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Inverter e ponti raddrizzatori

Inverter e ponti raddrizzatori:

Le conversioni cc ca ed i loro impieghi

(Dom. 71) Qui si parla di conversioni di valore medio o di frequenza per potenze elevate. A queste pensa un elettrotecnico parlando di conversioni; un elettronico si riferisce a segnali analogici o digitali eventualmente modulati ed un mullah a sciiti e sunniti. Ognuno ha il suo mondo. Noi abbiamo già parlato di conversione da alternata a continua di valore stabile per alimentare circuiti elettronici. Purtroppo ne esistono diversi altri tipi. Uno importante, sempre da alternata a continua ma non stabilizzata, per alimentate motori cc a velocità e coppia variabili. Queste regolazioni sono semplici (?) da ottenere con l'uso di ponti ed anelli di reazione per la tensione (velocità) e la corrente (coppia). La manutenzione dei motori cc non è altrettanto agevole e gli acquirenti agognavano motori asincroni in alternata più semplici e robusti. Peccato che per variare la velocità di questi aggeggi bisogna variare la frequenza di alimentazione del motore ed adeguare la tensione alla variazione della reattanza ωL per non sballare con la corrente. Cosucce nient'affatto banali. Servono convertitori ac 50 Hz ad ac a frequenza diversa (spesso minore e si può parlare di cicloconverter; talora maggiore ed allora serve un gruppo raddrizzatore ed inverter). Si fa presto a dire inverter: sono una famigliola di 35 diversi circuiti .

Converte una tensione continua in una alternata a frequenza variabile. Può servire da solo per alimentazioni di emergenza provocate da disservizi Enel. Le ferrovie, poi, stanno passando da motori cc  a motori asincroni e si trovano a disporre di una rete di distribuzione in continua. Anziché cambiare tutta la rete conviene usare inverter. Le nuove, scarse (per motivi di politica energetica), ma benedette perché rinnovabili  fonti di energia offrono spesso tensioni cc   (vedi celle fotovoltaiche). Se vogliamo continuare ad usare i nostri elettrodomestici ci vuole un inverter. Di più, voi sapete che si può cambiare la ampiezza della tensione alternata con alto rendimento con un trasformatore che, alimentato in continua, ritiene corretto bruciarsi. Intervengono i chopper sia innalzatori che, ovviamente, abbassatori di tensioni continue. Riassumo:

a) raddrizzamento o conversione ca cc con uscita stabile mediante ponte di Graetz. Per alimentazione cc
b) conversione ca cc a tensione variabile per azionamenti cc
c) conversioni cc ca mediante inverter
d) conversioni ca-ca  mediante cicloconverter o raddrizzatore più inverter per azionamenti in alternata
e) conversioni cc-cc con i chopper all'insegna del motto "Perché l' alternata si, e la continua no?"

Inverter monofase a mezzo ponte (Dom. 72)

Negli schemi che seguono gli interruttori possono essere sostituiti da un qualunque dispositivo elettronico a due stati (Bjt, power mosfet, Scr od altri ancora) chè il principio di funzionamento non cambia. Attenzione: in questi circuiti il semplice diodo non può essere utilizzato perché il suo passaggio da on ad off o viceversa è automatico è legato alla polarità della tensione di linea. In sostanza, al diodo manco un terzo terminale di controllo tipo base o gate.

 

Quando S1 è chiuso (con S2 aperto) siamo nella semionda positiva della tensione su R. Se apro S2 (con S1 aperto), la corrente su R cambia verso e siamo nella semionda positiva. La frequenza della tensione alternata di uscita dipende da quella di pilotaggio di S1 ed S2.

Inverter monofase a ponte

(Dom. 73) In questo schema, con il vantaggio di una sola tensione di alimentazione Vcc, gli interruttori funzionano a coppia. In una semionda saranno chiusi solo S1 ed S4, nell'altra S2 ed S3. Notate che questo schema è lo stesso di quello per il pilotaggio a 4 quadranti di un motore cc con mosfet. Qui dobbiamo pensare che R rappresenti un motore in alternata e che il nostro circuito converte la tensione continua Vcc in una alternata di frequenza variabile e dipendente da quella delle forme d'onda che pilotano i dispositivi (power mosfet nel caso già visto). In sostanza lo stesso circuito già visto per pilotare in 4 quadranti un motore cc può funzionare anche da inverter e pilotare un motore ca.

