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Resilienza alle innovazioni e immobilismo

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[1] Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utentemario_maggi » 2 feb 2025, 11:15

Ciao a tutti.
Qualcuno si stupisce che i cinesi siano molto più progrediti di noi in alcuni settori, per esempio nei veicoli elettrici.
Ci sono altri settori dove potremmo distinguerci, specializzandoci prima di altri.
Invece ho l'impressione che in Italia si dorma. In gennaio ho provato a pubblicare su 6 forum e social alcune informazioni relative ad un importante cambiamento che sta iniziando ad avvenire in alcune aziende industriali.
Non sono riuscito a stimolare un interesse, non ho avuto alcuna richiesta di chiarimenti, spesso ho letto reazioni di chi è abituato a usare la treottanta e che in futuro continuerà (così spera) a tirare fili, lavoro semplice che può essere fatto da molte centinaia di milioni di persone nel mondo, magari ad un prezzo più basso.
perché non aiutare alcune aziende produttive italiane a risparmiare almeno il 5% di energia elettrica, rendendole più competitive?
La proposta è questa: https://www.electroyou.it/forum/viewtopic.php?f=3&t=91413
Ho provato a sondare alcune ditte che fanno impiantistica elettrica, questo mio discorso sembra solo visionario, ma vedrete che il cambiamento ci sarà certamente prima o poi, magari con componenti cinesi se noi dormiamo ancora. L'abbandono della trifase 400 V è già iniziato, forse non ve ne siete accorti.
Ciao
Mario
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[2] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto UtenteEtemenanki » 2 feb 2025, 11:34

Mi viene in mente che all'inizio dell'era "elettrica" i primi generatori erano di fatto dinamo, con uscita in DC, e si scelse poi l'AC per la distribuzione perche' aveva vantaggi sulla DC ... ora andiamo in senso opposto ?

Preciso che la mia non e' una domanda polemica o provocatoria, sono realmente interessato al perche' ora sarebbe piu conveniente ritornare alla DC quando invece all'inizio fu scelto di usare l'AC perche' decisero che "era meglio"
"Sopravvivere" e' attualmente l'unico lusso che la maggior parte dei Cittadini italiani,
sia pure a costo di enormi sacrifici, riesce ancora a permettersi.
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[3] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utenteelfo » 2 feb 2025, 13:24

Caro Mario,
il tuo e' l'ottimismo della volonta'.

Il mio (qui sotto) e' il pessimismo della ragione.

- la Cina innova e progredisce perche' puo' permettersi processi (ad esempio nella produzione delle batterie) inquinanti che in Europa non sono ammessi (da una intervista a Carlos Tavares (ex) AD di Stellantis)

- recentemente la von der Leyen e la Lagarde hanno affermato che (forse) e' meglio "deregolamentare" l'Europa

Domanda:

- se ti sta arrivando un macigno addosso che fai:

-- cerchi di fermarlo?
-- ti sposti (emigri)?
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[4] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utentemario_maggi » 2 feb 2025, 15:32

Etemenanki,
la disquisizione DC/AC/DC e la storia dell'evoluzione elettrotecnica meritano un thread separato, se vuoi puoi lanciarlo.
Qui chiedevo:
perché non aiutare alcune aziende produttive italiane a risparmiare almeno il 5% di energia elettrica, rendendole più competitive?

Credo che chi si specializza nelle applicazioni DC industriali avrà buone prospettive di lavoro specializzato.
Ciao
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[5] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utentestefanopc » 2 feb 2025, 16:44

mario_maggi ha scritto:Ci sono altri settori dove potremmo distinguerci, specializzandoci prima di altri.
Invece ho l'impressione che in Italia si dorma.
...
Non sono riuscito a stimolare un interesse, non ho avuto alcuna richiesta di chiarimenti, spesso ho letto reazioni di chi è abituato a usare la treottanta...

perché non aiutare alcune aziende produttive italiane a risparmiare almeno il 5% di energia elettrica, rendendole più competitive?
Mario


Purtroppo è così hai la mia totale comprensione.
Molta parte delle aziende e delle persone che ci lavorano amano il quieto vivere e l'immobilismo.
Questa cosa si fa così perché sono 30 anni che si fa così e quindi perché cambiare?
Per risparmiare il 5 per cento?
Faccio stare a casa due operai con esperienza e prendo un ragazzo in contratto di formazione e risparmio il doppio senza investire nulla.

