A distanza di qualche anno ho voluto revisionare un vecchio articolo che descriveva sinteticamente le modalità di posa delle condutture elettriche negli edifici residenziali.
Si tratta di una guida illustrata più che altro, perché come detto, le foto più significative relative a tipi di posa in contesti particolari, e quindi più interessanti, sono purtroppo andate perse (es: posa in intercapedini di sistemi di isolamento a cappotto, etc.)
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Tipi di posa delle condutture
Tralasciando il sistema di tubi rigidi a vista e canalizzazioni di vario tipo, poco amate dalla clientela "residenziale", mi soffermerò soprattutto sulle modalità di posa più comuni, che non sono necessariamente l'una alternativa all'altra ma che possono coesistere nella realizzazione dello scheletro di un impianto elettrico.
La modalità di posa in opera dei sistemi di tubazioni di collegamento tra le varie cassette e scatole di derivazione dell'impianto, dipendono fortemente dal tipo di lavoro strutturale di cui l'unità immobiliare sarà oggetto, e sostanzialmente si dividono in tre categorie:
- Posa a pavimento
- Posa sottotraccia
- Posa in controsoffitto
Ma prima di posare i tubi...
...bisogna progettare l'impianto!
Andando al contrario, è evidente che prima di posare i tubi, bisogna sapere l'esatta posizione delle varie scatole di derivazione e possibilmente delle scatole porta apparecchi (queste tuttavia fino all'ultimo possono essere incrementate, spostate, abolite, specie quando non lavorate su capitolato e avete il committente "on site"
Per quanto mi riguarda, di solito inizio sempre col segnare la posizione precisa delle scatole porta apparecchi (503, 504, 506).
Sull'altezza a cui vanno, andrebbero, dovrebbero... essere posizionate le cassette si è detto di tutto e di più. Io in genere, se c'è un "cliente fisico" gli chiedo eventuali preferenze, altrimenti adotto una pratica consolidata:
per le cassette destinate alla prese basse, considero trenta centimetri (30 cm) dal piano del pavimento finito, mentre per le cassette destinate ad interruttori, pulsanti o comandi generici, sfrutto come centro della scatola la riga del metro preciso (100 cm) dal piano del pavimento finito. E' una misura che i muratori segnano quasi sempre su tramezzi e pilastri e quando non lo fanno loro ci penso da me.
Poi ci sono varie tabelle a cui riferirsi se si vuole essere "standard", così come poi si valutano le distanze di rispetto dai piatti doccia e dalle vasche per quanto riguarda i locali bagno, ma questo è stato ampiamente trattato altrove.
Una volta segnata la posizione delle scatole portafrutti, si iniziano a valutare i punti di installazione delle cassette di derivazione, in numero e grandezza consona alla quantità e al diametro dei tubi che esse dovranno contenere.
Quando anche la posizione delle cassette di derivazione è decisa, si segna anche la posizione definitiva del quadro elettrico (o dei quadri se più di uno) e si procede alla muratura delle scatole da incasso.
Posa a pavimento
Nella posa a pavimento le tubazioni vengono posate direttamente sul piano della soletta liberata del massetto e del rivestimento (pavimentazione). In alternativa quando la dismissione del massetto non è prevista, o è previsto il solo rivestimento su quanto già esistente, è possibile realizzare le necessarie tracce sulla pavimentazione originale salvo assicurarsi di non andare ad intercettare condutture di altri impianti non interessati al rifacimento.
Ambiente in cui è stata operata la dismissione del rivestimento e del massetto
Tubazioni dei vari impianti elettrici posate sulla soletta
Ingresso tubi su retro cassetta (PT7) e uscita bassa a pavimento
Accavallamenti
Controllare sempre che negli accavallamenti a pavimento, non si superi l'altezza limite per consentire la posa del rivestimenti finale.
Le condutture elettriche vengono solitamente stese sopra quelle idriche o gas.
In questo caso passano sotto.. sono arrivato prima io ;)
Copertura (importante!)
I fasci di tubi posati a pavimento, possono essere fascettati o tenuti uniti con fil di ferro per evitarne lo sparpagliamento.
E' ALTAMENTE CONSIGLIABILE, COPRIRE I FASCI DI TUBI CON UNA GETTATA DI SABBIA E CEMENTO (stessa struttura del massetto) ONDE EVITARE LO SCHIACCIAMENTO "ACCIDENTALE" DEGLI STESSI.
Tracce su pavimentazione esistente da sovra-rivestire
Una volta posate le condutture esse possono essere ricoperte con miscela sabbia-cemento (massetto di sottofondo) ripristinando la traccia in oggetto
Posa sottotraccia
E' la posa realizzata per mezzo di scanalature eseguite sui muri di tompagno (pareti esterne perimetrali) o sui tramezzi.
E' bene ricordare che le parti strutturali di sostegno (travi, pilastri e solai) non andrebbero mai indebolite per mezzo di esecuzione di tracce destinate al passaggio di tubazioni, quindi prima di procedere alla tracciatura dei percorsi per la posa delle condutture è bene valutare il percorso idoneo, individuando subito gli ostacoli (pilastri) anche attraverso saggi sulla struttura.
L'apertura delle tracce deve essere consona in larghezza e profondità ad accogliere il fascio di tubi che si prevede di alloggiarvi e che può essere fermato in posizione con comunissimi chiodi da carpentiere o da falegname da 60 mm.