La forma d'onda dell'inverter risulta:

Frequenze di lavoro tipiche, utilizzate con dispositivi lenti come gli anzianotti Scr, erano 50 o 400 Hz. Questi valori cadono nel campo dell'udibile perfino per me. Il funzionamento di questi aggeggi è di conseguenza affetto da noiosissimi fischi. Frequenze fuori del campo dell'udibile, ad esempio 20 Khz che li sentono solo i cani, possono richiedere il passaggio a dispositivi diversi quali i power mosfet.

Inverter trifase

(Dom. 74) Il caso trifase si può vedere, in generale, come tre circuiti monofasi con uscite sfasate di 120°, tramite gli impulsi di comando del dispositivo utilizzato con lo schema di principio di figura.

Chiudendo i sei interruttori con le opportune sequenze di comando, estensioni, magari non immediate, del caso monofase, è possibile alimentare un carico trifase che in figura appare collegato a stella. L'andamento ad onda quadra delle tensioni di uscita degli inverter visti  (trifase o monofase) molto spesso non crea grossi problemi. Se il surriscaldamento provocato dalle armoniche in eccesso rispetto al caso di tensione di uscita sinusoidale non è accettabile (la vita media di un motore dipende dalla sua temperatura di lavoro), si ricorre a filtri che possono risultare costosi, pesanti ed ingombranti. Si può ricorrere, in ultima analisi, ad inverter con uscita sinusoidale (circuiti L C in risonanza).

Cicloconverter (Dom. 75)

Come abbiamo detto sono convertitori di frequenza ca-ca. Possono lavorare solo diminuendo la frequenza di ingresso.Vediamo ad esempio il circuito a 4  dispositivi unidirezionali di figura. Lo schema a contatti prescinde dal dispositivo utilizzato, ma non dà conto del loro carattere unidirezionale.

Scopo del circuito è la modificazione della tensione, di ingresso che, in uscita ed eventualmente filtrata, avrà un andamento sinusoidale con periodo multiplo di quello di ingresso come in figura.

Durante il semiperiodo positivo della tensione di uscita,  sono conduttori  1 e 3 in modo unidirezionale, dando luogo al primo circuito equivalente   (raddrizzatore a doppia semionda con trasformatore a presa centrale). Uso dei diodi per evidenziare l'unidirezionalità della corrente. Ricordo che il trasformatore a presa centrale funziona da invertitore di fase. Se ai capi di un secondario abbiamo +10V, quando mettiamo a massa il punto centrale dell'avvolgimento, la tensione in uscita sarà di +5V all'estremo superiore e di – 5V all'estremo inferiore.In questo modo un solo diodo potrà condurre in ogni semionda. Nel primo semiperiodo positivo della tensione di ingresso, 1 conduce e 3 è bloccato (come 2 e 4). Nel primo semiperiodo negativo della tensione di ingresso,  conduce solo 3 che raddrizza la semionda negativa.

Circuito equivalente nella semionda positiva di uscita.

Per ottenere la semionda negativa verranno pilotati in modo identico ad 1 e 3, i due Scr 2 e 4 ottenendo il secondo circuito equivalente..

Circuito equivalente nella semionda negativa di uscita.

In conclusione possiamo ricordare che il cicloconverter, eventualmente in versione trifase, è adatto per funzionare ad alte potenze e frequenze basse pari a 50 Hz diviso per il numero intero di semiperiodi adiacenti della stessa polarità. Quindi si possono ottenere 50/2 Hz, 50/3 Hz e così via. Per frequenze superiori a 50 Hz, si può usare un raddrizzatore per ottenere una tensione unipolare più un inverter che la converte poi in una alternata di frequenza dipendente da quella degli impulsi di comando. Questa serie di passaggi diminuisce il rendimento. Perciò conviene l'uso dello schema raddrizzatore + inverter a basse potenze ed elevate velocità (frequenze).

