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Protezione dai contatti indiretti

Per la protezione dai contatti indiretti occorre coordinare l'intervento dell'interruttore con l'impianto di terra o con la conduttura a seconda del sistema di distribuzione adottato per l'impianto.

a) Sistema TT

Deve essere verificata la condizione:

dove:

  • RA = resistenza del dispersore di terra e dei conduttori di protezione delle masse[W]
  • Ia = corrente che provoca l' apertura automatica del dispositivo di protezione [A]

La corrente Ia rappresenta:

  • La corrente che provoca l' intervento dell'interruttore automatico in 5 secondi.
  • La corrente nominale differenziale per gli interruttori differenziali.

Se la condizione precedente non è verificata bisogna intervenire - nel caso di interruttore magnetotermico - sull'impianto di terra diminuendo RA, oppure - nel caso di interruttore differenziale - sull'interruttore stesso adottandone uno con corrente differenziale nominale più bassa.

b) Sistema TN

Deve essere verificata la condizione:

dove:

  • Zs = Impedenza del circuito (anello) di guasto, che comprende la sorgente (generalmente il trasformatore), il conduttore attivo fino al punto di guasto e il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente [W]
  • Ia = corrente che provoca l'intervento dell'interruttore automatico entro un tempo definito, che dipende dal tipo di circuito (di distribuzione o terminale) e dalla tensione nominale del sistema verso terra [A].

Nel caso dei circuiti di distribuzione la Ia è la corrente che provoca l'intervento dell'interruttore in un tempo di 5 s.
Nel caso di circuiti terminali la Ia è la corrente che provoca l'intervento dell'interruttore nei tempi riportati nella seguente tabella:

Tensione di fase del sistema
U0 (V)
Tempo d'intervento massimo dell'interruttore (s)
120 0,8
230 0,4
400 0,2
> 400 0,1

Nel caso in cui di interruttore differenziale, la Ia è la sua corrente differenziale nominale [A].

  • Uo = tensione nominale del sistema verso terra (tensione fra fase e terra) [V]

Perché la protezione dai contatti indiretti sia garantita occorre che la corrente per guasto a massa Ig sia superiore alla soglia d'intervento Im dello sganciatore magnetico dell'interruttore:

In questo modo la corrente di guasto viene ad assumere le caratteristiche di una corrente di corto circuito fra conduttore di fase e conduttore di protezione e l'interruttore interviene in tempi inferiori a quelli riportati nella precedente tabella (intervento istantaneo dovuto allo sganciatore magnetico).

La corrente di guasto può essere calcolata con la stessa formula già usata per il calcolo della corrente di corto circuito minima:


dove:

  • 0,8 = coefficiente che tiene conto del presumibile abbassamento della tensione per effetto del corto circuito
  • U0 = tensione del circuito di guasto = tensione di fase (tensione fra conduttore di fase e conduttore di protezione) [V]
  • SF = sezione del conduttore di fase [mm2]
  • 1,5 = fattore che tiene conto dell'incremento della resistività del cavo dovuto all'aumento di temperatura durante il corto circuito
  • r = resistività del conduttore a 20°C [per il rame 0,0178 W mm2/m]
  • Lc = lunghezza della conduttura [m]
  • m = SF/SPE = rapporto fra le sezioni del conduttore di fase e del conduttore di protezione


Rispetto alla sezione del conduttore di fase, la sezione del conduttore di protezione può essere scelta nel modo indicato nella seguente tabella:

Sezione del conduttore di fase SF (mm2) Sezione del conduttore di protezione SPE (mm2)
SF = 16 SPE = SF
16 < SF =35 SPE = 16
SF > 35 SPE = SF/2
  • Kx = coefficiente che tiene conto della reattanza del cavo e che, a seconda della sezione del conduttore di fase, assume i valori riportati nella seguente tabella:
Sezione (mm2) = 95 120 150 185 240
Kx 1 0,90 0,85 0,80 0,75