Le tracce devono essere ortogonali agli spigoli delle pareti, mai diagonali, evitare le curve a 90° e laddove ci sia da accompagnare la curva a 90° tra due pareti è preferibile eseguire uno scasso maggiore nell'angolo tra i tramezzi e rendere la curva delle tubazioni più dolce (maggiore raggio di curvatura).
Nelle tracce in prossimità di porte ed infissi, scostarsi di almeno 10 - 15 cm dai falsi telai al fine di evitare di intercettare i rampini di ancoraggio degli stessi che normalmente sono murati con solo cemento e nel realizzare la traccia si finirebbe per buttare giù molto più del necessario (alias perché complicarsi la vita?)
Altro aspetto importante è quello di conoscere sempre la posizione degli altri impianti, anche prima che essi vengano segnati, la deviazione in fig. 18 è conseguenza del posizionamento non previsto inizialmente di un elemento radiante sotto il citofono, ed è stata eseguita per evitare che il tassello di sostegno centrasse in pieno le tubazioni.
Cassette ingresso linee impianti appartamento (prima)
Cassette ingresso linee impianti appartamento (dopo)
Per adeguare gli ingressi e dividere le condutture "energia" da quelle segnali si possono prolungare le tubazioni alle nuove cassette con appositi giunti, ottimi anche per raccordare ad esempio le tubazioni verso i centri luce che si desidera mantenere/recuperare, o per riparare le tubazioni che possono rompersi durante i lavori in cantiere.
Giunto Ø 20 mm per corrugato
Anche un telaio scrigno può servire per risparmiare qualche traccia nella muratura!
Nelle pareti in cartongesso ancorare i tubi alla struttura metallica prima della posa dei pannelli (non come in questo caso), fissare i tubi in più punti per facilitare le operazioni di infilaggio.
Posa in controsoffitto
Nelle immagini che seguono è documentata la posa delle tubazioni in controsoffitti non ispezionabili. In questi casi evito di posare i tubi per la distribuzione direttamente sugli elementi di sostegno del controsoffitto, preferendo per varie ragioni [*] ancorarli direttamente alla struttura edilizia (travi, tramezzi e solaio) per mezzo di clips tipo "OBO" o sistemi similari.
La prima operazione in questi casi, è farsi dare dal gessista (o comunque dall'addetto alla posa del controsoffitto) il riferimento dell'altezza finale comprensiva dei pannelli.
A quel punto, dopo avere segnato tale riferimento con apposito battifilo o con matita e livella, si posizioneranno le cassette di derivazione al di sotto, e si aprirà una traccia che servirà a collegare la cassetta con i tubi e che porterà questi ultimi all'interno del controsoffitto.
[*] uno dei motivi principali è tenere le tubazioni ben tese e ferme per facilitare l'infilaggio specialmente sulle tratte più lunghe.
In caso di installazione di faretti nel controsoffitto, un buon sistema per guidare nella posa da foro a foro i tubi o direttamente i cavi, che devono essere necessariamente del tipo con guaina (in questo caso è stato usato cavo FROR), può essere quello di aiutarsi con un metro flessibile (poi ognuno trova il suo metodo più efficiente) al quale nastrare il cavo per poi tirarlo indietro.
Il metro flessibile infatti, unisce alla rigidità, la possibilità di piegarsi in funzione dei movimenti che si imprimono, ed è particolarmente utile per superare anche gli ostacoli delle strutture longitudinali dell'intelaiatura a sostegno del cartongesso.
Il controsoffitto può essere utile anche per alloggiare in opprotuni contenitori o meno (a seconda del tipo di apparecchio) i drive per le strisce led.
Possibilmente prima della stuccatura dei pannelli, bisogna prevedere i fori di uscita delle alimentazioni alle strisce di led, inoltre essendo un controsoffitto non ispezionabile, l'alimentatore delle "strip" deve essere posato in considerazione di una sua eventuale sostituzione.
Nell'esempio in figura, l'alimentatore entra perfettamente nel foro Ø 60 mm del faretto, e per non perdersi nei meandri del controsoffitto, parte del cavo di alimentazione è stato fascettato ai cavi di entra ed esci dell'alimentazione del faretto incassato.
Effetto dell'illuminazione con striscia led RGB posizionata nella nicchia di accesso al cassettone tapparella.
Capita che all'ultimo momento con cassette e tubi già quasi tutti posati in opera si decida di aggiungere qualcosa.
Non sempre è possibile salvaguardare la funzionalità e l'estetica, ed ecco una cassetta non prevista inizialmente.
Altro problema che coinvolge la posa di strutture in cartongesso, in assenza di controsoffitti "intenzionali" riguarda l'impossibilità di attraversare un corridoio.
Nell'esempio della prossima figura, bisognava collegare le due cassette di derivazione, la parete di sinistra è un tramezzo in cartongesso, quella di destra è una parete in muratura perimetrale.
L'unica strada disponibile è il soffitto, ma sfortunatamente le pignatte sono posate in senso sfavorevole.
Si decide di ancorare i tubi al solaio e coprirli con un finto elemento strutturale (finta trave) in cartongesso, evitando in questo modo di indebolire la soletta stessa.