I ponti raddrizzatori trifase

(Dom. 76) Vi ricordo il non facile (da disegnare) andamento di un sistema di tre tensioni sfasate nel tempo di 120°.

Il primo da prendere in considerazione è il ponte non controllato trifase secondo Graetz interamente a diodi..

A questo ponte sono associate le seguenti forme d'onda che derivano da quelle trifase disegnate all'inizio invertendo le semionde negative:

Caratteristica peculiare di questo ponte trifase è il ridotto livello di ripple in assenza di condensatore di livellamento che diviene improponibile ad elevati valori di potenza e di tensione. Si può dimostrare che Vm = 0.955VM. Le sequenze di conduzione saranno RS, RT,ST, RS, TR e TS. Complicatucce.

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Commenti e note

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di px200e,

Nel caso di inverter per immissione in rete di potenza (fotovoltaici, ecc.), mi chiedo, ma qual è il principio con cui immettono tale potenza? In letteratura ho trovato che sono dei generatori ideali di corrente e che (giustamente) tensione e frequenza, in modulo, non sono i parametri che permettono l'immissione in rete di potenza. Vengono fatti funzionare forse come i generatori sincroni, ossia spostando di un piccolo angolo in anticipo il vettore delle tensioni? Ringrazio anticipatamente

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di Luca,

Buongiorno, Spero qualcuno mi possa aiutare, volevo sapere quale è la relazione tra corrente di ingresso (alternata) e corrente di uscita (continua) nei diversi tipi di raddrizzatori non controllati (di diodi)? Esempio : un motore in corrente continua assorbe 10 A, quanta corrente deve assorbile in alternata un AC/DC nelle diverse conformazioni? Grazie

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di camillo mangia,

Al cap. INVERTER TRIFASE dom.74 il collegamento del carico non è a stella ma a triangolo. Grazie

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di Marco,

Ciao a tutti ho un piccolo problema, devo realizzare un inverter per un gruppo di continuità. L'inverter deve avere: tensione di ingresso 540 Vdc, uscita 230 Vrms, frequenza 20kHz e lo devo realizzare in PSIM, qualcuno può darmi una mano? grazie a tutti!!

Risposta automatica: non qui, sul Forum!

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di guerrino viterbo,

Vorrei rivolgere una domanda:si può da una batteria tipo allarme 12 V trasformarla da 12 continua a 12 alternata usando dei componenti di misura non invadente come dimensioni?se è possibile come

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di superpippo,

Nel raddrizzatore trifase a ponte a tiristori con carico attivo risulta Vm=RIm-Vcc (valori medi), quindi Im=(Vm-Vcc)/R. Vm può essere >0 <0 variando l'angolo di innesco. Im>0 sempre.Ma se nella formula metto Vm<0, risulta Im<0, ma fisicamente non può circolare.Dove sbaglio? Grazie.

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di Giovani Numana,

Sito dettagliatissimo, soprattutto per formule e spiegazioni... Messo nei preferiti....

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di ,

Alex,
ti conviene usare quello con cui è possibile realizzare quello che dici. Non certo quindi con un ponte ad H con cui costruiresti un raddrizzatore, come avresti potuto vedere, se l'avessi letta, proprio in questa pagina del sito che tu dici meraviglioso ed al quale elargisci grandi complimenti, né tantomeno con un motore a corrente continua! (a meno che tu non intenda un motore che fa ruotare un alternatore trifase).
Mi sembra una delle domande che vanno di moda negli attuali quiz TV di quelle cioè in cui, ragionando(!), si può arrivare a dare una risposta senza conoscerla; del tipo, che so?, per poter mangiare patatine fritte ti conviene: a)affettare pomodori b)grattugiare carote c) pelare patate d)pigiare l'uva? Forse non è proprio di tale livello in quanto (a meno che non sia un tuo errore di trascrizione) vuoi una frequenza di 500 Hz, per cui bisogna sapere se si possono costruire inverter trifasi per quella frequenza. Attualmenti si comunque.

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di Alex,

Innanzitutto complimenti per l'ottimo sito! Il mio problema è il seguente:per realizzare una terna trifase a 500 Hz mi conviene utilizzare un ponte ad H,un inverter o motore in continua?..altrimenti quale alternativa? La ringrazio aticipatamente! CS

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di maselli,

ho un inverter monofase da 4 kW, e devo collegarlo ad ad una rete trifase. Cosa devo fare per realizzare le tre fasi?

