Il pericolo è rappresentato dal valore e dalla durata dellintensità
di corrente che attraversa il corpo umano.
Lintensità è data dal rapporto tra la tensione
applicata tra due punti del corpo e la resistenza del percorso.
Il suo valore si può calcolare ricorrendo al generatore equivalente
di tensione (Thevenin) visto dai due punti di contatto della persona
con il sistema.
L'impedenza ZU dipende dal percorso attraverso il corpo e dalle impedenze di contatto.
Le caratteristiche del generatore di Thevenin, ETh e ZTh, dipendono dal tipo di contatto e dal tipo di sistema elettrico.
Il valore di corrente pericolosa si ricava dalla curva di pericolosità della corrente. Per averne un'idea, si può ricordare che in c.a. una corrente di valore efficace IU=50 mA, non può essere sopportata senza pericolo per più di 1 secondo. Facendo ipotesi semplificative sulla resistenza del corpo umano e sulle impedenze di contatto, ci si può riferire alla curva di sicurezza ed osservare che in c.a. una tensione maggiore di 50V ( 25V in particolari condizioni) indicata con UL ( tensione limite) non può essere tollerata per più di 5 secondi.
I contatti possono essere diretti ed indiretti.
Nel caso di contatti diretti, assumendo come riferimento all'interno del corpo il percorso mano-piede, la tensione Eth corrisponde alla tensione nominale verso terra del sistema (la tensione stellata: in BT a 380V si ha E=220V) mentre Zth dipende essenzialmente dallo stato del neutro. Nei sistemi TT e TN il neutro è messo a terra e la resistenza di messa a terra è generalmente molto bassa (qualche ohm o frazioni di ohm). ZTh è assolutamente trascurabile rispetto a ZU. Assumendo per ZU il valore di 3000 ohm , IU= 70 mA: l'unica protezione possibile, in caso di contatto, è l'interruzione del circuito. Ciò si ottiene solo con l'impiego di interruttori differenziali ad alta sensibilità.
Nei sistemi IT il neutro è isolato e Zth è molto più elevata essendo dovuta alla capacità di esercizio dei cavi. Si può ritenere che la reattanza d'esercizio sia dell'ordine di 500 ohm per 1 MW di potenza installata e si deve tener presente che la capacità aumenta proporzionalmente alla potenza installata, cioè la reattanza è ad essa inversamente proporzionale. Ciò fa capire che non è sufficiente per limitare IU a valori non pericolosi essendo ancora inferiore a Zu. La protezione può essere assicurata unicamente dall'interruttore differenziale ad alta sensibilità.
Più articolato è il caso dei contatti indiretti.
Se, sostanzialmente, per ZTh si può ripetere quanto detto per i contatti diretti per cui, in generale, è sempre trascurabile rispetto a Zu, diverso è il discorso per ETh che corrisponde alla tensione assunta dalle masse rispetto al terreno a potenziale zero.
SISTEMI
TT
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ETh è data dalla ripartizione della tensione nominale
verso terra determinata dal rapporto tra la resistenza di messa
a terra delle masse e da quella di messa a terra del neutro.
![]() |
UNT: tensione nominale verso terra RTN: resistenza di messa a terra del neutro
RTU: resistenza di messa a terra delle masse dell'impianto utilizzatore
RU: resistenza dell'uomo (comprensiva delle resistenze di contatto)
ETh: tensione di contatto a vuoto |
Per fare in modo che questa tensione sia inferiore ad UL occorre, in un sistema a tensione nominale 380V (220 verso terra) una resistenza di messa a terra delle masse pari ad un terzo di quella del neutro. Ciò costringe in pratica a ricorrere allinterruzione del circuito coordinando il valore della resistenza di messa a terra delle masse con le caratteristiche di intervento dei dispositivi di interruzione del circuito. L'impiego dei dispositivi di massima corrente quali fusibili ed interruttori magnetotermici è praticamente impossibile poiché si dovrebbe realizzare un impianto di terra di resistenza molto bassa ed inoltre tanto più bassa quanto maggiore è la potenza installata. (Vedere in proposito la pagina relativa ai dispositivi magnetotermici).
