Dubbio alimentazione motori
Moderatori: SandroCalligaro, mario_maggi, fpalone
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Buonasera, ringrazio chiunque voglia aiutarmi a risolvere un dubbio.. un motore in Italia ad esempio di 500w assorbirà una corrente di circa 2,5 ampere (senza stare a far calcoli esatti) con tensione di 230v. Se usassi lo stesso motore in Asia a 110 volt dovrebbe assorbire una corrente di 5 ampere. Se l’isola Lo permettesse e le frequenze di rete fossero uguali il motore non dovrebbe funzionare lo stesso? Non capisco il concetto di tensione applicata se alla fine fornisco al motore la stessa potenza. Grazie
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ithanith ha scritto: Se usassi lo stesso motore in Asia a 110 volt dovrebbe assorbire una corrente di 5 ampere
No ithanith, le cose non sono così semplici: se parliamo di motori asincroni (credo tu ti rifersica a questi), a parità di carico collegato all'albero non è affatto vero che la corrente sia inversamente proporzionale alla tensione.
Sul electroyou ci sono tante risorse da consultare per iniziare a studiare l'argomento:
https://www.electroyou.it/vis_resource. ... tion=Lezio
https://www.electroyou.it/vis_resource. ... orso&id=84
https://www.electroyou.it/vis_resource. ... ezio&id=46
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Gli avvolgimenti interni del motore elettrico sono dimensionati dal
progettista per funzionare ad una determinata tensione (es: 230V).
Alimentare lo stesso motore con una tensione molto più bassa
(es: 110V) non provoca all'interno degli avvolgimenti un aumento
della corrente, accade esattamente il contrario, la corrente scenderà
a valori così bassi (molto meno dei 2,5A nominali), a tal punto da non permettere
al motore di entrare in rotazione o se inizierà a girare lo farà molto lentamente
e non avrà sufficiente coppia per trascinare (in rotazione) il carico meccanico
collegato al suo albero (ventola, turbina, ecc.).
In sostanza, se vuoi un motore che funzioni a 110V, ne devi acquistere uno
progettato per funzionare a quella tensione.
Esiste comunque una altra possibilità. Usare un (auto)trasformatore 110V-230V
oppure qualche dispositivo a stato solido che ti elevi la tensione dai 110V
ai 230V richiesti. (questi dispositivi dovranno essere dimensionati affinchè siano
in grado di sostenere la corrente richiesta dal motore, ovvero i 2,5A nominali)
Ciao.
progettista per funzionare ad una determinata tensione (es: 230V).
Alimentare lo stesso motore con una tensione molto più bassa
(es: 110V) non provoca all'interno degli avvolgimenti un aumento
della corrente, accade esattamente il contrario, la corrente scenderà
a valori così bassi (molto meno dei 2,5A nominali), a tal punto da non permettere
al motore di entrare in rotazione o se inizierà a girare lo farà molto lentamente
e non avrà sufficiente coppia per trascinare (in rotazione) il carico meccanico
collegato al suo albero (ventola, turbina, ecc.).
In sostanza, se vuoi un motore che funzioni a 110V, ne devi acquistere uno
progettato per funzionare a quella tensione.
Esiste comunque una altra possibilità. Usare un (auto)trasformatore 110V-230V
oppure qualche dispositivo a stato solido che ti elevi la tensione dai 110V
ai 230V richiesti. (questi dispositivi dovranno essere dimensionati affinchè siano
in grado di sostenere la corrente richiesta dal motore, ovvero i 2,5A nominali)
Ciao.
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tommy100 ha scritto:Alimentare lo stesso motore con una tensione molto più bassa
(es: 110V) non provoca all'interno degli avvolgimenti un aumento
della corrente, accade esattamente il contrario, la corrente scenderà
a valori così bassi (molto meno dei 2,5A nominali) a tal punto da non permettere
al motore di entrare in rotazione
NO
evitiamo di dare informazioni buttate a caso sul forum:
se stiamo parlando di motori asincroni, come la grandissima maggioranza dei motori usati in ambito industriale, è estremamente probabile che alimentandolo a rotore bloccato a metà della tensione nominale la corrente assorbita sia molto più alta della corrente nominale e non più bassa.
Questo lo puoi vedere benissimo dal circuito elettrico equivalente, spiegato ad esempio nel secondo articolo di admin che ho linkato in [3].
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Non so se il risultato sia analogo, comunque non mi riferivo
al caso di rotore bloccato ma a quello libero da vincoli.
al caso di rotore bloccato ma a quello libero da vincoli.
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....scusatemi ma devo aggiungere una cosa in risposta a "fpalone"....