E quindi:

Dalla relazione precedente si può ricavare la lunghezza massima della conduttura LMAX che assicura la protezione dai contatti indiretti:


Se la condizione non è verificata si può agire in diverse direzioni:

  • intervenendo sull'interruttore diminuendo la soglia d'intervento Im dello sganciatore magnetico;
  • intervenendo sulla conduttura aumentando la sezione dei cavi: prima quella SPE del conduttore di protezione (se inferiore a SF ), quindi quella SF dei conduttori di fase;
  • se i provvedimenti precedenti non permettono di assicurare la protezione dai contatti indiretti, bisogna ricorrere ad un interruttore differenziale: è, in genere, sufficiente adottarne uno a bassa sensibilità con IDN = (1..3) A. Questa soluzione è particolarmente indicata per quei circuiti terminali che sono suscettibili di frequenti modifiche o che alimentano prese di corrente alle quali sono collegati cavi flessibili di cui non si conosce né la sezione, né la lunghezza.

c) Sistema IT

Per primo guasto a terra deve essere verificata la seguente condizione:

dove:

  • RT = resistenza dell’impianto di terra [W].
  • Id = corrente di guasto fra un conduttore di fase ed una massa [A].

Nel caso di secondo guasto a terra bisogna distinguere fra masse collegate a terra singolarmente e masse collegate a terra collettivamente mediante lo stesso impianto di terra.

Nel primo caso (masse collegate a terra singolarmente), il sistema si trasforma in TT e vale la stessa condizione vista a proposito di tale sistema.

Nel secondo caso (masse collegate allo stesso impianto di terra), il sistema si trasforma in TN e devono essere soddisfatte le seguenti condizioni:

1) neutro non distribuito:

2) neutro distribuito (condizione sconsigliata dalle Norme CEI):

dove:

  • Zs = Impedenza dell'anello di guasto, costituito dal conduttore di fase e da quello di protezione [W].
  • Z's = Impedenza dell'anello di guasto, costituito dal conduttore di neutro e da quello di protezione [W].
  • U = Tensione nominale del sistema tra fase e fase (tensione concatenata)[V].
  • U0 = Tensione nominale del sistema tra fase e terra (tensione di fase)[V].
  • Ia = Corrente d'intervento dell'interruttore automatico entro un tempo determinato, che per i circuiti di distribuzione vale 5 s, mentre per i circuiti terminali dipende dalla tensione nominale dell'impianto e assume i valori riportati nella seguente tabella:
Tensione nominale dell'impianto Tempo d'interruzione (s)
U0 / U (V) Neutro non distribuito Neutro distribuito
120/240 0,8 5
230/400 0,4 0,8
400/690 0,2 0,4
580/1000 0,1 0,2


Anche in questo caso (come già per i sistemi TN, sistema in cui si trasforma il sistema IT con le masse collegate allo stesso impianto di terra in caso di secondo guasto a terra), perché la protezione dai contatti indiretti sia garantita occorre che la corrente per guasto a massa Ig sia superiore alla soglia d'intervento Im dello sganciatore magnetico dell'interruttore:

Tale condizione assicura l'intervento dell'interruttore in tempi inferiori a quelli riportati nella precedente tabella.

Le correnti di guasto e le lunghezze massime delle condutture per le quali è assicurata la protezione possono essere calcolate con le seguenti relazioni:

1) Neutro non distribuito:




dove, oltre ai termini già noti, è:

  • U = tensione fase-fase (tensione concatenata) [V]
  • SF = sezione del conduttore di fase (mm2)
  • m = SF/SPE = rapporto fra le sezioni del conduttore di fase e del conduttore di protezione


Se la condizione Ig = Im non è verificata, si può intervenire nelle seguenti direzioni:

  • sull'interruttore diminuendo la soglia d'intervento Im dello sganciatore magnetico;
  • sulla conduttura aumentando prima la sezione SPE del conduttore di protezione (se inferiore a SF ), quindi quella SF dei conduttori di fase;
  • se i provvedimenti precedenti non permettono di assicurare la protezione dai contatti indiretti, bisogna ricorrere ad un interruttore differenziale: è, in genere, sufficiente adottarne uno a bassa sensibilità con IDN = (1..3) A.