In pratica si deve far ricorso agli interruttori differenziali, stavolta però non necessariamente ad alta sensibilità.
Indicando con IDn la corrente nominale di intervento del differenziale, la resistenza dell'impianto di terra dell'utilizzatore deve soddisfare la relazione:
SISTEMI TN
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ETh dipende dal rapporto tra limpedenza del conduttore
di protezione e quella dei conduttori di fase.
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UNT:
tensione nominale verso terra ZC: Impedenza capacitiva d'esercizio
RTU: resistenza di messa a terra delle masse dell'impianto utilizzatore
RU: resistenza dell'uomo (comprensiva delle resistenze di contatto)
ETh: tensione di contatto a vuoto |
Anche in questo caso è praticamente impossibile che questa tensione sia inferiore ad UL (la sezione del conduttore di protezione dovrebbe essere il triplo di quella del conduttore di fase) per cui è necessario ricorrere all'interruzione del circuito. Questa può essere attuata da dispositivi di massima corrente in quanto il guasto corrisponde ad un cortocircuito. Se però la corrente di guasto dovesse essere troppo piccola e, quindi, richiedere un tempo eccessivo di intervento, si può ricorrere a interruttori con dispositivo differenziale a bassa sensibilità a soglia di intervento regolabile. La norma CEI prescrive che il prodotto tra l'impedenza dell'anello di guasto (ZS ) e la corrente (Ia) che provoca l'interruzione automatica del circuito in un tempo stabilito secondo una tabella (che è tanto più piccolo quanto più elevata è la tensione) sia inferiore alla tensione nominale verso terra del sistema (U0). Nel caso di sistemi a UNT=U0=230V nominali verso terra il tempo di intervento deve essere al massimo di 0,4 secondi.
SISTEMI IT
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ETh è determinata dal rapporto tra la resistenza
di messa a terra delle masse e dallimpedenza capacitiva di
esercizio.
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UNT:
tensione nominale verso terra
ZC: Impedenza capacitiva d'esercizio RTU: resistenza di messa a terra delle masse dell'impianto utilizzatore RU: resistenza dell'uomo (comprensiva delle resistenze di contatto) ETh: tensione di contatto a vuoto |
E facile in questo caso mantenere la tensione pericolosa al di sotto del valore limite essendo la capacità di esercizio dellordine di qualche centinaio di Ohm per cui è sufficiente una resistenza di messa a terra delle masse di qualche decina di ohm, facile da realizzare. Non è dunque necessario interrompere il circuito al primo guasto a terra. I problemi nascono in seguito ad un secondo guasto a terra e alle sovratensioni che assumono le fasi sane rispetto a terra ( da 220V fino a 380V nei sistemi a 380V) dovute al fatto che il neutro può arrivare ad assumere una tensione rispetto a terra pari alla tensione stellata.
DOPPIO ISOLAMENTO
-DOPPIO ISOLAMENTO
Gli apparecchi in doppio isolamento hanno caratteristiche tali che
in caso di cedimento dell'isolamento principale, un secondo isolamento
impedisce il contatto delle parti attive con le masse, quindi mantiene
elevatissimo il valore di ZTh limitando a valori non pericolosi
la correte IU.
-SEPARAZIONE ELETTRICA ( Trasformatore
di isolamento)
Si alimenta l'impianto mediante un trasformatore a rapporto unitario
con requisiti costruttivi tali da impedire il guasto tra l'avvolgimento
primario e quello secondario. L'impianto deve essere poco esteso
in modo da limitare le correnti capacitive al secondario del trasformatore.
In questo modo la ZTh rimane elevata limitando a valori non pericolosi
la IU. Bisogna osservare che le masse vanno comunque interconnesse
in modo da evitare che due masse di circuiti diversi possano per
cedimenti dell'isolamento entrare in contatto con parti attive e
presentare tra esse una tensione pericolosa per la persona che le
tocca entrambe. Il collegamento equipotenziale trasforma il doppio
guasto in un cortocircuito permettendo l'intervento dei dispositivi
di massima corrente. Le masse non devono essere collegate a terra
in quanto guasti su altri apparecchi alimentati direttamente dalla
rete potrebbero introdurre potenziali pericolosi.