Mi indispone che nei (mi pare due) casi precedenti, passati vari mesi, non si abbiano notizie più approfondite di come si sono svolti i fatti; si attende il processo che avverrà a distanza di anni.
Nell'ultimo caso, i giornali pubblicano l'ovvio e l'incongruo: una lastra di metallo, poggiata sui cavalletti ( o sostenuta da un paranco) cade e schiaccia le gambe al giovane.
Cedimento strutturale del cavalletto? Possibile? Mi sembra improbabile! Qualche attività era in corso.
Il giovane era solo ?
Che ci faceva, se era un elettrotecnico, in prossimità della lastra?
Qualcuno gli ha detto che l'officina è un luogo pericoloso?
Aveva seguito un corso sui pericoli?
Che il giovane abbia compiuto qualche operazione scorretta? Chi gliela permessa?
In tutta la mia vita lavorativa ho frequentato poco le officine in generale e quelle meccaniche in particolare, anche se ho frequentato qualche cantiere di allestimento navale.
Ricordo che mio padre mi aveva comunicato gli avvertimenti che gli aveva trasmesso mio nonno:
Sii sempre attento:
1) a non farti male
2) a non fare male agli altri
3) a non danneggiare le cose (utensili e materiali)
Li ho sempre seguiti, a me e collaboratori non è mai successo nulla. A un collega, invece, a bordo nave in allestimento, era capitato di cadere in un portello a pavimento che era aperto, per fortuna senza gravi conseguenze.
Decenni fa, una nave in inizio allestimento era un ambiente pericoloso, c'erano troppe persone operanti contemporaneamente, ognuna svolge il proprio lavoro senza preoccuparsi delle conseguenze sugli altri, quindi chi mola o salda genera scintille, non si cura di dove vanno a cadere.
Ora non so se, con gli anni, l'ambiente è migliorato.