Ritengo che a seconda del tipo di motore esaminato (rotore a gabbia,
avvolto, ecc.), potrebbero verificarsi situazioni differenti, quando esso
fosse alimentato con tensione pari a circa la metà di quella nominale.
Forse, bisognerebbe fare delle prove empiriche, perché se il motore dovesse
entrare comunque in rotazione con la tensione dimezzata, ad intuito, non
ritengo che la corrente possa comunque superare il valore max di quella
nominale, come ho già affermato prima.
Resta la situazione nella quale il rotore non riesca ad entrare in rotazione
(sempre con la tensione dimezzata), in questo caso, forse, si potrebbe
assimilare alla condizione di "rotore bloccato" (anche se il rotore non è
stato bloccato meccanicamente - o non riesce ad entrare in rotazione -
è la stessa cosa ?). In tal caso e sempre intuitivamente, è probabile che la
corrente si impenni oltre il valore nominale.
Ripeto, non ho le competenze necessarie per valutare se per "rotore bloccato"
si possa intedere anche quello che non entri in rotazione poiché sottoalimentato.
Giro a persone più preparate il quesito......
Ritengo che a seconda del tipo di motore esaminato (rotore a gabbia,
avvolto, ecc.), potrebbero verificarsi situazioni differenti, quando esso
fosse alimentato con tensione pari a circa la metà di quella nominale.
Forse, bisognerebbe fare delle prove empiriche, perché se il motore dovesse
entrare comunque in rotazione con la tensione dimezzata, ad intuito, non
ritengo che la corrente possa comunque superare il valore max di quella
nominale, come ho già affermato prima.
Resta la situazione nella quale il rotore non riesca ad entrare in rotazione
(sempre con la tensione dimezzata), in questo caso, forse, si potrebbe
assimilare alla condizione di "rotore bloccato" (anche se il rotore non è
stato bloccato meccanicamente - o non riesce ad entrare in rotazione -
è la stessa cosa ?). In tal caso e sempre intuitivamente, è probabile che la
corrente si impenni oltre il valore nominale.
Ripeto, non ho le competenze necessarie per valutare se per "rotore bloccato"
si possa intedere anche quello che non entri in rotazione poiché sottoalimentato.
Giro a persone più preparate il quesito......
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tommy100 ha scritto:(anche se il rotore non è
stato bloccato meccanicamente - o non riesce ad entrare in rotazione -
è la stessa cosa ?
Sì, che lo si blocchi intenzionalmente o che non riesca ad entrare in rotazione perché la coppia resistente è maggiore di quella di spunto del motore, non cambia nulla dal punto di vista del circuito equivalente.
Per vedere se il motore riesce a spuntare puoi fare dei semplici conti:
puoi considerare, che la coppia (sia quella massima che quella allo spunto )varia con il quadrato della tensione di alimentazione: dimezzando la tensione hai quindi un quarto della coppia massima e della coppia allo spunto.
Ammesso di riuscire ad avviare il motore ed andare a lavorare nel tratto stabile della curva coppia-scorrimento, dalle relazioni che legano lo scorrimento alla corrente puoi facilmente capire come, per erogare la medesima coppia a tensione dimezzata dovrai grossomodo quadruplicare lo scorrimento.
A meno di non aver dimensionato in maniera molto generosa (direi piuttosto malamente) il motore ti troverai quindi facilmente una corrente più alta di due volte quella che avresti alimentandolo a tensione piena, a parità di coppia resistente.
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Chiedo venia,
ma se non metto le mani e se non verifico di persona, non sono mai contento. Quello che espongo
di seguito non ha assolutamente il fine di polemizzare, bensì di cercare di capire dovi si annidi
l'eventuale errore.
Recentemente avevo smontato un ventilatore di quelli domestici con piantana da 35 -40W
circa di targa, poiché era molto sporco e necessitava pulirlo e lubrificarlo.
Dopo averlo disassemblato, mi sono divertito anche ad aprire il motore fino ad evidenziare
gli avvolgimenti statorici e il rotore stesso che era a corpo unico, abbastanza pesante,
e privo di avvolgimenti. La parte centrale, era attraversata dall'albero motore.
Per lo spunto dello stesso, era presente collegato agli avvolgimenti statorici,
un condensatore in poliestere da 1uF.
A seguito dello stimolante scambio di opinioni su questo post, stasera, ho ripreso
il ventilatore (che intanto aveva ripreso a funzionare perfettamente a seguito della
pulizia) e ho deciso di fare una prova empirica "sul campo".....
Con il tester digitale ho misurato la tensione qui a casa: 232V.
Passo successivo, ho interrotto uno dei 2 conduttori, ed in mezzo ho inserito il tester sulla
portata 250mA AC, onde misurare l'assorbimento del ventilatore (regolato alla max velocità):
risultato 130mA circa (scevro da sfasamenti, cos(phi), ecc.)
