Buongiorno a tutti,
possiedo un gruppo elettrogeno da 6kVA monofase diesel collegato a mezzo quadro di commutazione all'impianto di casa. Come si vede dalla foto dei collegamenti alternatore, il cavo di terra è collegato alla carcassa ma non al neutro. Questa terra è poi collegata direttamente al cavo di terra dell'abitazione.
Il fatto che nel gruppo elettrogeno non vi sia collegamento del neutro al cavo di terra comporta di fatto che non vi sia mai potenziale zero in uno dei due cavi di alimentazione uscenti dall'alternatore. Inoltre, l'assenza di collegamento del neutro al cavo di terra comporta anche che i differenziali della mia abitazione, durante il funzionamento del gruppo elettrogeno, siano praticamente inutili, visto che un eventuale contatto indiretto non chiuderebbe mai il circuito (causa neutro gruppo elettrogeno isolato). Il rischio semmai sussisterebbe se vi fosse anche un secondo guasto a terra che si configurerebbe come corto circuito.
E' corretto quanto ho detto?.
Grazie.
Gruppo elettrogeno e messa a terra
Moderatori: IsidoroKZ,
g.schgor
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Dalla ricerca che ho fatto pare che la soluzione che proponi non sia proibita dalla normativa
Vediamo se gli esperti in normative confermano
K
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Kagliostro
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Forse può essere utile questo
https://www.electroyou.it/vis_resource. ... ezio&id=57
https://www.electroyou.it/vis_resource. ... ezio&id=57
in /dev/null no one can hear you scream
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Ok, quindi quando entra in funzione il gruppo elettrogeno il mio sistema è un IT, quindi con neutro non collegato a massa, anche se le masse del gruppo sono connesse alla terra del fabbricato.
A gruppo acceso quindi i differenziali sono un accessorio non necessario, visto che l'eventuale contatto indiretto non chiuderebbe come nei sistemi TT sul neutro della cabina. Solo quindi due guasti potrebbero causare problemi. Insomma, con il gruppo elettrogeno alla fine ho una sicurezza in più, a meno di due guasti contemporanei o in successione.
A gruppo acceso quindi i differenziali sono un accessorio non necessario, visto che l'eventuale contatto indiretto non chiuderebbe come nei sistemi TT sul neutro della cabina. Solo quindi due guasti potrebbero causare problemi. Insomma, con il gruppo elettrogeno alla fine ho una sicurezza in più, a meno di due guasti contemporanei o in successione.
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Se volessi aggiungere una presa 16A direttamente all'arrivo dei cavi uscita 230VAC del gruppo elettrogeno (sono circa 5 metri di 6 mmq FG16), la parte magnetica dell'interruttore deve essere 4.5 kA o 6KA?
Il motore è un diesel monocilindrico Ruggerini RF90 da 3000 giri e le caratteristiche dell'alternatore sono quelle in foto.
Il motore è un diesel monocilindrico Ruggerini RF90 da 3000 giri e le caratteristiche dell'alternatore sono quelle in foto.
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markus5 ha scritto:con il gruppo elettrogeno alla fine ho una sicurezza in più
Non è una sicurezza "in più" che si somma a quella dell'interruzione automatica con differenziale, è una sicurezza "diversa" in sostituzione dell'altra.
Va bene per impianti poco estesi e per interventi del gruppo poco frequenti.
La corrente di cortocircuito del gruppo è certamente molto inferiore a 4500 A, sarà nell'ordine del centinaio di ampere.
