sPaCeMaN ha scritto:- le leggi di Kirchhoff sono una conseguenza della legge della conservazione della carica: perché valgono in condizioni di funzionamento non stazionarie né lentamente variabili?
Premesso che dovresti rileggere il post prima di spedirlo ... perché con domande del genere, bisogna essere precisi, forse volevi dire "valgono in regime stazionario e quasi-stazionario " ...forse hai letto o scritto male, no?
Noto, ancora una volta, come con queste definizioni ... vi facciano fare una confusione terribile ...
... come fa nelle LKT, ad esempio, ad essere nulla la derivata del flusso concatenato con la linea percorsa dalle tensioni se un circuito non è in regime stazionario?
Provo a interpretare le tue domande:
a) il
regime stazionario si riferisce alla condizione di
non dipendenza dal tempo di :campo elettrico, magnetico e densità di carica ------ma ammettendo il movimento di carica

...un vero
"paradiso" per gli elettrotecnici
in questa condizione, per l'equazione di continuità, ricavabile dalle eq. di Maxwell

in parole povere, se la densità di carica è costante, il flusso della densità di corrente attraverso una qualsiasi superficie chiusa, i nostri "insiemi di taglio" (e al limite i nodi), è pari a zero,
KCL dimostrato
e, se il campo magnetico è tempo-invariante, sempre da una delle eq. di Maxwell avremo

in parole povere, non ci saranno f.e.m. indotte con nessun " percorso chiuso" ovvero con le nostre "maglie",
KVL dimostrato
Ri
sottolineo come nel regime stazionario, le cariche
non debbano essere necessariamente ferme 
... l'assenza di variazioni temporali, comporta poi che i condensatori possano essere ritenuti circuiti-aperti e gli induttori dei corto-circuiti
b)
regime non stazionario : un regime nel quale non possiamo trascurare le derivate temporali e quindi non potendo semplificare le equazioni complete

dobbiamo salutare Kirchhoff

, che in questo caso
non sarà più applicabile.
Detta in parole povere, siamo nei guai seri ... qui dobbiamo tenere conto della geometria del circuito, considerare i ritardi di propagazione, lasciare perdere i parametri concentrati ( e quindi ciao bipoli ... isole felici nelle quali supporre confinati i campi variabili) e passare a procedimenti analitico-numerici ai quali non voglio nemmeno pensare, una giungla ... o meglio
"un inferno" .
c)
regime quasi-stazionario;
veniamo a quel luogo che potremo definire il
"purgatorio" elettrico, che sta a metà strada fra i primi due; in questo caso supponiamo che siano verificate le seguenti disuguaglianze


ovvero che le derivate temporali di vettore spostamento D e potenziale vettore A siano trascurabili in alcune regioni del circuito; in questo caso, per lo spazio esterno ai bipoli, possiamo ritenere validi i principi di Kirchhoff, e supporre quindi che la dimensione massima della rete, ovvero il diametro della sfera minima che la contiene, sia molto inferiore alla lunghezza d'onda associata alla frequenza massima considerata ("condizione di Abraham").
Potremo in questo caso parlare di "bipoli elettrici in senso generalizzato" che li fanno diventare delle superfici o gabbie

... che comunicano verso l'esterno solo e dico
SOLO attraverso i due morsetti ...(è ovviamente una approssimazione ... ma che ci risparmia un gran sacco di fatiche ... è quello che si è dovuto supporre nel problema del "paradosso dei due condensatori" ... per poter mantenere una rappresentazione a parametri concentrati .... articolo
http://www.electroportal.net/renzodf/wiki/articolo19)
le uniche limitazioni che avremo in questo caso sono:
i) la superficie usata per le
KCL non potrà passare fra le armature dei condensatori (dove J=0)
ii) la linea usata per le
KVL, non potrà passare all'interno degli induttori (dove E=0)
altrimenti le ultime due relazioni perdono di validità
A questo punto c'e' da dire che quelli che indichiamo come "regime sinusoidale" e "regime transitorio" rientrano nei circuiti in regime quasi-stazionario SOLO SE, le frequenze e le costanti di tempo in gioco permettono di considerare verificate le suddette condizioni.
Quindi, concludendo, anche se
non in forma rigorosa, e con i suddetti limiti,
le equazioni di Kirchhoff saranno ancora applicabili
In parole povere, se chiudiamo i problemi(x y z) in gabbia (i bipoli) e li guardiamo dall'esterno, non ci facciamo tanto male ... se non ci avviciniamo troppo.
- la relazione

è verificata esattamente solamente in condizioni stazionarie ed è verificata approssimativamente in condizioni lentamente variabili. perché allora in condizioni stazionarie non si ha

né

?
non si capisce la domanda, ma suppongo di averti dato sopra la risposta
- in un bipolo strettamente passivo l'intensità di corrente ha sempre lo stesso segno della tensione e viceversa? il resistore si può definire strettamente passivo?
il viceversa non serviva

...io direi che un resistore ideale è strettamente passivo uno reale semplicemente passivo ... in quanto presenterà sempre una componente conservativa che diventerà strettamente solo per condensatori e induttori ideali ... a scrivere queste cose mi si drizzano i capelli.
in cosa consiste esattamente una caduta di tensione in un generatore reale in cui

e

e come mai si verifica?
la caduta di tensione del generatore reale è dovuta alla sua "impedenza interna" dovuta, per esempio, alla resistenza e alla reattanza interna al generatore (ovvero alla resistenza ohmica ed ai flussi di dispersione ...rispettivamente) nell'alternatore
ma anche a cadute nella soluzione e a f.contro.e.m. di polarizzazione sulle batterie ed accumulatori ... ma il discorso sarebbe lungo.
vedo che al resto della domanda ha, per fortuna, già risposto
etec83Se ho scitto qualcosa di errato ... qualcuno mi avverta.