE REALE OLTRE A QUELLO IDEALE

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di Michele,

spiegazione troppo poco approfondita. Nessun disegno e nessuna immagine. é troppo sintetico

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di carlos,

Per una comprensione più facile si dovrebbe almeno scrivere per esteso cosa significa ogni nuova simbologia che viene aggiunta al formulario al calce della formula.

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di ,

Nell'intestazione, tra gli argomenti correlati, ci sono molti links, tra i quali c'è questa animazione

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di ,

Perchè non mettete circuiti o disegni animati in cui uno possa vedere meglio il funzionanento?

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