Dopo ho recuperato un vecchio autotrasformatore perfettamente funzionante che avevo e che
uso spesso non avendo a disposizione un variac professionale.
Collegando all'ingresso i 230V ho selezionato in uscita tra le varie prese disponibili i 125V
(misurandoli prima: 128V circa).
Ho collegato il ventilatore che con somma sorpresa si è avviato subito e sebbene ruotasse
a velocità ridotta, ventilava a sufficienza.
Momento topico: ho inserito il tester sulla stessa portata di 250mA AC ed ho effettuato la
misura come avevo fatto precedentemente Risultato ? 70mA.
Quindi a 125V il ventilatore (alla max velocità) assorbe 70mA. A 230V sempre alla max velocità
ne assorbe 130.
Tutto questo, in netto disaccordo con quanto dichiarato nel post dai partecipanti.
Ora, non metto in discussione che le formule e la teoria non siamo perfette. (ci mancherebbe !!!)
Ma come si spiegano questi risultati ? Forse il motore era poco potente per la prova ?
Forse non andava bene un monofase ma la prova andava fatta su un trifase ?
La corrente non doveva essere più del doppio, qualora alimentato a metà tensione ?
Da dove nascono queste discordanze e/o dove sta l'errore ???
Sinceramente non ci capisco più niente, depongo le armi, potrei aver sbagliato qualcosa
(anche se di misure elettroniche ne faccio tutti i giorni per lavoro), e invito voi stessi ad
effettuare test analoghi e cercare una risposta convincente che "sposi" la teoria con il test
sperimentale.
Grazie a tutti e a chi vorra dipanare la "matassa".....
Saluti.
Tommy
ma se non metto le mani e se non verifico di persona, non sono mai contento. Quello che espongo
di seguito non ha assolutamente il fine di polemizzare, bensì di cercare di capire dovi si annidi
l'eventuale errore.
Recentemente avevo smontato un ventilatore di quelli domestici con piantana da 35 -40W
circa di targa, poiché era molto sporco e necessitava pulirlo e lubrificarlo.
Dopo averlo disassemblato, mi sono divertito anche ad aprire il motore fino ad evidenziare
gli avvolgimenti statorici e il rotore stesso che era a corpo unico, abbastanza pesante,
e privo di avvolgimenti. La parte centrale, era attraversata dall'albero motore.
Per lo spunto dello stesso, era presente collegato agli avvolgimenti statorici,
un condensatore in poliestere da 1uF.
A seguito dello stimolante scambio di opinioni su questo post, stasera, ho ripreso
il ventilatore (che intanto aveva ripreso a funzionare perfettamente a seguito della
pulizia) e ho deciso di fare una prova empirica "sul campo".....
Con il tester digitale ho misurato la tensione qui a casa: 232V.
Passo successivo, ho interrotto uno dei 2 conduttori, ed in mezzo ho inserito il tester sulla
portata 250mA AC, onde misurare l'assorbimento del ventilatore (regolato alla max velocità):
risultato 130mA circa (scevro da sfasamenti, cos(phi), ecc.)
Dopo ho recuperato un vecchio autotrasformatore perfettamente funzionante che avevo e che
uso spesso non avendo a disposizione un variac professionale.
Collegando all'ingresso i 230V ho selezionato in uscita tra le varie prese disponibili i 125V
(misurandoli prima: 128V circa).
Ho collegato il ventilatore che con somma sorpresa si è avviato subito e sebbene ruotasse
a velocità ridotta, ventilava a sufficienza.
Momento topico: ho inserito il tester sulla stessa portata di 250mA AC ed ho effettuato la
misura come avevo fatto precedentemente Risultato ? 70mA.
Quindi a 125V il ventilatore (alla max velocità) assorbe 70mA. A 230V sempre alla max velocità
ne assorbe 130.
Tutto questo, in netto disaccordo con quanto dichiarato nel post dai partecipanti.
Ora, non metto in discussione che le formule e la teoria non siamo perfette. (ci mancherebbe !!!)
Ma come si spiegano questi risultati ? Forse il motore era poco potente per la prova ?
Forse non andava bene un monofase ma la prova andava fatta su un trifase ?
La corrente non doveva essere più del doppio, qualora alimentato a metà tensione ?
Da dove nascono queste discordanze e/o dove sta l'errore ???
Sinceramente non ci capisco più niente, depongo le armi, potrei aver sbagliato qualcosa
(anche se di misure elettroniche ne faccio tutti i giorni per lavoro), e invito voi stessi ad
effettuare test analoghi e cercare una risposta convincente che "sposi" la teoria con il test
sperimentale.
Grazie a tutti e a chi vorra dipanare la "matassa".....
Saluti.
Tommy
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