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di Abramo,

Sarebbe per me un piacere se qualcuno riuscisse a rispondere alla mia domanda alla quale ancora non sono riuscito a dare una risposta: esistono inverter con tensioni di uscita(in AC) da me regolabili e non fisse come quelli da me fin ora visti? Grazie.

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di ,

Tutto è possibile. Se i 12 V sono in alternata basta un trasformatore 12/220 di potenza superiore a quella della pompa.Se in continua occorre un inverter.

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di stefano,

Vi chiedo gentilmente se è possibile azionare una pompa a 220 v per travaso di acqua utilizzando un generatore eolico a 12 v e se si come devo realizzare l'impianto?, grazie

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di Palermo,

Posso con un inverter della della potenza di 1000W con onda sinusoidale modificata alimentare un forno a micronde da 800W Grazie

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di inverter,

chiedo gentilmente,può una saldatrice ad inverter con amperaggio adeguato alimentare una lampada allo xenon con potenza di 1600W,con assorbimento che va da 65,a 85 ampere,se si, la saldatrice che potenza deve avere,grazie.

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di ,

Ipotizzando un inverter ideale e che la tensione nominale della batteria sia 12 V (come stai pensando tu) proprio circa 90 A. Poiche il rendimento sar� inferiore ad 1, di più di 90. La legge fondamentale che devi tener presente (che è ciò a che ti ha fatto fare il ragionamento), e sulla quale non devi avere dubbi, è il principio di conservazione dell'energia. Quindi la potenza entrante è uguale a queella uscente più le perdite. E la potenza elettrica è il prodotto di tensione per corrente. A parità di potenza dunque più bassa è la tensione, più alta è la corrente.

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di MAURIZIO emmepi,

SORGE UN ATROCE DUBBIO: se si ha un apparato che in 220 ca chiede una corrente di 5 A, interponendo un inverter cc/ca, dalla batteria quanti ampere assorbirà?? gli stessi 5 (magari) o circa 90 ampere messo che l'apparecchiatura ha una potenza di 1100 watt?

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di Del Prete Giuseppe,

L'obbiettivo del mio progetto è quello di avere un alimentazione collegato cn un boost retroazionato che permette,variando il duty cicle, di portare la tensione in uscita sempre a 345 V. Successivamente un inverter trifase trasforma la tensione in alternata che va in ingresso ad un filtro LC che successivamente alimenta un carico trifase che deve avere ai suoi capi una tensione di 325 V. Non so come progettare il filtro e la retroazione del carico. Se potete aiutarmi invio il file .mdl.  

 Grazie 

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di ,

Non è che tu ti sia espresso male. E' che perseveri nell'errore di confondere il valore efficace con il valore massimo. In una sinusoide il valore massimo, UM, è 1,41 volte il valore efficace,U, ed è a quest'ultimo valore che va riferita la formula del libro che stai leggendo: valore medio Um=Ud0=1,35*U. Se ora tieni presente che U=UM/1,41 avrai che Um=1,35*UM/1,41=0,95*UM, la formula che credevi sbagliata (NB:0,95 non 0,995 come hai scritto nella nota iniziale). D'altra parte, ripeto quanto detto nella precedente nota, può un valore medio essere maggiore di un valore massimo?

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di giorgiodavid,

Forse mi sono espresso male, ma rimane il fatto che la tensione di uscità di un ponte trifase è 1.35 volte quella di ingresso prelevata tra due fasi e dal libro risulta Vd0=1.35VLL, o no? Vd0=Vm! Poichè conducono due diodi contemporaneamente per un angolo di 60°.

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di ,

Vm è la tensione media e VM è la tensione massima. La tensione media non può essere superiore al valore massimo!

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di giorgiodavid,

Mi sembra esserci un errore nel calcolo della tensione media in un ponte trifase... voi avete scritto che Vm=0.995V mentre invece dovrebbe essere Vm=1.35V, quell'altra formula è per il dimensionamento della potenza del trasformatore!

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