2) neutro distribuito (condizione sconsigliata dalle Norme CEI):

dove, oltre ai termini già noti, è:

  • U0 = tensione fase-conduttore di protezione (tensione di fase) [V]
  • SN = sezione del conduttore neutro (mm2)
  • m = SN/SPE = rapporto fra le sezioni del conduttore neutro e del conduttore di protezione


Se la condizione Ig = Im non è verificata, si può intervenire nelle seguenti direzioni:

  • sull'interruttore diminuendo la soglia d'intervento Im dello sganciatore magnetico;
  • sulla conduttura aumentando prima la sezione SPE del conduttore di protezione (se inferiore a SF ), quindi quella SN del conduttori neutro (se inferiore a SF ), infine quella SF dei conduttori di fase;
  • se i provvedimenti precedenti non permettono di assicurare la protezione dai contatti indiretti, bisogna ricorrere ad un interruttore differenziale: è, in genere, sufficiente adottarne uno a bassa sensibilità con IDN = (1..3) A.
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Commenti e note

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di Lorenzo,

mi permetto di segnalare che il coefficiente m = SF/SPE = rapporto fra le sezioni del conduttore di fase e del conduttore di protezione è in realtà l'inverso, cioè m = SPE/SF

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di ,

Ho una linea ove sono utilizzati fusibili come protezione,i dati del costruttore (e le curve I/t) mi indicano una corrente di intervento a 5 sec (chiamata Im) ed una corrente di intervento Ii ad un valore più elevato con tempo di intervento inferiore. Non mi è chiaro quale corrente devo utilizzare nella verifica:la corrente di intervento a 5 sec oppure la corrente di intervento più elevata con tempo di intervento inferiore?

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di Concetta,

Salve a tutti, posso chiedere una cosa, sto facendo una relazione su un progetto di una struttura tn e basandomi su una relazione datami da un professionista mi ritrovo una formula riguardo la protezione dei contatti indiretti con interruttori automatici differenziali che si presenta cosi : Rt<1.2 x 70/Ig Volevo sapere se quel numero 1,2 è costante in quella formula o se dipende dall'impianto e può variare. Grazie

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di Andrea Rubiu,

Avrei un dubbio riguardo la disuguaglianza Ig > Im..e cioè non si può accettare che Ig entri nel campo termico della protezione a patto che il tempo di intervento sia inferiore ai 0,4s (per Uo=230V)?

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di Andrea,

Come può intervenire il rele differenziale in un sistema IT se la corrente di guasto si richiude sempre comunque attraverso il generale? Forse si fa riferimento alla protezione differenziale del singolo utilizzatore?

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di Andrea,

Leggevo con attenzione quanto scritto sui contatti indiretti nei diversi sistemi. Come può intervenire il differenziale in un sistema IT, anche con due guasti a terra la richiusura avverrebbe tra i conduttori che attraversano il toroide (sia caso monofase che trifase) senza alcuna fuga di corrente.

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di INGBIO,

Da studente posso dire che le spiegazioni contenute in questo sito sono molto semplici ed esaustive... complimenti.

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di dave77,

Scusate, ma a me risulta che secondo la norma 64-8 (vedi tabella 48-A art 481.3.1.1)i tempi di intervento per la protezione dai contatti indiretti siano esattamente LA META' dei tempi da voi indicati(per 230V sistema TN 0,2s - sistema IT con neutro non distrib. 0,2 s - con neutro distribuito 0,4 s). Mi sbaglio? Saluti

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di Massimiliano,

Credo potrebbe interessare anche come sono costituiti il magnetico ed il termico..

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