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Non si finisce mai di imparare
Pensavo che se il neutro del gruppo non veniva collegato alla terra dell' impianto i differenziali non potevano fare il loro lavoro e per questo la situazione fosse svantaggiosa (più pericolosa) e non che avere fase e neutro flottanti fosse un vantaggio, tant'è che la prima soluzione per questi casi che ho visto proposta (quando ho fatto la ricerca di cui dicevo sopra) era proprio quella di connettere il neutro (del generatore) a massa per consentire ai differenziali dell' impianto di funzionare o, in alternativa avevo visto consigliato l' uso di un trasformatore di isolamento (ma da 6 kW credo sarebbe piuttosto costoso)
Come dicevo, non si finisce mai di imparare
K
Pensavo che se il neutro del gruppo non veniva collegato alla terra dell' impianto i differenziali non potevano fare il loro lavoro e per questo la situazione fosse svantaggiosa (più pericolosa) e non che avere fase e neutro flottanti fosse un vantaggio, tant'è che la prima soluzione per questi casi che ho visto proposta (quando ho fatto la ricerca di cui dicevo sopra) era proprio quella di connettere il neutro (del generatore) a massa per consentire ai differenziali dell' impianto di funzionare o, in alternativa avevo visto consigliato l' uso di un trasformatore di isolamento (ma da 6 kW credo sarebbe piuttosto costoso)
Come dicevo, non si finisce mai di imparare
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Kagliostro
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In sintesi, il gruppo elettrogeno ha neutro non collegato a massa ma carcassa alternatore e telaio gruppo elettrogeno collegati all'impianto di terra dell'abitazione. E' presente un quadro di commutazione in caso di assenza energia da parte del distributore che porta ovviamente l'energia prodotta dal gruppo nel quadro generale dell'abitazione. L'intenzione sarebbe di collegare fase e neutro all'arrivo dei cavi del gruppo elettrogeno nel quadro di commutazione e farli arrivare ad una presa, utile in caso di malfunzionamento del quadro di commutazione o problemi al quadro generale. Come si vede nella foto del quadro di commutazione, sono presenti 6 morsetti a due vie. Partendo da sx (collegamenti parte alta dei morsetti) arrivano cavo marrone e blu dal contatore, i due successivi nero e blu arrivano dal gruppo elettrogeno. E' proprio da questi due che farei partire due cavi verso la presa. I dispositivi che potrei collegare potrebbero essere a doppio isolamento ma lo scopo principale è il collegamento di elettropompe monofase portatili che dispongono tutte di schuko con collegamento di terra.
La domanda è la seguente. In termini di sicurezza, è meglio che subito a monte della presa colleghi un differenziale magnetotermico 30mA curva C oppure solamente un magnetotermico? Il differenziale sarebbe di tipo AC, visto che applicherei esclusivamente carichi lineari.
Inoltre, considerando che le correnti di cortocircuito di un gruppo elettrogeno da 6KVA sono molto basse, sarebbe consigliabile una curva C oppure B per la parte magnetica?
Grazie.
La domanda è la seguente. In termini di sicurezza, è meglio che subito a monte della presa colleghi un differenziale magnetotermico 30mA curva C oppure solamente un magnetotermico? Il differenziale sarebbe di tipo AC, visto che applicherei esclusivamente carichi lineari.
Inoltre, considerando che le correnti di cortocircuito di un gruppo elettrogeno da 6KVA sono molto basse, sarebbe consigliabile una curva C oppure B per la parte magnetica?
Grazie.
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Ho parlato con un tecnico dell'azienda che produce il gruppo elettrogeno di casa mia.
Mi ha riferito che con il neutro del gruppo non a terra, durante il funzionamento tutti i differenziali non entrano in funzione. In tale caso rischio corro in caso di guasto a massa di un dispositivo? Ricordo che il gruppo elettrogeno ha la carcassa dell'alternatore e del gruppo collegati all'impianto di terra dell'abitazione.
Se volessi impiegare come sopra detto una presa da 16A direttamente dal gruppo elettrogeno, il differenziale non servirebbe visto il neutro non collegato a terra.
Impiegando una elettropompa (dotata di cavo di terra e carcassa in metallo) collegata alla presa, sarei esposto durante il funzionamento del gruppo a rischio folgorazione in caso di guasto a terra?
Mi avrebbe consigliato non un differenziale da collegare alla presa ma un controllore di isolamento che stacchi in caso di problemi. Cosa ne pensate? Sono un po' confuso!
Mi ha riferito che con il neutro del gruppo non a terra, durante il funzionamento tutti i differenziali non entrano in funzione. In tale caso rischio corro in caso di guasto a massa di un dispositivo? Ricordo che il gruppo elettrogeno ha la carcassa dell'alternatore e del gruppo collegati all'impianto di terra dell'abitazione.
Se volessi impiegare come sopra detto una presa da 16A direttamente dal gruppo elettrogeno, il differenziale non servirebbe visto il neutro non collegato a terra.
Impiegando una elettropompa (dotata di cavo di terra e carcassa in metallo) collegata alla presa, sarei esposto durante il funzionamento del gruppo a rischio folgorazione in caso di guasto a terra?
Mi avrebbe consigliato non un differenziale da collegare alla presa ma un controllore di isolamento che stacchi in caso di problemi. Cosa ne pensate? Sono un po' confuso!
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Se hai due guasti a terra sull'impianto alimentato dal gruppo elettrogeno (IT) sei a rischio di scossa elettrica quando tocchi una massa, così come succede se hai un guasto a terra e un guasto all'interruttore differenziale con sistema TT.
In entrambi i casi servono due guasti: non ti so dire quali siano più probabili.
In entrambi i casi servono due guasti: non ti so dire quali siano più probabili.
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