Riguardo all'entusiasmo per le novità sui forum posso solo confermare la tua sensazione.

Ad esempio.
viewtopic.php?f=19&t=91223&hilit=+Octopus

viewtopic.php?f=53&t=91276&hilit=+Octopus

Ciao
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[6] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utentediqua65 » 2 feb 2025, 17:31

E' impossibile forzare la mano ad aziende padronali dove il "vecchio" ha fatto i soldi ai tempi del carbone. Sono in molte le aziende che assemblano pezzi acquistati in Cina senza avere la piu' pallida idea di cosa acquistano ne tantomeno avere il controllo sulla componentistica perche' hanno volumi irrisori. Magari arrivano a desiderare una certa indipendenza tecnologia, ma non sono disposti a sostenerne i costi. La soluzione dovrebbe essere quella di fare gruppo con altre aziende e condividere gli NRE, ma sono troppo paurosi di venire derubati di know-how e mercato (anche perche' loro per primi ci proverebbero), quindi si arroccano nella loro capanna fino a che il giovane rampollo non subentra e svende quel poco che rimane.
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[7] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto UtenteGoofy » 2 feb 2025, 20:01

Scusate non c'entra nulla con la discussione, ma io tutte le volte che leggo o sento "resilienza" mi indispongo.
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[8] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utentelelerelele » 2 feb 2025, 20:34

Io credo che molti problemi, (non tutti), siano conseguenza diretta delle scelte scellerate e di una politica che non vede, non capisce, e non gli frega niente delle conseguenze, neanche si pongono il problema.

Le aziende, si, in parte il concetto è quello che siamo andati bene fino ad ora, perché cambiare, però non credo sia tutto qua, non possono certo buttare soldi per rincorrere ideologie prive di senso, in quanto il risultato sarà appunto un nulla di fatto, come per le auto elettrìche, abbiamo inquinato meno o dipiù?

E non siamo ancora partiti, con l'elettrico. Per cui non abbiamo ancora generato la quantità energetica che servirebbe..... e mi fermo qua.

perché non stimolare le aziende per intraprendere piccoli passi nella direzione, invece di pretendere soluzioni estreme, che alla fine portano unicamente alla chiusura delle stesse, od alla cassa integrazione dei lavoratori?
E' questo un risultato utile?

Certo che i cinesi hanno tutti i costi piu bassi, e posssono costruire tutto a prezzi inferiori, ma mi sambra che ultimamente anche dal lato dell'istruzione e della tecnologia abbiano fatto notevoli passi in avanti, mente noi facciamo passi indietro! un amico di mio figlio, passato ad un esame universitario, ha affermato che non ha capito niente di elettrotecnica, di chi sarà la colpa?
noi ci stiamo preoccupando di creare le menti del domani?
facciamo in modo di tenerci le menti eccelse che gia abbiamo? o forse non ci frega niente se vanno all'estero? basta che aumentiamo le tasse va tutto a posto.

forse non è colpa dei cinesi ma nostra. chissà.

saluti.
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[9] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto UtenteKagliostro » 2 feb 2025, 20:40

perché non aiutare alcune aziende produttive italiane a risparmiare almeno il 5% di energia elettrica, rendendole più competitive?


Parafrasando l'ultimo tormentone pubblicitario di un operatore telefonico

(in spagnolo, tale e quale che nella pubblicità)

perché costas de menos ... lasciare tutto come sta

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[10] Re: Resilienza alle innovazioni e immobilismo

Messaggioda Foto Utenteelfo » 2 feb 2025, 21:25

diqua65 ha scritto:Sono in molte le aziende che assemblano pezzi acquistati in Cina senza avere la piu' pallida idea di cosa acquistano ne tantomeno avere il controllo sulla componentistica perche' hanno volumi irrisori.

Cosa significa prodotto povero?
«Noi fabbrichiamo un monoprodotto, solo cappe aspiratrici per cucine: si tratta di montare alcune parti ed effettuare dei collegamenti elettrici. Poca cosa. Guarda caso nel polo di Fabriano l’azienda che ser la cava meglio è la Ariston che produce caldaie tecnologicamente avanzate».

Fabriano, l’operaio e i tempi d’oro della fabbrica: «Sceglievamo noi dove andare a lavorare»

https://www.corriere.it/economia/lavoro ... 4xlk.shtml
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